Emergenza Covid-19

Brunetta

Utente di lunga data
Volevo dire che in quei tempi la preparazione di un laureato forse era peggiore di quella di un laureato odierno; forse!
No.
Chi chiedeva il voto di gruppo studiava pure per il gusto di studiare e di discutere, non andava al pub.
Nel tempo libero leggeva Gramsci, quando voleva andare sul leggero 😀
 

Darietto

Utente di lunga data
Un mio collega che aveva la moglie laureata nello stesso ramo della sorella di mio cognato , combinazione (ma quest'ultima è preparatissima ,salvo la refrattarietà all'uso dei device informatici) diceva sempre che anche un asino può salire gli scalini dell'università , riferito a sua moglie! E questo forse per il cattivo rapporto che aveva con lei.
Un dato è certo: in media un laureato odierno non ha la medesima preparazione di uno di vent'anni fa ( non dico di 50 perché allora c'era il voto di gruppo, quindi discutibile dal punto di vista meritocratico) . E purtroppo sarà sempre peggio.
Concordo!
Unica attenuante potrebbe essere che la percentuale dei "laureati somari" è rimasta tale, ma direttamente proporzionale al numero totale degli stessi.

Anche nel campo artistico succede lo stesso. Premetto che non sono musicista. Ma sono un grande appassionato (attivo) di musica, e per questo conosco tanti studenti e diplomati in conservatorio. Forse è sempre stato così (non ho riferimenti temporali da mettere a confronto) ma credimi che se parli con la maggior parte di loro non hai l'impressione di parlare con artisti, persone da cui ti aspetti un'apertura mentale assoluta. Al contrario, sembra di discutere con "impiegati" della musica. Danno quasi l'impressione di assenza di passione per quello che fanno. Mancanza totale di iniziativa e creatività. Poi rimangono tremendamente indignati nel vedere i primi prototipi di musicisti robot.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Concordo!
Unica attenuante potrebbe essere che la percentuale dei "laureati somari" è rimasta tale, ma direttamente proporzionale al numero totale degli stessi.

Anche nel campo artistico succede lo stesso. Premetto che non sono musicista. Ma sono un grande appassionato (attivo) di musica, e per questo conosco tanti studenti e diplomati in conservatorio. Forse è sempre stato così (non ho riferimenti temporali da mettere a confronto) ma credimi che se parli con la maggior parte di loro non hai l'impressione di parlare con artisti, persone da cui ti aspetti un'apertura mentale assoluta. Al contrario, sembra di discutere con "impiegati" della musica. Danno quasi l'impressione di assenza di passione per quello che fanno. Mancanza totale di iniziativa e creatività. Poi rimangono tremendamente indignati nel vedere i primi prototipi di musicisti robot.
I cretini ci sono con qualsiasi titolo di studio.
 

stany

Utente di lunga data
Ma quando si lavora nel privato, ti fanno veramente vedere come si fa ad utilizzare gli strumenti?
Viene il tecnico 1 volta a spiegarti, poi ti ingegni e chiedi ai colleghi.
Diciamo che nel pubblico si trincerano dietro una serie di scusanti.
Fortunatamente i miei figli hanno sempre incontrato insegnanti molto attivi nonostante la non giovane età. E utilizzato strumenti informatici per comunicare. Sempre scuole pubbliche, ma scelte con oculatezza.
La differenza sta nelle persone e purtroppo nella mentalità (statale).
Ho incontrato insegnanti che facevano corsi di recupero gratuiti , quando ancora non erano previsti dal ministero. Persone che avevano a cuore l'istruzione non solo stipendio.
Questo è vero! Per il privato posso dirti avendo lavorato per i francesi (primaria multinazionale) e per un'azienda a partecipazione statale italiana (non ci
sono più le pps da oltre vent'anni) ,che quest'ultima era molto più strutturata e dava informazioni e preparazione ai dipendenti, che la pari concorrente d'oltralpe si sognava; i francesi in quel caso mi hanno dato la sensazione di tanto fumo ma poco arrosto (forse dovuto alla dirigenza italiana!).
Non diversamente in un'azienda familiare ,ma strutturata in quasi tutta la penisola, l'attenzione alla formazione ,o anche solo all'iniziativa del singolo non venivano sviluppate e tenute in considerazione; anzi : se cercavi di risolvere i problemi venivi quasi mal visto.In pratica ti devi fare i cazzi tuoi e seguire la corrente! E questo è dovuto alla impostazione accentratrice e a volte nepotistica delle gerarchie dirigenziali.
Mi capitò anche in due altre realtà ; una non piccola,leader nel proprio settore (poi ceduta agli americani), e l'altra che forniva prestazioni di servizi e produzioni all'interno dell'elefantiaca azienda ,oramai in disfacimento ,che sarebbe poi diventata FCA.
Quello che ho capito è che in questo paese la meritocrazia non è stimolata e riconosciuta come si deve. E poi ci stupiamo che i nostri laureati vadano a cercare opportunità in Austria, in Germania ,o negli Stati Uniti.
 
