4 ore sembrano tante a pensarci. Eppure è come se fossi stata da lui 20 minuti. E abbiamo parlato di altro anche.
E a quel punto ci siamo arrivati non so come. So solo che ad un certo punto gli ho detto che non sono in grado di scindere il sesso dall'amore. E che è una cosa che è successa così. Non avevo programmato nulla, è stato un rotolare in discesa. Non lo volevo ammettere nemmeno qui probabilmente. Tutto stava diventando troppo per me. Troppo presto, troppo veloce, troppo grande.
Ci sono state lacrime (sue) perchè gli ho detto che non me la sento più di vederlo.
Io non sono riuscita a piangere, fino a questo momento. Ho iniziato a sentire freddo dentro quando ha detto "sei una mia amica, sono attratto da te fisicamente, ma non c'è nient'altro. Non credo nell'amore, non credo nel dirsi cose senza avere la certezza di mantenerle, e dirti ora qualcosa sarebbe una presa in giro".
Non è uno stronzo, anzi. E' stato altamente corretto nei miei confronti, da subito. Sono io che mi sono illusa di poter arrivare oltre quello che lui diceva, oltre i limiti che lui (pensandoci ora) ha messo fin da subito.
Non sto bene adesso, non riesco a pensare ancora lucidamente a ieri sera, non voglio pensarci. Comunque ieri era la sera in cui ci saremmo salutati, perchè parte e sta via per più di dieci giorni.
Non mi ha cercata oggi. Mi ha scritto stanotte per chiedermi se ero arrivata a casa, e io gli ho risposto "e sapevo che in qualche modo avrei trovato la via del ritorno, poi ho sentito il battito del tuo cuore, eri anche tu nell'oscurità...perciò sono rimasta nell'oscurità con te" è il verso di una canzone che gli avevo detto mi ricordava lui.
Ora probabilmente sto scrivendo pensieri a caso, non ce la faccio a mettere in ordine le cose, a pensare a cosa mi ha detto o meno, a volte avevo l'impressione che stessimo dicendo la stessa cosa ma da due punti di vista diversi, a volte invece eravamo su pianeti diversi.
Ha ragione chi di voi dice che avrei dovuto mordermi la lingua, che non avrei dovuto parlarne ora, eppure anche lui mi ha detto "dovevi dirmelo, dovevi dirmi che ti stavi innamorando di me, ne avremmo parlato e non saremmo arrivati a dirci che non ci vedremo più..."
Mi ha chiesto quando mi sono accorta di essermi innamorata, gli ho detto che il pensiero di lui è un caos continuo, che passo tutto il giorno a pensare a lui, che impazzisco se non lo sento per 8 ore di seguito e inizio a chiedermi dov'è e cosa fa, e lui mi ha risposto che per lui è lo stesso, che anche lui pensa a me ogni attimo. E allora, dove sta la differenza? che io ho dato un nome a quello che sento, e lui no. A lui dare i nomi alle cose che prova non piace, e "innamorata" è una definizione. Per me le definizioni sono la mia coperta di Linus, mi fanno sentire sicura,per lui è il contrario, si sente stretto nelle definizioni e non ne vuole.
Ho rovinato tutto?
Si.
Ma indietro non si torna, ormai quello che c'era non torna come prima, lui ieri retrocedeva a velocità lampo, ed è questo che gli ho detto "non l'ho detto perchè avevo paura di spaventarti, non volevo perderti, non volevo che pensassi che volevo di più di più di più, ma sono così, con me è o tutto o niente, e se io me la sento di buttarmi perchè questa vita è corta e veloce allora mi butto, e fanculo se va male"...
E oggi mi manca. Mi manca e mi chiedo se mi sta pensando, o se mi ha chiusa fuori come alla fine mi merito perchè ho rovinato una cosa che era bellissima e forse lo sarebbe stata anche di più.
Ma io l'ho fatto entrare in casa mia e nel mio cuore e pensavo avesse un peso, e invece non ce l'ha, io sono come tutte le altre e non c'è nient'altro da dire. E ora che mi sento congelata e non riesco a piangere continuo a rivedere immagini di ieri e i suoi occhi e mi chiedo Cosa ho fatto?