Ma il tema non è sempre e solo la colpa.
Anche se il caso è inventato, l'interesse stava, per me, nel fatto di quanto poco conosciamo le persone o ci nascondiamo anche nelle nostre stesse famiglie.
Giustamente abbiamo l'impegno a portare noi stessi e i nostri desideri nella coppia, ma quando una persona ha una parte in sé che non può condividere mente.
A me non attira il sesso di gruppo, ma poniamo che mi piacesse, mi pare chiaro che non potrei parlarne a mio marito, perché mi prenderebbe per una degenerata.
Quindi forse uno dovrebbe capire come gestire certi desideri, eventualmente come rinunciare o non so. Non ho idea.
Il caso dell' opener è certamente estremo, ma rientra abbastanza nella tipologia della costruzione di una vita parallela all'insaputa dell'altro. Approfittando, ad esempio, del fatto che un partner lavori intensamente ed anche in trasferta.
Di certo il partner tradito scopre amaramente che l' altro partner era (diventato) una persona diversa. A meno che lo fosse da sempre, ma diciamo che è più comune che si cambi nel tempo, opinioni, gusti e desideri.
Quando questi cambiamenti avvengono comportano uno stravolgimento del rapporto di coppia relativamente al quale quasi mai è possibile trovare un punto di incontro. È un fatto che accade, potenzialmente per tutti. E la durata dell'inganno è un altro fattore che aumenta le distanze.
È uno dei problemi che si affronta spessissimo quando si cerca di uscire da una dipendenza (alcolismo, ludopatia, stupefacenti, sesso estremo, ecc.). Mi è stato spiegato nelle riunioni di gruppi di supporto per alcolisti anonimi e/o ludopatici anonimi. che ogni relazione familiare viene stressata al massimo e può non resistere. E questo vale un po' per tutte le tipologie di dipendenze.
Secondo me questo nasce dalla logica del "prendo tutto, non rinuncio a niente, perchè la vita è una", per cui: chi c'è, c'è, chi non c'è non c'è, chi è stato è stato, e chi è stato non è
Concordo in pieno. Direi che si è affermata largamente negli ultimi decenni al punto che i giovanissimi faticano a credere nella possibilità di unioni stabili.
Ma se si applica quella logica per lungo tempo, confidando nel non venire mai scoperti, ci si deve aspettare consapevolmente che - come per Il terzo principio della dinamica o terza legge di Newton - ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
E quindi rimane possibile che si subisca una reazione intensa di rigetto netto ed immediato (nel migliore dei casi di separazione, divorzio) dal partner tradito, anche a distanza di anni (quando la scoperta avviene) ed è anche possibile - dove si privilegi la famiglia nello sfascio della coppia - che la faticosa ripresa della relazione conduca ad una sorta di rivalsa del tradito che o lo fa ripagare con la stessa moneta chi ha tradito o lo affligga con periodiche manifestazioni di rancore.
E' una situazione antipatica (un mezzo inferno) che quasi sempre accelera l'implosione della coppia, alla fine ridotta ad contenitore vuoto (almeno come tale considerato da un componente della medesima). Prospettiva che ho voluto evitare lasciando definitivamente la mia ex moglie, troncando ogni rapporto non riguardante la prole.
Talvolta si assiste ad un tristissimo verificarsi del contrappasso, nel senso che dopo un tradimento prolungato che si sia concluso senza essere disvelato per lungo tempo, per una circostanza casuale o del tutto imprevista, emerga a distanza di tempo la verità con effetti dirompenti.
Penso ad alcuni casi dei quali ho avuto notizia, ad esempio quello di un ex amante della moglie di un suo amico e collega di lavoro, che prima di morire ha inviato una lettera all'amico confessandogli quello che era successo tanti anni prima, per scaricarsi la coscienza.
In quel caso, il tradito si è trovato in una situazione terribile, trovandosi accanto una donna che gli aveva celato la relazione extra risalente a tanto tempo fa e che ora faceva la nonna amorevole dei loro nipotini.
Ho una ammirazione sconfinata per chi ha tradito e ammette di averlo fatto per puro e semplice egoismo.
Senza ammorbarsi con seghe mentali e piroette utili soltanto a giustificare, in qualche modo, se stessi.
Credo che una franca e sincera ammissione del genere potrebbe valere un perdono, da parte del tradito.
Perché tutti, alla fine, siamo più o meno egoisti.
Anche io ammiro chi ha la capacità di ammettere e cercare di confrontarsi con il partner tradito per trovare una soluzione, senza imbrogli e con la consapevolezza di doversi assumere le proprie responsabilità. Cioè non scarica il proprio di senso di colpa sul tradito. Accetta le conseguenze e si mette a nudo psicologicamente per offrire la propria sofferenza e voglia di trovare una soluzione.
Pochissimi, ma ci sono.
E convengo con te, alla fine meritano il superamento dell'accaduto (non necessariamente il perdono) più di chi finisce con il pretendere di ottenerlo (e ce ne sono tanti/e).