Ho letto tutti gli interventi con attenzione.
Perdonatemi ma scrivete tantissimo, e, forse a causa della ma confusione, mi ritrovo nelle parole di tutti e di nessuno.
Vincent Vega mi fa riflettere, come Divina, che ha avuto una situazione simile alla mia.
Ma tutte le vostre parole in qualche modo colpiscono nel segno.
Ho pensato quasi tutte le cose che ho letto qui, in un delirio di considerazioni, perplessità, riflessioni.
Parto dall'inizio. E' vero, l'ho sposato che era un appassionato di videogiochi, tutti hanno un hobby no? Anche a me hanno divertito parecchio i videogiochi. Ci sta una serata infrasettimanale che vuoi giocare, pure una domenica pomeriggio uggiosa che non hai voglia di uscire, ci sta che uno si legge un libro e l'altro videogioca.
Ma si usciva con gli amici, oppure un cinema ogni tanto, qualche programma in tv che interessava entrambi.
Avrei fiumi di cose da scrivere, ma mi limito a dire che il suo attaccamento esagerato c'è sempre stato, io non lo consideravo un problema insormontabile. Insomma sono dell'idea che si sposa una persona per pregi e difetti e non la si cambia per il proprio piacere.
Io sono sempre stata una di poche parole ma di fatti.
Io gestivo la vita pratica, io ho gestito i conti, le bollette, il ricordarsi le scadenze dei pagamenti, il bollo auto, fare questo, fare quello, prendere appuntamento, gli animali, e dagli il cibo, veterinario, vacanze, organizzare le cene con gli amici, le visite ai suoi parenti, i rapporti coi suoi fratelli, i suoi genitori.
Mi chiederete ti andava bene? Fino ad un certo punto.
E' come un piccolo male che si insinua poco alla volta, inizialmente con piccole discussioni, rimproveri, da parte mia, musi lunghi e nessuna risposta, e soprattutto nessun cambiamento da parte sua.
Vogliamo parlare anche del sesso? Non so più quante volte gli ho chiesto con tutto il tatto possibile e dolcezza, e sensualità, e chi più ne ha più ne metta, che avrei voluto sentirmi desiderata più spesso, amarci più spesso, nonostante all'epoca prendessi l'iniziativa quando mi andava.
Niente, mi sono detta, ognuno ha le sue necessità, facciamo che nella coppia sono io che scendo a compromessi e ci veniamo incontro a mezza strada.
Poi decidiamo di avere un bambino. O meglio, mannaggia a me e al momento che il mio orologio biologico ha preso il sopravvento. Credevo avrebbe deciso di dedicare del tempo al frutto del nostro amore, come avrebbe potuto un padre così tenero non rinunciare ad un pò del suo tempo per un bimbo?
Ero innamorata, cieca, sorda, mettetela come volete. Avrei dovuto capire, aprire gli occhi, eppure io sapevo che mi amava.
Continuava a videogiocare, lavorare, e stop. Le uscite andavano a periodi, e sempre, SEMPRE perchè ne sentivo il bisogno io. Non mi ha mai detto, andiamo a cena fuori stasera, che si fa cinema? Gelato? Invitiamo gli amici? Sempre io.
Così, andiamo avanti. Gravidanza, appuntamenti dal ginecologo, lavoro, uscite, per me era una gioia andare a cercare le cose per il bimbo, lui lo dovevo tirare a forza lontano dal pc, ovvio, poi quando eravamo fuori si interessava, ma delegava sempre a me le decisioni, scegli tu, come vuoi tu, come preferisci tu.
Io pensavo, si, mi ama, guarda come tiene in considerazione quello che voglio io, la mia felicità. Ma non me ne fregavo no, domandavo cosa voleva lui, cosa preferiva, chiedevo di mostrare un pò più di decisione, mica mi offendevo se una volta diceva facciamo così invece che cosà. Niente, io potevo decidere quello che volevo.
Qualcuno protebbe obiettare che me ne sono biecamente approfittata, e l'ho schiacciato nella morsa del mio egoismo, che adesso lui fa il sordo, cieco e muto davanti al pc perchè io gli ho tarpato le ali.
Invece è il contrario, gli ho sempre chiesto opinioni su tutto, sempre coinvolto, nonostante un orecchio e un occhio fossero sempre lì, rivolti al pc. Nonostante ogni volta era un agonia dovergli ripetere cento volte che era ora di uscire.
Nasce il bimbo. Siamo soli, non abbiamo parenti vicini, e d'accordo, depressione post parto. Il Baby Blues mi mette proprio k.o.
Non ce la faccio a gestire bimbo e marito, mi sento soffocare, ogni problema di ordine pratico diventa insormontabile, eppure devo andare avanti. Bimbo, casa, marito, animali. Bimbo, casa, marito, animali.
Quando senti che un marito non è più di sostegno, ma parte del problema, quanto può diventare difficile andare avanti?
E metto l'accento sul fatto che io non ero consapevole di essere sull'orlo di una crisi profonda, sentivo che così non sarei potuta andare avanti per molto, ma non riuscivo a gridare aiuto.
Non sono uscita di casa per tre mesi tranne che per le visite mediche di prassi.
Mi sembrava che la difficoltà di preparare tutto l'occorrente per uscire, doversi preoccupare del piccolo, l'orario dell'allattamento etc. etc. non valessero la pena di uscire fuori di casa. Lui aveva quasi sempre le coliche, piangeva e non dormiva.
Mio marito fino a che c'era un pò lo cullava il piccolo, ma a mezzanotte mi diceva, io devo lavorare domani, vado a dormire, e ciao.
Nemmeno lui è uscito per tre mesi, anzi, forse si sarà sentito sollevato che non lo istigavo ad uscire, che non organizzavo uscite. Una volta, me lo ricordo come fosse ieri, mi ha visto per l'ennesima volta irritata col piccolo senza motivo. Ha capito qualcosa, un barlume di luce, mi ha detto che non avrei dovuto innervosirmi contro il bimbo, ma gioire della sua presenza. Al che gli ho detto che non ce la facevo, che mi sembrava un peso.
Lui ha scrollato le spalle e si è andato ad accendere il pc.
Ah basta basta, tutto questo rivangare mi fa male.
Potrei scrivere molto sui motivi per cui sono rimasta con lui, e ci rimango tutt'ora, affettivi, economici, e si, ci metto in mezzo pure un pò di vigliaccheria da parte mia.
Nel tempo l'amore che c'era non so dov'è finito. E' stato un processo lungo, imparare a vederlo per com'è, un lento stillicidio di piccole azioni, parole negate, scrollate di spalle e segnali ignorati.
Gli ho dato tutte le giustificazioni di questo mondo in tutti questi anni, tutte quelle che avete scritto e anche di più.
Scusate il papiro, forse solleverà altre cento domande e probabilmente non c'entra nulla coi tradimenti.
Ho bisogno di una scrollata, di una spinta, di essere convinta con argomentazioni valide, convinta di che poi? Non lo so in questo momento.