L'esempio della tua collega dimostra che siamo tante teste singole e basta. Vivo in terra di camorra ma ne io ne miei amici, parenti o colleghi o vicini di casa pensiamo alla camorra come un datore di lavoro. Quindi toglere quell "evidentemente da dove viene lui ecc" è d obbligo.Io credo che, come in tutte le comunità, vi sia la tendenza ad allinearsi. Non è una diminuzione delle capacità di discernimento individuale, ma avviene ovunque così. Sono stati fatti anche esperimenti scientifici in merito.
È indubbio, ad esempio, che le reazioni che suscita qui la confessione di un tradimento non sono le stesse che suscitano in altri ambienti.
Del resto io ho avuto per breve tempo un collega che parlava della camorra come datore di lavoro, cosa che a Milano suscita orrore e indignazione, almeno in quei termini, ma che, evidentemente, da dove arrivava lui era pensiero comune e constatazione della realtà.
Anch’io ho visto qui molte risposte, a me e ad altri, in termini tali che dimostravano di voler ricondurre tutto a una idea di normalità che non è condivisa altrove, ma soprattutto che sembra non voler capire i singoli casi.
Però le motivazioni che Alberto si è dato del comportamento della moglie non stanno in piedi, a meno di avere a che fare con una cretina totale, anche per aver confessato, come diceva una mia amica, cose che non si dicono nemmeno al confessore. In questo caso sarebbe la stupidità a indurre alla separazione e non il tradimento in sé. La mia amica lo aveva detto a proposito di una che aveva confessato in mancanza di ogni necessità con l’idea di spiegare al marito la sua insoddisfazione. Lo aveva raccontato abitando a casa di un parente perché il marito l’aveva buttata fuori. Al di là dei diritti sulla carta, poi le persone reagiscono come possono.
Qui, anche fuori dal contesto del forum, vi sono parecchie cose che stridono. Sembra che tre figli siano irrilevanti e che la moglie di Alberto abbia tradito perché vedeva due rughette e perché Alberto gioca alla Play. Devo dirlo a mio figlio.