In parte è vero. Ma più precisamente: so che le emozioni non sono immutabili; vivo il momento contingente come eterno perché non scorgo una via d'uscita da esso.
Io non vedo persone diverse...
Non so come spiegartelo.
Io vado a pranzo da solo. Vado al lavoro la mattina e a casa la sera. Dormo da solo. In ufficio non parlo con nessuno di me. Fuori dall'ufficio conosco pochissime persone e non parlo di me con loro.
Non è tanto l'infatilismo che mi frega, quanto la mancanza di una via d'uscita. Il deserto in cui sono si perde fino all'orizzonte in tutte le direzioni.
Non so se sono riuscito a esprimere come lo vivo.
Scrivo come un cane dislessico e questo non aiuta. Ma se riesci a decifrare rosa forse puoi interpretare anche me.
E poi mettiti d'accordo, prima mi dai del novantenne e una riga sotto dell'adolescente