Quando c'è di mezzo il lavoro... cosa si fa?

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Nella ditta di mio padre, multinazionale USA, era uso che le segretarie si scopassero i capi (dirò anche di più, in un caso la moglie di un dipendente si fece il capo di lui).
No, non volevo scrivere il contrario, la situazione era esattamente questa.
Quando una di queste storie emerse i big imposero il divieto di avere rapporti sessuali tra dipendenti dell'impresa, pena il licenziamento.
Ora, che il luogo di lavoro promiscuo sia lo spazio principe per tradire lo sanno anche i più ingenui.
Che questo possa avere delle conseguenze... Beh, è ovvio.
Diciamo che a me stanno sul culo quelli che ottengono favori (o si divertono) grazie all'attività sessuale e poi si atteggiano a vittime.
Si possono scavalcare schiere di lavoratori grazie alle potenzialità di una scopata: apprezzo chi dichiara di farlo intenzionalmente, meno chi si lagna di non riuscire a gestire la situazione, dopo.
Scoparsi il capo ha sempre delle conseguenze. Anche scoparsi la collega pure.
Prima della scopata ci sono tanti modi per denunciare qualcuno che vi costringe a farlo pena la perdita del lavoro o il mobbing.
Se accade, fatelo.
Ma se ci state, vi sentite anche gratificate dalla cosa, ottenete dei vantaggi, non rompete i coglioni dopo con la scusa che finita la storia vi trovate una rogna nel lavoro.
Ve la siete creata.
Dal mio punto di vista, imparando si impara. Le rogne si gestiscono, ma il mea culpa è essenziale.
E, soprattutto, qualcosa si deve pur perdere, in questa partita.
Se la storia viene fuori ci saranno problemi col marito, che sicuramente non crederà affatto alla storia delle molestie, ma sarà più portato a pensare di essere stato tradito, come giustamente è avvenuto. Lei ha le mani legate e lo sa.
E non è affatto detto che risulti credibile se denunciasse pubblicamente il capo: giustamente lui non lancia messaggi espliciti. Quale giudice troverebbe esecrabile un invito a prendere un caffè tra colleghi?
Siamo seri: lei ha tante prove quante ne ha lui, probabilmente, perché sono abbastanza convinto che messaggi più espliciti in cui lei esprime un consenso lui li avrà anche conservati.
L'unica possibilità che ha secondo me è di abbozzare attendendo che lui si stufi oppure mollare tutto e cambiare lavoro.

Ogni azione ha conseguenze, non è questo il punto.

Il punto è che se io e te scopiamo e poi tu vuoi scopare ancora e io ti dico di no, tu mi stai giù di dosso senza seccarmi i coglioni.
Mica te lo devo ripetere eh.
Basta che io ti dica "non sono convinta" e tu ti levi di torno.

Ma vale anche se a metà scopata io ti dico "non sono molto convinta"....te esci istantaneamente. Poi se ne parla, se ne vale la pena.
Che magari la sensazione del tuo cazzo dentro mi fa vomitare e non c'è altro da dire.

Non lo fai?
Torniamo al fatto che ogni azione ha le sue conseguenze.

OVIAMENTE: è un discorso bidirezionale. Valido tanto al maschile quanto al femminile.


Fra l'altro, in questa situazione, lei se ne è andata dal precedente lavoro.
Il mea culpa non l'ha fatto a parole
. (giusto per rimanere nel tema fustigazione per una trombata che ha fatto pure schifo).
A quanto racconta.

E se lo è ritrovato addosso in un nuovo posto di lavoro.

Nessuna scopata in quel posto. Nessun rigurgito dei bei vecchi tempi che furono.
Lei dice non è più cosa e lui rompe i coglioni in onore dei bei vecchi tempi.

Trovo veramente ipocrita, bigotto, moralistico della peggior morale l'attaccarsi al fatto che siccome quattro anni fa avevamo scopato insieme allora, per la minchia!, è scontato che scopiamo di nuovo.

Mi pare anche ovvio, a te no?

Io mi immagino un qualche mio ex che viene a dirmi

"senti ipazia, ti ricordi che avevamo scopato nel giroscala quella pausa pranzo? bene. Adesso scopiamo di nuovo, me l'hai già data una volta so che ti è piaciuto un sacco, mi avevi anche mandato un messaggino dopo, quindi adesso diamoci dentro.
E mica dir di no, sai? E' scontato che tu non possa che voler ripetere l'esperienza con me!!" .
(ci mancherebbe solo mi dicesse "è il tuo destino")

Credo che finirei in terra rotolando dal ridere.

Ma, sorvolando su quanto sia ridicolo il pensiero prima ancora del discorso, il discorso del personaggio è esattamente questo.
E fa questo discorso, che è già idiota di per sè, da una posizione di dominanza per ruolo imponendosi attraverso un potere istituzionalizzato.

Una roba del genere, sulla base del super ceo massimo, oltre che la dimostrazione del fatto che è un minus habens schiavo del cazzo, è semplicemente un abuso.

E, come giustamente affermi, ad ogni azione, una conseguenza.
 

danny

Utente di lunga data
Ogni azione ha conseguenze, non è questo il punto.

