Il matrimonio e la famiglia sono istituzioni che danno garanzie di conforto e per legge di assistenza. Anche la rsa costa e può essere chiesto un contributo ai parenti.
Stiamo parlando di istituzioni, non di casi particolari.
La domanda mi pare mal posta.
Non credo che possano sostituire, dico che spesso, quando sei nella merda, è negli amici, e non nei familiari, che trovi aiuto e conforto.
Continuiamo a parlare di casi personali all'infinito, senza prospettiva secondo me ed è perchè non mettiamo le cose al loro posto e le chiamiamo con il loro nome.
L'amicizia e la famiglia sono due cose diverse, per istituzione, per prospettive e per fini.
Io non sono l'amico nè di mia moglie nè dei miei figli.
Ne sono marito e padre ed è
istituzionalmente che io mi sono occuppato di loro e loro di me.
Questo al di là del nostro strettissimo e appagante rapporto affettivo.
Non mi sono creato una famiglia per avere dei badanti, l'ho creata per prendermi cura, io, prima di tutto, delle persone che mi sono scelto, per le quali ho lavorato ed insieme alle quali ho costruito quello che sono prima di tutto e secondariamente quello che possiedo.
La famiglia è una istituzione
naturale del genere umano, non un incidente di percorso dal quale si possa tranquillamente prescindere.
Che qualcuno possa sopperire a questo con l'amicizia a me sta bene.
Ma non è forse una forma anche questa di famiglia?
Se qualcuno sente l'esigenza di prendersi cura, non è forse nella cura che si esplica lo stesso tipo di legame?
Se qualcuno ha amici così forti da poterli surrogare a cure famigliari a me sta benissimo, me ne rallegro. Significa che la sua vita è su un buon binario ed ha trovato qualcosa di appagante.
Io per me stesso di questa cosa sono scettico, perchè ho visto che spesso è l'amichettismo ad essere confuso con amicizia vera. Sentimento raro a quanto mi risulta e pur sempre legato a scambi reciproci dentro un rapporto dove si possa sempre dire:
- Ne valeva la pena.-
Ecco, per la mia famiglia io lo posso dire:
Ne valeva la pena.