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Andromeda4

Utente di lunga data
Ci sono dei modi di esprimersi di famiglia o dialettali che, allontanandosi da quel contesto linguistico, si rischia di interpretare male.
Ad esempio ho saputo che in certe zone del sud è d’uso chiedere “a chi appartieni?” Me lo ha raccontato un’amica con grande sentimento come di una cosa bella che fa sentire, anche chi vive lontano, di far sempre parte di una stirpe. Quasi una appartenenza tribale rassicurante. Per me sarebbe stata una domanda assurda e offensiva, perché non capisco nulla di quella cultura.
Forse anche nel “chi è stat?” può avere un significato positivo.
Sono cresciuta in Puglia, per il lavoro di mio padre (poi siamo tornati nella regione di origine), ma questa espressione non l' avevo mai sentita.
Il "chi è stato?" non riesco a vederlo positivo, tutt'altro. Colpevolizzante sicuramente.
 

danny

Utente di lunga data
Non intendevo certo fare a gara a chi soffre di più, non è una classifica, e non voglio neanche avallare questa assurda idea, tutta dei tempi attuali, che passare attraverso prove estreme renda migliori. Personalmente, sono arrabbiata, avvelenata. Ma è una reazione mia. E non migliora niente neanche questo. Sono arrabbiata, non sono forte di carattere. Forse la personalità mi aiuta un po', o la tigna. Non lo so. Ma quando sei stanco, non c'è niente che tenga.
E sono d'accordo con te!
L'altra sera non posso spiegare perché...
Ero incazzato nero.
Non ne puoi più di aver impiegato energie e di trovarti sempre lì, al punto in cui sei partito.
Che cosa vuoi provare d'altro se non rabbia?
E non sapevo nemmeno con chi e me la son presa con Dio. O chi ne fa le veci.
Perché non ammettere di essere arrabbiati?
E che cazzo!
 

Andromeda4

Utente di lunga data
E sono d'accordo con te!
L'altra sera non posso spiegare perché...
Ero incazzato nero.
Non ne puoi più di aver impiegato energie e di trovarti sempre lì, al punto in cui sei partito.
Che cosa vuoi provare d'altro se non rabbia?
E non sapevo nemmeno con chi e me la son presa con Dio. O chi ne fa le veci.
Perché non ammettere di essere arrabbiati?
E che cazzo!
Perciò non capisco questo voler vivere per forza a mille, fare i brillanti, urlare quando si arriva ad un appuntamento, dire un "buongiornooooooohhhhh" che lo sentono fino in Patagonia. Per far capire quanto siamo felici e contenti. Ma chi se ne frega.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sono cresciuta in Puglia, per il lavoro di mio padre (poi siamo tornati nella regione di origine), ma questa espressione non l' avevo mai sentita.
Il "chi è stato?" non riesco a vederlo positivo, tutt'altro. Colpevolizzante sicuramente.
Pensa che ho sentito quella spiegazione da una pugliese! Ma è una regione lunga che cambia anche il dialetto nelle diverse zone. Lei è in una zona di trulli.
Concettualmente “chi è stato?” perdonami, a me sembra una cosa un po’ primitiva che mette sempre qualcuno come causa, esclude la causalità.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Eh, non serve no.
Bella l'immagine che mi hai dato.
È davanti a me.
Non ne parlo mai con mio padre, si metterebbe a piangere già solo a sentirmi dire "sai che col nonno..." perché aveva una venerazione per lui. Ma la porto dentro di me quella scena, da sempre. E ogni tanto mi piace citarla.
 

