La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.
- M. K. "Mahatma" Gandhi (1869-1948)
Venerdì sera ero in autostrada ad un certo punto ho notato a lato della corsia di emergenza una palletta bianca e guardando meglio mi sono accorta che era un gattino.
Non riuscivo a fermarmi, e non mi sembrava il caso di usare la corsia di emergenza in retromarcia, così sono uscita alla prima uscita, ho ripreso l'autostrada, sono uscita all'uscita che avevo appena passato prima di vedere la palletta, sono rientrata e quando sono ri-arrivata al punto in cui avevo visto la palletta, l'ho rivisto. Così mi sono fermata, sono scesa e sono andata verso quello che era un gattino. Raggomitolato su se stesso e immobile.
Quando mi ha vista ha fatto per risalire lungo l'argine che costeggia l'autostrada.
Gli sono andata dietro con l'intenzione di spingerlo oltre la rete nella campagna.
Arrivato vicino alla rete, io ero ancora a metà argine, si è messo a miagolare.
Conosco abbastanza i gatti da riconoscere quel modo di miagolare, che vuol dire
"sono qui!!! vieni!!!"
Mi è venuto incontro non appena sono sbucata sull'argine, smiagolando e strusciandosi contro le mie gambe. L'ho preso e l'ho messo al di là della rete...non molto convinta in realtà.
Non ci sono case vicine in quel tratto, è aperta campagna.
Ha deciso lui per me. Ha riscavalcato la rete e mi si è di nuovo letteralmente lanciato contro le gambe.
L'ho preso, l'ho caricato in macchina (maledicendomi per non avere il trasportino) e l'ho messo nel baule.
Siamo ripartiti. Se ne è stato buono buono per un centinaio di km, fino a che non siamo arrivati a destinazione.
Lì, me lo sono ripreso in braccio e l'ho portato in casa.
(cosa da non fare. Nè trasportare un gatto libero in macchina, in particolare un gatto sconosciuto nè prenderselo in braccio per trasportarlo da un parcheggio fino in casa. Rischi graffi, morsi, e deliri associati).
Fatto sta che invece questo micino si è lasciato fare e ha cercato coccole (e cibo) con semplicità.
Il giorno successivo, visto che vedevo che c'era qualcosa che non andava, l'ho portato da un veterinario.
Fecaloma. (io pensavo ad un inizio di prolasso anale).
Liberato manualmente (e anche qui mi sono stupita del coraggio con cui questa creaturina si è lasciato fare da mani sconosciute, una manovra che fra l'altro è anche parecchio dolorosa, resa ancor più dolorosa dalle sue condizioni)
La manovra è andata bene.
Telefonando a destra e a manca, sono riuscita a trovargli una famiglia. Lo porterò fra non molto.
Il veterinario è stato veramente gentile...sia perchè mi ha dato alcuni farmaci da dargli in questi giorni per aiutarlo a regolarizzarsi, sia perchè mi ha fatto un super sconto.
Questa è una cosa che devo riconoscere a praticamente tutti i veterinari che ho incontrato raccogliendo randagi (da cani a gatti a conigli).
Super veloci le volontarie Enpa e anche di qualche altra struttura che quando le ho chiamate spiegando la situazione, ossia che io non potevo tenerlo neanche in stallo in attesa di una sistemazione, già ieri sera hanno trovato una balia umana.
Balia che, grazie al tam tam fra persone, rimarrà libera per qualche altro randagio, perchè questo gattino ha già una famiglia.
E quindi un grazie alle persone che non restano indifferenti.
Lui è qui, in braccio che si coccola e fa le fusa.
Come ogni volta mi stupisco della velocità con cui il corpo ripara se stesso...non sanguina praticamente più, è bastata qualche applicazione di gentalin, il pelo sta tornando lucido ed in ordine e lui si lava coscienzioso mettendo ordine nei peletti sparati tipici dei cuccioli. Non ha più di quattro mesi.
So già che mi spiacerà, come al solito, lasciarlo andare.
Mi è più difficile fidarmi degli umani che degli animali. E so che verificherò l'effettiva capacità di questi umani nel prendersi cura di lui.
Però...di lieti fine di questo genere ne ho visti parecchi.
Ho visto altrettante volte morire per incuria, disattenzione, indifferenza...persone che si prendono animali per fare felici i loro bambini...e che poi, finito l'entusiasmo e scoperto l'impegno li abbandonano.
Anche piuttosto schizzati. Perchè la vita di un animale con un bambino che non viene educato all'animale non è agevole.
Questi sono quelli che mi fanno incazzare di più in assoluto. Perchè non solo il loro gesto è vigliacco e cattivo. Ma insegnano concretamente ai loro figli la cattiveria, l'incuria, il non mantenere gli impegni la non vergogna.
Lasciano dietro di loro una scia di inciviltà. Come bava di lumache. Solo che la bava delle lumache ha usi anche terapeutici.
La mia gatta, abbandonata dalla famiglia che l'aveva presa, ci ha messo più di due anni a smettere di sobbalzare ai gridolini dei bambini. E altrettanti a fidarsi abbastanza di me per venirmi in braccio e rilassarsi.
Come lei molti altri.
Magari presi perchè belli, affascinanti, esostici....penso alla situazione dei lupi cecoslovacchi, presi per moda, e poi mollati in canile perchè ingestibili.
Io prenderei a calci nei denti gli umani che condannano ad una vita in gabbia una bestia come il lupo cecoslovacco. E sarebbero solo calci perchè di più non posso fare.
Lo stesso per i molossi e i vari incroci. E per tutti quelle bestiole che una volta persa la fluffosità del cucciolo, perdono il loro fascino e vengono tratti come sacchi vuoti. (vuoti dalle proiezioni di chi li ha presi in quel modo).
Il traffico di cuccioli, stipati nei bauli e trasportati per centinai di km, alcuni durante il viaggio muoiono e restano lì, in attesa di essere presi e buttati come immondizia a fine viaggio.
Che porterà i sopravvissuti, spesso tolti prima di aver finito lo svezzamento, nelle vetrine dei negozi dei centri commerciali, o dei negozietti sulle vie dello shopping della domenica.
Questo per citare alcune situazioni, senza neanche riuscire a sfiorare la punta dell'iceberg di una situazione che io trovo veramente vergognosa.
Ecco...una riflessione della domenica.
E mi sento piuttosto amara nei confronti di chi usa gli animali come fossero peluche. Merce.
E' uno dei motivi per cui non ho grande fiducia nella razza umana. Uno dei tanti.