Figlio frutto del tradimento: disconoscimento o riconoscimento, una decisione difficile

Alphonse02

Utente di lunga data
Figlio frutto del tradimento: disconoscimento o riconoscimento, una decisione difficile
(Avvertenza: in BLU e GRASSETTO è la sintesi, ovvero la parte essenziale del post per capire se interessa; il resto è solo illustrazione facoltativa non necessariamente da leggere se non si vuole perdere tempo)

Il caso di Life is Life del 2017 mi ha richiamato alla mente una serie di vicende, alcune vicine altre lontane nel tempo, di figli nati a causa di tradimento, che ho seguito o delle quali sono venuto a conoscenza.

Avevo seguito, anni fa, il caso di cronaca del vecchio Prof. Giulio Maira (ex primario al Policlinico Gemelli di Roma), che aveva deciso, dopo 38 anni dalla nascita della figlia Francesca, nata da una relazione della moglie prima del matrimonio con lui) che lei non dovesse essere più sua figlia, probabilmente perché si era schierata con la madre nella separazione. E, dopo essersi separato dalla moglie (ed avviato l’annullamento del matrimonio presso la Sacra Rota) aveva promosso il disconoscimento di paternità della figlia (dapprima riconosciuta come propria e poi divenuta figlia legittima con il matrimonio con la di lei madre). Disconoscimento che venne rigettato dal Tribunale e, poi, credo anche in appello.

Alcune sere fa, parlavo a cena con un caro amico di un suo condomino, per tanti anni conosciuto solo come rompiballe alle riunioni condominiali, che incontrato per caso pochi giorni prima nel corso di una passeggiata lo aveva invitato a prendere un gelato insieme e gli aveva detto che prendeva commiato da lui, dal momento che nel giro di un mese si sarebbe recato in Svizzera per porre fine alla propria esistenza (attraverso il suicidio assistito, che è legale colà). Molto tranquillo e sereno, almeno in apparenza.

Alla domanda del mio amico se vi fossero particolari ragioni per commettere suicidio (e in quel modo) la risposta è stata la sua insopportabile mancanza di voglia di vivere. Quell’uomo, divorziato senza figli, non ha raggiunto gli 80 anni, è benestante ma si sente solo. Ha accennato al fatto che non ha avuto prole, salvo il sospetto di avere concepito un figlio in una relazione extra con una donna sposata, ormai oltre un quarto di secolo fa. Ma, all’epoca sia lui che l’amante decisero di troncare la relazione e di non sconvolgere le rispettive famiglie. E non ha mai saputo se il figlio concepito dall’amante fosse suo.
Oggi, forse, sapere che un figlio lo lascerebbe dietro di sé, potrebbe cambiare il suo intendimento ? L’interessato aveva risposto di no, potrebbe essere pure un figlio naturale ma lui non l’ha cresciuto e sarebbe un perfetto sconosciuto.

E allora il discorso con il mio amico (che è nonno) si è spostato sul fatto che avere cresciuto figli contribuisce fortemente a trovare il senso della vita, perché comunque (persino se non siano biologicamente propri) si crea un vincolo (meglio, un legame) che dura per la vita. Ed io sono stato pienamente d’accordo con lui.

Nel caso di @Life is life (che ho riportato su dall'archivio del sito) lui non ha disconosciuto la seconda figlia, concepita dalla moglie con l’amante, pur avendo avuto il sospetto che non fosse sua, sospetto che aveva probabilmente fatto scattare la decisione di allontanarsi per sempre da tutta la propria famiglia. Dopo 17 anni è tornato per conoscere le figlie ed aveva appreso, dalle analisi compiute (soprattutto l’esame del DNA), che la figlia minore non era sua discendente.

Eppure era nel suo diritto di chiedere il disconoscimento della paternità della seconda figlia.
Non l'ha fatto, perché l'ha sentita sua (stando al fatto che ha sempre parlato di sue figlie, al plurale, nei suoi post). Pur inchiodando la moglie alle sue responsabilità per il tradimento, a distanza di tanti anni.

