Mentre piangevano, io sorridevo

white74

Utente di lunga data
Io ho capito che non lo saprò mai. Pertanto non mi interrogo, nella speranza di saperlo dopo. Ma temo che non accadrà.
È tutto spiegabile con la scienza, ma non ci siamo ancora arrivati, e forse non ci arriveremo mai.
La filosofia può essere interessante per avere il metro di quanto gli uomini siano in grado di arzigogolare.
La religione è stata creata essenzialmente per due motivi:
-spiegare cose non spiegabili perché l’uomo ha bisogno di confini
-far passare regole che difficilmente sarebbero passate e accettate.
questa la mia umilissima idea riassunta sulla faccenda.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Intanto auguri di buona guarigione anche dagli strascichi.
Esiste la filosofia che si interroga su questi argomenti.
Tu davvero vuoi trovare risposte teologiche?
O vuoi cercare il senso della tua vita?

Lo trovi nelle emozioni?
Soprattutto, lo vuoi trovare qui??
 
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Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
Il senso della vita lo cerchi solo quando la vita comincia a non averne più.
E ci sono dei momenti in cui questo accade, e ti interroghi su come sia opportuno reagire.
Il senso della vita è esattamente questo, alla fine:
Reagire.
Alla morte.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

Nicky

Utente di lunga data
Ma è la filosofia del nostro tempo (funzionale al sistema) vedere la vita come una sequenza di emozioni.
Le emozioni fanno vendere (anche apprendere, a dire il vero, ma interessa meno).
Però, il punto su cuoi ponevo l'accento è che mi sembra che Dissapear sembra pensare di poter provare emozioni solo in condizioni estreme.
Poi, certo, anche io non riesco a essere appagata senza sforzarmi di dare un significato a quello che faccio, vedendo solo una sequenza di esperienze e emozioni slegate, ma è un altro discorso ancora.
 

