Quella di Vera è una provocazione.
Ma è interessante per questo.
In effetti dietro c'è una domanda.
E la risposta può farti fare un passo avanti.
Il punto, secondo me, è che ognuno ha una personale percezione del tempo emotivo, sia in base alla memoria, sia in base al peso che hanno avuto gli eventi e di conseguenza l’eco che ancora risuona.
La memoria dipende dagli eventi successivi e dal peso emotivo e dallo stile di pensiero.
Ho sempre trovato buffo espediente degli sceneggiatori di far parlare i personaggi dei loro ricordi, per renderli noti agli spettatori. Funzionano meglio i flashback.
Resta che c’è chi ha più o meno memoria e chi ha più o meno risonanza emotiva, anche in base a come quegli eventi sono o non sono stati “allontanati” dalle esperienze successive.
Se si incontrano dopo due anni dei compagni delle medie, si salutano come se non si vedessero da decenni. È ovvio perché in quei due anni hanno vissuto momenti di crescita importanti, amori, frustrazioni, esperienze varie di crescita.
Se io o te rivediamo qualcuno che abbiamo visto due anni fa, ci sembra che sia passato poco.
Se un ottantenne sente della morte di un coetaneo, commenta stupito “ma lo avevo appena visto e stava bene, due anni fa!”
@Eagle72 sarà anche una lagna, ma non ha vissuto cose che gli abbiano consentito di seppellire quel tradimento sotto altre emozioni, meglio se positive.
Tu
@danny hai avuto in questi anni lutti, malattie, problemi pesanti per tua figlia ecc…