A mio parere questo discorso non può essere affrontato senza considerare il cambiamento avvenuto nella nostra società.
Ricordo che solo 20 anni fa, vedere un papà da solo con i propri figli in giro, per un gelato, a scuola o in vacanza era un evento più unico che raro.
Il compito del padre nell'educazione dei figli (almeno stando agli psicologi) fino a qualche tempo fa era quello di "staccare" la prole dal rapporto con la madre e accompagnarla nella relazione con il mondo esterno. Ruoli scissi e separati quindi.
Per contesto sociale, abitudini consolidate, fino a neanche troppo tempo fa, erano poche le donne che lavoravano.
Oggi gli stipendi sono divisi in due, così come i permessi le ferie etc. va da se che ci sia stata una rivoluzione totale nelle dinamiche.
Questo ha portato ad un cambiamento dei ruoli e i giovani padri ( e per giovani intendo dai 35 anni in su, visto quanto si sono allungate le tempistiche) spesso hanno responsabilità interscambiabili con la madre. Accudiscono i figli, si svegliano di notte, li accompagnano a scuola e così via.
Va da se che, e probabilmente è questo il nodo della questione, risulta quantomeno anacronistico considerare soltanto la madre come unica figura in grado di crescere i figli, che in molti casi detta legge e usa questi ultimi come vera e propria arma. Le cose sono cambiate ci sono tanti padri che amano fare i padri e che potessero si dedicherebbero con assoluta dedizione ai loro bambini. Bene, in fase giudiziale, spesso, dal mio punto di vista, non si tiene conto di questi cambiamenti privilegiando la figura materna in tutto e per tutto.
Eccheccavolo! ditemi voi se è giusto, che ci debbano essere delle associazioni di padri separati che si riuniscono per dividere le spese di casa e coabitare perchè i giudici hanno dimezzato loro lo stipendio, con tutto ciò che una situazione di disagio economico comporta, anche banalmente, nell' avere un luogo idoneo a ospitare i propri figli durante le giornate di visita.
Questo è folle.