Dissapear

Utente di lunga data
Intanto auguri di buona guarigione anche dagli strascichi.
Esiste la filosofia che si interroga su questi argomenti.
Tu davvero vuoi trovare risposte teologiche?
Oppure vuoi cercare il senso della tua vita?
Lo trovi nelle emozioni?
Mi affascina sentire il parere degli altri. È così bello sentire idee differenti. Ho posto le stesse domande ai miei amici e abbiamo parlato di questo tema per serate intere, tutti con idee differenti. Lo trovo stimolante.
Il senso della vita io non l’ho capito. La mia percezione è che siamo dei criceti che corrono su una ruota, ma non si sa dove possa portare questa ruota. Perché mi devo arrovellare il cervello, sbattermi a più non posso per avere una vita gradevole, se non riesco nemmeno a capire il senso di tale vita? Le emozioni mi fanno sentire vivo più che mai.
Io penso che il buon dio ha dato la vita a tutti
Ma è ns dovere tenerla
Onestamente leggere il tuo post mi ha fatto piangere
Di nuovo
Ho una ferita troppo recente per leggere certe leggerezze
Almeno hai la decenza di correre in moto in un vircuito
Se vuoi capire di più della vita vai a fare 4 chiacchere con i miei amici che a giugno hanno perso un figlio per un incidente in moto
(Dove lui aveva ragione e non stava andando forte)
Onestamente hai bisogno di essere seguito seriamente da uno bravo
Hai idea se dovessi morire il dolore che daresti ai tuoi genitori?
Sicuramente sei morto mentre facevi una cosa che ti piaceva e non in guerra...magari sarà una minima consolazione per i tuoi
Magari...
Guarda, mi spiace per ciò che hai vissuto e per il fatto che tu abbia pensato che io affronti il tema con leggerezza. Mi son posto questo dubbio pure io, ma la mia psicologa (molto brava) mi ha fatto capire che non è leggerezza, ma crudo e pura consapevolezza. Ho 34 anni, ho già perso una delle persone a me più care, so cosa si prova a soffrire. Ma sai anche cosa ho visto e vissuto con i miei occhi? Vedere infelice una persona che ami, fa più male della morte stessa e porta a conseguenza tragiche. Per un bel periodo ho avuto solo la moto da pista solo da poco son tornato a girare in pubblica, ma vado piano. Li chiamo giro panoramici. Io amo la pista e per me è importante non far del male a nessuno. Ma non posso snaturarmi per paura di ferire le persone che amo, ferirei in modo atroce me stesso.
E allora perché non si è sentito amato può arrogarsi questo diritto?
Avrà degli amici
Io ho visto il dolore nei ragazzi al funerale di luca (nome di fantasia)
Il dolore sul volto degli insegnanti
Sul volto della gente al cimitero
Anche adesso...chi passa per un saluto sulla sua tomba una lacrimuccia la fa scendere...
Recentemente ho perso un amico (non intimo) che si chiamava proprio Luca, lui più di tutti mi capiva. È morto in moto, fa male, malissimo, ma un po’ rasserena (fammi passare il termine) sapere che lui se ne andato facendo ciò che più amava. Il dolore l’ho visto pure io negli occhi dei genitori, amici, fidanzata e anche nei miei. Ciò non toglie che vivere una vita infelice per preservare tale vita, si puo’ realmente definire “vivere”?
Non conosco la tua storia di vita ma non preoccuparti, non sei l'unico a porsi certe domande, non voglio arrogarmi risposte dove l'umanità in millenni di sforzi intellettuali non ne è venuta a capo, si è tanto filosofeggiato a riguardo, posso solo darti risposte... le stesse che ho dato a me stesso forse sbagliando.. chissà! Dico semplicemente che: La vita va vissuta, in tutta la sua interezza "io esisto quindi vivo". E alla domanda del senso della nostra esistenza, rispondo: Non abbiamo un senso, perchè già viviamo, esistiamo, bisogna solo dare il giusto valore alla nostra esistenza, se non ti basta come risposta, pensa al vuoto di chi non ha "esistito" o addirittura chi ha messo fine volutamente alla propria esistenza.
È una risposta che mi piace la tua, molto più criptica di quel che puo’ sembrare a primo impatto. Ci ragionerò su ciò che hai scritto. Sull’ultima parte so cosa si prova a perdere qualcuno in quel modo.
Soprattutto, lo vuoi trovare qui??
Son pareri. Ognuno di voi è libero di esprimersi se ne ha voglia
Le emozioni fanno vendere (anche apprendere, a dire il vero, ma interessa meno).
Però, il punto su cuoi ponevo l'accento è che mi sembra che Dissapear sembra pensare di poter provare emozioni solo in condizioni estreme.
Poi, certo, anche io non riesco a essere appagata senza sforzarmi di dare un significato a quello che faccio, vedendo solo una sequenza di esperienze e emozioni slegate, ma è un altro discorso ancora.
Nemmeno amare mi fa emozionare come andare in moto in pista. Non posso descriverlo, non ne sono in grado. Ma come ho detto poco sopra, mi sento come un criceto. Certo la mia ruota e agghindata bene, è ospitale, ma non cambia il fatto che mi sento così. Mi guardo allo specchio, mi pongo tante domande, mi metto in discussione e cerco di migliorarmi giorno dopo giorno. Di mia spontanea volontà ho iniziato un percorso con una psicologa, ma non ne vengo a capo. Non sto dicendo che ho una brutta vita, né che sono infelice, ma semplicemente ho la sensazione di sbattermi per il nulla cosmico.
Per esprimere meglio ciò che provo: La mia ex mi ha tradito, c’erano problemi di coppia e via dicendo. Ha avuto tutto il diritto di mollarmi etc. Aveva le sue ottime ragioni, ma ad oggi, se io fossi assieme ancora a lei, non son così sicuro che mi arrabbierei per un eventuale tradimento, cosa che invece ho fatto mesi fa. Ma sai perché? Perché penso che un tradimento sia una baggianata. Mi hai tradito? E allora? Cosa cambia? Tanto siamo esseri che corrono e si agghindano senza manco sapere quale sia lo scopo della vita. C’è chi ha malattie gravi, chi è nato in modo sfortunato, chi vive una vita da zombie e via dicendo, ed io dovrei prendermela per un tradimento? Boh.
Ho provato ad esprimere ciò che penso, ma di sicuro sarà tutto confuso.
Quando vado in moto sento il cuore che pulsa, delle volte ho anche pianto dalla gioia. Si azzera tutto, non esiste più nessuna ruota, nessun criceto. Essere appeso ad un filo mi fa sentire così vivo che faccio fatica a descriverlo. In misura molto molto molto ridotta mi sento così quando vado in palestra e mi metto tantissimo sotto sforzo fino a cedere. Lì mi sento vivo.
 

