E' successo anche a me ... la mia storia, le mie riflessioni.

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Darty

Utente di lunga data
E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.
 

Homer

Utente con ittero
E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.
Il neretto: Qui dentro è pieno di mariti e mogli con le mani bruciate.

Il rosso: Anche Gesù è morto di freddo sulla croce.

Il verde: Tranquillo è una cosa normale, difficilmente che si molli il colpo subito.

Il viola: Un classico, la colpa a prescindere è sempre del tradito.



Comunque benvenuto, ho finito i colori ma ne avrei di cose da scriverti. Fatti forza e vai avanti, prima guarisci te, poi occupati della coppia nel caso vogliate salvarla, tantopiù se avete figli.
 
Ultima modifica:

Lorella

Utente di lunga data
E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.
Ciao Darty, quanto ti capisco!! E quanto è dura dire: "ricominciamo" e impegnarsi per farlo davvero! Però per le cose importanti vale sempre la pena di lottare....e se proprio non dovesse andare, non potremo rimproverarci di nn aver tentato. In bocca al lupo!
 

Darty

Utente di lunga data
Grazie Homer. E' quello che sto cercando di fare...ma è un percorso più lungo e difficile di quanto potessi immaginare. Ma ne verremo fuori, ne sono sicuro. E' quello che vogliamo entrambi.

fg
Il neretto: Qui dentro è pieno di mariti e mogli con le mani bruciate.

Il rosso: Anche Gesù è morto di freddo sulla croce.

Il verde: Tranquillo è una cosa normale, difficilmente che si molli il colpo subito.

Il viola: Un classico, la colpa a prescindere è sempre del tradito.



Comunque benvenuto, ho finito i colori ma ne avrei di cose da scriverti. Fatti forza e vai avanti, prima guarisci te, poi occupati della coppia nel caso vogliate salvarla, tantopiù se avete figli.
 

Darty

Utente di lunga data
Ciao Darty, quanto ti capisco!! E quanto è dura dire: "ricominciamo" e impegnarsi per farlo davvero! Però per le cose importanti vale sempre la pena di lottare....e se proprio non dovesse andare, non potremo rimproverarci di nn aver tentato. In bocca al lupo!
Ciao Lorella, grazie per il tuo messaggio. Sì è dura, molto. Ma come dici te si lotta fino in fondo e si vende la pelle per ciò che conta davvero. E per me mia moglie, la mia famiglia sono le cose più importanti.
 

Diletta

Utente di lunga data
E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.

Ciao e benvenuto, si fa sempre per dire!
Da donna ti dico che:
hai fatto il suo gioco e lei se ne è approfittata. Questo mostrarsi perduto, il tuo palese terrore di perderla, questo starle addosso...difficilmente sortisce l'effetto sperato.
Infatti lei ti ha accusato anche di questo, invece di esserne compiaciuta per quanto amore stava ricevendo!
Quindi, mi permetto di criticare la tua "strategia" anche se capisco che era dettata dal cuore, il cuore di un uomo davvero innamorato.
Mi permetto anche di dire un'altra cosa e cioè che tua moglie è una donna fortunatissima ad avere te come marito e non lo sa fino in fondo.
No, non lo sa altrimenti avrebbe chiuso immediatamente ogni contatto sapendo che a te faceva così male e tu, da quanto scrivi e non ho motivo di dubitarne, sei un'anima bella e sensibile.
Hai scritto di lei cose bellissime, in ogni tua parola vibra l'amore e la passione per lei.
Sei un gioiello!
Un gioiello che tua moglie per un po' ha smesso di portare con sé, e anzi, l'ha maltrattato e sciupato, considerandolo di scarso valore.
Spero che ora lei abbia capito molte cose e si adoperi per la nascita di una nuova coppia al meglio delle sue possibilità, e anche di più.

La sensazione di pesantezza che provi...che dirti, io la provo tuttora e sono passati anni, così come quel velo di malinconia che ancora spesso diventa dolore.
Questo è il prezzo da pagare per avere amato troppo, perché ora, alla luce degli eventi, capisco con amarezza che il mio amore è stato un dono troppo grande per chi non se lo meritava.
Spero che non sia così per te! :)
 

Ultimo

Escluso
E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.

Benvenuto e, forza.
 

Homer

Utente con ittero
Grazie Homer. E' quello che sto cercando di fare...ma è un percorso più lungo e difficile di quanto potessi immaginare. Ma ne verremo fuori, ne sono sicuro. E' quello che vogliamo entrambi.

fg

Sono passati pochi mesi per te, alcuni qui dentro sono ancora in ballo dopo anni, certo non sarà sempre in salita questa strada, diventerà sempre più una strada in piano e poi verrà la discesa, nel frattempo stai attento a non spiaccicarti contro il muro o a uscire fuori strada.
 