danny

Utente di lunga data
Perché non avere un lavoro, almeno stabile, sembra uno stigma, per la maggior parte delle persone.
Sì, lo fu quando mia moglie lo perse, anni fa.
Lo è ancora per tanti.
La gente si sente migliore anche quando non ha merito.
E te lo sbatte in faccia, poi scopri che ha trovato lavoro grazie ad amici e parenti o intrallazzi vari.
C'è che di gente di merda ne trovi a iosa, di persone capaci di aiutarti, poche. A volte mai.
L'Hit Parade delle sfighe ovviamente non è mai il caso di farla: però dopo la rabbia bisogna trovare la soluzione. E non è facile da soli.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Pensa che ho sentito quella spiegazione da una pugliese! Ma è una regione lunga che cambia anche il dialetto nelle diverse zone. Lei è in una zona di trulli.
Concettualmente “chi è stato?” perdonami, a me sembra una cosa un po’ primitiva che mette sempre qualcuno come causa, esclude la causalità.
Mette al centro non l'evento, ma la persona. In negativo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Perciò non capisco questo voler vivere per forza a mille, fare i brillanti, urlare quando si arriva ad un appuntamento, dire un "buongiornooooooohhhhh" che lo sentono fino in Patagonia. Per far capire quanto siamo felici e contenti. Ma chi se ne frega.
Ecco. Io arrivo sempre al lavoro così. Capisco ora perché mi odiano/invidiano. Ma io sono davvero di buon umore. E non è che tutto vada sempre bene. Ma io traggo un vero piacere dalla vita. Mi commuovo per la nebbia del mattino, per dire 🤷🏻‍♀️
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Sì, lo fu quando mia moglie lo perse, anni fa.
Lo è ancora per tanti.
La gente si sente migliore anche quando non ha merito.
E te lo sbatte in faccia, poi scopri che ha trovato lavoro grazie ad amici e parenti o intrallazzi vari.
C'è che di gente di merda ne trovi a iosa, di persone capaci di aiutarti, poche. A volte mai.
L'Hit Parade delle sfighe ovviamente non è mai il caso di farla: però dopo la rabbia bisogna trovare la soluzione. E non è facile da soli.
Di vari tirocinanti nella Rsa in cui siamo stati per il corso, solo una ha iniziato a lavorare là. Contratti di un mese per un mese, ora rinnovati fino a fine novembre. Ha 21 anni. Parente di mezzo parente del caposala, di quale grado non si sa. Ma si sa che sono parenti. Se poi quel lavoro a lei piaccia davvero come millanta, non lo so. Può anche darsi. Ma, santo Dio, non è possibile che solo lei abbia avuto questo incarico, non è possibile che solo A LEI piaccia quel lavoro, e agli altri, a tutti noi, che non siamo stati chiamati (io solo per dieci giorni, e per una mansione, tra le tante, poi arrivederci e grazie), faccia schifo. Non è possibile che SOLO LEI si sia impegnata, noi quindi saremmo stati a grattarci tutto il tempo. Boh.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ecco. Io arrivo sempre al lavoro così. Capisco ora perché mi odiano/invidiano. Ma io sono davvero di buon umore. E non è che tutto vada sempre bene. Ma io traggo un vero piacere dalla vita. Mi commuovo per la nebbia del mattino, per dire 🤷🏻‍♀️
Ma commuoversi, figurati. Anzi, magari. Succede anche a me. Però è un sentimento intimo, o meglio, una reazione interiore. Il far vedere contentezza è ostentare. Io, più che altro, vorrei comportarmi come mi sento. Se non mi sento di urlare, non urlo. Bisogna per forza sembrare contenti della vita?
 

danny

Utente di lunga data
Perciò non capisco questo voler vivere per forza a mille, fare i brillanti, urlare quando si arriva ad un appuntamento, dire un "buongiornooooooohhhhh" che lo sentono fino in Patagonia. Per far capire quanto siamo felici e contenti. Ma chi se ne frega.
Ah non lo so.
Io adoro invece quando una persona si presenta come vera.
Però è molto raro che accada.
Vedi, dietro questo falso ottimismo e questa maschera di leggerezza ci possono essere problemi enormi, che si sa benissimo che non verrebbero accettati da nessuno.
Un mio conoscente è rimasto vedovo a 40 anni, con un figlio. Il suo continuo mettere in mostra il suo dolore ha allontanato tutti. Le donne devono misurarsi col fantasma della defunta e gli uomini non hanno voglia di impegnarsi a sostenere i suoi ricordi, i parenti se lo sono smollato e i conoscenti pensano sia uno psicopatico.
Invece è una persona che ha conosciuto la felicità e l'ha persa per sempre.
E non riesce a darsi pace.
Reagisce come può, ma il mondo lo accetterà solo se indosserà una maschera.
E questo è il destino di tanti di noi.
Dobbiamo essere quello che gli altri trovano accettabile.
C'era un video che girò mia figlia anni fa per la scuola. Una ragazza che si suicidava. I protagonisti erano 4. Una ragazza che buttava fuori il suo dolore. Mia figlia che l'ascoltava. Un ragazzo che la abbracciava. E un'altra amica che sorrideva ogni giorno a tutti.
Indovina chi muore?