Nicky

Utente di lunga data
Nemmeno amare mi fa emozionare come andare in moto in pista. Non posso descriverlo, non ne sono in grado.
Non importa se non riesci, si capisce comunque. E penso che tu non debba giudicarti perché la moto ti emoziona più di qualunque altra situazione che vivi, più anche di ciò che provi quando sei innamorato, perché le emozioni non sono scelte, sono fatti.
Io, ad esempio, ho il problema opposto, io provo troppe emozioni e ho dovuto imparare a "ridurle".
La cosa che mi chiederei, però, è se vuoi basare la tua vita sulle emozioni immediate oppure anche su quelle generate dal pensiero, dalla scelta, dal significato che dai a ciò che fai. Sono meno immediate, ma esistono e arricchiscono la vita, se riesci a farle emergere.
 

JON

Utente di lunga data
Buongiorno a tutti quanti. È da un po’ che non scrivo, non so neanche se è la sezione corretta. Diciamo che ciò che mi è capitato o meglio, che io accidentalmente ho fatto capitare, si puo’ racchiudere nel titolo di questa discussione.
L’argomento che sto per esporre è già stato affrontato dalla mia psicologa, che son tornato a vedere e che tutt’ora vedo una volta a settimana.
Insomma, verso i primi di Ottobre mi sono iscritto ad una gara in pista, solita roba semi amatoriale, livello basso (che è il mio livello) per un weekend di sano divertimento. Dopo le prove libere stavo affrontando il giro per la Pole e cristo, ero felice, preso bene e sapevo di averne. Stavo spingendo tanto, molto e forse in modo eccessivo, potevo tenermi qualcosina nel taschino, ma niente, la testa ed il cuore dicevano altro. Ho spinto, spinto fino al punto di commettere un errore e BAM! High Side a circa 200kmh. È la prima volta che mi capita un High Side, ed ho seriamente pensato che sarei morto. Mai ho provato una sensazione così. La moto mi ha fatto volare come se fossi una foglia in mezzo a un uragano. Ho sempre sentito dire che quando si sta per morire, si vede passare la propria vita davanti agli occhi, ma non è stato così per me. Non ho visto passare nulla, se non il terreno sotto i miei piedi mentre ero in volo. In quei millesimi di secondo non ho pensato a praticamente niente, solo che stavo per morire facendo ciò che più amo.
Col senno di poi è stata una grande esagerazione pensare che io stessi per morire, ai piloti professionisti queste cose capitano spesso e si rialzano sempre in fretta tornando a correre subito o quasi, ma appunto, loro sono professionisti ed io no.
Fatto sta che cadendo ho battuto la testa ed ho perso i sensi. Mi son risvegliato in ambulanza mentre mi portavano in ospedale. Ho avuto un trauma cranico abbastanza serio, che mi crea ancora qualche piccolo grattacapo e qualche frattura a gamba e braccio sinistro. Nulla di troppo serio.
Sono arrivati i miei famigliari in ospedale, ero già in stanza quando li ho visti, piangevano e mi esprimevano i loro sentimenti, ma io sorridevo. Non ero contento dei miei dolori, ci mancherebbe, ma ero felice perché comunque mi son fatto male facendo ciò che più amo. È venuta a trovarmi anche la mia psicologa il giorno dopo, ed abbiamo affrontato in modo leggero l’argomento fin da subito. Seduta dopo seduta è emerso che la mia paura più grande non è la morte, ma bensì il temere di vivere una vita priva di emozioni significative per me. È stato ri analizzato anche il mio non voler figli, che potrebbe sembrare un controsenso se si parla di emozioni, ma, anche qui è emerso che il problema per quanto riguarda il mio ipotetico diventar padre, oltre al già citato (nelle mie discussioni precedenti) discorso che non voglio smettere di andare in moto e quello legato al fatto che io le emozioni le vivrei attraverso il figlio. Per spiegarmi meglio: Sicuramente vivrei emozioni grandi ogni giorno, ma emozioni donate da mio figlio, non che scaturiscono da me in prima persona.
C’è chi dice che ci ha creato Dio, ma se ci ha creato Dio, ha creato Dio stesso? C’è chi parla del bigbang ma sto bigbang da dove nasce? Lo spazio, l’universo come si sono creati? Sono ignorante in questo tema, però penso che della vita non sappiamo nulla o quasi. Ci agitiamo e lottiamo per qualcosa di cui sappiamo poco. Io quel poco che ho, lo vorrei vivere al massimo e non come un automa che fa casa-lavoro-casa-divano. Già mi tocca lavorare per campare e mantenere le mie passioni, mi tocca avere degli orari e degli schemi che mi urtano i sentimenti, almeno il tempo libero vorrei viverlo al 100% e pace e amen se questo fatto mi possa portare via in modo prematuro.

