Non penso sinceramente che un tradimento sia figlio di una sofferenza di coppia, però posso parlare per me, per quanto ho vissuto io.
Almeno io non ho percepito "sofferenza" e tornare a casa dopo, non è mai stata una via Crucis, con le orecchie basse e il naso triste di un Italiano in gita (cit. Jannacci)
Volevo far fuoco su "parti del sé" che vengono automaticamente compresse in quanto non strumentali al progetto di coppia, e pertanto NON richieste, ne tanto meno accolte con entusiasmo.
In poche parole: non servono alla coppia e al suo progetto
non se ne ha voglia, lascia perdere, non ti mettere in testa stronzate, ma guarda questo che gli viene in mente con tutto quel che c'è da fare, pensa a riparare il rubinetto del bagno piuttosto, che gocciola da 5 giorni.. e via discorrendo...
Ma (faccio uno sforzo di comprensione) non è che se c'è una parte di te che vuole sapere cosa si prova a darsi fuoco o mangiare un topo o fare un pompino a un canguro debba necessariamente essere assecondata.
La vita è fatta di scelte e se scegli di vivere in coppia e avere una famiglia ti tocca il rubinetto che perde, accompagnare il figlio alla festa e beccarti le assemblee di classe, ecc ecc.
E il resto che non è funzionale a quella scelta non lo fai.
Come diceva Mistral, se hai una famiglia non vai in moto rischiando di romperti una gamba (per essere pessimisti moderati) con i figli piccoli perché sei adulto, hai fatto una scelta che ne esclude altre.
Non si tratta di vivere questo con frustrazione perché la scelta è TUA e delle conseguenze, comprese tutte le cose di cui avresti dovuto fare a meno, le avevi ben chiare e poi te ne sono state chiare altre.
Voler fare tutto è solo essere immaturi e voler avere la famiglia, ma anche il resto, come il ragazzino che vuole andare a giocare, ma poi non avere il cattivo voto a scuola perché non ha studiato.
Io non so come sia stato possibile che si siano create intere generazioni convinte di poter avere tutto e che nello stesso modo educano i figli che pensano di poter non studiare, non fare compiti, giocare e andare bene a scuola.
Sono genitori che vogliono figli che non creino loro frustrazioni, che li amino sempre e li facciano sentire fieri di loro senza fare la fatica di educarli e dire loro di no.
P.S. La cit. è di Paolo Conte però.