Il punto è che se io e te scopiamo e poi tu vuoi scopare ancora e io ti dico di no, tu mi stai giù di dosso senza seccarmi i coglioni.
Mica te lo devo ripetere eh.
Ipa, io sono convinto che tu non lasceresti dubbi in proposito.
Saresti chiara e assolutamente assertiva nel negarmi la cosa che mi si ammoscerebbe anche solo all'idea di pensare di far sesso con te.
Ma lo sarei a mia volta anche io: non avrei problema a dirti di no se fosse quello che voglio e penso.
Ma tu hai una consapevolezza delle tue azioni e delle true scelte rara.
Io non leggo la stessa cosa nell'utente.
Vedo una persona che cerca di tenersi buoni gli altri, per poi lamentarsi in privato.
Questo per me non è un no.
Per saper dire un vero "no", bisogna essere capaci di accettare le conseguenze, come in tutte le scelte della vita.
Da uomo, so che dire di no a una donna, anche a una capa, a volte comprende anche un pesante sentimento di rancore e desiderio di rivalsa da parte sua.
Amen.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ipa, io sono convinto che tu non lasceresti dubbi in proposito.
Saresti chiara e assolutamente assertiva nel negarmi la cosa che mi si ammoscerebbe anche solo all'idea di pensare di far sesso con te.
Ma tu hai una consapevolezza delle tue azioni e delle true scelte rara.
Io non leggo la stessa cosa nell'utente.
Vedo una persona che cerca di tenersi buoni gli altri, per poi lamentarsi in privato.
Questo per me non è un no.
Quell'io era generale.
(e io non faccio smosciare nessuno che non mi rompa i coglioni. Comunque :p Se poi ti allarghi, ristabilisco i limiti )

Quell'io era in generale.

E sottolineava la situazione ridicola in cui si colloca il personaggio descritto.
Che sfrutta una sua posizione di potere istituzionalizzata e facendo abuso del suo potere.

Il suo potere ce l'ha per amministrare questioni lavorative. E per nient'altro.
Uscire dall'amministrazione del lavoro e usare quel potere facendo leva sul lavoro è abuso di potere.

Lei non è assertiva?
Può essere vero.

MA.

Gli altri qui non sono altri qualsiasi. Non sono pari livello.
E' un altro in posizione di potere. Che usa il suo potere per questioni non inerenti quel potere.

E fra l'altro oltre a non esser particolarmente assertiva, si colpevolizza anche per una scopata di malavoglia.

E quindi?

Se non è assertiva i suoi no non hanno spazio?
Il no, per essere un no, deve abbattere?

Il no è facile eh.

Vuoi un tè?
mmmhhh....magari no, grazie...forse preferirei un caffè...

Cos'è tu versi il tè?
 

danny

Utente di lunga data
Quell'io era generale.
(e io non faccio smosciare nessuno che non mi rompa i coglioni. Comunque :p Se poi ti allarghi, ristabilisco i limiti )

Quell'io era in generale.

E sottolineava la situazione ridicola in cui si colloca il personaggio descritto.
Che sfrutta una sua posizione di potere istituzionalizzata e facendo abuso del suo potere.

Il suo potere ce l'ha per amministrare questioni lavorative. E per nient'altro.
Uscire dall'amministrazione del lavoro e usare quel potere facendo leva sul lavoro è abuso di potere.

Lei non è assertiva?
Può essere vero.

MA.

Gli altri qui non sono altri qualsiasi. Non sono pari livello.
E' un altro in posizione di potere. Che usa il suo potere per questioni non inerenti quel potere.

E fra l'altro oltre a non esser particolarmente assertiva, si colpevolizza anche per una scopata di malavoglia.

E quindi?

Se non è assertiva i suoi no non hanno spazio?
Il no, per essere un no, deve abbattere?

Il no è facile eh.

Vuoi un tè?
mmmhhh....magari no, grazie...forse preferirei un caffè...