Mi piacerebbe chiedergli, oggi, dopo 7 anni dal suo ritorno in famiglia (con la successiva separazione dalla moglie) come si è relazionato con lei (Alessandra, nome fittizio che ha usato nella narrazione della sua vicenda), che pure aveva appreso (origliando con la sorella maggiore una discussione accesa tra lui e la moglie) di non essere figlia biologica di lui, ma di un uomo che non aveva minimamente pensato di riconoscerla o, comunque, di occuparsi di lei.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io posso parlare di maternità e non di paternità.
Avendo partorito i miei figli li sento carnalmente miei, ma so benissimo che col tempo conta maggiormente essere stata madre per loro con la formazione e la condivisione della loro crescita, più dei nove mesi. Le amiche che hanno adottato le considero madri come le altre (un po’ meglio lo dico sottovoce).
Però so bene la struggente tenerezza e la meraviglia della permanenza della vita che si provano rivedendo nei propri figli parti di sé o dei propri genitori.
Il punto principale è però la relazione e uno che disconosce un figlio che ha cresciuto è una merda.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
L‘utente fuggito per diciassette anni non ha cresciuto neppure la figlia biologica.
Ho idea che avesse bisogno di senso.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
L‘utente fuggito per diciassette anni non ha cresciuto neppure la figlia biologica.
Ho idea che avesse bisogno di senso.
Sulla vicenda di Life is Life credo che abbia provato un forte disagio psichico, sia al momento della scoperta della posta elettronica della moglie sia al momento nel quale si è trovato in braccio la neonata all'ospedale dove la moglie aveva partorito.
Avendo provato di persona una forma di disagio analoga, al momento della contestazione del tradimento a mia moglie, mi sono imposto di allontanarmi immediatamente. Anche perché la reazione sua è stata ... silenzio. Che per me era una ammissione.

Ero fuori di me e rimanere in casa con lei avrebbe significato un'eruzione di rabbia che poteva sfociare in violenza.
Chi ha fatto arti marziali o seguito un addestramento militare specifico sa bene che anche le sue mani, braccia, ginocchia, piedi possono essere delle armi, letali quanto coltelli o pistole. Ti insegnano a colpire per uccidere, non per scherzare (per esempio, eliminare sentinelle).

Quindi, credo che - date le circostanze - quel forumista abbia fatto bene a tirarsi fuori dalla situazione di promiscuità familiare (le famiglie della moglie e sua erano legatissime): te lo immagini, davanti ai suoceri, genitori, parenti festanti come si sarebbe sentito ?
Poi, che sia "scappato" subito in Svizzera e vi sia rimasto per anni posso ancora comprenderlo ma non giustificarlo.

Non è il primo caso a mia conoscenza di "fuga" da una situazione che non si credeva di poter gestire. Non siamo tutti uguali.
 

iosolo

Utente di lunga data
Io posso parlare di maternità e non di paternità.
Avendo partorito i miei figli li sento carnalmente miei, ma so benissimo che col tempo conta maggiormente essere stata madre per loro con la formazione e la condivisione della loro crescita, più dei nove mesi. Le amiche che hanno adottato le considero madri come le altre (un po’ meglio lo dico sottovoce).
Però so bene la struggente tenerezza e la meraviglia della permanenza della vita che si provano rivedendo nei propri figli parti di sé o dei propri genitori.
Il punto principale è però la relazione e uno che disconosce un figlio che ha cresciuto è una merda.
Sai discutevamo alcuni giorni fa con una cara amica, la cui sorella, ha adottato e poi avuto un figlio in modo naturale, chiedendoci se sia possibile avere lo stesso tipo di trasporto per i due figli o invece se potesse essere "naturale" avere delle minimi preferenze (a volte le si hanno anche con tutti i figli naturali). Non lo so io non me la sono sentita di essere assolutista, credo che a livello razionale tutti riusciamo ad essere imparziali ma a livello emotivo, carnale come dici tu, non lo so.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sulla vicenda di Life is Life credo che abbia provato un forte disagio psichico, sia al momento della scoperta della posta elettronica della moglie sia al momento nel quale si è trovato in braccio la neonata all'ospedale dove la moglie aveva partorito.
Avendo provato di persona una forma di disagio analoga, al momento della contestazione del tradimento a mia moglie, mi sono imposto di allontanarmi immediatamente. Anche perché la reazione sua è stata ... silenzio. Che per me era una ammissione.

Ero fuori di me e rimanere in casa con lei avrebbe significato un'eruzione di rabbia che poteva sfociare in violenza.
Chi ha fatto arti marziali o seguito un addestramento militare specifico sa bene che anche le sue mani, braccia, ginocchia, piedi possono essere delle armi, letali quanto coltelli o pistole. Ti insegnano a colpire per uccidere, non per scherzare (per esempio, eliminare sentinelle).

