Beh, uscire dal binario socialmente prestabilito era una non vita.

Fuori dal binario...non c'era riconoscimento.
Salvo se, e solo se facevi soldi a palate, eri un artista.
E gli artisti sono comunque stramboidi eh.
Io ho sempre letto quell'affermazione come una critica ferocissima alla binarietà di quegli anni e del '900 in generale, in cui il sistema sociale, silenziosamente obbligava ed ESSERE come si DOVEVA essere, e chi cazzo se ne frega di CHI SEI.
Specialmente se il CHI SEI è fastidioso, scomodo, soprattutto DIVERSO.
La diversità non discute se stessa, la diversità discute intrinsecamente il sistema di riferimento.
E' estranea e straniera. Fa paura.
Lede una narrazione condivisa che permette il senso di appartenenza.
La diversità è perversione.
E noi siamo bestie che senza appartenenza sbielliamo e ci hanno insegnato che le perversioni sono IL Male. .
Onestamente, comprendevo benissimo quella ferocità, chissà se esiste questa parola.
Ma quella ferocità era anche una ferita profondissima.
Le ferite profonde, se non curate, si infettano. E di infezione si muore.