Non so cosa dirti: anche a me piace almeno tentare di non usare le parole a caso

. Investimento, per me, è un qualcosa che genera un ritorno per così dire omogeneo, dello stesso genere rispetto a ciò che vado a investire. Quindi se investo soldi in titoli, mi attendo un ritorno sempre finanziario (se poi si traduce in un'inculata vabbè

). Se spendo per una vacanza (passami il paragone, ma è per spiegare il concetto) certamente ne ho un ritorno, ma in termini emotivi. NON INVESTO, nel senso che non ne avrò un ritorno in termini finanziari, o per lo meno non è nelle mie aspettative

.
Qui, partendo da un dato (quello della denatalità) si è giunti a domandarsi che ruolo ne abbiano anche gli uomini. Se per te il problema è quello di vedere i figli sotto la luce della spesa e non già dell'investimento, ti posso dire che un tempo (anni 80, quando eravamo piccoli, e lo ricorderai anche tu) i poveri cristi erano quelli che avevano solo 30 milioni di lire magari in bot (che rendevano un buon 10%). Oggi (lo hai notato l'aumento del costo della vita facendo la spesa al supermercato?) chi ha da parte qualcosa tendenzialmente è perché ha ereditato. Un tempo il porocristo campava una famiglia (monoreddito) con due milioni di lire. Metteva da parte poco, ma qualcosa riusciva a mettere. Oggi 2k al mese sono un ottimo stipendio, peccato solo che i poricristi ne guadagnino la metà, e che nemmeno i 2k abbiano lo stesso potere di acquisto dei due milioni di allora. Nel frattempo, siamo cresciuti in una cultura del benessere che strizzata l'occhio ad un certo tipo di politica (io mangio, ma mangi anche tu), dove ancora l'ortolano sotto casa il conto lo preparava con penna (dietro le orecchie) e taccuino, dove non era un problema (come ricorda
@danny ) nemmeno per un dipendente portarsi a casa pacchi di cancelleria, dove certamente non stavamo così attenti a certe tematiche, ma non pagavamo nemmeno certi SALASSI per smaltire la pattumiera, tanto per dirne una

. Il risultato? È che a differenza del passato oggi il porocristo NON È chi ha solo 50k di euro fermi in bot, più una sommetta liquida sul conto per gestire gli "imprevisti " (pure quelli un tempo redditizi, ora fonte di controlli e generatori di sole spese di gestione). Oggi il porocristo NON ha la prospettiva di tirare la cinghia per riuscire a comprarsi qualcosa, ma semplicemente quella di farlo per sopravvivere a fine mese. Tra un lavoro precario e un altro. Perché vedi, secondo me il problema non è quello di chiamare spesa un investimento, e nemmeno il viceversa: è quello di avere quel (minimo di) grano a parte che ci consenta di vivere e di far vivere secondo gli standard che hanno inculcato a noi, che non sono più certo quelli che i nostri stessi nonni, vissuti tra le due guerre, ci hanno raccontato deprecandoli (oh: non so i tuoi, i miei di nonni raccontavano di scarpe di cartone nella neve, eh: fallo fare ai figli oggi, e - anche al di là della tua personale sofferenza- vedi un po' se non intervengono i servizi sociali, come qualcuno ricordava

). Tra un po' non lo faranno più, questo è certo, ma non è che questo apra delle belle prospettive, eh. Se per provare (mica sempre) a varcare la mirabolante soglia dei 1k euro al mese attendi i 40, uomo o donna che tu sia, mi spieghi quante risorse hai per investire (ti passo pure il termine, carico di aspettative

) in figli?