Perdonare ... cosa significa?

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Sid

Utente di lunga data
l'amore è la chiave, l'ingrediente segreto.
ma la ricetta è più complessa e l'amore, che è necessario, non può essere sufficiente.
volevo quotarti anche il post che hai scritto in precedenza, ma quoto questo.

Che l'amore non basti io l'ho imparato a casa mia.
I miei genitori si sono lasciati 13 anni fa (dopo 25 di matrimonio) e non perchè non si amavano più.
Mio padre si è anche risposato, ma non perde occasione di parlare di mia madre e di ripetere che è lei la donna della sua vita.
Mia madre ha vissuto la separazione come un lutto.

Eppure tutto l'amore che li univa (e che si vedeva, eh!) non è stato in grado di tenerli insieme.

Non dico che questa sia la regola, ma penso che ci vogliano tutta una serie di fattori, fra loro mescolati in percentuali variabili.
 
volevo quotarti anche il post che hai scritto in precedenza, ma quoto questo.

Che l'amore non basti io l'ho imparato a casa mia.
I miei genitori si sono lasciati 13 anni fa (dopo 25 di matrimonio) e non perchè non si amavano più.
Mio padre si è anche risposato, ma non perde occasione di parlare di mia madre e di ripetere che è lei la donna della sua vita.
Mia madre ha vissuto la separazione come un lutto.

Eppure tutto l'amore che li univa (e che si vedeva, eh!) non è stato in grado di tenerli insieme.

Non dico che questa sia la regola, ma penso che ci vogliano tutta una serie di fattori, fra loro mescolati in percentuali variabili.
certo che è triste, però.
faccio fatica a capire
 

Sid

Utente di lunga data
certo che è triste, però.
faccio fatica a capire
nel loro caso la causa della separazione era lo stile di vita completamente diverso l'uno dall'altro.
Mio papà risentiva molto del peso delle responsabilità, ancora adesso non è in grado di sopportare lo stress; perciò viveva come se avesse avuto vent'anni (amici, cene, soldi sperperati nelle cose più inutili) e nessuna famiglia.
Tutto gravava su mia madre, che ad un certo punto - non intendendo affatto separarsi - ha provato a metterlo alle strette, perchè capisse cosa vuol dire restare da solo.
Mio padre non pensava che lei avrebbe avuto il coraggio di andarsene e in ogni caso non aveva intenzione di lasciarle credere che aveva tanto potere su di lui. Perciò ha continuato come prima.
A quel punto lei si è resa conto che lui non sarebbe mai cambiato e ha deciso di separarsi.
Quando c'è stata l'udienza di separazione mio padre non si è presentato.
Quando c'è stata l'udienza di divorzio si è presentato, senza avvocato, solo per dire al giudice - piangendo - che amava ancora mia madre e non intendeva fare nulla per agevolarla nel divorzio.
Dal canto suo mia madre si è dovuta rivolgere ad uno specialista per superare il dolore conseguente a questa decisione che, salvo mio padre, tutti vedevamo come l'unica possibile.
Ora entrambi vivono come vogliono (nel senso che è quello che ciascuno voleva) e si tratta di due vite assolutamente distanti anni luce l'una dall'altra.
 
nel loro caso la causa della separazione era lo stile di vita completamente diverso l'uno dall'altro.
Mio papà risentiva molto del peso delle responsabilità, ancora adesso non è in grado di sopportare lo stress; perciò viveva come se avesse avuto vent'anni (amici, cene, soldi sperperati nelle cose più inutili) e nessuna famiglia.
Tutto gravava su mia madre, che ad un certo punto - non intendendo affatto separarsi - ha provato a metterlo alle strette, perchè capisse cosa vuol dire restare da solo.
Mio padre non pensava che lei avrebbe avuto il coraggio di andarsene e in ogni caso non aveva intenzione di lasciarle credere che aveva tanto potere su di lui. Perciò ha continuato come prima.
A quel punto lei si è resa conto che lui non sarebbe mai cambiato e ha deciso di separarsi.
Quando c'è stata l'udienza di separazione mio padre non si è presentato.
Quando c'è stata l'udienza di divorzio si è presentato, senza avvocato, solo per dire al giudice - piangendo - che amava ancora mia madre e non intendeva fare nulla per agevolarla nel divorzio.
Dal canto suo mia madre si è dovuta rivolgere ad uno specialista per superare il dolore conseguente a questa decisione che, salvo mio padre, tutti vedevamo come l'unica possibile.
Ora entrambi vivono come vogliono (nel senso che è quello che ciascuno voleva) e si tratta di due vite assolutamente distanti anni luce l'una dall'altra.
che grande peccato, una cosa è sicura però: sei figlia dell'amore , il loro grande trait d'union
 

