E' successo tempo fa. Ormai sono passati diversi mesi. All'improvviso, per caso, come quasi sempre succede, è stato come prendere un treno in faccia. Davvero non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Nel modo più assoluto... ci avrei messo le mani sul fuoco.
Da allora tutto è cambiato, le mie aspettative, le mie priorità, il mio modo di vedere le cose. La mia vita. Uno spartiacque. Una sorta di punto zero.
Si, Il tradimento. Nel momento in cui l'ho scoperto, per caso, lo sconcerto, il dolore e la disperazione hanno avuto la meglio. Ma erano solo una parte della mia paura. La paura, il terrore di perdere tutto, lei, la mia amatissima moglie, compagna di una vita, la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra vita, insomma tutto quello che con tanti sacrifici avevamo costruito insieme in vent'anni. È stato devastante, una sensazione che ancora non riesco a descrivere. Terribile, sconcertante, irreale.
Lei, mia moglie. La donna, l'unico vero amore della mia vita. L'amore che ancora oggi provo nei suoi confronti e un sentimento speciale, profondo, totale. Un sentimento non comune. Per lei farei qualsiasi cosa, non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco.
Forse anche per questo ho sofferto come mai prima in vita mia.
Un tradimento non consumato, a detta di lei, ma pur sempre un tradimento. Durato molto tempo, troppo tempo.
Un tempo nel quale le sue attenzioni, i suoi pensieri, le sue intimità erano rivolte altrove ma al tempo stesso nessun segnale, non un sintomo di disagio, non una parola. Forse non era davvero così importante o forse è stata brava a nasconderlo, ho sempre voluto pensare che fosse la prima delle due ipotesi. Ha scritto, detto cose all'altro che mi hanno profondamente ferito, deluso, sorpreso. Non credevo fosse possibile che quelle cose le avesse scritte lei.
Lei non si è resa conto della gravità della cosa e del male che mi stava facendo. Della ferita profonda che mi avrebbe lasciato. Ancora oggi credo non lo abbia capito fino in fondo. Le conseguenze terribili che avrebbe potuto comportare quello che stava facendo.
Dopo la scoperta, non ho aspettato, non ho riflettuto ma sono intervenuto immediatamente. Ero disperato, confuso, perso. Quella sera non la scorderò mai per tutta la vita. Ho deciso di parlarne, non ho trattenuto le lacrime, lei ha reagito composta, ha minimizzato, tranquilla, come se fosse quasi una cosa normale. Una cosa che succede a tutti. Una debolezza, una sbandata l'ha definita...nulla di più visto che non "ci ho fatto nulla". Su questo lei si faceva forza. Più volte ha rimarcato questo aspetto.
Inizialmente mi aveva rassicurato, detto che voleva me, che non era come pensavo, che stavo enfatizzando e facendomi dei film, che avrebbe subito chiarito con l'altro e non ci sarebbe stato alcun ulteriore contatto. Cosa che puntualmente non è avvenuta. E qui che mi ha deluso e ucciso una seconda volta. Pensavo, pregavo, speravo che la smettesse. Niente. L'ho implorata di tagliare ogni contatto, che mi faceva male. Che non potevo accettarlo, che non poteva costringermi ad accettarlo. Che non era giusto. Ma lei non capiva, forse non voleva capire..Diceva che era rimasta solo un'amicizia ma sapeva bene che non poteva esserlo. E mentre vagavo nelle mie giornate vuote come un'anima persa, confuso ed esausto, lei continuava a sentirlo come se niente fosse nonostante sapesse quanto male mi stesse facendo. Ero a pezzi, non sapevo cosa fare, non ho dormito per settimane, ho ricominciato a fumare. Non mi volevo più bene, mi stavo perdendo.
Ma non ho mollato. Nel frattempo mi sono aperto, messo a nudo, completamente. Le ho detto come mi sentivo, cosa provavo, cosa mi aspettavo da lei. Cosa significava per me quello che aveva fatto. Lei, per orgoglio, per il suo carattere forse, non ha fatto altrettanto.
Ho dato tutto, ho fatto di tutto, ho lottato e seguendo il mio cuore più che la ragione ho cercato in tutti i modi di dimostrarle quanto la volevo, quanto avevo bisogno di lei, dentro di me in fondo avevo ancora paura. Volevo essere rassicurato. La cercavo, continuamente. Troppo, forse. Mi ha detto che si sentiva soffocata, controllata, come in una gabbia. Mi feriva al cuore un'altra volta. Secondo lei, il problema ero io, il problema era mio. Era la mia ossessione e il mio continuo pensare a un qualcosa di già chiuso.
Ho cercato il confronto, non sempre l'ho trovato perché lei sfuggiva e continuava a spostare il problema su di me.
Non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai detto mi dispiace.
Sono stati mesi molto faticosi, duri per entrambi, credo. Io non le ho nascosto nulla, abbiamo avuto scontri duri e dolorosi e commesso entrambi sciocchezze ed errori, io per primo a voler tornare sull'argomento, talvolta anche in modo maldestro è inopportuno. Volevo sapere, dare una risposta alle tante domande che avevo, che ancora oggi sono senza risposta. Senza risultato, se non quello di metterla a disagio, di litigare. Per lei la cosa era chiusa, non voleva parlarne. Tassativamente. In diverse occasioni, ci siamo fatti molto male a vicenda, ci stavamo perdendo. Stavamo naufragando, come coppia, come famiglia. Tutto mi stava crollando intorno.
Io ho cercato di capire. La sua storia, il suo comportamento, il suo tradimento. Un tradimento forse anomalo, che non ha vissuto appieno e consumato.
Ho capito che lei non voleva mancarmi di rispetto né credo farmi del male, forse ha solo assecondato il suo bisogno, il suo egoismo e la sua superficialità di quel periodo, quel lungo periodo per noi molto difficile, con la morte di suo padre e vari problemi di altro genere. Probabilmente è stato un modo per sfuggire alla realtà, alla quotidianità, ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
O forse, e anche, Il bisogno ed il piacere di sentirsi donna a quarant'anni. Credo, anche se pare assurdo, che abbia continuato a volermi bene anche quando, inconsapevolmente credo, mi ingannava e mi faceva del male.
E come qualcuno di voi diceva, ho anche capito che che un tradimento è la fine di una rapporto solo quando già prima di esso non ci si amava più, magari senza esserne consapevoli. E riuscire a superare il tradimento è come innamorarsi di nuovo, una seconda volta, riscoprendo sensazioni che non ricordavi più.
Quando ami davvero è il tuo obiettivo è chiaro, ce la metti tutta, ti sforzi per capire l'altro e ricominciare, magari anche meglio di prima.
Ed è per questo credo che adesso lei mi è vicina e mi ha fatto una promessa. Una promessa fondamentale per me, per andare avanti. So che la manterrà per non ingannarmi di nuovo e mentire a se stessa. Ci sono le basi per il nostro futuro. Adesso ci cerchiamo di più, siamo di nuovo vicini, complici e siamo ritornati ad essere uniti.
Io adesso sto raccogliendo i cocci e sto riprovando a riprendere in mano la mia vita. È ancora dura, la ferita è sotto pelle, come una pallottola. Fa ancora male, spesso il pensiero ritorna e mi impantano in un passato doloroso che ancora mi attanaglia. Mi porto dietro l'amarezza e una strana sensazione di pesantezza e malinconia. Ma vado avanti, giorno per giorno, abbiamo un presente e un futuro da vivere insieme. Noi, la nostra famiglia.