Quindi, credo che - date le circostanze - quel forumista abbia fatto bene a tirarsi fuori dalla situazione di promiscuità familiare (le famiglie della moglie e sua erano legatissime): te lo immagini, davanti ai suoceri, genitori, parenti festanti come si sarebbe sentito ?
Poi, che sia "scappato" subito in Svizzera e vi sia rimasto per anni posso ancora comprenderlo ma non giustificarlo.

Non è il primo caso a mia conoscenza di "fuga" da una situazione che non si credeva di poter gestire. Non siamo tutti uguali.
Anch’io comprendo la sua reazione.
Resta un comportamento sbagliato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sai discutevamo alcuni giorni fa con una cara amica, la cui sorella, ha adottato e poi avuto un figlio in modo naturale, chiedendoci se sia possibile avere lo stesso tipo di trasporto per i due figli o invece se potesse essere "naturale" avere delle minimi preferenze (a volte le si hanno anche con tutti i figli naturali). Non lo so io non me la sono sentita di essere assolutista, credo che a livello razionale tutti riusciamo ad essere imparziali ma a livello emotivo, carnale come dici tu, non lo so.
C’è una semi-nota attrice che ha una figlia biologica e una adottata. Non so che percorso abbia seguito. Lei lo dice sempre con un’aria molto compiaciuta della propria fantastica capacità materna.
Anni fa ero su una grande spiaggia in Sardegna, agosto, solo accecante, descrizione necessaria per spiegare che non vedevo nemmeno chi avevo vicino.
A un certo punto vengo attirata dalla voce della mamma del gruppo vicino che si rivolgeva a una figlia con gentilezza e all’altra come se fosse stata Prissy (la schiava scema di Via col vento).
Allora le ho guardate. Era l’attrice grande madre.
Spero che altri non siano uguali.
 

iosolo

Utente di lunga data
C’è una semi-nota attrice che ha una figlia biologica e una adottata. Non so che percorso abbia seguito. Lei lo dice sempre con un’aria molto compiaciuta della propria fantastica capacità materna.
Anni fa ero su una grande spiaggia in Sardegna, agosto, solo accecante, descrizione necessaria per spiegare che non vedevo nemmeno chi avevo vicino.
A un certo punto vengo attirata dalla voce della mamma del gruppo vicino che si rivolgeva a una figlia con gentilezza e all’altra come se fosse stata Prissy (la schiava scema di Via col vento).
Allora le ho guardate. Era l’attrice grande madre.
Spero che altri non siano uguali.
Spero di no, anche perché per esserti arrivato a te una sconosciuta, parliamo ben oltre di minime preferenze.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Spero di no, anche perché per esserti arrivato a te una sconosciuta, parliamo ben oltre di minime preferenze.
La figlia della mia amica ha passato anni della sua infanzia a casa mia e con me. È capitato che uscissi con la mia amica, ma anche sola con mia figlia, mio figlio e lei.
Spesso mi hanno chiesto se erano tutti e tre miei.
 

ologramma

Utente di lunga data
Sulla vicenda di Life is Life credo che abbia provato un forte disagio psichico, sia al momento della scoperta della posta elettronica della moglie sia al momento nel quale si è trovato in braccio la neonata all'ospedale dove la moglie aveva partorito.
Avendo provato di persona una forma di disagio analoga, al momento della contestazione del tradimento a mia moglie, mi sono imposto di allontanarmi immediatamente. Anche perché la reazione sua è stata ... silenzio. Che per me era una ammissione.

Ero fuori di me e rimanere in casa con lei avrebbe significato un'eruzione di rabbia che poteva sfociare in violenza.
Chi ha fatto arti marziali o seguito un addestramento militare specifico sa bene che anche le sue mani, braccia, ginocchia, piedi possono essere delle armi, letali quanto coltelli o pistole. Ti insegnano a colpire per uccidere, non per scherzare (per esempio, eliminare sentinelle).

Quindi, credo che - date le circostanze - quel forumista abbia fatto bene a tirarsi fuori dalla situazione di promiscuità familiare (le famiglie della moglie e sua erano legatissime): te lo immagini, davanti ai suoceri, genitori, parenti festanti come si sarebbe sentito ?
Poi, che sia "scappato" subito in Svizzera e vi sia rimasto per anni posso ancora comprenderlo ma non giustificarlo.