Abigail

Utente di lunga data
nel loro caso la causa della separazione era lo stile di vita completamente diverso l'uno dall'altro.
Mio papà risentiva molto del peso delle responsabilità, ancora adesso non è in grado di sopportare lo stress; perciò viveva come se avesse avuto vent'anni (amici, cene, soldi sperperati nelle cose più inutili) e nessuna famiglia.
Tutto gravava su mia madre, che ad un certo punto - non intendendo affatto separarsi - ha provato a metterlo alle strette, perchè capisse cosa vuol dire restare da solo.
Mio padre non pensava che lei avrebbe avuto il coraggio di andarsene e in ogni caso non aveva intenzione di lasciarle credere che aveva tanto potere su di lui. Perciò ha continuato come prima.
A quel punto lei si è resa conto che lui non sarebbe mai cambiato e ha deciso di separarsi.
Quando c'è stata l'udienza di separazione mio padre non si è presentato.
Quando c'è stata l'udienza di divorzio si è presentato, senza avvocato, solo per dire al giudice - piangendo - che amava ancora mia madre e non intendeva fare nulla per agevolarla nel divorzio.
Dal canto suo mia madre si è dovuta rivolgere ad uno specialista per superare il dolore conseguente a questa decisione che, salvo mio padre, tutti vedevamo come l'unica possibile.
Ora entrambi vivono come vogliono (nel senso che è quello che ciascuno voleva) e si tratta di due vite assolutamente distanti anni luce l'una dall'altra.
che tristezza! anche io fatico molto a leggere di separazioni dopo così tanti anni insieme ma ultimamente ne sento spesso.
Mi dispiace sid, davvero, perchè un prezzo molto caro l'hai pagato e lo paghi anche tu
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
quoto in parte
è vero che si supera attraverso un atto di volontà individuale
ma cosa supporta quest'atto?
cosa consente di superare il dolore, l'orgoglio ferito, la ferita dell'autostima?
di correre il rischio (ben presente) che la disponibilità a ricostruire venga irrisa o successivamente tradita?

per me, la fede religiosa non c'entra
ti può aiutare "a supporto", può darti conforto nei momenti di disperazione (per me è stato così)

quello che ti consente di mettere il tuo cuore sullo stesso ceppo dove te l'hanno già affettato è il fatto di credere ancora nell'amore che vi unisce
(magari anche un po' di incoscenza)
un atto di volontà individuale sì, ma che concretizza l'estremo "sacrificio" dell'IO sull'altare del NOI


non so se riesco a spiegarmi, nel tentativo di farlo ripesco sensazioni e pensieri di un dolore infinito


e, sempre per me, non è "MI FIDO DI TE A TAL PUNTO CHE TI LASCIO LIBERO DI GESTIRE LA TUA VITA COME MEGLIO CREDI"

semmai
mi fido di noi e dell'amore che ci unisce tanto da credere che possiamo superare questo scoglio,
o
tanto da credere che quel noi sia ancora quel che tu realmente vuoi
Quoto anche le virgole.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
provo a spiegarmi