Cos'è tu versi il tè?
La questione del potere sposta il focus dalla questione, che riguarda la convinzione con cui una persona è in grado di portare avanti scelte sessuali e affettive.
Nella mia vita ho sconosciuto donne che mi hanno accarezzato per avere qualche vantaggio personale.
Non ho mai chiesto scopate e non sono mai stato nella posizione di potere tale da poterle imporre, ma la situazione per cui una donna sa che essere carina con un uomo può darle dei vantaggi sia in ambito lavorativo che personale l'ho vissuta e sinceramente non la trovo affatto rara nelle questioni della vita.
E' un comportamento che va contro anche gli interessi delle altre donne, oltre a dare di noi uomini l'immagine di maschi rincoglioniti a cui basta la speranza di scopare per poter ottenere qualsiasi cosa.
Ora, questo che di fatto è opportunismo è radicato e presente nella società, a tutti i livelli e permette dagli avanzamenti di carriera ai passaggi in auto fino a casa di Dio financo alla offerta di cene e quant'altro.
Personalmente, sono stato sul cazzo a diverse donne proprio perché evito a priori qualsiasi tipo di trattamento di favore.
Del maschio di questa storia posso solo dire che è un coglione perché non ha compreso il gioco a cui sta partecipando e del quale non è affatto padrone, ma direi anche utile servo.
Sapesse quello che l'autrice del thread scrive della sua unica scopata con lei sarebbe umiliato di come si è posto di fronte a lei.
Della donna penso invece che se avesse voluto veramente se lo sarebbe tolto dalle palle 4 anni fa.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La questione del potere sposta il focus dalla questione, che riguarda la convinzione con cui una persona è in grado di portare avanti scelte sessuali e affettive.
Nella mia vita ho sconosciuto donne che mi hanno accarezzato per avere qualche vantaggio personale.
Non ho mai chiesto scopate e non sono mai stato nella posizione di potere tale da poterle imporre, ma la situazione per cui una donna sa che essere carina con un uomo può darle dei vantaggi sia in ambito lavorativo che personale l'ho vissuta e sinceramente non la trovo affatto rara nelle questioni della vita.
E' un comportamento che va contro anche gli interessi delle altre donne, oltre a dare di noi uomini l'immagine di maschi rincoglioniti a cui basta la speranza di scopare per poter ottenere qualsiasi cosa.
Ora, questo che di fatto è opportunismo è radicato e presente nella società, a tutti i livelli e permette dagli avanzamenti di carriera ai passaggi in auto fino a casa di Dio financo alla offerta di cene e quant'altro.
Personalmente, sono stato sul cazzo a diverse donne proprio perché evito a priori qualsiasi tipo di trattamento di favore.
Del maschio di questa storia posso solo dire che è un coglione perché non ha compreso il gioco a cui sta partecipando e del quale non è affatto padrone, ma direi anche utile servo.
Sapesse quello che l'autrice del thread scrive della sua unica scopata con lei sarebbe umiliato di come si è posto di fronte a lei.
Della donna penso invece che se avesse voluto veramente se lo sarebbe tolto dalle palle 4 anni fa.
Sono d'accordo sulla riflessione generale, che sintetizzerei con un "quanto è difficile, per maschi e femmine, portare avanti dignitosamente i propri desideri".

Ma non è il focus di questa situazione.

In questa situazione un ceo e una sottoposta - che come dici non pare particolarmente assertiva, motivo per cui diviene anche particolarmente manipolabile e posizionabile in subordinazione - scopano. (eliminiamo ogni valutazione sul tipo di scopata.)

Dopo questo episodio, non se ne verificano altri. La sottoposta non regge la situazione e se ne va. Cambia lavoro.

Il nostro avventuroso ceo cambia pure lui lavoro e si ritrova con la sottoposta del tempo che fu.
Nel ricordo dei bei tempi andati, le propone una ennesima scopata.
La sottoposta risponde no, non è cosa. Lasciamo il passato nel passato.

Cosa fa il nostro avventuroso ceo a questo punto?
Si ritira in buon ordine e incassa il rifiuto?

Eh, no.

Insiste. Ribadisce che in nome dei bei vecchi tempi, è da rifare l'esperienza, la invita per un caffè, le comunica di voler prenotare un hotel solo per loro due.

E cosa usa per farlo? il telefono del lavoro (dove lui ha un potere che lei non ha).

A te cosa pare di una situazione del genere?
 
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danny

Utente di lunga data
Sono d'accordo sulla riflessione generale, che sintetizzerei con un "quanto è difficile, per maschi e femmine, portare avanti dignitosamente i propri desideri".

Ma non è il focus di questa situazione.

In questa situazione un ceo e una sottoposta - che come dici non pare particolarmente assertiva, motivo per cui diviene anche particolarmente manipolabile e posizionabile in subordinazione - scopano. (eliminiamo ogni valutazione sul tipo di scopata.)

Dopo questo episodio, non se ne verificano altri. La sottoposta non regge la situazione e se ne va. Cambia lavoro.

Il nostro avventuroso ceo cambia pure lui lavoro e si ritrova con la sottoposta del tempo che fu.
Nel ricordo dei bei tempi andati, le propone una ennesima scopata.
La sottoposta risponde no, non è cosa. Lasciamo il passato nel passato.

Cosa fa il nostro avventuroso ceo a questo punto?
Si ritira in buon ordine e incassa il rifiuto?

Eh, no.

Insiste. Ribadisce che in nome dei bei vecchi tempi, è da rifare l'esperienza, la invita per un caffè, le comunica di voler prenotare un hotel solo per loro due.

E cosa usa per farlo? il telefono del lavoro (dove lui ha un potere di che lei non ha).