Non è il primo caso a mia conoscenza di "fuga" da una situazione che non si credeva di poter gestire. Non siamo tutti uguali.
Ne abbiamo già parlato ora non ricordo ,io ho conosciuto i partecipanti del tuo primo caso citato💪
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Io posso parlare di maternità e non di paternità.
Avendo partorito i miei figli li sento carnalmente miei, ma so benissimo che col tempo conta maggiormente essere stata madre per loro con la formazione e la condivisione della loro crescita, più dei nove mesi. Le amiche che hanno adottato le considero madri come le altre (un po’ meglio lo dico sottovoce).
Però so bene la struggente tenerezza e la meraviglia della permanenza della vita che si provano rivedendo nei propri figli parti di sé o dei propri genitori.
Il punto principale è però la relazione e uno che disconosce un figlio che ha cresciuto è una merda.
Nella mia esperienza ho conosciuto una persona (italiana) che, sposatosi all'estero in Africa (una ex colonia inglese, dove lavorava) aveva avuto un figlio. Poi, aveva divorziato dalla moglie (inglese), che si era ri-sposata con altro uomo ed andata a vivere con lui in Sud-Africa, portandosi dietro il figlio di pochi anni di età (la normativa anglo-sassone consente al padre anche di rinunciare all'esercizio dei diritti genitoriali, nell'ambito del divorzio, e spesso le donne pretendono tale rinuncia in cambio della loro rinuncia ad ogni forma di mantenimento).
Quest'uomo era tornato in Italia, aveva convissuto con una donna italiana, giovane vedova con un figlio piccolo, che nel tempo aveva adottato. Dopo oltre 25 anni di convivenza si era sposato e mi disse che considerava a tutti gli effetti il figlio della compagna come suo figlio, perché l'aveva visto crescere. Mentre aveva completamente perso i contatti con il vero figlio rimasto con la moglie inglese in Sud-Africa e che avrà considerato come padre il secondo marito della propria madre.

Non dimentichiamo, poi, che l'azione di disconoscimento di paternità in Italia è consentita entro limiti temporali precisi: come regola, un anno decorrente dalla nascita o dalla conoscenza della non paternità (Art. 244 CC). E lo spirito della norma (modificata nel 2013) è nel senso di garantire certezza al possesso dello stato di figlio, che non può essere revocato a causa di mutamento della volontà del genitore. Invece, l'azione del figlio in questa materia non si prescrive.

A voler pensare male, il fatto che il forumista avesse conosciuto la figlia appena nata in clinica (gliela misero in braccio) faceva iniziare a decorrere il termine di un anno per il disconoscimento e la moglie potrebbe non avere avuto un grande interesse reale a cercarlo all'inizio della sua lunga scomparsa, proprio per escludere che il marito tradito potesse disconoscere la bambina.
Le cose della vita ... sempre tra apparenza e realtà e le palate di m..... si sprecano, certe volte.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nella mia esperienza ho conosciuto una persona (italiana) che, sposatosi all'estero in Africa (una ex colonia inglese, dove lavorava) aveva avuto un figlio. Poi, aveva divorziato dalla moglie (inglese), che si era ri-sposata con altro uomo ed andata a vivere con lui in Sud-Africa, portandosi dietro il figlio di pochi anni di età (la normativa anglo-sassone consente al padre anche di rinunciare all'esercizio dei diritti genitoriali, nell'ambito del divorzio, e spesso le donne pretendono tale rinuncia in cambio della loro rinuncia ad ogni forma di mantenimento).
Quest'uomo era tornato in Italia, aveva convissuto con una donna italiana, giovane vedova con un figlio piccolo, che nel tempo aveva adottato. Dopo oltre 25 anni di convivenza si era sposato e mi disse che considerava a tutti gli effetti il figlio della compagna come suo figlio, perché l'aveva visto crescere. Mentre aveva completamente perso i contatti con il vero figlio rimasto con la moglie inglese in Sud-Africa e che avrà considerato come padre il secondo marito della propria madre.

Non dimentichiamo, poi, che l'azione di disconoscimento di paternità in Italia è consentita entro limiti temporali precisi: come regola, un anno decorrente dalla nascita o dalla conoscenza della non paternità (Art. 244 CC). E lo spirito della norma (modificata nel 2013) è nel senso di garantire certezza al possesso dello stato di figlio, che non può essere revocato a causa di mutamento della volontà del genitore. Invece, l'azione del figlio in questa materia non si prescrive.