è la stessa ottica del gioco di squadra
perchè funzioni ognuno deve fornire il suo apporto con le sue specificità
se i giocatori badano solo ad emergere come singoli (giocano solo per sè stessi) la squadra affonda
se non svolgono bene il loro ruolo (non giocano affatto per sè stessi), pure
se non condividono l'obiettivo (non hanno fiducia nella squadra), idem

ecc. ecc.
Esempio perfetto.
Ma chiaramente il portiere non è un attaccante. Ognuno resta se stesso e se l'insieme funziona è perché tutti danno il meglio di sè rispettando la propria natura.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Che bel thread!
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
quoto in parte
è vero che si supera attraverso un atto di volontà individuale
ma cosa supporta quest'atto?
cosa consente di superare il dolore, l'orgoglio ferito, la ferita dell'autostima?
di correre il rischio (ben presente) che la disponibilità a ricostruire venga irrisa o successivamente tradita?

per me, la fede religiosa non c'entra
ti può aiutare "a supporto", può darti conforto nei momenti di disperazione (per me è stato così)

quello che ti consente di mettere il tuo cuore sullo stesso ceppo dove te l'hanno già affettato è il fatto di credere ancora nell'amore che vi unisce
(magari anche un po' di incoscenza)
un atto di volontà individuale sì, ma che concretizza l'estremo "sacrificio" dell'IO sull'altare del NOI


non so se riesco a spiegarmi, nel tentativo di farlo ripesco sensazioni e pensieri di un dolore infinito


e, sempre per me, non è "MI FIDO DI TE A TAL PUNTO CHE TI LASCIO LIBERO DI GESTIRE LA TUA VITA COME MEGLIO CREDI"

semmai
mi fido di noi e dell'amore che ci unisce tanto da credere che possiamo superare questo scoglio,
o
tanto da credere che quel noi sia ancora quel che tu realmente vuoi
Ma dov'è quest'amore, concretamente?

Devono esserci delle tracce tangibili, visibili, altrimenti è una favoletta che ci raccontiamo.
Se quest'amore deve essere efficace non può essere solo dentro di noi, non è sufficiente.
Deve esprimersi in tanti atti concreti che solo con la volontà si riesce a compiere.
Perchè penso che dopo 10 anni di matrimonio ( o 15, venti, quel che è)
non si rinuncia volentieri a qualcosa in favore dell'altro o non si fa volentieri qualcosa per accontentarlo ( secondo le esemplificazioni fatte in questo 3d: serata a teatro, partita di calcio, ikea o altro....): piuttosto ci si accorda per fare liberamente quel che piace di più, mantenendo gli spazi comuni.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Ma dov'è quest'amore, concretamente?

Devono esserci delle tracce tangibili, visibili, altrimenti è una favoletta che ci raccontiamo.
Se quest'amore deve essere efficace non può essere solo dentro di noi, non è sufficiente.
Deve esprimersi in tanti atti concreti che solo con la volontà si riesce a compiere.
Perchè penso che dopo 10 anni di matrimonio ( o 15, venti, quel che è)
non si rinuncia volentieri a qualcosa in favore dell'altro o non si fa volentieri qualcosa per accontentarlo ( secondo le esemplificazioni fatte in questo 3d: serata a teatro, partita di calcio, ikea o altro....): piuttosto ci si accorda per fare liberamente quel che piace di più, mantenendo gli spazi comuni.
Sei certa?
Perfino mio marito faceva cose con me.
Non quante io avrei voluto e facevo con lui, ma tante ...eppure.
Se no che cosa vuol dire stare insieme?
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Non si tratta di maschera , la maschera presuppone un nascondere ed è negativo.
Cerco di smussare, di correggere un po' i lati di me che non ti vanno senza violentarmi o cancellarmi.
Se lo faccio per compiacerti , perdendo la mia personalità faccio un errore.
se lo faccio per amore, senza considerarlo un sacrificio è un gesto d'amore che mi /ci arricchisce non impoverisce. Dovrebbe venire naturale, non forzato. La vita insieme è ovvio che non permetta di mantenere la libertà e le abitudini di quando eravamo da soli. Però porta tante cose positive che dovrebbero contro bilanciare le eventuali carenze. Non sopporto le coppie che fanno tutto assieme, che devono uscire insieme per forza, le donne che spaccano le palle per andare all'ikea o l'uomo che deve per forza essere accompagnato. Però se so che a te fa piacere andare con me in qualche posto , anche se non mi fa impazzire l'idea lo faccio perché ti amo e renderti contento ne è una dimostrazione. Certo se diventa un obbligo no.
Insomma è un continuo tirare e mollare, rabboccare dove si svuota e svuotare dove c'è troppo.
Un mestieraccio insomma...:eek:
Dopo tot anni diventa automatico, che è diverso da naturale: non lo fai più per compiacere, ma non riesci più a farlo senza considerarlo un non sacrificio. Lo fai perchè sai che così non litigherai, che tutto andrà liscio, che lui/ lei sarà contento. Questo non lo chiamo amore, lo definirei semplificarsi la vita, obiettivo che a una certa età diventa imprescindibile.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Sei certa?
Perfino mio marito faceva cose con me.
Non quante io avrei voluto e facevo con lui, ma tante ...eppure.
Se no che cosa vuol dire stare insieme?
Sì, anch'io faccio molte cose con mio marito.
Facciamo moltissime cose insieme. In un certo periodo andavamo a camminare insieme quasi tutti i giorni, ad esempio, e molti ci invidiavano.

