Emergenza Covid-19

Brunetta

Utente di lunga data
Infatti , conoscevano bene le dinamiche rivendicative delle controparti 😉
Per questo erano i più ricercati dalle aziende!
Appunto. Avevano una cultura che andava oltre a quella riproduttiva accademica che per la sua staticità veniva contestata.
 

stany

Utente di lunga data
Ma dai! Ti farei conoscere qualcuno.
Nessuno impediva di studiare per conto proprio, anche fuori dall'ambiente universitario.
Ma la grande ambizione dell'università per tutti, per il popolo, purtroppo falli. E non è che in quel periodo la curva dell'eccellenza si fosse innalzata anzi..
 

Martes

Utente di lunga data
Mia figlia è in terza media. Avrà gli esami.
Le insegnanti si dividono in: quelle che si son date da fare da subito, una, fantastica, quelle che cominciano adesso, due, e le altre. Scomparse, che manco si fanno trovare. Rispetto l'ho sempre avuto, ma non si può sparire limitandosi ad assegnare dei compiti.
Si sta ventilando un ritorno a scuola a maggio....
Che aspettiamo a organizzare questa didattica a distanza caldamente suggerita dal decreto?
In altre scuole è già attiva.
Boh, io ho a che fare con un certo numero di adolescenti, tutti di scuole differenti (medie e superiori) e tutti hanno lezioni online o gruppi classe in videoconferenza, già dalla settimana scorsa. Situazione particolarmente fortunata?
 

Darietto

Utente di lunga data
Come non pensarti @bluestar02 leggendo queste belle notizie
Visto che è stato ignorato, lo ripropongo
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Costruire una didattica distanza non è scontato.
E mano a mano si scende di età sempre più complesso.

E' una questione di evoluzione cognitiva. Del pensiero.
Fino a circa gli 11- 13 anni (spesso anche oltre, questo tipo di limiti non sono "protocollati e dipendono da innumerevoli variabili) il pensiero è concreto.
Poi si passa alla costruzione del pensiero astratto.

Cosa significa nel concreto?

Significa che nella fase concreta i bambini hanno bisogno non solo di fare. Non solo di ascoltare. Non solo di guardare. Non solo di toccare. O assaggiare.
Hanno anche bisogno, se si vuole una strutturazione ordinata, che queste operazioni siano guidate e ordinate.
E' il motivo per cui ci si è inventati la scuola.
Creare un luogo in cui si andasse a lavorare su due livelli:
quello della costruzione delle basi per un pensiero astratto capace di elaborare e personalizzare gli stimoli provenienti dal mondo e quello di stimolare la socializzazione in condivisione delle regole sociali di quella data società.

Nella fase astratta, se quella precedente si è svolta senza grandi intoppi, inizia il periodo in cui i bambini iniziano a fare metacognizione, ossia ragionamenti sul ragionamento. E' una fase molto lunga questa.
Gradualmente iniziano a sviluppare quelle competenze che permettono non solo di ordinare i saperi, ma anche di connetterli e farli diventare un ragionamento. (le famose competenze)

La didattica distanza richiede di eliminare buon parte dell'accompagnamento necessario.
Se non è stata impostata ben prima di una emergenza è di complessa applicazione sia per gli insegnanti (che non sono abituati a ragionare su un insegnamento non in presenza, che quindi da la possibilità di verificare e vedere non solo il risultato ma anche il percorso che ha portato al risultato) sia per gli alunni che tendono a divenire fruitori passivi (e quindi annoiati e demotivati) smette di essere comunque didattica e divenire semplicemente proposta di contenuto da fruire. (niente di più deleterio per una mente in formazione).

La sto tagliando molto grossa, intendiamoci.
Ci sarebbe da andare a vedere come connettere i diversi stili di apprendimento ai materiali proposti (che in presenza vengono compensati anche inconsapevolmente dal gruppo e dalla comunicazione multilivello) e come renderli in una didattica da fruire tramite video, piuttosto che chat, piuttosto che esercizi interattivi.
Come differenziare una lezione nel suo svolgimento.
Non è roba che si improvvisa dall'oggi al domani. E se non si è formati no lo si sa fare.
Certo, fa effetto la video lezione.