Capisci quanto dobbiamo fingere spesso?
A volte non fa piacere essere visti veramente.
Pure qui, del resto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Di vari tirocinanti nella Rsa in cui siamo stati per il corso, solo una ha iniziato a lavorare là. Contratti di un mese per un mese, ora rinnovati fino a fine novembre. Ha 21 anni. Parente di mezzo parente del caposala, di quale grado non si sa. Ma si sa che sono parenti. Se poi quel lavoro a lei piaccia davvero come millanta, non lo so. Può anche darsi. Ma, santo Dio, non è possibile che solo lei abbia avuto questo incarico, non è possibile che solo A LEI piaccia quel lavoro, e agli altri, a tutti noi, che non siamo stati chiamati (io solo per dieci giorni, e per una mansione, tra le tante, poi arrivederci e grazie), faccia schifo. Non è possibile che SOLO LEI si sia impegnata, noi quindi saremmo stati a grattarci tutto il tempo. Boh.
Non hai la possibilità di trasferirti?
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ah non lo so.
Io adoro invece quando una persona si presenta come vera.
Però è molto raro che accada.
Vedi, dietro questo falso ottimismo e questa maschera di leggerezza ci possono essere problemi enormi, che si sa benissimo che non verrebbero accettati da nessuno.
Un mio conoscente è rimasto vedovo a 40 anni, con un figlio. Il suo continuo mettere in mostra il suo dolore ha allontanato tutti. Le donne devono misurarsi col fantasma della defunta e gli uomini non hanno voglia di impegnarsi a sostenere i suoi ricordi, i parenti se lo sono smollato e i conoscenti pensano sia uno psicopatico.
Invece è una persona che ha conosciuto la felicità e l'ha persa per sempre.
E non riesce a darsi pace.
Reagisce come può, ma il mondo lo accetterà solo se indosserà una maschera.
E questo è il destino di tanti di noi.
Dobbiamo essere quello che gli altri trovano accettabile.
C'era un video che girò mia figlia anni fa per la scuola. Una ragazza che si suicidava. I protagonisti erano 4. Una ragazza che buttava fuori il suo dolore. Mia figlia che l'ascoltava. Un ragazzo che la abbracciava. E un'altra amica che sorrideva ogni giorno a tutti.
Indovina chi muore?

Capisco quanto dobbiamo fingere?
Pure qui, del resto.
Bè, io al massimo non dico niente. Secondo me, ma sono io a sostenerlo, non è che sono scienza infusa, deve esserci dignità nel dolore. Non mi piacciono le prefiche, come non mi piacciono i brillantoni. Diciamo che le estremizzazioni da entrambi i lati le detesto. Preferisco non dire niente, stare per i fatti miei, se sto male. Ma neanche sorridere a prescindere fa per me.
Non so se riesco a spiegarmi.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Non hai la possibilità di trasferirti?
Di nuovo, dopo un trasloco traumatico, che mi costrinse a cambiare tutto quando si inizia a mettere le prime radici, non credo che lo farei. Solo se proprio proprio non ci fossero altre possibilità. E a quel punto sceglierei direttamente l'estero.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma commuoversi, figurati. Anzi, magari. Succede anche a me. Però è un sentimento intimo, o meglio, una reazione interiore. Il far vedere contentezza è ostentare. Io, più che altro, vorrei comportarmi come mi sento. Se non mi sento di urlare, non urlo. Bisogna per forza sembrare contenti della vita?
Ma no!
Solo che io poi sono di buon umore.
Io credo che sia un “funzionamento“. E il funzionamento dipenda da sostanze chimiche che produciamo. Se produco sostanze che mi fanno sentire serena, devo simulare malumore? Vedi che è la stessa cosa speculare?
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ma no!
Solo che io poi sono di buon umore.
Io credo che sia un “funzionamento“. E il funzionamento dipenda da sostanze chimiche che produciamo. Se produco sostanze che mi fanno sentire serena, devo simulare malumore? Vedi che è la stessa cosa speculare?
Appunto, tu le produci. Io no. @danny probabilmente neanche. E se non si producono, non si possono neanche inventare. E come tu non puoi simulare malumore, io non posso simulare buonumore. Siamo là.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Di nuovo, dopo un trasloco traumatico, che mi costrinse a cambiare tutto quando si inizia a mettere le prime radici, non credo che lo farei. Solo se proprio proprio non ci fossero altre possibilità. E a quel punto sceglierei direttamente l'estero.
Non ho idea di dove tu viva e da dove ti sia trasferita, ma se, nonostante la laurea, fai un corso per oss e poi non trovi lavoro, sono molto dispiaciuta per te e credo che in certe zone il lavoro lo troveresti.
 
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