Ai suoi occhi io ero quella che non apprezzava abbastanza di lui.Pretendeva senza manco accorgersi che una sua azione positiva ne neutralizzasse 10 negative .In realtà non voleva ammettere le cazzate che faceva per le quali avevo tutto il diritto di avercela con lui.Come se quello che ti ha violentata ,una volta finito ti avesse dato una caramella e con quel gesto avesse preteso di rimettere in pari la situazione.
Ammetto che alla fine manco mi accorgevo più di ciò che di buono faceva perché ero troppo incazzata per le rotture di coglioni che mi dispensava alle quali toccava a me rimediare.Ma La cose che mi aveva portata alla nausea era la totale mancanza di ammissione del problema .
Il problema ero io ,quella esagerata, la rompicoglioni.Il tempo purtroppo mi ha dato anche troppa ragione ,anche in cose per le quali avrei sperato di sbagliarmi.
Fuori dalla coppia lui ha cercato un reset,si è creato una nuova identità che corrispondeva a ciò che io avrei voluto da lui da una vita .Infatti l'altra apprezzava quell'immagine.E graziaealcazzo.
Sai la cosa che ancora mi lascia basita?
Che quel lui che ha violentato me, è anche un uomo amorevole. E amabile.
E' contemporaneamente entrambe le cose.
Una non esclude l'altra.
Questa cosa mi ha sempre dato da pensare. Anche incontrando altri violentatori.
E maschi che agivano violenza sulle loro donne.
Convivono nello stesso individuo questioni che sembrano stare agli antipodi.
Non sono identità diverse. Sono sfaccettature.
E' sempre lo stesso individuo.
E quello che emerge a seconda, non è nuovo. Non è una creazione dal nulla.
Affonda internamente le sue radici. Anche scindendo...è un tutt'uno.
Non avere consapevolezza di questo è un problema. Forse il problema.
E' la cosa che quando parli di tuo marito mi lascia sempre un po' così. Il fatto che lo descrivi come se con l'amante lui avesse fatto emergere un qualcosa che prima non c'era e poi è stato lasciato là.
E invece è sempre lui.
Non è una identità alternativa quella che è emersa con l'amante. E' sempre lui.
Con lei, che non casualmente era molto lontana da quella che sei tu, era probabilmente più semplice per lui lasciar emergere parti che con te non emergevano.
Nella relazione con lei si attivavano "spontaneamente" questioni che con te richiedono forse uno sforzo maggiore di espressione, svelamento.
Anche solo per il fatto che tu sei la moglie, con te ha famiglia. E quel che c'è in gioco nella relazione con te, è ben più ampio di quel che giocava nella relazione extra.
E nel gioco della famiglia entrano anche le idee di famiglia, di sè nella famiglia, di ruoli e funzioni di ruolo.
L'ora d'aria...ha anche questa funzione.
Prender aria da quel sè che finisce pressato fra immagini e realtà. E che non piace, o vien ritenuto monco per un motivo o per l'altro.
Ed è per questo che dico che nel tradimento il partner ufficiale praticamente non esiste. Il sè che si decide di giocare solo di conseguenza e nella relazione con l'altro. Perchè la scelta del sè da giocare è innanzitutto interna, e governata anche da fattori non direttamente governabili perchè non evidenti o silenti.
Se a questo si aggiunge incomunicabilità di coppia...il gioco è fatto.
L'ora d'aria diventa il miglior modo di tutelare, paradossalmente.
Solo che se non si è più che razionali, poi si fanno i casini che si leggono. Con tanto di corollario dell'ammore.
Se si è troppo razionali, si finisce per scindere troppo e finire nell'intellettualizzazione.
Credo che il fulcro riguardi il capire se quello che si sente monco di sè in coppia può essere completato in coppia o no.
E dopo una valutazione anche fredda si decide che fare.
Se chiudere la coppia.
Se tenerla aperta perchè sulla bilancia il peso va sulla famiglia.
SE tenerla aperta trovando compromessi interni con la propria onestà ma senza rinunciare a quel che di sè non ha spazio.
Se tenerla aperta provando a tener chiuse quelle parti che si percepiscono monche sublimando
Se correre il rischio di mettere tutte le carte sul tavolo e vedere che succede.
Credo che chi va per agito, tutti questi pensieri non li faccia. E si limiti a fare. E poi vedere che succede.
Solo che poi si affida nelle mani di qualcun altro (amante, moglie o chicchessia) per la risoluzione.
E credo sia questa una variabile importante per chi vien tradito da considerare.
Come, una volta fatto il danno, l'altro si pone di fronte al danno.
L'amante in tutto questo, è un accessorio relativo.
E fa poco testo. In sè.
Fa testo semmai il capire perchè uno o una si scelgano come amante un una cagazzi che mette in piedi gran casini.
Per paradosso, per esempio, l'amante di tuo marito, vi ha permesso di ricostruire una sorta di alleanza fra di voi avendo lei come nemico comune.
Per certi versi è un bene, per altri un male.
Sinceramente, mistral, se il mio uomo dopo aver fatto danno viene da me a piangere e a cercar aiuto per il danno che lui ha fatto, lo prendo a calci nel culo.
Poi però io non ho famiglia e la mia bilancia ha pesi diversi da chi ha famiglia e figli.
Però, porca puttana, io al tuo posto sarei davvero imbufalita per questa cosa con lui.
Anche se capisco la tenerezza che provi per lui e per il percorso che ha fatto e sta facendo. Si sente il tuo calore nei suoi confronti.
Ma, se posso essere molto sincera, ti ho letta quando dicevi che hai costruito una sorta di distanza diversa dopo il tradimento. E penso che non sia il tradimento in sè ad averla creata...ma il suo modo di porsi correndo a praticamente piangere da te quando la bomba gli è esplosa in mano ad averla nutrita.
Credo che nella distanza di cui hai scritto, ci sia una ritrosia (che comprendo più che bene) da parte tua ad affidarti di nuovo a lui.
Perchè va bene rompermi i coglioni in coppia. Ma che mi rompi i coglioni in coppia, mi scarichi addosso cose tue, ed inoltre scopi a giro e poi vieni pure a piangere...per la puttana...prima di affidarmi di nuovo a te, te la sudi.
E non basta il percorso di rivisitazione degli antichi filtri. C'è anche tutta una questione di "potenza" che, se fossi al tuo posto, credo farei molta fatica a riconoscere.
E se non sento che dall'altra parte, seppur con tutti i difetti e le mancanze, c'è un maschio che considero abbastanza potente da sostenermi, col cazzo che mi affido.
Gli sto vicina. Mi lascio stare vicina.
Ma non mi affido.