C'è da dire che, a differenza del reale, nell'internet è più facile lasciare "bricioline" che poi bastano pochi incroci per svelare una identità.
Ma la questione non è secondo me nella sicurezza. Che non esiste nè nel reale nè nel virtuale.
Io la vedo, la questione intendo, nella percezione del virtuale. Che viene considerato "separato" dal reale fino a che non si incontrano i "corpi".
E per sua costituzione, non solo funzionale, ma anche di setting tende a diventare illusoria se non ci si pensa.
Il virtuale è un black mirror. Si scrive fondamentalmente a se stessi. Con una libertà, essendo soli con se stessi davanti ad una tastiera, che in una relazione completa (e per completa intendo completa di tutti i piani della comunicazione) non ci si concede.
In una relazione "reale" si è costantemente in feed back con l'altro. Si raccolgono una miriade di informazioni, anche inconsciamente. Dall'espressione degli occhi, alla postura del corpo durante l'ascolto, alla vicinanza e alle sensazioni a pelle che derivano dal trovarsi de visu.
In una relazione "virtuale" il feed back è con la propria interiorità. Non c'è possibilità di raccogliere alcuna informazione sull'altro, se non facendo fede allo scritto. Che viene comunque interpretato totalmente secondo le nostre personali strutture di interpretazione.
L'altro ce lo si immagina, e di solito a propria immagine.
Quando si scrive si è di solito seduti comodi, in un ambiente intimo e conosciuto, senza troppi distraenti. E si tende ad immaginare l'altro in una situazione simile.
Il contesto è quasi del tutto creato dagli immaginari che ci si costruisce mano a mano durante lo scambio.
Paradossalmente l'altro potrebbe essere seduto sul cesso mentre fa la cacca, ma raramente lo si immagina così
L'intimità è fondamentalmente con se stessi. E si abbassano le attenzioni.
Tenendo a dimenticare che tutto quello che si mette nel black mirror, nel black mirror rimarrà...disponibile a tutti e praticamente per sempre. E sempre rintracciabile seguendo gli incroci giusti.
L'essere in intimità con se stessi, favorisce le "confessioni" e i "segreti".
E' un aspetto interessante questo...che da un lato permette di metter fuori con minor sforzo sentendosi protetti nel proprio bozzolo (un po' come quelli che qui si raccontano più di come si racconterebbero fuori, mettendo nel virtuale ciò che nel real life non si sa sostenere) dall'altro mette in condizione di esporsi con minore prudenza. Con quello che ne consegue, anche in termini di uso delle "fragilità".
L'altra illusione è che tendenzialmente si pensa che ciò che accade nell'internet resterà nell'internet...mentre invece sono due mondi che si intersecano. Basti pensare ai conti bancari, per dire...
Di mio sono attenta. E metto nell'internet esattamente quello che metterei fuori, in real world. L'internet, il forum in particolare (e non mi riferisco a questo ma ai forum come modalità comunicativa) hanno per me sempre avuto una funzione di "rielaborazione". Ossia quello che è nell'internet è anche in real life.
Se in real life non so mettere quello che avrei il desiderio di mettere qui, mi fermo e ci ragiono.
C'è una differenza fondamentale, secondo me, fra l'internet e il reale...che se nel reale uno mi viene sotto e mi vuol dare un pugno lo vedo arrivare. E ho del tempo per decidere come agire.
Nel virtuale il tempo è "schiacciato", tutto accade in tempo reale, e molto più velocemente in termini percettivi, perchè non ci sono avvisaglie che in real life potrei cogliere con quel famoso 80% di comunicazione che nell'internet non c'è.
Quindi non penso che ci siano molte differenze fra dentro e fuori l'internet in termini di controllo. Non si possono controllare le azioni altrui nè in un posto nè nell'altro.
La sicurezza non esiste. Nè in un posto nè nell'altro.
Ma nel virtuale, per quello che ho scritto e per una altra miriade di fattori, fra cui la conoscenza del funzionamento della rete (e non è roba da poco, visto che si è tendenzialmente utonti in termini tecnici), si tende a finire per abbassare le attenzioni e le prudenze che invece in real life si attivano quasi di default quando si esce di casa e si sente intorno a sè l'energia degli altri che ci circonda.
Non tener conto di questi aspetti, secondo me espone a tutta una serie di rischi di cui sarebbe bene tener invece conto.
Non penso che disconnettersi possa portare a qualcosa. Se non a ritagliarsi uno spazio di respiro e di riflessione. E a calibrare meglio, se necessario, il proprio uso dello strumento.
I forum secondo me, a differenza dei social, hanno il pregio di permettere di creare una piazza virtuale in cui le persone hanno la possibilità di incontrarsi, scontrarsi, imparare, etc etc...e purtroppo stanno fra l'altro perdendo la loro funzione...che spesso io li vedo utilizzati più faisbuc che come forum.
E tutto questo si lega anche al discorso che si era aperto sulla considerazione delle diverse sensibilità e sulla consapevolezza che questo è un black mirror. Ognuno parla con se stesso e con le proprie proiezioni che diventano bites sullo schermo sotto forma di nick.
I fuori di testa sono equamente divisi in tutto il globo..l'internet permette di incontrarne di più, anche solo per una questione numerica e di possibilità di incontro.
Credo sia responsabilità individuale saper usare questo strumento. Per non finire usati dallo strumento stesso. (e qui si aprirebbe un ot infinito sul rapporto uomo-macchine).
Sia chiaro, assumersi la responsabilità dei propri comportamenti nell'internet non significa togliere agli altri fruitori le proprie e men che meno colpevolizzarsi.
Un fuori di testa è un fuori di testa. Ed è pericoloso nell'internet come nel reale.
E nell'internet come nel reale io credo sia importante metter distanza da chi ha comportamenti da fuori di testa.
E tutelarsi.
Spero di essermi spiegata...e che non ne escano letture di colpevolizzazione, che non sono nelle mie intenzioni.
Ma penso che di fronte a situazioni di questo genere, che sono fatti e già accaduti, una posizione interessante sia quella di imparare e arricchirsi comunque.