Rispetto la tua opinione, che non ritengo corretta, quanto al sottofondo rancoroso. Le mie azioni parlano per me e non devo renderne conto qui.
Con la mia (ex) moglie ho chiuso da un quarto di secolo, pensa un po'. Mi sono separato, non appena lei mi ha detto che voleva restare con l'amante e non tornare con me. Tra l'altro, mi aveva tradito da fidanzati ed avevo perdonato. E ci siamo sposati, su sua insistenza.
Non ho chiesto la separazione per colpa, anche se avevo le prove, ma ho fatto una consensuale. Perché fosse libera di fare quello che voleva. Ho precisato pure che le prove raccolte le ho addirittura bruciate nel caminetto.
Quando volto pagina nella vita, lo faccio davvero, non a chiacchiere.
Da separato, ho avuto diverse altre relazioni e sto con una compagna da oltre venti anni.
L'ho pure tradita con una donna più giovane di oltre venti anni (anche se era discutibile che fosse un vero e proprio tradimento, visto che ci eravamo lasciati). Per la seconda volta nella mia vita (la prima con mia moglie, dopo la separazione quando mi ha chiesto di tornare a casa) ho privilegiato il rapporto stabile, ho chiuso io la relazione in corso (mai parallela) per tornare insieme.
Se hai letto bene, mia moglie ha combinato un sacco di guai dopo che ci siamo definitivamente lasciati e, nel corso degli anni, mi ha fatto dannare per salvaguardare nostra figlia (e lei) dalle conseguenze del suo agire. Forse sarei pure giustificato se le portassi rancore. Ma di cosa ? La nostra storia sentimentale è seppellita da una vita, manco mi ricordo il nome dell'amante.
E mi sono adoperato per garantirle una vecchiaia tranquilla, anche se dovessi venir meno domani. Avrà lei una pensione di riversibilità dignitosa, con un tetto sulla testa garantito (che non potrà vendersi).
Ci sentiamo anche spesso, quasi sempre è lei che mi cerca per risolvere i suoi problemi. Prima me li faceva sapere attraverso nostra figlia. So che lei avrebbe voluto che tornassimo insieme.
Io umanamente non ce l'ho fatta, ho preferito la chiarezza alla confusione dei pentimenti a ripetizione. O di qua o di là.
Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti i suoi parenti, nel corso di tutti gli anni dopo la separazione.
Non mi sento un mostro.
Poi, ognuno ha il diritto di pensarla come crede, in tema di tradimenti.
Ci mancherebbe.
Però, leggo nel tuo intervento una sorta di integralismo religioso intransigente, che sei libera di professare come credi, ma mai di imporre.
Non ti è venuto in mente che potrei essere di un'altra fede religiosa o libero pensatore, hai dato per scontato quello che ti consente di svolgere le tue argomentazioni, in una forma che - permettimi l'ardire - assomiglia parecchio alle prediche, pure insistite.
Non è questa la sede, qui si discute e, ti piaccia o no, tutte le tesi sono esprimibili e possono essere criticate. Esiste la libertà di non perdonare, ad esempio, specie quando i tradimenti hanno certe connotazioni.
Dopo di ché, ciascuno si può convincere o rimanere della sua opinione.