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Old Airforever
Guest
Molti traditori puntano molto sul fatto di essere sinceri. Un po' come dire: "Si, ti ho tradito/a ma...hai visto che sono una persona perbene in quanto sono stato/a con te sincero/a"...quasi come se la malsana azione venisse "cancellata" in quanto seguita da una sana azione quale la sincerità.Mi domando come faccia chi tradisce a convivere con il senso di colpa.
Ovviamente non parlo dei traditori abituali, o di chi vive vere e proprie storie parallele, presumo che questi ultimi non lo provino affatto o, se mai l'hanno provato, abbiano imparato ad ignorarlo.
Parlo di chi tradisce e lo confessa, segno evidente che la coscienza rifiuta un comportamento simile e induce a portarlo in superficie per sottoporlo al giudizio di chi ne è stato ignaro oggetto, in modo da ottenere l'assoluzione o la condanna che, in ogni caso, metteranno fine ad una insopportabile lotta interiore.
Qualora alla confessione segua la condanna, mi chiedo come - al di là del sollievo temporaneo di essersi comunque riallineati con la propria coscienza - ci si possa autoassolvere, non portare comunque a lungo, magari sotto forma di rimpianto, il peso di un'azione che ha portato alla perdita affettiva.
Airforever