Ma fa effetto a chi non sa come funziona un cervello dal punto di vista evolutivo.
Fa effetto il fare in sè.
Chi sa valutare la qualità di quel fare correlandola all'evoluzione del pensiero...ha a volte i brividi.
Non a caso sono in atto proposte continue di formazione online, scambio di esperienze su siti dedicati, etc etc.

Personalmente trovo illusorio che un paese che non ha praticamente mai sperimentato tutto questo, che non conosce le implicazioni di un mezzo come quello tecnologico dal punto di vista pedagogico e che quindi non lo sa adoperare concretamente da un giorno all'altro abbia una attivazione di un livello anche solo sufficiente.

LA situazione è che siamo in una emergenza.
I figli sono a casa non in vacanza. Sono a casa per una emergenza grave. Come non se ne ricorda negli ultimi 50 anni.
Tutti sono spaventati. Chi lo dice, chi non lo dice, chi nega e si aggrappa alla vita che fu, chi sè già alla fine dell'apocalisse e si sta per buttare nel burrone.

Quello che mi sento di dire è che la didattica a distanza, in questa situazione, non potrà supplire alla presenza a scuola.
Ci sono proposte di variazione dei calendari. Ci sono proposte di ridistribuzione dei programmi (anche avendo l'occhio alla questione dell'inclusività. non se ne parla. Ma tutti quegli alunni che sono disgrafici, dislessici, discalculici, i BES cognitivi piuttosto che ambientali, i disabili, i non verbali...non vado avanti se non la finisco più).
Per ora proposte.

C'è anche da dire che, a differenza dei cinesi, i bambini e i ragazzi italiani non sono abituati alla disciplina. I genitori fanno una fatica immane ad imporla se necessario.
Una scuola senza disciplina, lo studio senza disciplina non sta in piedi.

Ed è un problema serio questo.

L'altro problema è quello della valutazione
Non è un problema da poco.
Cosa si valuta?

Il compito?

La scuola, in genere, non valuta il compito.
Non solo il compito.
Valuta il modo in cui il compito è stato svolto, l'atteggiamento, il superamento di problematiche legate a ansia, timidezza, introversione piuttosto che i contrari.
E come viene valutato un compito svolto a distanza senza sapere se ci sono state interferenze?

Non è un altro problema di poco conto.

Come al solito la questione ha diversi livelli.

certo, può tranquillizzare vedere che gli insegnanti mandano video, applicazioni interattive, etc etc. C'è disponibilità immensa a riguardo.

Ma, di nuovo, credere che in un paese come questo, dove negli ultimi anni era difficile pure fare didattica in presenza, si possa passare fluidamente alla didattica a distanza è una illusione.

Come chiedere ai ragazzi di imparare un modo dell'apprendimento completamente nuovo anche per loro è una illusione.

Sorvolo sulla disponibilità di risorse in generale.
Dai dispositivi alle infrastrutture.

I ragazzi hanno bisogno di essere educati, e questo periodo è una opportunità, alla responsabilità.
Al fare in casa.
Al partecipare alla vita familiare e al rispetto di regole rigide.

non voglio giustificare nessuno. La scuola ha parecchie lacune.
Come in altri ambiti, anche nella scuola, si stanno evidenziando. I nodi vengono al pettine.
Era solo questione di tempo.

Ma prendere questa questione senza considerarne la complessità significa - di nuovo - entrare nell'ottica del nemico esterno.

I ragazzi sono a casa?
LA routine giornaliera. Hanno da alzarsi alla stessa ora tutti i giorni. Non è vacanza. Orario di scuola.
Ci sono parecchi casi, riportati sui giornali di settore, dove gli insegnanti dato l'appuntamento alle 8,00 in chat, non trovano nessuno.
Oppure di compiti dati e svolti dai genitori. O dai nonni.