A voler pensare male, il fatto che il forumista avesse conosciuto la figlia appena nata in clinica (gliela misero in braccio) faceva iniziare a decorrere il termine di un anno per il disconoscimento e la moglie potrebbe non avere avuto un grande interesse reale a cercarlo all'inizio della sua lunga scomparsa, proprio per escludere che il marito tradito potesse disconoscere la bambina.
Le cose della vita ... sempre tra apparenza e realtà e le palate di m..... si sprecano, certe volte.
Confermi l’importanza della relazione.
Per quanto riguarda la paternità, da sempre è stata condizionata alla relazione con la madre. Sono infiniti i casi di rifiuto del figlio genetico e la necessità di intervento legale per il mantenimento.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
A voler pensare male, il fatto che il forumista avesse conosciuto la figlia appena nata in clinica (gliela misero in braccio) faceva iniziare a decorrere il termine di un anno per il disconoscimento e la moglie potrebbe non avere avuto un grande interesse reale a cercarlo all'inizio della sua lunga scomparsa, proprio per escludere che il marito tradito potesse disconoscere la bambina.
Le cose della vita ... sempre tra apparenza e realtà e le palate di m..... si sprecano, certe volte.
Pensi che lei fosse a conoscenza del limite temporale?
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Pensi che lei fosse a conoscenza del limite temporale?
Lei qualche certezza in più del marito l'aveva, no ?
La cartella clinica della figlia l'avrà ritirata, con il gruppo sanguigno.
Com'è che lei aveva fatto fare le analisi dopo due anni dalla nascita della figlia ? Perché ha provato a coinvolgere l'amante presentandogli le analisi e quello si è poco elegantemente defilato ...

Sull'affermazione che lei, in una relazione di almeno 7 o più mesi, avesse sempre preteso che l'amante usasse il preservativo ... io, per principio, non ci giurerei. Specie se sei molto attratta e dopo due o tre sessioni, almeno sessualmente scopri che ti piace farlo più che con il marito (sono cretinate le storie propinate ai mariti traditi di amanti semi impotenti con i quali si continua a fare sesso per > 5 o 6 volte, eppure è una delle scuse più gettonate).
Aveva pure interrotto la pillola per cercare di rimanere incinta, a dire del marito.
Io ho avuto l'impressione di una donna molto determinata e manipolatrice in tutta la vicenda. Che sapeva della debolezza psichica del marito, specie dopo aver scoperto la relazione extra.
Quando lui è scappato, ha pensato prima a proteggersi, anche dalla sua famiglia. Ha fatto la pentita virtuosa e poi scappa fuori che ha continuato la sua relazione extra per altri tre anni.
Preclaro esempio di virtù, che le hanno garantito di sostituirsi al marito nel lavoro nell'azienda della di lui famiglia.

Ma vogliamo scherzare ancora con quelli che vorrebbero far credere che esistono gli asini che volano ?
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Lei qualche certezza in più del marito l'aveva, no ?
La cartella clinica della figlia l'avrà ritirata, con il gruppo sanguigno.
Com'è che lei aveva fatto fare le analisi dopo due anni dalla nascita della figlia ? Perché ha provato a coinvolgere l'amante presentandogli le analisi e quello si è poco elegantemente defilato ...

Sull'affermazione che lei, in una relazione di almeno 7 o più mesi, avesse sempre preteso che l'amante usasse il preservativo ... io, per principio, non ci giurerei. Specie se sei molto attratta e dopo due o tre sessioni, almeno sessualmente scopri che ti piace farlo più che con il marito (sono cretinate le storie propinate ai mariti traditi di amanti semi impotenti con i quali si continua a fare sesso per > 5 o 6 volte, eppure è una delle scuse più gettonate).
Aveva pure interrotto la pillola per cercare di rimanere incinta, a dire del marito.
Io ho avuto l'impressione di una donna molto determinata e manipolatrice in tutta la vicenda. Che sapeva della debolezza psichica del marito, specie dopo aver scoperto la relazione extra.
Quando lui è scappato, ha pensato prima a proteggersi, anche dalla sua famiglia. Ha fatto la pentita virtuosa e poi scappa fuori che ha continuato la sua relazione extra per altri tre anni.
Preclaro esempio di virtù, che le hanno garantito di sostituirsi al marito nel lavoro nell'azienda della di lui famiglia.

