Ciao, cosa significa perdonare?
Come si fa?
Per superare un tradimento è necessario perdonare il partner, e fin qui ci siamo... ma cosa vuol dire perdonare?
Io amo mio marito, lui mi ama e ogni gg mi dimostra tutto il suo pentimento per quello che ha fatto.
Ma sebbene siano passati 11 mesi dalla fatidica scoperta non passa giorno in cui io non versi lacrime, non passa giorno in cui mi chieda come abbia potuto farmi questo...
E' diventato il centro della mia giornata, penso e ripenso, analizzo ogni dettaglio scoperto, ricordo ogni parola e gesto del suo periodo di "follia", gliene parlo spesso anche se negli ultimi gg mi ha detto di non volerne + parlare e se insisto si incavola.
Mio marito dice che ormai non c'è + nulla da dire e che il continuare a parlarne non mi permette di andare avanti.
Ma io non ci riesco.
Ricordo Amarax che nel mio 3d mi diceva di non vedermi molto disperata e io che le rispondevo che forse il peggio era passato o forse ero solo in standby in attesa di scoppiare....
Credevo fosse più semplice, forse sono io che sono sbagliata;
mi bacia e piango,
mi guarda con amore e mi viene il groppo in gola;
anche quando siamo solo noi due in realtà per me siamo in tre...
Ciao mariasole!
Furono tutte setosamente cruscanti le piallate di circumnavigazione del tuo stato meritevole di affezione e non vi è dubbio alcuno che le pratiche della consolazione siano un sublime florilegio di ricapitolazioni che hanno la stessa struttura e terminazione di un uroboro scolpito.
E non è senza una gloriosa stravaganza che ci si arrischia nel concimare con qualche aggettivo od a dissestare il costrutto con qualche sinonimo variatore sia pur in vie conosciute ed in sentieri che percorsero i viandanti che pellegrini rimestavano, come è umano, il patimento nel consorzio umano.
Ma come Magio che arricchisce con oro e come quello che onora con incenso, giunge insostenibile anche quello che cosparge il defunto di mirra...
E' l'asimmetria ritmica dei ruoli che la condizione ci assegna a produrre i pericolosi battimenti che si avvicinano sovente alla frequenza di risonanza della struttura che rinsalda la continuità del rapporto.
Con fare sagace spesso si distilla la condizione barocca con due pennellate destrutturanti che, lavorando di sottrazione, hanno il merito di definire le forme prime del tormento ma di sottostimare minuterie che ricoprono il ruolo di chiave di volta in costruzioni umane che ben soverchiano l'architrave.
Del resto è comunque nel dominio dei tempi e non allargando l'insieme d'uscita della funzione biiettiva del nostro sentimento che va ricercata l'asintotica stabilità che secerne il nepente che, a gradi sorsate, va ingollato per dirsi felici...
Conciosiacosaché il perdono è parola troppo ampiamente abusata nel breve periodo e nel troppo piccolo animo umano.
Che non si è perdonato nè colui che si argomenta non aver avuto colpe nè colui il quale abbia avuto la ragione in difetto quando ebbe a rendere reo.
Foss'anche la logica con argomentazioni stringenti ed inevitabili della condizione imperfetta dell'uomo a rendere ragione del meritato perdono, esso stesso non sarebbe vero perdono perchè concesso a chi non poteva fare altrimenti e per una cosa che non poteva essere umanamente evitata.
Accettare è più semplice.
Ciao!