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Mi unisco anche io... Giuma come va?

Ehm... non per ripetere la bagarre passata, ma Conte, sai dirci se sta bene?
Più sentita...
Manderò in missione biondina, per queste cose lei è speciale...sa come fare.
Domani faccio...
 

minnie

Utente di lunga data
Più sentita...
Manderò in missione biondina, per queste cose lei è speciale...sa come fare.
Domani faccio...
Grazie mille Conte. Quando sta un pò senza scrivere, mi vien paura che suo marito sia andato di matto e le abbia fatto del male. Soprattutto ora con 'sta storia del processo. E se non sbaglio doveva mandargli pure la lettera dell'avvocato. Speriamo stia bene...
 

Nausicaa

sfdcef
Grazie mille Conte. Quando sta un pò senza scrivere, mi vien paura che suo marito sia andato di matto e le abbia fatto del male. Soprattutto ora con 'sta storia del processo. E se non sbaglio doveva mandargli pure la lettera dell'avvocato. Speriamo stia bene...

Io piuttosto penso che gli abbia dato un'altra possibilità... che gli sia andata in "aiuto".....
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Io piuttosto penso che gli abbia dato un'altra possibilità... che gli sia andata in "aiuto".....


:unhappy::unhappy::unhappy::unhappy::unhappy:...........

Ok, dai, non facciamo per forza i pessimisti........ Ci provo, almeno. :eek:
 

minnie

Utente di lunga data
... dite? spero di no.
Ieri ho sentito l'ultimo singolo di Carmen Consoli, "guarda l'alba".
So che è solo una canzone, ma quando sono demotivata me la riascolto.
E consiglio anche a Giuma di farlo.
 

oceansize

Utente di lunga data
qualsiasi sia il motivo per cui non scrivi Giuma, sappi che noi ti sosteniamo, e non avere mai paura o vergogna di aprirti ok?

noi qui ti si vuole solo aiutare, non giudicare, ricordalo sempre.

il lavoro grosso purtroppo lo devi fare tu e sei in una situazione davvero difficile, quindi già solo per il fatto che la devi affrontare da sola hai tutto il nostro appoggio e la nostra ammirazione.

fatti viva se puoi ok?
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
qualsiasi sia il motivo per cui non scrivi Giuma, sappi che noi ti sosteniamo, e non avere mai paura o vergogna di aprirti ok?

noi qui ti si vuole solo aiutare, non giudicare, ricordalo sempre.

il lavoro grosso purtroppo lo devi fare tu e sei in una situazione davvero difficile, quindi già solo per il fatto che la devi affrontare da sola hai tutto il nostro appoggio e la nostra ammirazione.

fatti viva se puoi ok?

Mi aggrego. Fatti sentire
 
Sentita...manca solo il tempo di stare sul forum...situazione complessa...ma la ragazza sta lavorando molto. Mando avanti biondina.
 

Nausicaa

sfdcef
Saremo forse troppo insistenti, ma... si sa come sta Giuma?
 

Mari'

Utente di lunga data
Mah...lei ha il mio numero.
Se non mi chiama, vuol dire che sta bene no?
Non diamo, cazzo, l'idea che siamo qui per sapere i suoi affari eh?

Platone insegna molte cose qui.
Ha ragione provato sulla mia pelle.

1 [514 a] – In séguito, continuai, paragona la nostra natura, per ciò che riguarda educazione e mancanza di educazione, a un’immagine come questa. Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sí da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d’un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. – Vedo, rispose. – Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine, e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno, in qualunque modo lavorate; e, come è naturale, alcuni portatori parlano, altri tacciono. – Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigionieri. – Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? – E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il capo per tutta la vita? – E per gli oggetti trasportati non è lo stesso? – Sicuramente. – Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? – Per forza. – E se la prigione avesse pure un’eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudicherebbero diversa da quella dell’ombra che passa? – Io no, per Zeus!, [c] rispose. – Per tali persone insomma, feci io, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artificiali. – Per forza, ammise. – Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dall’incoscienza. Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cosí facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di senso, ma che ora, essendo piú vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi piú essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piú vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso? – Certo, rispose.

2 [e] – E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? e non li giudicherebbe realmente piú chiari di quelli che gli fossero mostrati? – È cosí, rispose. – Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lí a forza, su per l’ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffrirebbe e non s’irriterebbe [516 a] di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. – Non potrebbe, certo, rispose, almeno all’improvviso. – Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell’acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piú facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole. – Come no? – Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. – Per forza, disse. – Dopo di che, parlando del sole, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere [c] causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano. – È chiaro, rispose, che con simili esperienze concluderà cosí. – E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? – Certo. – Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse piú acuto nell’osservare gli oggetti che passavano e piú [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e preferirebbe “altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza”, e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? – Cosí penso anch’io, rispose; [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo. – Rifletti ora anche su quest’altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all’improvviso dal sole? – Sí, certo, rispose. – E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l’abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose. [...]
 