Ma vogliamo scherzare ancora con quelli che vorrebbero far credere che esistono gli asini che volano ?
Le persone spesso e volentieri non sanno niente di diritto
Specie su queste cose
Il gruppo sanguigno te lo dicono appena nasce il bambino, ma non è detto che avesse anche nozioni di genetica
Poi lei sarà stata quello che vuoi
Ma che fosse così informata su legge e medicina lo dici tu
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Le persone spesso e volentieri non sanno niente di diritto
Specie su queste cose
Il gruppo sanguigno te lo dicono appena nasce il bambino, ma non è detto che avesse anche nozioni di genetica
Poi lei sarà stata quello che vuoi
Ma che fosse così informata su legge e medicina lo dici tu
Certo, ognuno si forma il proprio convincimento. Giusto così.
Esprimo il mio convincimento, non pretendo di conoscere la verità.
Però, sono abituato a mettere in fila i fatti ed analizzarli.
Non sempre ci azzecco con l'analisi, lo so. Ma spesso sì.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Certo, ognuno si forma il proprio convincimento. Giusto così.
Esprimo il mio convincimento, non pretendo di conoscere la verità.
Però, sono abituato a mettere in fila i fatti ed analizzarli.
Non sempre ci azzecco con l'analisi, lo so. Ma spesso sì.
Io parto dal presupposto che le persone siano ignoranti
Non buone a prescindere
 

Dissapear

Utente di lunga data
Sai discutevamo alcuni giorni fa con una cara amica, la cui sorella, ha adottato e poi avuto un figlio in modo naturale, chiedendoci se sia possibile avere lo stesso tipo di trasporto per i due figli o invece se potesse essere "naturale" avere delle minimi preferenze (a volte le si hanno anche con tutti i figli naturali). Non lo so io non me la sono sentita di essere assolutista, credo che a livello razionale tutti riusciamo ad essere imparziali ma a livello emotivo, carnale come dici tu, non lo so.
Dipende dall’apertura mentale del genitore, dal vissuto che ha avuto e da tante altre cose. Trovo anche solo troglodita poter pensare che un figlio non biologicamente proprio, valga meno di uno avuto biologicamente. Son tutte seghe mentali inventate dalla società negli anni eh. Se tu da madre partorisci il figlio, e per un x motivo te lo scambiano nella culla senza che tu l’abbia mai visto, crescerai tuo figlio (che in realtà non è tuo) come se fosse tuo a tutti gli effetti, eppure il legame di sangue non c’è.

I figli sono di chi li cresce e basta.
Ho un conoscente che sta con una ragazza che ha avuto un figlio con un altro, ora hanno anche un altro bambino loro, indovina un po’: Lui ha una leggera preferenza per il figlio non biologicamente suo.

I legami di sangue son solo una gran stronzata.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
E' fondamentale crescere i figli perché è provato scientificamente che è molto maggiore la quantità di conoscenze che derivano dall'apprendimento del bimbo nell'ambiente familiare rispetto a quelle conoscenze riconducibili a fattori genetici. Lo sviluppo della mente umana passa attraverso l'ambiente nel quale si cresce.

I legami di sangue serve conoscerli per la salute, per le predisposizioni genetiche all'insorgere di malattie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Dipende dall’apertura mentale del genitore, dal vissuto che ha avuto e da tante altre cose. Trovo anche solo troglodita poter pensare che un figlio non biologicamente proprio, valga meno di uno avuto biologicamente. Son tutte seghe mentali inventate dalla società negli anni eh. Se tu da madre partorisci il figlio, e per un x motivo te lo scambiano nella culla senza che tu l’abbia mai visto, crescerai tuo figlio (che in realtà non è tuo) come se fosse tuo a tutti gli effetti, eppure il legame di sangue non c’è.

I figli sono di chi li cresce e basta.
Ho un conoscente che sta con una ragazza che ha avuto un figlio con un altro, ora hanno anche un altro bambino loro, indovina un po’: Lui ha una leggera preferenza per il figlio non biologicamente suo.

I legami di sangue son solo una gran stronzata.
Però avviene anche il contrario.
Poi non è solo questione di trattare male o bene. Ci sono aspettative e proiezioni oltre il nostro controllo.
 
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