Io ho investito molto nella mia coppia. Molto tempo e molte energie.
Però adesso, se devo rinunciare a qualcosa su sua richiesta mi accorgo che la faccenda mi pesa: magari lo faccio comunque, perchè mi rendo conto che la coppia funziona anche grazie a queste rinunce, ma non ne sono molto contenta.
All'inizio del nostro rapporto invece lo facevo volentieri, naturalmente.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Dopo tot anni diventa automatico, che è diverso da naturale: non lo fai più per compiacere, ma non riesci più a farlo senza considerarlo un non sacrificio. Lo fai perchè sai che così non litigherai, che tutto andrà liscio, che lui/ lei sarà contento. Questo non lo chiamo amore, lo definirei semplificarsi la vita, obiettivo che a una certa età diventa imprescindibile.
Ma scusa se ti sei sposata/o una pesona che, che so, ama il jazz e tu non ci capisci nulla, mi pare normale che tu voglia capire cosa piace all'altro e "sentire" come sente lui. Vale per tutto. Poi finisce per piacerti il jazz e non è la spinta iniziale, ma neppure un sacrificio e neanche un adattarsi per quieto vivere.
Certo poi ci saranno sfere d'interesse autonome, ma narginali.
Se invece si sta con una persona che fondamentalmente non ci piace (o di cui ci si è disamorati o che sentiamo ostile perché ci siamo interessati di altri/o o perché l'ha fatto lei) è natirale che ci disturberà la musica che ascolta o il profumo che usa o la passione per i francobolli.
Ma non mi pare inevitabile ...nonostante la mia vicenda.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Sì, anch'io faccio molte cose con mio marito.
Facciamo moltissime cose insieme. In un certo periodo andavamo a camminare insieme quasi tutti i giorni, ad esempio, e molti ci invidiavano.

Io ho investito molto nella mia coppia. Molto tempo e molte energie.
Però adesso, se devo rinunciare a qualcosa su sua richiesta mi accorgo che la faccenda mi pesa: magari lo faccio comunque, perchè mi rendo conto che la coppia funziona anche grazie a queste rinunce, ma non ne sono molto contenta.
All'inizio del nostro rapporto invece lo facevo volentieri, naturalmente.
E allora non lo ami.
Puoi anche decidere che è comunque un rapporto sufficiente per te o per voi per tutta una serie di considerazioni, ma amore è volato via.
 