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danny

Utente di lunga data
Le indicazioni sono arrivate, ma non puoi pensare che sia facile strutturare in remoto la didattica. Ci sono ragazzi e genitori analfabeti informatici. Le piattaforme non reggono il carico delle connessioni, l'emergenza è per tutti. Mio figlio è alle elementari, le maestre si stanno limitando a dare compiti tramite wu, a me comporta un ulteriore carico ma che devo fare? Cerco di seguirlo,non che mi sieda accanto, ma controllo, imposto il lavoro. Mi interessa che non perda pezzi. Poi sento la hunziker che ha la figlia di 6 anni che fa video lezioni, ma credo che vada al privato 🤗.
Mia nipote al liceo: arrivano compiti alla spicciolata, lamenta che siano eccessivi. Assegnano capitoli da studiare. Che devo dirti? Facciamo il nostro cercando di collaborare più che polemizzare. Non credo che gli insegnanti stiano a cazzeggiare, credo che la maggior parte si stia adoperando per sopperire come può. Ritorniamo ad avere rispetto per le professioni.
Mia figlia è in terza media. Avrà gli esami.
Le insegnanti si dividono in: quelle che si son date da fare da subito, una, fantastica, quelle che cominciano adesso, due, e le altre. Scomparse, che manco si fanno trovare. Rispetto l'ho sempre avuto, ma non si può sparire limitandosi ad assegnare dei compiti.
Si sta ventilando un ritorno a scuola a maggio....
Che aspettiamo a organizzare questa didattica a distanza caldamente suggerita dal decreto?
In altre scuole è già attiva.
 

danny

Utente di lunga data
Che non ci vuole un genio per saperlo utilizzare.
Dovrebbe essere alla portata di qualsiasi insegnante attuale. Al limite i problemi potrebbero esserci per gli studenti privi di connessione.
Non credo ci siano da noi, al limite il problema è il contrario.
 

stany

Utente di lunga data
No.
Chi chiedeva il voto di gruppo studiava pure per il gusto di studiare e di discutere, non andava al pub.
Nel tempo libero leggeva Gramsci, quando voleva andare sul leggero 😀
Forse sarà per quello che una grande quantità di capi del personale delle aziende ,nei successivi quindici anni provenissero da quell'ambiente 😉
 

Darietto

Utente di lunga data
Che non ci vuole un genio per saperlo utilizzare.
Dovrebbe essere alla portata di qualsiasi insegnante attuale. Al limite i problemi potrebbero esserci per gli studenti privi di connessione.
Non credo ci siano da noi, al limite il problema è il contrario.
Ho capito. Da parte mia rispondevo solo a quel post di stany. Mi ha colpito perché è un discorso che negli ultimi due anni viene fuori spesso. Anche quello relativo ai musicisti
.
 

stany

Utente di lunga data
Mia figlia è in terza media. Avrà gli esami.
Le insegnanti si dividono in: quelle che si son date da fare da subito, una, fantastica, quelle che cominciano adesso, due, e le altre. Scomparse, che manco si fanno trovare. Rispetto l'ho sempre avuto, ma non si può sparire limitandosi ad assegnare dei compiti.
Si sta ventilando un ritorno a scuola a maggio....
Che aspettiamo a organizzare questa didattica a distanza caldamente suggerita dal decreto?
In altre scuole è già attiva.
siamo indietro di quindici anni rispetto agli altri paesi...
 

stany

Utente di lunga data
Concordo!
Unica attenuante potrebbe essere che la percentuale dei "laureati somari" è rimasta tale, ma direttamente proporzionale al numero totale degli stessi.

