Te lo scrivo con enorme rispetto, anche perchè io, come tutti, mi baso sulla interpretazione di quanto scritto da te, ma leggere la tua storia, ed anche la tua ultima risposta, mi mette una tristezza infinita.
Quello che traspare, e ti sottolineo di nuovo il rispetto con cui lo scrivo, è di una persona magari serena ma allo stesso tempo disilluso e triste, e lo stesso si evince dalla descrizione della tua ex-moglie.
Ho momenti di tristezza e una disillusione costante, ma quest'ultima circoscritta esclusivamente a miei rapporti con le donne. La ex? Ha deciso e agito come credeva, con un ascendente davvero illimitato su di me fino a quando mi sono scioccamente vincolato a concederglielo.
Triste? Nope!
Ma per il resto mi riconosco un lusso incredibile (certo non necessariamente figlio diretto del casino): scelgo quello che mi va di fare, sia chiaro senza eccessi, giorno per giorno o con l'anticipo che voglio. Cambiare programmi, tempi e modi come desidero.
E' questo a darmi una grande serenità, in sintesi:
non dipendere da nessuno e nessuno che dipenda da me.
Di tutte le storie lette qui mi pare, forse, quella più a lieto fine.
La serenità ha un valore enorme, soprattutto se conquistata a seguito di vicende infauste delle quali, peraltro, si è stati vittima.
Chissà se sono proprio state quelle sofferenze, o con quale grado, a determinare la situazione attuale.
Si può realmente essere sereni a lungo termine in due? Qualche caso lo vedo, ma non so se sia solo di facciata, altrimenti hanno tutta la mia ammirazione e forse un filo di invidia.
L'amore è raro. Ma essere sereni è tanto, tantissimo.
Quando parlo dell'impressione che hanno le persone che conosco
adesso di me è di uno fuori dalla sua età. Già un'altra volta mi era capitato, qualche anno fa, dopo il primo approccio sui social: allora sembravo affamato di esperienze e di vita, tanto da parere ingenuo.
Adesso raccolgo impressioni differenti.