A te cosa pare di una situazione del genere?
Guarda, da noi oggi i telefoni in ufficio della ditta erano guasti, io non lo sapevo e ho messo in carica il MIO cellulare, pagato da me, con contratto a mio nome, perché scarico.
Ho ricevuto una reprimenda perché non riuscivano a raggiungere l'azienda dai telefoni fissi e io non rispondevo al MIO cellulare e ai messaggi wa sul MIO WhatsApp privato, cosa che non sta scritta da nessuna parte. In massima parte i colleghi trovano normale usare il proprio cellulare per lavoro, io lo considero una scelta, non un dovere. Il che pone una questione: ma se io occupo la linea per lavoro e dovesse chiamare un mio familiare che ha bisogno, o il contrario, chi ha priorità?
Ora, uno che ha un cellulare aziendale e lo usa in ambito aziendale per invitare una collega a prendere un caffè è come ho detto prima un coglione.
Perché in un mondo in cui i cellulari privati sono diventati aziendali e dove mia cognata in Smartworking come impiegata ha la reperibilità 24h su 24 compreso quando dorme, usare il cellulare della ditta per un invito galante come può definirsi?
Beati loro che hanno solo di questi problemi in ditta. Di questi tempi pensare a scopare sul lavoro è stare ancora veramente bene.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Guarda, da noi oggi i telefoni in ufficio della ditta erano guasti, io non lo sapevo e ho messo in carica il MIO cellulare, pagato da me, con contratto a mio nome, perché scarico.
Ho ricevuto una reprimenda perché non riuscivano a raggiungere l'azienda dai telefoni fissi e io non rispondevo al MIO cellulare e ai messaggi wa sul MIO WhatsApp privato, cosa che non sta scritta da nessuna parte.
Ora, uno che ha un cellulare aziendale e lo usa in ambito aziendale per invitare una collega a prendere un caffè è come ho detto prima un coglione.
Perché in un mondo in cui i cellulari privati sono diventati aziendali e dove mia cognata in Smartworking come impiegata ha la reperibilità 24h su 24 compreso quando dorme, usare il cellulare della ditta per un invito galante come può definirsi?
Beati loro che hanno di questi problemi in ditta. Di questi tempi pensare a scopare sul lavoro è stare ancora veramente bene.
Mi dispiace per la tua situazione a lavoro.

E tu come hai reagito alla reprimenda?

Il punto non è strettamente l'usare il cellulare del lavoro.
Ma usare il cellulare del lavoro è un atto dimostrativo. E una velata minaccia.

Non è semplicemente essere coglioni.
E' sentirsi in una posizione di potere tale per cui si sente il diritto di usare un mezzo dedicato al lavoro per mandare foto private e proporre prenotazioni in hotel.

Abusando della propria posizione sia nei confronti della sottoposta poco assertiva e manipolabile sia nei confronti del datore che ti ha dato il cel aziendale non certo per trovare la scopata.
 

danny

Utente di lunga data
Mi dispiace per la tua situazione a lavoro.

E tu come hai reagito alla reprimenda?

Il punto non è strettamente l'usare il cellulare del lavoro.
Ma usare il cellulare del lavoro è un atto dimostrativo. E una velata minaccia.

Non è semplicemente essere coglioni.
E' sentirsi in una posizione di potere tale per cui si sente il diritto di usare un mezzo dedicato al lavoro per mandare foto private e proporre prenotazioni in hotel.

Abusando della propria posizione sia nei confronti della sottoposta poco assertiva e manipolabile sia nei confronti del datore che ti ha dato il cel aziendale non certo per trovare la scopata.
Io ho espresso il fatto che è il mio cellulare e che devo avere un ufficio in cui le cose funzionino, non doverle sostituire con miei oggetti personali, ma tra i colleghi il vantaggio di starsene a casa ha fatto cedere ormai sulla distinzione necessaria anche tra ambiti lavorativi e personali quindi non hanno colto il problema in massima parte.
il cellulare è uno spazio privato, decisamente e teoricamente anche casa mia, che ho dovuto modificare per realizzare un piccolo spazio in camera da letto dove poter lavorare. Mia cognata mi ha sorpreso perché con lo smartworking totale è arrivata ad avere l'obbligo di reperibilità telefonica. Se un cliente chiama alle 3 di notte lei deve svegliarsi e rispondere, inviando via mail se necessario anche i documenti richiesti.
Quindi la ditta ha cooptato non solo l'abitazione privata, ma anche lo spazio del sonno, suo e di suo marito.
Ovviamente è obbligata a rispondere anche se sta facendo sesso o cagando. Non è un medico, non sta trattando di vita o morte...
Le persone, come vedi, cedono e non arrivano neppure a comprendere cosa sia giusto o meno fare. Cedono per ottenere piccoli vantaggi, per debolezza, per farsi compiacere, per opportunismo e tornaconto. Massimamente frega a nessuno di opporsi a qualcosa per un diritto: i diritti sono cosa comune, alla gente interessa di più il vantaggio personale, col risultato di perderci tutti.
Per me chi ha potere, comunque, tornando in argomento, non si fa tenere all'amo da una dipendente per 4 anni.
Obiettivamente lo percepisco più come uno sfigato arrapato che altro.
Se avesse avuto veramente potere, anche la percezione di lei nei suoi confronti sono convinto sarebbe stata molto diversa.
E il gioco non sarebbe durato 4 anni.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io ho espresso il fatto che è il mio cellulare e che devo avere un ufficio in cui le cose funzionino, non doverle sostituire con miei oggetti personali, ma tra i colleghi il vantaggio di starsene a casa ha fatto cedere ormai sulla distinzione necessaria anche tra ambiti lavorativi e personali quindi non hanno colto il problema in massima parte.
il cellulare è uno spazio privato, decisamente e teoricamente anche casa mia, che ho dovuto modificare per realizzare un piccolo spazio in camera da letto dove poter lavorare. Mia cognata mi ha sorpreso perché con lo smartworking totale è arrivata ad avere l'obbligo di reperibilità telefonica. Se un cliente chiama alle 3 di notte lei deve svegliarsi e rispondere, inviando via mail se necessario anche i documenti richiesti.
Quindi la ditta ha cooptato non solo l'abitazione privata, ma anche lo spazio del sonno, suo e di suo marito.
Ovviamente è obbligata a rispondere anche se sta facendo sesso o cagando. Non è un medico, non sta trattando di vita o morte...
Per me chi ha potere, comunque, tornando in argomento, non si fa tenere all'amo da una dipendente per 4 anni.
Obiettivamente lo percepisco più come uno sfigato arrapato che altro.
Se avesse avuto veramente potere, anche la percezione di lei nei suoi confronti sono convinto sarebbe stata molto diversa.
E il gioco non sarebbe durato 4 anni.
Cioè stai dicendo che nel contratto di tua cognata è scritto che lei ha l'obbligo di reperibilità h24?
Ai tuoi colleghi va bene mischiare privato e lavorativo avendo il vantaggio di lavorare da casa?




