In generale capisco e in parte condivido ciò che dici, ma perdonami, il neretto è proprio l'essenza del volersela raccontare.
Se un tradimento non viene scoperto, non fa male a nessuno, verissimo. Anzi, a volte fa pure bene, verissimo. Ma il traditore che trae un vantaggio personale dall'inganno di chi ha fiducia in lui, sa benissimo di comportarsi in modo pessimo.
Che poi ci siano mille diverse ragioni che possono predisporre al tradimento, alcune anche valide, non toglie che, in generale, ingannare non è un fatto neutro. In nessun settore. Sul lavoro o nelle amicizie, chi vorrebbe avere a che fare con una persona bugiarda, che sa mentire, che lavora nell'ombra, che non si fa scrupoli a ingannare gli altri, che dice una cosa e ne fa un'altra?
E chi se ne frega se il traditore non verrà mai scoperto. Le sue azioni sono concrete. Le sue decisioni hanno un impatto sulla realtà, non solo quando viene scoperto. Se inganni, lo fai per davvero. Se racconti menzogne con la naturalezza di un bambino per pararti il culo, potrai farlo in qualunque contesto. E le persone doppie danno fastidio, non piacciono a nessuno.
Ma mi rendo conto che sia molto più facile costruirsi una filosofia di comodo che punti dritta all'autoassoluzione ad ogni costo. Finché non mi beccano, che male faccio? Godo e mi diverto.
Si tratta di un ragionamento molto diffuso, poco originale, che si concretizza nel tipico atteggiamento leggero e autocompiaciuto del traditore felice di esserlo.