Primo grassetto: non sono d'accordo

Sei quello che non sei, e non "non sono me"
In quel "recitare" non sei (tu generico) un altro. Sei tu, che reciti quello che non sei.
E quello che non sei è il contenitore di quello che vorresti essere, a volte, a volte è il contenitore di quello che non vorresti essere, a volte entrambi...un accozzaglia di frustrazione, paura, insoddisfazione, desiderio, bisogni...riassumibili in un maldestro tentativo di affermazione di sè passando dalla parte non realizzata invece che da quella realizzata.
Ma sei sempre tu (generico tu).
E in quella rappresentazione ci sei esattamente tu, la tua visione di quel che vorresti (o non vorresti essere) che è simile a molte altre (perchè nel non essere ci si appoggia su quel che si crede debba essere, e quindi a schemi collettivi e non individuati poichè vissuti solo attraverso l'astrazione) ma è anche assolutamente individuale, poichè ognuno elabora nel suo particolare modo.
Riconoscer l'individuo nella sua generalizzazione è una operazione affascinante, secondo me...perchè si passa dalle "crepe" (fra il dentro e il fuori) per arrivarci e non dall'unità (fra il dentro e il fuori).
I personaggi...sono rappresentazione de ruoli.
Ma la pasionaria, il democristiano, quel che vuoi...per quanto aderenti a schemi sociali, per essere riconoscibili ed intelligibili dalla massa, per quanto assolutizzati, essendo comunque una creazione umana, sono comunque ANCHE una rappresentazione individuale.
Poi possiamo disquisire su
quanto è presenza e quanto è assenza di quello specifico individuo.
Ma è un altro livello.
Non esiste una pasionaria uguale ad un'altra. Per quanto entrambe facciano riferimento ad uno schema comune.
Ognuna lo interpreterà a seconda di sè...certo, le differenze le si nota bypassando lo schema generale ( che tendenzialmente serve ad un riconoscimento veloce ed è fondamentalmente costruito su schemi sociali) ed entrando nelle sfumature, che caratterizzano.
Tutto questo per dire che fondamentalmente un personaggio senza ruolo non esiste.
A rendere diverso la pasionaria dalla pasionaria è la caratterizzazione del ruolo che il personaggio recita.
Io capisco che tu faccia riferimento ai png (dipendenti da una entità) e i pg (resi "vivi" da chi gioca il ruolo di quel particolare personaggio).
Ma nel discorso che sto facendo io, ossia escludendo un dungeon master o l'intelligenza artificiale di gioco, i png non sono praticamente mai "non giocanti". Mai interamente nelle mani del master. (o della mistress

).
Quindi non puoi separare il personaggio dal ruolo che recita.
Se non con una operazione astratta, che è ben oltre il rendere l'altro figurina.
Ma è, che è appunto quel che ti contestavo inizialmente, renderlo inesistente.
Cioè slegare il nick da chi lo abita. E viceversa.
O meglio, puoi farlo, ma è una operazione talmente astratta che coinvolge semplicemente te. E nessun altro.
Mi sto riuscendo a spiegare?
Quanto a Sybil...la conosco.

Ne ho incontrate di Sybil nella realtà, alcune erano frammentate (in termini identitari)...e posso assicurarti che è una di quelle esperienze che toglie tutto il romanticismo del romanzo (molto bello).
E mica perchè alla fine si uccidono...ma perchè vivere contemporaneamente in diversi piani la propria identità, senza la connessione fra le diverse parti del sè, è un qualcosa che sul lungo periodo devasta chi lo fa.
Di solito, o si dissociano definitivamente, perdendosi nelle connessioni mente/istinto/emozioni senza mai raggiungerle o in un modo o nell'altro cercano una unità...identificandosi magari in uno dei ruoli, quando va bene, recitati fino a quel momento. A volte in due, a volte in qualcuno di più.
Ma nella realtà, ogni ruolo recitato da Sybil, resta comunque una rappresentazione di qualcosa di sè.
Che sia un qualcosa di realizzato o qualcosa di negato.
Neanche in rete ho mai visto personaggi assoluti. Forse perchè sono abituata a cercare nelle crepe...e non nelle "facciate" (ti ricordi il discorso della maschera?)
Io sono una diffidente DOC, Arci...ossia una che è semplicemente convinta che le persone semplicemente non si conoscono.
Nel reale, sono d'accordo, si hanno più opzioni, ma sono comunque governate dalle nostre proiezioni sull'altro. E vediamo quel che siamo in grado di vedere. Che è spesso quel che siamo abituati a vedere. E di solito quel che siamo abituati a vedere lo vediamo perchè è anche dentro di noi.
Nel bene e nel male.
Un po' il fatto che la persona giusta non esiste, ma quelle sbagliate sono infinite, tante quante siamo in grado di crearci attraverso le nostre immagini interiori messe nel mondo e cucite addosso a chi ci circonda. (spesso e volentieri avendo come obiettivo la conferma/disconferma di noi stessi, più che la Conoscenza dell'altro per come è).
Io parlavo di bidirezionalità fra reale/virtuale riferendomi al rapporto che ognuno ha col suo nick.
E non al rapporto fra diversi nick/persone.
Se parliamo di persone che indossano nick, sono quasi d'accordo con te. Io però il viaggio da reale a virtuale l'ho fatto e fatto fare un po' di volte. Quindi "impossibile", sinceramente mi sembra un azzardo.
Complesso, difficile, sì. Impossibile...mah.