amoreepsoche
forse è per questo che io non sono mai soddisfatta....perchè dobbiamo accettare i nostri limiti? non sarebbe un po'come adagiarsi sugli allori senza cercare costantemente di migliorarci?....ho sempre pensato che il mio essere intanto ha un senso, se cerco continuamente di spostare i miei limiti + avanti e mi impegno con tutte le mie forze per superarli.....
mi dice mio padre che alla fine, anche se non li supero, l'importante è che so che mi sono impegnata al massimo delle mie possibilità per farlo....ma se il mio massimo non è servito, rispondo io, che mi sono impegnata a fare?
Tu sei oltre.... sei al superamento dei propri limiti che è un'ambizione umana di livello superiore. Dice bene tuo padre, conta anche l'impegno in sé come autodimostrazione di una dinamica migliorartiva autonoma.
Se il tuo massimo non è servito ti sei impegnata per te stessa appunto e per l'opinione cche ognuno può o vorrebbe avere di sé. Quanto l'intenzionalità è buona, il non riuscire può tacitare la coscienza, ma deve essere una non riuscita espletata in perfetta buonafede. Se ci si domanda solo a cosa sia servita la nostra fatica, quando si sa bene che è un cammino che comunque ci rende proprio più liberi interiormente, perchè ci sgancia dai nostri atteggiamenti istintuali e spesso eliocentrici, significa che si ha più caro il parere altrui che il nostro....
Bruja
x Marì ... proprio in quella definizione qualitativa "senza trucco e senza inganno" sta l'essere o il non essere scorretti nel considerare che la nostra natura può essere lesiva, in certi frangenti, verso gli altri..... faccio un banalissimo esempio:
Siamo tutti/e persone oneste e sincere, vediamo una cosa che ci infastidisce, ad esempio uno che bestemmia.... ora se non ci importa evitiamo di imbatterci in quella persona che comunque infastidisce, diversamente chiediamo di imprecare pure, ma in modo meno sgradevole e sguaiato.... se l'altro se ne infischia e continua, esercita un suo diritto o invade i miei diritti di non sentire il suo turpiloquio??? QUESTO è il contendere... e vorrei fosse chiaro una volta per tutte.... nessuno nega niente, se una cosa non sta bene si affronta il problema, punto, ma se la si considera transabile non sarebbe un tantinello dimostrazione di civiltà reciproca rende la sopportazione il meno spiacevole possibile? Anche chi suda ed ha un odone caprimo è se stesso.... ma stranamente si lava e si deodora per non imporre il suo ODORE NATURALE alle narici altrui..... ma nessuno pretende che NON sudi!!!
x Feddy
La centralità del tuo post è valida in questo periodo:
Nel suo ragionamento iniziale, se leggi, Bruja parlava di un terremoto, piccolo o grande (e quello può essere proprio il tradimento, o no?) che inducesse a riflettere sulla propria natura, sul come si è, che non è sempre uguale vent'anni prima o vent'anni dopo...quanti, che dicevano "NO, IO MAI" si son poi trovati in quella situazione?
Non ho detto che non si debba prendere atto di un errore ma di come, e mi ripeto fino alla noia, quell'errore lo si
perpetri e/o lo si perpetui........ lì sarebbe la differenza. E di nuovo, non si tratta di cambiare o di non accettarsi ma di evitare di "calpestare o svilire" il rispetto e la considerazione dovuta al partner... specie se non ti obbliga alla menzogna...
Dopo di che c'è spazio per qualunque accordo, ma se non è reciproco e bilaterale il dire di essere in coppia è una vera "defecazio tormentosa"!!!!!