Ecco.
Nel grassetto hai riassunto quel che si dice essere etichetta sociale.
giusto o sbagliato è poi quel che ne discende.
Possiamo tenerla come significato condiviso di ciò che è etichetta?
Lascia perdere il GIP.
Le etichette sociali sono esattamente quelle che non si basano sui parametri.
Tanto che ho scritto che c'è una bella differenza fra l'uomo della strada che legge quattro righe e dice che uno è narcisista e chi fa diagnosi utilizzando parametri qualitativi e quantitativi calati sull'individuo e sul contesto.
Puttana gratis riferito a me?
Se sì, G. mi paga. Poi si decide la moneta. :carneval:
Per quanto riguarda l'etichetta amante, comunemente amante è il partner aggiunto alla relazione ufficiale.
Cattivik dice.
Io non sono d'accordo nel mio particolare (ed è qui che non vuol convincere nessuno ma semplicemente esprimere un suo pensiero, distaccandosi dall'acquisizione dell'etichetta nel suo significato comunemente condiviso).
Per me l'amante è quella con cui stabilisco progettualità etc etc.
E da questo discende che quella progettualità non ce l'ho più con mia moglie.
Siccome non ho nessuna partner che rispecchi questa caratteristica e con mia moglie quella progettualità non è interrotta, nel mio significato, io non ho amante.
A me pare linearissimo.
Per gli amanti della semplicità e della sintesi "quello è il significato generale. Io ne ho uno mio. Te lo dico. E ti dico di conseguenza perchè non uso quell'etichetta."
Certo è che se uno parla facendo riferimento al significante (ossia quello che per convenzione significa un termine) e l'altro parla della sua declinazione (ossia esce dalla convenzione e personalizza esponendo cose sue) ovviamente non ci si intenderà mai.
Ma infatti l'ho detto, che mi sarebbe bastato leggere con più attenzione. Avevo capito altro, succede. E ho anche detto che un concetto che mi e' straniero, tanto più se espresso in poche righe, semplicemente la mia mente lo salta. Ma non è che poi mi sembra così diverso da quello che avevo capito in origine: amica sesso, amante progettualità. Comunque non ho trovato nulla. (per carità, ci sarà) che vada oltre un discorso di semantica. Per cui appunto posso chiamare vasca da bagno cio' che è un tavolo. E' un bel gioco, ma non è di mio interesse. Se poi il concetto è che amante e' un termine "impegnato" e "amica" e' ludico / disimpegnato bon. Capito

Però non mi si dica che è questione di usare i termini "corretti", questo no, la mia testa a tanto non arriva. Se poi diversamente dici che tu hai una terminologia atipica e non convenzionale ti ascolto, diversamente e' sbagliata la premessa, difficile che per me nasca utilità, ma nessuna polemica.
Sulla questione "puttana gratis", no, non mi riferivo a te

Era una provocazione, voluta, e una estremizzazione del pensiero "morale".
Io non tiro in ballo il sociale, e ti spiego perché. Per lo spacciatore sono portata a credere che sociale e morale abbiano una vasta area di coincidenza, sia pure non coincidano (la più parte ha un giudizio comunque negativo, ma certamente c'è anche chi difende moralmente la attività di spaccio). Per la amante no. Anzitutto non c'è giudizio sociale. C'è eventualmente solo giudizio morale. E il distinguo non è da poco. Perché l'etichetta (quella dell'uomo comune) deriva dal giudizio morale, più o meno obiettivo. Tu fai l'esempio del narcisista definito da parametri medici, e del narcisista detto dal primo che passa per la strada. Solo il secondo per me è etichetta, il primo definisce un modo di essere. Etichetta e' "aggettivo", uno stato dell'essere e' "sostantivo", in buona approssimazione.
E se collego tutto questo alla parola "amante" posso ben arrivare a pensare ad alcuni aggettivi. Come ad esempio può essere "più impegnativa di amica". Per chi categoricamente rifiuta il termine (quindi non chi "preferisce" usare amica) non credo nasca esclusivamente dalla volontà di aprirsi. A me - lo dicevo - se dovessero pronunciare adesso la parola "compagno" salterei sulla sedia. Per due ragioni. La prima, e' che non ho persone che corrispondono alla mia immagine di compagno. E qui posso spiegare, ma è più che evidente che se compagno per me fosse " quello che ho agganciato per una scopata random sei mesi fa, poi più visto", non potrei evitare le critiche di chi mi richiamasse alla realtà, dicendomi che non è normalmente sano avere il compagno immaginario. Non so se è chiaro. Poi posso pure specificare che per me la scopata ha questo potere quasi "sacrale". Ma sono anche convinta che questa mia percezione non "arriverebbe", e non certamente perché gli altri non capiscono un cazzo di quello che dico.
La seconda ragione per cui salterei sulla sedia al nome di "compagno" e' l'esperienza di ciò che mi e' stato compagno. E pure qui si aprirebbe un universo