Lavoro in casa.
Sono più liberi?
Bene. E' il momento che imparino a cucinare per tutti. Cucinare contiene parecchie nozioni di scienze.
Che puliscano per tutti. E anche qui, scienze, italiano, matematica.
Che si lavino i vestiti e imparino a stirarseli. italiano, matematica, scienze, tecnologia, chimica
Che costruiscano fogli di calcolo per le spese di casa.
Che calcolino quanto cibo serve e quale.
Stilino la lista della spesa.
Mappino i supermercati costruendo cartine col buon vecchio lucido e usando le bellissime matite a china (niente di meglio per affinare e consolidare il tratto, il controllo, il coordinamento oculo manuale, la progettazione, lo spostamento dell'attenzione, la concentrazione).
E via dicendo.

La didattica è cosa ben più complessa di una lezione.
Molti che svicolano, a mio parere, semplicemente non sanno tradurre.
E ribadisco non è una giustificazione.
Ma è un dato di realtà.

Di sicuro non può più funzionare il pensiero della divisione degli ambiti.
Gli insegnanti insegnano, i genitori seguono, i ragazzi fanno.

Serve un coordinamento.

Ma gli insegnanti stessi sono senza indicazioni chiare da parte del ministero.
Ogni istituto sta funzionando a sè o quasi.
Quindi è sciocco confrontarsi fra istituti.

Mi fermo qui.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Boh, io ho a che fare con un certo numero di adolescenti, tutti di scuole differenti (medie e superiori) e tutti hanno lezioni online o gruppi classe in videoconferenza, già dalla settimana scorsa. Situazione particolarmente fortunata?
Forse.
Questo mi conferma che ho ragione a pretendere che si diano una mossa.
 

danny

Utente di lunga data
Costruire una didattica distanza non è scontato.
E mano a mano si scende di età sempre più complesso.

E' una questione di evoluzione cognitiva. Del pensiero.
Fino a circa gli 11- 13 anni (spesso anche oltre, questo tipo di limiti non sono "protocollati e dipendono da innumerevoli variabili) il pensiero è concreto.
Poi si passa alla costruzione del pensiero astratto.

Cosa significa nel concreto?

Significa che nella fase concreta i bambini hanno bisogno non solo di fare. Non solo di ascoltare. Non solo di guardare. Non solo di toccare. O assaggiare.
Hanno anche bisogno, se si vuole una strutturazione ordinata, che queste operazioni siano guidate e ordinate.
E' il motivo per cui ci si è inventati la scuola.
Creare un luogo in cui si andasse a lavorare su due livelli:
quello della costruzione delle basi per un pensiero astratto capace di elaborare e personalizzare gli stimoli provenienti dal mondo e quello di stimolare la socializzazione in condivisione delle regole sociali di quella data società.

Nella fase astratta, se quella precedente si è svolta senza grandi intoppi, inizia il periodo in cui i bambini iniziano a fare metacognizione, ossia ragionamenti sul ragionamento. E' una fase molto lunga questa.
Gradualmente iniziano a sviluppare quelle competenze che permettono non solo di ordinare i saperi, ma anche di connetterli e farli diventare un ragionamento.

La didattica distanza richiede di eliminare buon parte dell'accompagnamento necessario.
Se non è stata impostata ben prima di una emergenza è di complessa applicazione sia per gli insegnanti (che non sono abituati a ragionare su un insegnamento non in presenza, che quindi da la possibilità di verificare e vedere non solo il risultato ma anche il percorso che ha portato al risultato) sia per gli alunni che tendono a divenire fruitori passivi (e quindi annoiati e demotivati).

La sto tagliando molto grossa, intendiamoci.
Ci sarebbe da andare a vedere come i diversi stili di apprendimento (che in presenza vengono compensati anche inconsapevolmente dal gruppo e dalla comunicazione multilivello) e come renderli in una didattica da fruire tramite video, piuttosto che chat, piuttosto che esercizi interattivi.