Non mi sembra che il tipo sia all'amo da 4 anni. Dal racconto intendo.


Dal racconto, hanno scopato.
Lui l'ha sfanculata.
Lei se ne è andata dal lavoro.

Lei ha trovato un nuovo posto di lavoro a cui tiene e per cui ha faticato.

Lui arriva nel nuovo posto di lavoro, la ritrova lì e fa quello che abbiam descritto.
Dare per scontata la rimpatriata, invitare per caffè, prenotazioni in hotel, usare lo spazio del lavoro NON PER IL LAVORO ma per inviare gli inviti già detti e le foto di lui al mare coi figli...abusando anche di un mezzo di lavoro, oltre che della posizione.

Le azioni di lei, per quello che scrive, sono evitare il conflitto avendone paura, esprimere angoscia all'idea di perdere il lavoro affermando in modo deciso un no alle avances, e in virtù di questo barcamenarsi con scarsa assertività.

A te che percezione sembra?
 
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danny

Utente di lunga data
Cioè stai dicendo che nel contratto di tua cognata è scritto che lei ha l'obbligo di reperibilità h24?
Ai tuoi colleghi va bene mischiare privato e lavorativo avendo il vantaggio di lavorare da casa?
Sto dicendo che le persone a fronte di un piccolo e spesso opportunistico vantaggio personale cedono su qualsiasi altra cosa.
Le descrizione classica dei rapporti di lavoro da lotta di classe, di per sé tralascia la componente egoistica del singolo, in realtà prevalente sull'interesse collettivo.
Lo Smartworking dà il vantaggio di risparmiare sui tempi di viaggio. Con questo piccolo vantaggio si è ceduto di fronte ad altre richieste, secondo me assai pericolose in termini di diritto.
Ai miei colleghi va bene, certo. Non per niente siamo a casa da due anni e passa.
Io lo trovo alienante e tra l'altro questa commistione tra privato e lavorativo la considero inaccettabile: ricevere messaggi wa anche a mezzanotte francamente è imbarazzante. Condiziona anche il mio approccio con gli altri: per non mostrarmi on line e non rispondere in orari non lavorativi, evito di accedere a whatsapp. Mia cognata deve lavorare così. E' stata interrotta 4 volte durante una cena in cui ero presente, ma non si lamenta affatto della cosa. Le va bene così. E se a tanti va bene così, amen, il mondo andrò avanti così, pian piano modificando la vita di tutti.
Le persone vedono il PICCOLO vantaggio immediato perdendo di vista le conseguenze nel tempo, non hanno una elevata capacità di analisi temporale.
Per inciso: lo stesso atteggiamento c'è stato sul Green Pass relativo al lavoro, una gran porcata, visto che insisteva su un diritto costituzionale. Ma a fronte di piccoli vantaggi personali tutti hanno applaudito alla cosa. Mi è stato appena confermato che la tiroidite autoimmune di cui soffro da novembre circa e che ho accertato in questi giorni deriva secondo il medico da un virus o qualcosa di simile che ha generato una reazione infiammatoria alla mia tiroide, visibile in eco e confermata da esami specifici. A ottobre ho fatto la seconda vaccinazione per il Green Pass, i tempi sono questi. Prevedibile, come avevo scritto, conoscendo come funziona il mio corpo, che conosco bene. Ma avere avuto ragione che vantaggi mi dà? Nulla. Un cazzo.
Amen, per tutto, pertanto. Un uomo non cambia il mondo da solo. Può eventualmente solo fare scelte per cambiare la propria vita.
La nostra protagonista poteva peraltro scegliere di non scoparsi il tipo. O no?
Cosa sarebbe accaduto se avesse detto di no la prima volta?
Cosa sarebbe accaduto se non mi fossi vaccinato? In casa mia non avrebbero accettato la sospensione del mio stipendio.
Le scelte si pagano. In fin dei conti anch'io ho ceduto. Ma ora? Si può dire no dopo?
E quanto può essere utile dopo il danno?
Si può essere credibili con un no che non è mai stato totale?
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sto dicendo che le persone a fronte di un piccolo e spesso opportunistico vantaggio personale cedono su qualsiasi altra cosa.
Le descrizione classica dei rapporti di lavoro da lotta di classe, di per sé tralascia la componente egoistica del singolo, in realtà prevalente sull'interesse collettivo.
Lo Smartworking dà il vantaggio di risparmiare sui tempi di viaggio. Con questo piccolo vantaggio si è ceduto di fronte ad altre richieste, secondo me assai pericolose in termini di diritto.
Ai miei colleghi va bene, certo. Non per niente siamo a casa da due anni e passa.
Io lo trovo alienante e tra l'altro questa commistione tra privato e lavorativo la considero inaccettabile: ricevere messaggi wa anche a mezzanotte francamente è imbarazzante. Condiziona anche il mio approccio con gli altri: per non mostrarmi on line e non rispondere in orari non lavorativi, evito di accedere a whatsapp. Mia cognata deve lavorare così. E' stata interrotta 4 volte durante una cena in cui ero presente, ma non si lamenta affatto della cosa. Le va bene così. E se a tanti va bene così, amen, il mondo andrò avanti così, pian piano modificando la vita di tutti.
Per inciso: lo stesso atteggiamento c'è stato sul Green Pass relativo al lavoro, una gran porcata, visto che insisteva su un diritto costituzionale. Ma a fronte di piccoli vantaggi personali tutti hanno applaudito alla cosa. Mi è stato appena confermato che la tiroidite autoimmune di cui soffro da novembre circa e che ho accertato in questi giorni deriva secondo il medico da un virus o qualcosa di simile che ha generato una reazione infiammatoria alla mia tiroide, visibile in eco e confermata da esami specifici. A ottobre ho fatto la seconda vaccinazione per il Green Pass, i tempi sono questi. Prevedibile, come avevo scritto, conoscendo come funziona il mio corpo, che conosco bene. Ma avere avuto ragione che vantaggi mi dà? Nulla. Un cazzo.
Amen, per tutto, pertanto. Un uomo non cambia il mondo da solo. Può eventualmente solo fare scelte per cambiare la propria vita.
La nostra protagonista poteva peraltro scegliere di non scoparsi il tipo. O no?
Cosa sarebbe accaduto se avesse detto di no la prima volta?
Cosa sarebbe accaduto se non mi fossi vaccinato?
Le scelte si pagano. In fin dei conti anch'io ho ceduto.
Stai mescolando un sacco di piani però :)

