Credo che ci si debba intendere su cosa si intenda per innamoramento.
Ci sono vari gradi di trasporto verso le persone che si chiamano con la stessa parola.
A volte si sottovaluta e a volte si sopravvaluta quello che si prova.
Le emozioni danno reazioni simili che non è facile comprendere e denominare.
Spesso si usa il termine complicità, che a me non piace, per indicare una intesa particolare a due, segreta e che fa sentire compresi e accolti, ma la si può provare dandosi di gomito per criticare chi passa o un collega o un capo, si può provare tra complici di una rapina, si prova ascoltando una canzone a cui si dà un significato comune, si prova quando si guarda insieme il proprio figlio, quando si parla di un film o un libro che si è apprezzato o perché ci si mette d’accordo segretamente per un incontro.
Il bisogno di condivisione e appartenenza è fortissimo negli umani, ma lo si può provare in curva, facendo una carica, cantando a un concerto, partecipando a una manifestazione, stando in una banda di teppisti, facendo volontariato.
Definire innamoramento ciò che si prova non dice altro che si prova un moto dell’animo.