Stai facendo un mischione, che, secondo me, crea una grossa confusione.
Alla fine, andando dietro a un ragionamento così, visto che i criteri morali e etici non sono oggettivi, ma al limite maggioritari, si crea il rischio che una maggioranza schiacci una minoranza, senza neppure porsi l'obiettivo di darsi criteri basati sul limite che sia meno impattante sulla libertà del singolo e più legato alla lesività oggettiva del comportamento.
In due passaggi, si torna alla criminalizzazione degli omosessuali o altro perché anormali. Bel passo avanti.
Non complichiamoci la vita e il ragionamento.
Ogni società si è data limiti e regole che sono diventate condivise attraverso legislazione, religioni e controllo sociale.
Io sostengo che senza regole e senza limiti anche interni, come le inibizioni, si crea disordine psichico e poi disgregazione sociale.
Il limite attuale è solo il consenso e un po’ di riservatezza. Il consenso salvaguarda i minori, ma anche l’età della maggior età si è abbassata nel tempo e ci sono proposte per abbassarla ulteriormente. (Tra l’altro è una cosa curiosa perché quando la maggiore età era di 21 anni, vi era il lavoro minorile, mentre ora il lavoro sembra inaccettabile per i giovanissimi. )
L’omosessualità c’è sempre stata e veniva considerata illegale solo in pochi paesi, ma prevalentemente solo quando intaccava la famiglia. Poi si è diffusa una leggenda di ostracismo che non c’è mai stato.
Non entriamo nel merito delle condotte particolari.
I limiti ci vogliono. Non possiamo vederli necessari solo se toccano le persone a cui vogliamo bene.
Poi c’è un discorso di manipolazione della opinione pubblica della cui aggressività e pervasività sono divenuta consapevole recentemente. Ma è un altro discorso.