Anche nel campo artistico succede lo stesso. Premetto che non sono musicista. Ma sono un grande appassionato (attivo) di musica, e per questo conosco tanti studenti e diplomati in conservatorio. Forse è sempre stato così (non ho riferimenti temporali da mettere a confronto) ma credimi che se parli con la maggior parte di loro non hai l'impressione di parlare con artisti, persone da cui ti aspetti un'apertura mentale assoluta. Al contrario, sembra di discutere con "impiegati" della musica. Danno quasi l'impressione di assenza di passione per quello che fanno. Mancanza totale di iniziativa e creatività. Poi rimangono tremendamente indignati nel vedere i primi prototipi di musicisti robot.
Si chiama mancanza di stimoli, di fiducia nel futuro, e rassegnazione.
 

danny

Utente di lunga data
Ho capito. Da parte mia rispondevo solo a quel post di stany. Mi ha colpito perché è un discorso che negli ultimi due anni viene fuori spesso. Anche quello relativo ai musicisti
.
I musicisti del Conservatorio, mi si dice, sono ingabbiati. Hanno studiato molto, ma questo ha ridotto la componente espressiva individuale.
Nella musica leggera un tempo si componeva molto ad orecchio, oggi usando schemi.
Canzoni molto più complesse, ma meno dirette.
 

stany

Utente di lunga data
No.
Chi chiedeva il voto di gruppo studiava pure per il gusto di studiare e di discutere, non andava al pub.
Nel tempo libero leggeva Gramsci, quando voleva andare sul leggero 😀
Vabbè non voglio generalizzare, ma indubbiamente quel periodo non fu particolarmente migliorativo dal punto di vista della preparazione; anche solo per il fatto della demotivazione dei docenti che si sentivano esautorati e demotivati dal repentino cambiamento e dalla ingerenza del corpo studenti all'intero dei programmi di insegnamento. E non lo dico da simpatizzante del fuan.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse sarà per quello che una grande quantità di capi del personale delle aziende ,nei successivi quindici anni provenissero da quell'ambiente 😉
Avercene attualmente di persone con quella cultura!
 

stany

Utente di lunga data
I musicisti del Conservatorio, mi si dice, sono ingabbiati. Hanno studiato molto, ma questo ha ridotto la componente espressiva individuale.
Nella musica leggera un tempo si componeva molto ad orecchio, oggi usando schemi.
Canzoni molto più complesse, ma meno dirette.
Il Rinascimento musicale ci fu negli anni 70.
Verrà ricordato come il periodo della musica classica; come oggi lo facciamo per la musica del 600/700.
La musica oggi è campionata ma non vuol dire che re prima l'immaginazione la fantasia ; solo che l'accostamento e l'interazione con uno strumento musicale hanno lasciato da anni anni lo spazio a programmi di sviluppo musicale, dove il solito algoritmo schematizza , razionalizza ,direi disumanizza quella fantasia appunto, che scaturisce pur sempre dalla mente e dalla sensibilità dell'individuo, processandola a monte; quindi rendendola più prevedibile e circoscritta ad un determinato genere musicale. Uccidendo quindi quelle divagazioni irrazionali ,ma umane, che possono caratterizzare una melodia irregimentata all'interno di parametri che sono sviluppati dalle "macchine".
diverso è per la classica; chi può permettersi uno Stradivari o un Guarnieri, avrà un rapporto talmente empatico che , anche nei rari casi di composizioni ex novo , e non solo di riproduzione , sicuramente non sottoporrà il risultato all'algoritmo di turno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Vabbè non voglio generalizzare, ma indubbiamente quel periodo non fu particolarmente migliorativo dal punto di vista della preparazione; anche solo per il fatto della demotivazione dei docenti che si sentivano esautorati e demotivati dal repentino cambiamento e dalla ingerenza del corpo studenti all'intero dei programmi di insegnamento. E non lo dico da simpatizzante del fuan.
Ma dai! Ti farei conoscere qualcuno.
 
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