Lorella

Utente di lunga data
Ciao Lorella, grazie per il tuo messaggio. Sì è dura, molto. Ma come dici te si lotta fino in fondo e si vende la pelle per ciò che conta davvero. E per me mia moglie, la mia famiglia sono le cose più importanti.
Coraggio! Abbiamo scelto di percorrere la via più tortuosa....quanto sarebbe stato più facile e liberatorio liquidare il tutto dando sfogo a tutto il nostro dolore.....ma a noi piace complicarci la vita! Amiamo, e dunque anche in mezzo alla tempesta, non abbandoniamo la nave, lottiamo fino alla fine.
 

oscuro

Utente di lunga data
Darty

E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.
Insomma leggendoti ho provato un misto di tenerezza e rabbia.Tenerezza nel vedere come un uomo si possa annullare e credere alle più grandi idiozie pur di non perdere quello che ha.Rabbia perchè non si dovrebbe mai perdere la propria dignità ed il proprio amor proprio.Non si può volere ad ogni costo qualcuno che non ci vuole.Caro amico in questo tuo racconto sento una puzza di bruciato enorme.......Non credo assolutamente che in un tradimento durato parecchio tempo non ci sia stato nulla,e mi spiace scrivertelo,ma la tua lei è una donna fredda e cinica,e sicuramente i suoi sentimenti sono altrove.Puoi restare aggrappato ai tuoi sogni,ai tuoi ideali,a quello che credi e non è,puoi decidere di vivere una vita di facciata e stai andando in quella direzione,pensaci bene,perchè quel noi,e la tua famiglia non hanno certo fermato tua moglie nel provare qualcosa altrove...!Preferisci le belle bugie alla brutte verità,sei semplicemente ostaggio dell'ambiguità e dei voleri di tua moglie,in bocca al lupo....!:cool:
 

Diletta

Utente di lunga data
Coraggio! Abbiamo scelto di percorrere la via più tortuosa....quanto sarebbe stato più facile e liberatorio liquidare il tutto dando sfogo a tutto il nostro dolore.....ma a noi piace complicarci la vita! Amiamo, e dunque anche in mezzo alla tempesta, non abbandoniamo la nave, lottiamo fino alla fine.[/QUOTE]



Bellissimo!
Perché io non ci credo più? :confused:
Cosa è successo???
 

oscuro

Utente di lunga data
E no

Coraggio! Abbiamo scelto di percorrere la via più tortuosa....quanto sarebbe stato più facile e liberatorio liquidare il tutto dando sfogo a tutto il nostro dolore.....ma a noi piace complicarci la vita! Amiamo, e dunque anche in mezzo alla tempesta, non abbandoniamo la nave, lottiamo fino alla fine.
E no.Avete solo scelta la via più semplice,quella che all'inizio fa meno male,chi si complica la vita è chi ha il coraggio di cambiarla la propria vita...!Troppo facile raccontarsela così,rimanere fermi come se nulla fosse,quando in realtà nulla e scrivo NULLA tornerà come prima.E invece la nave che affonda bisogna lasciarla affondare,quello che resta è una misera scialuppa di salvataggio.Il coraggio è ben altro....!
 

Lorella

Utente di lunga data
Coraggio! Abbiamo scelto di percorrere la via più tortuosa....quanto sarebbe stato più facile e liberatorio liquidare il tutto dando sfogo a tutto il nostro dolore.....ma a noi piace complicarci la vita! Amiamo, e dunque anche in mezzo alla tempesta, non abbandoniamo la nave, lottiamo fino alla fine.[/QUOTE]



Bellissimo!
Perché io non ci credo più? :confused:
Cosa è successo???
Diletta.....forse la sofferenza ha ucciso l'amore? Perchè può accadere sai....me lo ha fatto notare la psicologa che mi segue...e non devi colpevolizzarti se a te è accaduto. Se poi una piccola fiamma d'amore (reciproca) c'è ancora, bisogna avere la forza di soffiarci su tutti i giorni per alimentarla...ma porca paletta quanto è dura, certe volte il fiato ti manca proprio!
 

Homer

Utente con ittero
E no.Avete solo scelta la via più semplice,quella che all'inizio fa meno male,chi si complica la vita è chi ha il coraggio di cambiarla la propria vita...!Troppo facile raccontarsela così,rimanere fermi come se nulla fosse,quando in realtà nulla e scrivo NULLA tornerà come prima.E invece la nave che affonda bisogna lasciarla affondare,quello che resta è una misera scialuppa di salvataggio.Il coraggio è ben altro....!

