Grazie della precisazione!
Non escludo il tradimento come forma di trasgressione, anzi.
Ma se la si guardasse solo così, sarebbe riduttivo secondo me.
Proprio per ciò che è la trasgressione: trasgredire altro non è che accettare un sistema di regole.
Non posso trasgredire qualcosa che non considero regola, riferimento.
Se il sistema è il matrimonio, posso trasgredire solo riconoscendo il valore del matrimonio per me.
Che è un po' quello che afferma chi dice che il "terzo(terza)" sono funzionali al buon funzionamento di un matrimonio. E che la loro eventuale presenza non cambia minimamente il valore del matrimonio. E della relazione.
Storicamente, riguardo all'ingresso di altri nell'istituzione del matrimonio non è neanche fuor di tradizione.
Ma, se allargo dalla pura trasgressione, tipo mi fumo una canna o mi bevo una birra e questo non implica un mio disfunzionamento individuale e sociale ma anzi, magari permette un mio miglior funzionamento, al pari di qualche goccia di lexotan la sera prima di dormire e mi sposto ai bisogni a cui cerco risposta ecco che la cosa comincia a diventare più interessante. Secondo me.
Ed è a questo livello che entra in gioco la relazione nuda e cruda.
Cosa sto cercando? Cosa desidero tanto intensamente da mettere a rischio un qualcosa in cui credo?
Cosa mi spinge a metter in gioco nella relazione con il terzo o la terza parti di me e pratiche che nella relazione ufficiale non gioco?
Cosa mi impedisce di parlarne apertamente nella relazione ufficiale?
Cosa è che alza il livello di libertà di espressione?
Se vado a pescare nelle mie esperienze individuali come amante, che sono un buon campione dal punto di vista quantitativo, quello che ho raccolto da circa l'80% dei maschi è stata una insoddisfazione generalizzata non verso la relazione del matrimonio e neppure verso il matrimonio in sè, che anzi, volevano conservare e a cui tenevano molto. Come tenevano molto alla moglie in termini non soltanto affettivi ma anche nei termini di stima e rispetto come persona.
Esprimevano però un disagio nel mostrarsi apertamente. Nel chiedere apertamente i loro desideri, Nell'esprimere le mancanze.
Al fondo ho spesso trovato la paura di ferire, di provocare dolore dichiarando le mancanze percepite nella relazione. Era una forma di protezione, se vogliamo. La paraculata era che per loro era proteggere la moglie, mentre invece stavano proteggendo se stessi neanche dal giudizio della moglie ma dalla paura del giudizio del giudizio della moglie rispetto a loro desideri. E quindi fondamentalmente si stavano difendendo davanti al loro tribunale interiore.
SE l'amore è "non ti ferisco" (e per me non lo è, anzi, per me quell'assunto è una forma di ipocrisia e buonismo bigotto)
come colloco i miei bisogni, le mancanze, il limiti? Le mie richieste?
Reciprocamente.
Come posso considerare anche soltanto lontanamente di parlare apertamente se sono guidata dal timore di provocare dolore all'altro? E partendo dal presupposto che amare è non provocare dolore.
(fra l'altro, guidata dal MIO pensiero di cosa sia il dolore, che è ancora peggio).
Mi spiego?
Eh, concordo che con l'inganno non se ne esca.
Soprattutto in situazioni di questo genere dove l'altro ingannato è un riflesso dell'inganno che si sta facendo a se stessi. E da cui discende tutto il resto, compresa la visione del mondo.
La complicazione è che spesso e volentieri la coppia ufficiale non è percepita come non voluta o invivibile. Ma anzi.
E piuttosto percepita con "sarebbe perfetto/a se..."
(mettici quello che vuoi, da lavare il pavimento al far pompini al far gang bang o farsi frustare o farsi pisciare addosso.)
La valutazione è complessa e gli aggiustamenti tanti. Compresi pure quelli di natura economica, che non possono essere esclusi.
A naso direi che il tradire è una mediazione sostenibile.
Personalmente mi vien da dire che in questo modo, ingannando se stessi, si perde l'obiettivo principale della vita, ossia il proprio benessere.
Ma io non sono gli altri.
E ognuno declina il proprio benessere secondo parametri individuali.
Che comprendono anche il rispetto dei valori sociali.
Se per me (generale) è fondamentale l'immagine sociale, sarò disposta/o a parecchi compromessi pur di sostenere quell'immagine.
L'inganno, il tradimento ha da sempre anche questa funzione sociale. Il matrimonio è prima di tutto una istituzione, il miglior contratto possibile qui e ora per una coppia con interessi multilivello in comune. E non esistono contratti adeguati e ugualmente riconosciuti per sostituirlo.
Oggi, la cosa che incasina parecchio le cose è che è divenuto un tema sociale.
Anche semplicemente ai tempi di mia nonna era un tema che veniva trattato con "i panni sporchi si lavano in casa".
E le donne in particolare non avevano mezzi e strumenti che hanno oggi.
Siamo in un frullatore da questo punto di vista. E non ha ancora finito di frullare
Io facevo riferimento all'oggettivare il terzo. Non il partner ufficiale.
Anzi...stavo proprio sottolineando, specialmente nei casi in cui con il terzo si vanno ad esplorare pratiche non "concesse" nella relazione ufficiale che è proprio per non "oggettivare" il partner ufficiale (cosa percepita come male in una coppia dell'amore) si oggettivizza un terzo.
Preservando il partner e soprattutto preservando la propria posizione di fronte al tribunale interiore.
Come posso collocare l'oggettivazione in una visione dell'amore romantico come è diffuso?
Come colloco l'oggettivazione nei sentimenti?
Sul lasciare aperta la porta all'oggettivazione in coppia, in un percorso condiviso, che comprende l'asimmetria a partire dalla simmetria, sfondi un portone, neanche una porta, con me.
Ma io sono io.
E ho sperimentato come questa mia concezione non sia poi così ben accolta e nemmeno praticata nei termini di coppia che si considera coppia.
Diciamo che se parliamo di un sottobosco, il mondo è parecchio grande.
Ma rispetto al mondo, il sottobosco è piccolo

In queste situazioni, il tradimento diviene non altro che escursione in un sottobosco che non riesco a render Casa.
Il concetto di dignità è sottoposto alla cultura e al tempo.
Non lo inserirei in questa discussione.
Anche per come mi sembra di capire lo stai inserendo...le troie (i porci...anche se gli echi sono diversi) meritano di esser trattate senza dignità, in concreto cosa significa?
Cosa si meritano concretamente?
Intendo proprio esempi concreti. Mi piacerebbe leggerne qualcuno.
Sulla cura di sè concordo invece.
Ma non per la moglie o il marito...per se stessi.
Per Amore di sè.