Voi che ne pensate della vita? Qual è il senso della nostra esistenza?
Sinceramente non so come tu sia scivolato dalla pista al campo metafisico, ma, teoricamente e per come intendi vivete la tua vita, uno dei tuoi pensieri principali dovrebbe essere sulla prossima moto da cavalcare. Immagino che sia andata distrutta.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Voi che ne pensate della vita? Qual è il senso della nostra esistenza?
Soprattutto, lo vuoi trovare qui??
Un posto vale l'altro per porsi l'interrogativo su quale sia il senso della vita.
Che è quello che si è cominciato a porre l'essere umano quando dalla condizione animale istintiva è passato all'autodeterminazione e dunque alla riflessione sulle conseguenze delle azioni proprie e degli altri e sulle ragioni degli eventi naturali.

A me è capitato tanti anni fa di discutere davanti ad una birra, al pub, su quell'interrogativo fino a notte inoltrata con un amico che due ore prima aveva cercato di suicidarsi in mare, per questioni di amore non corrisposto. E non c'era riuscito, perché l'avevano salvato.

O, molto più recentemente, con un occasionale passante che si era fermato accanto a me ad osservare su una spiaggia gli ultimi raggi di sole che illuminavano il mare al tramonto.
Lo aveva colpito il fatto che, senza accorgermene, stessi sorridendo.

Dopo qualche minuto di silenzio, mi ha educatamente chiesto per quale ragione sorridessi.
L'ho guardato e mi è venuto spontaneo rispondergli "Non ci crederà, ma perché mi sento vivo. Perché la bellezza del tramonto mi da la certezza che ci sarà un'alba domani ed una promessa di speranza".
Ovviamente, non gli è bastata quella risposta.
Abbiamo avuto un'interessante conversazione su quale fosse il senso della vita confrontando le nostre diverse argomentazioni in una passeggiata.
E' uscito fuori che lui aveva perso il gusto di vivere e si apprestava a recarsi in Svizzera, presso la sede dell'associazione EXIT, che si prefigge di accompagnare chi lo desidera nel percorso per suicidarsi con dignità e consapevolezza. Gli ho spiegato perché non mi interessava morire in quel modo, pur avendo avuto, nel corso della mia esistenza, dei momenti di forte difficoltà esistenziale. Ma ho sempre trovato ragioni per reagire alla disperazione e scegliere la vita. Almeno finora.

Ci siamo salutati al termine della passeggiata, rimanendo ognuno della propria opinione.

Non credo che alcuno abbia una risposta già confezionata per offrire una soluzione esauriente.
E, quindi, ciascuno deve trovare da solo le ragioni di una risposta che abbia senso per se stesso.
In questa prospettiva, però, già il porsi l'interrogativo stimola la personale ricerca di una risposta.
Senza garanzia di trovarne una che sia convincente.
 
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