Personalmente trovo illusorio che un paese che non ha praticamente mai sperimentato tutto questo, che non conosce le implicazioni di un mezzo come quello tecnologico dal punto di vista pedagogico e che quindi non lo sa adoperare concretamente da un giorno all'altro abbia una attivazione di un livello anche solo sufficiente.

LA situazione è che siamo in una emergenza.
I figli sono a casa non in vacanza. Sono a casa per una emergenza grave. Come non se ne ricorda negli ultimi 50 anni.
Tutti sono spaventati. Chi lo dice, chi non lo dice, chi nega e si aggrappa alla vita che fu, chi sè già alla fine dell'apocalisse e si sta per buttare nel burrone.

Quello che mi sento di dire è che la didattica a distanza, in questa situazione, non potrà supplire alla presenza a scuola.
Ci sono proposte di variazione dei calendari. Ci sono proposte di ridistribuzione dei programmi (anche avendo l'occhio alla questione dell'inclusività. non se ne parla. Ma tutti quegli alunni che sono disgrafici, dislessici, discalculici, i BES cognitivi piuttosto che ambientali, i disabili, i non verbali...non vado avanti se non la finisco più).
Per ora proposte.

C'è anche da dire che, a differenza dei cinesi, i bambini e i ragazzi italiani non sono abituati alla disciplina. I genitori fanno una fatica immane ad imporla se necessario.
Una scuola senza disciplina, lo studio senza disciplina non sta in piedi.

Ed è un problema serio questo.

L'altro problema è quello della valutazione?
Non è un problema da poco.
Cosa si valuta?

Il compito?

La scuola, in genere, non valuta il compito.
Non solo il compito.
Valuta il modo in cui il compito è stato svolto, l'atteggiamento, il superamento di problematiche legate a ansia, timidezza, introversione piuttosto che i contrari.
E come viene valutato un compito svolto a distanza senza sapere se ci sono state interferenze?

Non è un altro problema di poco conto.

Come al solito la questione ha diversi livelli.

certo, può tranquillizzare vedere che gli insegnanti mandano video, applicazioni interattive, etc etc. C'è disponibilità immensa a riguardo.

Ma, di nuovo, credere che in un paese come questo, dove negli ultimi anni era difficile pure fare didattica in presenza, si possa passare fluidamente alla didattica a distanza è una illusione.

Come chiedere ai ragazzi di imparare un modo dell'apprendimento completamente nuovo anche per loro è una illusione.

Sorvolo sulla disponibilità di risorse in generale.
Dai dispositivi alle infrastrutture.

I ragazzi hanno bisogno di essere educati, e questo periodo è una opportunità, alla responsabilità.
Al fare in casa.
Al partecipare alla vita familiare e al rispetto di regole rigide.

non voglio giustificare nessuno. La scuola ha parecchie lacune.
Come in altri ambiti, anche nella scuola, si stanno evidenziando. I nodi vengono al pettine.
Era solo questione di tempo.

Ma prendere questa questione senza considerarne la complessità significa - di nuovo - entrare nell'ottica del nemico esterno.

I ragazzi sono a casa?
LA routine giornaliera. Hanno da alzarsi alla stessa ora tutti i giorni. Non è vacanza. Orario di scuola.
Ci sono parecchi casi, riportati sui giornali di settore, dove gli insegnanti dato l'appuntamento alle 8,00 in chat, non trovano nessuno.
Oppure di compiti dati e svolti dai genitori. O dai nonni.