Resto sulla tipa, prima.

La tipa ha scopato la prima volta. E se ne è andata dal lavoro.
Adesso è in un nuovo posto di lavoro, ha detto no e il tipo la tartassa abusando del suo potere.

cosa c'entra se avesse detto no allora?

Lei prima ha detto sì. E si è smazzata quel che ne è venuto.

Poi, in questo nuovo posto, ORA ha detto no.
Ma il suo no viene ignorato e per farlo si utilizza un potere lavorativo.

Che è una cosa molto diversa dagli esempi che fai tu della tua azienda e di quella di tua cognata.
In quello che tu racconti c'è una maggioranza di persone che ritiene vantaggioso un qualcosa che tu non ritieni vantaggioso.
Non c'è abuso. E' una decisione concordata e pattuita. C'è consenso da parte della maggioranza

La tua percezione è data dal fatto che tu non sei in accordo con la maggioranza. E ti ritrovi ad essere in minoranza.
E posso esser d'accordo con te, la percezione di "minoranza" non è esattamente piacevole. Specialmente se vissuta come una ingiustizia


Nel caso di @serena78 non c'è patto attuale, non c'è un concordare, non c'è consenso.
Semplicemente non si può esprimere se non rischiando (nella sua percezione da sottoposta) parecchio e per una situazione che non riguarda neppure questo luogo di lavoro e men che meno il lavoro.

La vedi la differenza?

Tu ce l'hai con la massa. E non senti prese in considerazione le tue istanze minoritarie e individuali.

Lei ha un capo che usa il suo potere di capo per convincerla a scopare in virtù del fatto che avevano scopato.

EDIT: un no è un no.
Non ha bisogno di essere credibile.

