Possiamo venire lasciati senza tradimento,ed ecco che il dolore per il senso di esclusione dalla loro vita,trova uno sbocco per defluire nel farsene una ragione.
Al giorno d'oggi il tradimento non è necessario,perlomeno quello reiterato nel tempo.
"Caro,ho conosciuto un altro,lo amo,voglio stare con lui".
Dolore,ma nessun rancore,prima o poi te ne fai una ragione.
Sep.consensuale,si divide quello che c'è,affidamento congiunto dei figli,punto.
Tu conosci un altro,ci scopi per n.mesi o anni,gli vuoi bene ma non così tanto da voler vivere solo con lui,ti scopro.
Chiaro che a quel punto subentra il senso di truffa aggravata dei sentimenti,delle emozioni,all'inizio anche del sesso e di conseguenza,anche l'accettazione di essere stati esclusi,diventa tormentosa.
Comunque,credo che anche in questo caso la soggettività sia fondamentale.
Leggendo Danny,ho provato ammirazione per la stoicita' con cui ha sopportato il tradimento non troncato dopo la scoperta,da parte della moglie.
Io,di sicuro,avrei mollato,anche a costo di finire a dormire alla Caritas,me ne sarei andato.
Con questo non voglio dire che lui ha sbagliato,ma solo che siamo diversi e diverse le soluzioni che adottiamo.
Chi decide di restare,fa uno sbaglio,se dentro di se sa già che non lo supererà mai,ma,se intravede una possibilità per entrambi di uscirne ancora assieme,sente di avere l'energia necessaria per poterci provare,è giusto tentare.
Ora sono andato ot,ma avendo seguito la storia di Danny,in certi momenti l'empatia mi ha fatto tremare i polsi per quello che lui stava passando,gliel'ho pure detto,ho quindi approfittato di questo post per parlare anche di questo.
No, nessuna stoicità.
Forse, ora, emerge pacatezza nel narrare i fatti escludendo le emozioni.
Ma all'epoca il coinvolgimento era tale da colpire anche il corpo, e tutto quanto è accaduto è solo accantonato, non cancellato, sopito, non dimenticato.
Io ho avuto paura di andarmene via.
Paura di buttare via tutto quello che avevo costruito negli anni, paura di ricominciare nuovamente partendo da un fallimento, con tutta la negatività che questo comporta, paura di rimanere solo.
Chiesi a mia moglie di darmi la mia parte di casa per poter comprare un monolocale in zona, per stare vicino a nostra figlia, ma lei rifiutò, non voleva che ci separassimo.
E non fui certo stoico. Certi giorni credevo di impazzire, l'ansia mi dominava, la sensazione di esclusione dalla vita anche di mia moglie aveva cancellato qualsiasi scopo nella mia, di vita.
E' facile dirsi: vivi per te stesso.
Ma è difficile comprenderlo quando tutto quello che ritenevi parte di te viene a negarlo. E porta alla luce tutto quello che hai lasciato di irrisolto nella tua vita.
Mi sono sentito come un palazzo costruito sul fango. Da qualunque parte guardassi non trovavo sostegno adeguato.
Non ero nelle condizioni di andarmene, di affrontare il distacco senza aver tentato tutto quello che credevo fosse possibile per mutare la situazione a mio favore.
Era come camminare sul ciglio di un burrone nell'oscurità, la stessa sensazione. Solo che il burrone rappresentava la mia vita senza mia moglie e mia figlia, lo stretto sentiero che percorrevo l'unico tratto illuminato, seppur debolmente. Questa luce fioca rappresentava l'unica strada che io ritenevo percorribile, non riuscivo a vederne altre, non ne avevo la possibilità. Era ed è forse un mio limite.
Scoprii con sgomento la capacità che aveva mia moglie di mentire, cosa che mi giunse nuova.
Per proteggermi e tentare di illuminare la strada che percorrevo, cominciai a spiarla, scoprendo così le mail segrete, e costringendola a venire allo scoperto.
Fu traumatico, come credo lo sia per tutti, vedere i lati nascosti di una moglie, levarsi di dosso il manto delle illusioni, confrontarsi con una realtà che alla fine trovavo inaccettabile ma dovevo sopportare comunque.
Tutte le cose hanno un inizio e una fine.
Così tutto quanto trovò la sua fine, e guardando la strada a ritroso compresi la distanza che avevo percorso, e i segni che quel tempo aveva lasciato su di me, su di noi.
Probabilmente, chi lascia non vede neppure quella luce fioca, e lascia il sentiero prima.
Io proseguii, pieno di paura.
Ma non esiste, e posso dirlo ora, una soluzione che non lasci segni.