Lavoro in casa.
Sono più liberi?
Bene. E' il momento che imparino a cucinare per tutti. Cucinare contiene parecchie nozioni di scienze.
Che puliscano per tutti. E anche qui, scienze, italiano, matematica.
Che si lavino i vestiti e imparino a stirarseli. italiano, matematica, scienze, tecnologia, chimica
Che costruiscano fogli di calcolo per le spese di casa.
Che calcolino quanto cibo serve e quale.
Stilino la lista della spesa.
Mappino i supermercati costruendo cartine col buon vecchio lucido e usando le bellissime matite a china (niente di meglio per affinare e consolidare il tratto, il controllo, il coordinamento oculo manuale, la progettazione, lo spostamento dell'attenzione, la concentrazione).
E via dicendo.

La didattica è cosa ben più complessa di una lezione.
Molti che svicolano, a mio parere, semplicemente non sanno tradurre.
E ribadisco non è una giustificazione.
Ma è un dato di realtà.

Di sicuro non può più funzionare il pensiero della divisione degli ambiti.
Gli insegnanti insegnano, i genitori seguono, i ragazzi fanno.

Serve un coordinamento.

Ma gli insegnanti stessi sono senza indicazioni chiare da parte del ministero.
Ogni istituto sta funzionando a sè o quasi.
Quindi è sciocco confrontarsi fra istituti.

Mi fermo qui.
Quoto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nessuno impediva di studiare per conto proprio, anche fuori dall'ambiente universitario.
Ma la grande ambizione dell'università per tutti, per il popolo, purtroppo falli. E non è che in quel periodo la curva dell'eccellenza si fosse innalzata anzi..
Va be’ se vuoi tenerti la tua idea fai pure.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
sono sapiens.

sul garda, domenica a limone, sono transitate sulla pista ciclabile più di 4000 persone.
Lungolaghi pieni zeppi.

Italia, Francia. Germania....sapiens.
domenica non sono uscito, mi dicono che anche le spiagge a Lerici fossero piene. e cmq ci sono i sapiens.

poi ci sono i francesi

e poi ci sono i pisani

le basi proprio....
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
domenica non sono uscito, mi dicono che anche le spiagge a Lerici fossero piene. e cmq ci sono i sapiens.

poi ci sono i francesi

e poi ci sono i pisani

le basi proprio....
😂 😂 😂

non sono uscita neppure io.
Leggevo le ordinanze in corsa dei vari sindaci che si ritrovano a inseguire questi imbecilli.

E, cosa di cui mi dispiaccio moltissimo, nonostante il DPCM non sono state applicate le misure.
Non li metterei in carcere io.
Farei pagare. E pagare. E pagare.

Sarebbe un bel modo per raccogliere soldi per la sanità che è in affanno. Ho indosso occhiali rosa eh, quando dico affanno.
Servono soldi per i respiratori.
Bene, c'è una ampia platea da cui attingere. Mi auguro che comincino a multare in modo molto salato chi va al bar, chi si aggrega a e fa movida e via dicendo.
Almeno, anche se fanno un danno in fila all'altro, partecipano in un qualche modo positivo.
 

bettypage

Utente acrobata
😂 😂 😂

non sono uscita neppure io.
Leggevo le ordinanze in corsa dei vari sindaci che si ritrovano a inseguire questi imbecilli.

E, cosa di cui mi dispiaccio moltissimo, nonostante il DPCM non sono state applicate le misure.
Non li metterei in carcere io.
Farei pagare. E pagare. E pagare.

Sarebbe un bel modo per raccogliere soldi per la sanità che è in affanno. Ho indosso occhiali rosa eh, quando dico affanno.
Servono soldi per i respiratori.
Bene, c'è una ampia platea da cui attingere. Mi auguro che comincino a multare in modo molto salato chi va al bar, chi si aggrega a e fa movida e via dicendo.
Almeno, anche se fanno un danno in fila all'altro, partecipano in un qualche modo positivo.
Anche perché le carceri non hanno molti posti🤣.
A parte l'ironia, credo sia più utile davvero la sanzione pecuniaria.
 

bettypage

Utente acrobata
Non amo Morelli ma sta girando questo messaggio che trovo interessante:
“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?

In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

(Cit. F. MORELLI)
 
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