Questo sarebbe vantaggioso anche per i maschi descritti in questo 3d che cadono nelle arti delle profumiere.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sto dicendo che le persone a fronte di un piccolo e spesso opportunistico vantaggio personale cedono su qualsiasi altra cosa.
Le descrizione classica dei rapporti di lavoro da lotta di classe, di per sé tralascia la componente egoistica del singolo, in realtà prevalente sull'interesse collettivo.
Lo Smartworking dà il vantaggio di risparmiare sui tempi di viaggio. Con questo piccolo vantaggio si è ceduto di fronte ad altre richieste, secondo me assai pericolose in termini di diritto.
Ai miei colleghi va bene, certo. Non per niente siamo a casa da due anni e passa.
Io lo trovo alienante e tra l'altro questa commistione tra privato e lavorativo la considero inaccettabile: ricevere messaggi wa anche a mezzanotte francamente è imbarazzante. Condiziona anche il mio approccio con gli altri: per non mostrarmi on line e non rispondere in orari non lavorativi, evito di accedere a whatsapp. Mia cognata deve lavorare così. E' stata interrotta 4 volte durante una cena in cui ero presente, ma non si lamenta affatto della cosa. Le va bene così. E se a tanti va bene così, amen, il mondo andrò avanti così, pian piano modificando la vita di tutti.
Le persone vedono il PICCOLO vantaggio immediato perdendo di vista le conseguenze nel tempo, non hanno una elevata capacità di analisi temporale.
Per inciso: lo stesso atteggiamento c'è stato sul Green Pass relativo al lavoro, una gran porcata, visto che insisteva su un diritto costituzionale. Ma a fronte di piccoli vantaggi personali tutti hanno applaudito alla cosa. Mi è stato appena confermato che la tiroidite autoimmune di cui soffro da novembre circa e che ho accertato in questi giorni deriva secondo il medico da un virus o qualcosa di simile che ha generato una reazione infiammatoria alla mia tiroide, visibile in eco e confermata da esami specifici. A ottobre ho fatto la seconda vaccinazione per il Green Pass, i tempi sono questi. Prevedibile, come avevo scritto, conoscendo come funziona il mio corpo, che conosco bene. Ma avere avuto ragione che vantaggi mi dà? Nulla. Un cazzo.
Amen, per tutto, pertanto. Un uomo non cambia il mondo da solo. Può eventualmente solo fare scelte per cambiare la propria vita.
La nostra protagonista poteva peraltro scegliere di non scoparsi il tipo. O no?
Cosa sarebbe accaduto se avesse detto di no la prima volta?
Cosa sarebbe accaduto se non mi fossi vaccinato? In casa mia non avrebbero accettato la sospensione del mio stipendio.
Le scelte si pagano. In fin dei conti anch'io ho ceduto. Ma ora? Si può dire no dopo?
E quanto può essere utile dopo il danno?
Si può essere credibili con un no che non è mai stato totale?

Quanto a te, come stai invece?

come funziona questa cosa della tiroide?
 

danny

Utente di lunga data
Le azioni di lei, per quello che scrive, sono evitare il conflitto avendone paura, esprimere angoscia all'idea di perdere il lavoro affermando in modo deciso un no alle avances, e in virtù di questo barcamenarsi con scarsa assertività.

A te che percezione sembra?
Partendo dal discorso precedente:
per manipolare una persona trovandosi in una situazione in cui si hanno margini di potere sulla gestione delle dinamiche non devi comportarti come ha fatto lui. Difatti si è portato a casa solo una scopata. Ha giocato bene le sue carte all'inizio perché lei si trovava in una situazione di bisogno, dopo è andato già in maniera maldestra e continua a farlo.
Avere il potere significa poco e niente se non si sa come gestirlo. E lui è un incapace.
Direi pertanto che il suo potere è unicamente sulla carta, nella realtà non vale niente.
E' un mediocre che ottiene un piccolo margine di vantaggio grazie all'inettitudine di lei.
 

danny

Utente di lunga data
Stai mescolando un sacco di piani però :)

Resto sulla tipa, prima.

La tipa ha scopato la prima volta. E se ne è andata dal lavoro.
Adesso è in un nuovo posto di lavoro, ha detto no e il tipo la tartassa abusando del suo potere.

cosa c'entra se avesse detto no allora?

Lei prima ha detto sì. E si è smazzata quel che ne è venuto.

Poi, in questo nuovo posto, ORA ha detto no.
Ma il suo no viene ignorato e per farlo si utilizza un potere lavorativo.

Che è una cosa molto diversa dagli esempi che fai tu della tua azienda e di quella di tua cognata.
In quello che tu racconti c'è una maggioranza di persone che ritiene vantaggioso un qualcosa che tu non ritieni vantaggioso.
Non c'è abuso. E' una decisione concordata e pattuita. C'è consenso da parte della maggioranza

La tua percezione è data dal fatto che tu non sei in accordo con la maggioranza. E ti ritrovi ad essere in minoranza.
E posso esser d'accordo con te, la percezione di "minoranza" non è esattamente piacevole. Specialmente se vissuta come una ingiustizia


Nel caso di @serena78 non c'è patto attuale, non c'è un concordare, non c'è consenso.
Semplicemente non si può esprimere se non rischiando (nella sua percezione da sottoposta) parecchio e per una situazione che non riguarda neppure questo luogo di lavoro e men che meno il lavoro.

La vedi la differenza?

Tu ce l'hai con la massa. E non senti prese in considerazione le tue istanze minoritarie e individuali.

Lei ha un capo che usa il suo potere di capo per convincerla a scopare in virtù del fatto che avevano scopato.

EDIT: un no è un no.
Non ha bisogno di essere credibile.