Ettore Petrolini

Utente di lunga data
Ma scusa se ti sei sposata/o una pesona che, che so, ama il jazz e tu non ci capisci nulla, mi pare normale che tu voglia capire cosa piace all'altro e "sentire" come sente lui. Vale per tutto. Poi finisce per piacerti il jazz e non è la spinta iniziale, ma neppure un sacrificio e neanche un adattarsi per quieto vivere.
Certo poi ci saranno sfere d'interesse autonome, ma narginali.
Se invece si sta con una persona che fondamentalmente non ci piace (o di cui ci si è disamorati o che sentiamo ostile perché ci siamo interessati di altri/o o perché l'ha fatto lei) è natirale che ci disturberà la musica che ascolta o il profumo che usa o la passione per i francobolli.
Ma non mi pare inevitabile ...nonostante la mia vicenda.
L'empatia che descrivi è assoluta. Può anche succedere che il jazz uno lo detesti e non ce la fa proprio. Pur amando l'altra persona.
(E' un esempio)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Sì, anch'io faccio molte cose con mio marito.
Facciamo moltissime cose insieme. In un certo periodo andavamo a camminare insieme quasi tutti i giorni, ad esempio, e molti ci invidiavano.

Io ho investito molto nella mia coppia. Molto tempo e molte energie.
Però adesso, se devo rinunciare a qualcosa su sua richiesta mi accorgo che la faccenda mi pesa: magari lo faccio comunque, perchè mi rendo conto che la coppia funziona anche grazie a queste rinunce, ma non ne sono molto contenta.
All'inizio del nostro rapporto invece lo facevo volentieri, naturalmente.
Credo che sia normale.
Io ho notato la differenza con l'arrivo dei figli. Prima anche se qualche volta non avevo voglia di fare una cosa e sapevo che a lui piaceva farla lo accompagnavo senza troppi sacrifici tanto poi riuscivo a ritagliarmi dello spazio mio. Adesso con i figli il tempo libero è diminuito notevolemente e mi accorgo che nell'unico pomeriggio libero se faccio qualcosa che piace a lui significa automaticamente dover rinunciare a qualcosa per me. Lo faccio comunque ma mi pesa di più.
Non c'entra secondo me il meno amore.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Credo che sia normale.
Io ho notato la differenza con l'arrivo dei figli. Prima anche se qualche volta non avevo voglia di fare una cosa e sapevo che a lui piaceva farla lo accompagnavo senza troppi sacrifici tanto poi riuscivo a ritagliarmi dello spazio mio. Adesso con i figli il tempo libero è diminuito notevolemente e mi accorgo che nell'unico pomeriggio libero se faccio qualcosa che piace a lui significa automaticamente dover rinunciare a qualcosa per me. Lo faccio comunque ma mi pesa di più.
Non c'entra secondo me il meno amore.
Sono d'accordo sul discorso dei figli, ma non saprei dirti se c'entra l'amore.
Sono cresciuta pensando che nel matrimonio io mi sarei dedicata al mio futuro marito con gioia e che anche dopo anni l'amore avrebbe reso leggero qualsiasi sacrificio. Ma ora mi accorgo che non è così. Ci sono cose che faccio con piacere e altre no, ma non parlo di musica o sport o hobby vari. Io penso che sia inevitabile che il tempo porti a questo.
O magari io sono un'essere individualista che alla fine non avrebbe dovuto contrarre matrimonio.:confused:
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Sono d'accordo sul discorso dei figli, ma non saprei dirti se c'entra l'amore.
Sono cresciuta pensando che nel matrimonio io mi sarei dedicata al mio futuro marito con gioia e che anche dopo anni l'amore avrebbe reso leggero qualsiasi sacrificio. Ma ora mi accorgo che non è così. Ci sono cose che faccio con piacere e altre no, ma non parlo di musica o sport o hobby vari. Io penso che sia inevitabile che il tempo porti a questo.
O magari io sono un'essere individualista che alla fine non avrebbe dovuto contrarre matrimonio.:confused:
Io credo la prima ipotesi. Il tempo porta a questo. Spesso si cambia e cambiano anche gli interessi e io non credo sia necessario sempre fare tutto insieme per essere felici. Forse è giusto avere il nostro piccolo orticello da coltivare soli. Credo sia fondamentale ritagliarsi degli spazi e se il tempo manca a volte diventa pesante farne a meno
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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