Nausicaa

sfdcef
Quando sto male, spesso non chiamo i miei amici.
Mi sembra di rompere, di pesare, con le mie lamentele e i miei pianti.
Penso a loro che hanno le loro vite, le loro gioie e i loro problemi.
E non chiamo.
Me li tengo cari nel cuore, non li voglio perdere, non voglio che pensino male di me, e non chiamo.

Quando una amica mi cerca, mi si riempie il cuore.
Quando io cerco una amica che non sento da tempo, e scopro magari che aveva bisogno di me, sento che pure lei si illumina. Non ero da sola, quindi! Hai pensato a me, eri con me anche se non ti sentivo!

Secondo me è bello.
A me piacerebbe che Giuma scrivesse anche solo per discutere della giusta quantità di zucchero nella marmellata di ribes.

Conte, non è pettegolezzo, non è voler sapere i fatti suoi, è voler sapere se sta bene.
 
Quando sto male, spesso non chiamo i miei amici.
Mi sembra di rompere, di pesare, con le mie lamentele e i miei pianti.
Penso a loro che hanno le loro vite, le loro gioie e i loro problemi.
E non chiamo.
Me li tengo cari nel cuore, non li voglio perdere, non voglio che pensino male di me, e non chiamo.

Quando una amica mi cerca, mi si riempie il cuore.
Quando io cerco una amica che non sento da tempo, e scopro magari che aveva bisogno di me, sento che pure lei si illumina. Non ero da sola, quindi! Hai pensato a me, eri con me anche se non ti sentivo!

Secondo me è bello.
A me piacerebbe che Giuma scrivesse anche solo per discutere della giusta quantità di zucchero nella marmellata di ribes.

Conte, non è pettegolezzo, non è voler sapere i fatti suoi, è voler sapere se sta bene.
Ok...dato che tu chiedi in questo modo gentile...provvederò.
Conosco benissimo questa sensazione che descrivi.
Essa parte penso dalla mia adolescenza.
A 15 anni ero il re delle feste, e tutti mi adoravano, in classe non potevo alzare la mano che già tutti ridevano, dentro di me dicevo..." Finchè avrò energia per tener banco, tutti mi ameranno!". Poi a 16 anni ricevetti il mio primo grande dispiacere, e mi chiusi a riccio, divenni improvvisamente taciturno e malinconico. Chiesi aiuto. Ma mi sentii rispondere..." Figuriamoci come è possibile che tu che fai sempre ridere tutti, ora sia triste?"...e l'altra risposta fu..." Sei sceso dal palco, non ci fai più ridere, non ci servi più".

Ma su una cosa io ti do ragione.
Io non capisco gli altri.
E' vero.

Poi cazzo com'è la storia?
DENIM? Se io mi abbasso a mostrare il mio tallone d'Achille cosa capita?
Ho comprensione e aiuto?
No, casomai mi viene detto che sono un bambino capriccioso.
Ecco perchè ad esempio la Matra è fondamentale per me.
Con lei ho solo imparato a rinforzare il mio carattere.
 

Nausicaa

sfdcef
Ok...dato che tu chiedi in questo modo gentile...provvederò.
Conosco benissimo questa sensazione che descrivi.
Essa parte penso dalla mia adolescenza.
A 15 anni ero il re delle feste, e tutti mi adoravano, in classe non potevo alzare la mano che già tutti ridevano, dentro di me dicevo..." Finchè avrò energia per tener banco, tutti mi ameranno!". Poi a 16 anni ricevetti il mio primo grande dispiacere, e mi chiusi a riccio, divenni improvvisamente taciturno e malinconico. Chiesi aiuto. Ma mi sentii rispondere..." Figuriamoci come è possibile che tu che fai sempre ridere tutti, ora sia triste?"...e l'altra risposta fu..." Sei sceso dal palco, non ci fai più ridere, non ci servi più".

Ma su una cosa io ti do ragione.
Io non capisco gli altri.
E' vero.

Poi cazzo com'è la storia?
DENIM? Se io mi abbasso a mostrare il mio tallone d'Achille cosa capita?
Ho comprensione e aiuto?
No, casomai mi viene detto che sono un bambino capriccioso.
Ecco perchè ad esempio la Matra è fondamentale per me.
Con lei ho solo imparato a rinforzare il mio carattere.

Secondo me... tendi a non capire gli altri perchè parti a razzo per tutto, su tutto. Sei passionale ed istintivo. Quando cerchi di capire, capisci. E se non capisci, accetti. E questo è molto bello.

Capisco benissimo la storia di quello sempre allegro, che quando ha bisogno di una mano non trova nessuno. Come è possibile che tu stia male? Che diritto hai di stare male?

Cmq, non serve che tu provveda a nulla. Giuma qua legge, sa che pensiamo a lei. Questo per me è l'importante. Marì ha scritto che entra ancora qua, quindi immagino legga. Non voglio sapere i fatti suoi -oddio, sì, lo vorrei sapere- mi interessa che sappia che se vuole, noi ci siamo.

Dipende dalla persona cui mostri il tuo tallone d'Achille.
Comunque, rinforzare il carattere fa sempre bene. Basta che il rinforzo venga da dentro, e non si tratti di corazze impermeabili dietro le quali si trova morbida gelatina.

E secondo me, tu non sei così.
 
Stato
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