Oscù, ma tu sei contrario a prescindere con chi cerca di ricostruire o ce l'hai a morte solo con chi lo fa a senso unico?? Mi sfugge sta cosa
 

Diletta

Utente di lunga data
Diletta.....forse la sofferenza ha ucciso l'amore? Perchè può accadere sai....me lo ha fatto notare la psicologa che mi segue...e non devi colpevolizzarti se a te è accaduto. Se poi una piccola fiamma d'amore (reciproca) c'è ancora, bisogna avere la forza di soffiarci su tutti i giorni per alimentarla...ma porca paletta quanto è dura, certe volte il fiato ti manca proprio!

Sì, temo che sia come dici, anche il mio psicologo me ne aveva parlato...
L'amore che è stato ferito, e forse a morte.
Bruttissima e tristissima cosa.
 

oscuro

Utente di lunga data
Homer

Oscù, ma tu sei contrario a prescindere con chi cerca di ricostruire o ce l'hai a morte solo con chi lo fa a senso unico?? Mi sfugge sta cosa
Sono contrario alle stupidaggini homer.Non può passare il messaggio che chi decide di restare è coraggioso e chi chiude no.E allora è giusto scrivere: ho paura di perderla è voglio tentare fino in fondo,potrei capire e non condividere.Ma chi resta con la speranza che non è successo nulla,con la malsana convinzione che restare è da coraggiosi,lascia veramente il tempo che trova.Il punto di partenza è accettare la realtà delle cose.
 

Lorella

Utente di lunga data
E no.Avete solo scelta la via più semplice,quella che all'inizio fa meno male,chi si complica la vita è chi ha il coraggio di cambiarla la propria vita...!Troppo facile raccontarsela così,rimanere fermi come se nulla fosse,quando in realtà nulla e scrivo NULLA tornerà come prima.E invece la nave che affonda bisogna lasciarla affondare,quello che resta è una misera scialuppa di salvataggio.Il coraggio è ben altro....!
Oscuro, perdonami, ma non ho mai detto di aver fatto la scelta più coraggiosa.....credo di aver fatto la scelta più adatta A ME. Sento di voler lottare per cercare di salvare la nave con tutto il suo carico......anni fa abbiamo fatto un progetto di vita che si è concretizzato con la nascita di due figli.....e secondo te io devo mollare tutto così, arrendermi? Ma nemmeno per sogno. Io combatto, e con tutti i rischi del caso, perchè non ho mica detto che ne uscirò vittoriosa....ma alla fine, se proprio dovessi ritrovarmi su una misera scialuppa, almeno non avrò il rimpianto di non aver provato a salvare il salvabile. So benissimo che NIENTE sarà come prima.....che credi? Sai quante volte ho pensato che avrei potuto sbattere fuori di casa mio marito? E quella sarebbe stata una scelta coraggiosa? Forse per molti è così....ma non per me. Se c'è ancora amore e voglia di ricostruire, nonostante tutto, trovi così strana la scelta di rimanere insieme? Poi, sai , fra le tante cose che questa esperienza mi ha insegnato, è che bisogna essere un pò fatalisti.....se proprio andrà male, il coraggio di ricominciare altrove la mia vita, lo troverò
 

oscuro

Utente di lunga data
No

Oscuro, perdonami, ma non ho mai detto di aver fatto la scelta più coraggiosa.....credo di aver fatto la scelta più adatta A ME. Sento di voler lottare per cercare di salvare la nave con tutto il suo carico......anni fa abbiamo fatto un progetto di vita che si è concretizzato con la nascita di due figli.....e secondo te io devo mollare tutto così, arrendermi? Ma nemmeno per sogno. Io combatto, e con tutti i rischi del caso, perchè non ho mica detto che ne uscirò vittoriosa....ma alla fine, se proprio dovessi ritrovarmi su una misera scialuppa, almeno non avrò il rimpianto di non aver provato a salvare il salvabile. So benissimo che NIENTE sarà come prima.....che credi? Sai quante volte ho pensato che avrei potuto sbattere fuori di casa mio marito? E quella sarebbe stata una scelta coraggiosa? Forse per molti è così....ma non per me. Se c'è ancora amore e voglia di ricostruire, nonostante tutto, trovi così strana la scelta di rimanere insieme? Poi, sai , fra le tante cose che questa esperienza mi ha insegnato, è che bisogna essere un pò fatalisti.....se proprio andrà male, il coraggio di ricominciare altrove la mia vita, lo troverò
Lorè,hai scritto tu di aver fatto la scelta più coraggiosa!Non trovo strana la scelta di provare a rimanere insieme,trovo sensato che chi ha sbagliato prima dovrebbe provare a farsi perdonare,poi chiedere umilmente un'altra possibilità,quello protrebbe essere un punto di partenza.Ma cazzo nel caso che ho letto la traditrice si fa anche girare le palle.... e no!Proprio no!
 
Ultima modifica:
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top