Questo sarebbe vantaggioso anche per i maschi descritti in questo 3d che cadono nelle arti delle profumiere.
No, non è questione di differenze di posizioni, ma di meccanismi.
Un tipico meccanismo manipolatorio di vendita utilizzato anche in politica e nelle aziende è quello di fornire un piccolo vantaggio immediato a fronte di costi ripartiti sul futuro.
Lo fanno con le auto, figuriamoci col resto.
E' un modo per ottenere tanto con la minima spesa, che sfrutta una falla della stragrande maggiorana di persone, che hanno una capacità di analisi temporale molto ridotta.
Se io ti induco a pensare che una determinata azione ti fa stare bene ADESSO tu sarai indotto a pensare che la scelta che stai facendo sia quella giusta senza assolutamente riflettere sulle conseguenze.
Ci cascano tutti. E' talmente palese che io mi stanco a farlo notare: se le persone non ci arrivano da sole hanno dei limiti che non permettono loro di comprenderlo anche a seguito di una spiegazione.
Nelle tecniche di vendita un no non è mai un no.
Non conosco il ramo aziendale dei tipi in questione, ma in molte azienda facevano corsi in proposito.
Vendere e portarsi a casa una scopata in fin dei conti condividono gli stessi meccanismi di gestione delle emozioni e delle decisioni.
Io non ce l'ho con la massa.
Ce l'ho col fatto che un numero così ampio di persone non abbia l'ambizione di costituire una massa critica importante per godere di maggiori vantaggi collettivi.
E' un po' diverso dall'avercela con tutti.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Sto dicendo che le persone a fronte di un piccolo e spesso opportunistico vantaggio personale cedono su qualsiasi altra cosa.
Le descrizione classica dei rapporti di lavoro da lotta di classe, di per sé tralascia la componente egoistica del singolo, in realtà prevalente sull'interesse collettivo.
Lo Smartworking dà il vantaggio di risparmiare sui tempi di viaggio. Con questo piccolo vantaggio si è ceduto di fronte ad altre richieste, secondo me assai pericolose in termini di diritto.
Ai miei colleghi va bene, certo. Non per niente siamo a casa da due anni e passa.
Io lo trovo alienante e tra l'altro questa commistione tra privato e lavorativo la considero inaccettabile: ricevere messaggi wa anche a mezzanotte francamente è imbarazzante. Condiziona anche il mio approccio con gli altri: per non mostrarmi on line e non rispondere in orari non lavorativi, evito di accedere a whatsapp. Mia cognata deve lavorare così. E' stata interrotta 4 volte durante una cena in cui ero presente, ma non si lamenta affatto della cosa. Le va bene così. E se a tanti va bene così, amen, il mondo andrò avanti così, pian piano modificando la vita di tutti.
Le persone vedono il PICCOLO vantaggio immediato perdendo di vista le conseguenze nel tempo, non hanno una elevata capacità di analisi temporale.
Per inciso: lo stesso atteggiamento c'è stato sul Green Pass relativo al lavoro, una gran porcata, visto che insisteva su un diritto costituzionale. Ma a fronte di piccoli vantaggi personali tutti hanno applaudito alla cosa. Mi è stato appena confermato che la tiroidite autoimmune di cui soffro da novembre circa e che ho accertato in questi giorni deriva secondo il medico da un virus o qualcosa di simile che ha generato una reazione infiammatoria alla mia tiroide, visibile in eco e confermata da esami specifici. A ottobre ho fatto la seconda vaccinazione per il Green Pass, i tempi sono questi. Prevedibile, come avevo scritto, conoscendo come funziona il mio corpo, che conosco bene. Ma avere avuto ragione che vantaggi mi dà? Nulla. Un cazzo.
Amen, per tutto, pertanto. Un uomo non cambia il mondo da solo. Può eventualmente solo fare scelte per cambiare la propria vita.
La nostra protagonista poteva peraltro scegliere di non scoparsi il tipo. O no?
Cosa sarebbe accaduto se avesse detto di no la prima volta?
Cosa sarebbe accaduto se non mi fossi vaccinato? In casa mia non avrebbero accettato la sospensione del mio stipendio.
Le scelte si pagano. In fin dei conti anch'io ho ceduto. Ma ora? Si può dire no dopo?
E quanto può essere utile dopo il danno?
Si può essere credibili con un no che non è mai stato totale?
Noi dallo Smart abbiamo tratto solo vantaggi. Finito il lavoro il cell aziendale si spegne quando si è finito di lavorare.
Vero si lavora più di 8 ore approfittando del fatto che si è già a casa ma il gioco vale assolutamente la candela.
sulle chiamate in serata il mio numero privato ce l’hanno in pochi e lo usano per reale necessità quindi nessun problema e soprattutto è stata una mia scelta darlo.
Fra poco andrò al mare con mia mamma e potrò lavorare da lì , prima del covid non sarebbe stato fattibile e non sarei potuta andare
In sintesi credo che una delle poche cose positive che il covid ha portato nella mia vita sia proprio lo Smart working.
Giusto per portare una testimonianza diversa
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
io invece per la tipologia di lavoro che faccio (carta, carta e ancora carta), non avrei mai potuto fare lo smart working, ma non lo avrei mai voluto
chiusa in casa? aiuto! io voglio uscire di casa, è proprio una cosa mentale, voglio avere degli orari, prepararmi, uscire, vedere persone
 

danny

Utente di lunga data
Noi dallo Smart abbiamo tratto solo vantaggi. Finito il lavoro il cell aziendale si spegne quando si è finito di lavorare.
Vero si lavora più di 8 ore approfittando del fatto che si è già a casa ma il gioco vale assolutamente la candela.
sulle chiamate in serata il mio numero privato ce l’hanno in pochi e lo usano per reale necessità quindi nessun problema e soprattutto è stata una mia scelta darlo.
Fra poco andrò al mare con mia mamma e potrò lavorare da lì , prima del covid non sarebbe stato fattibile e non sarei potuta andare
In sintesi credo che una delle poche cose positive che il covid ha portato nella mia vita sia proprio lo Smart working.
Giusto per portare una testimonianza diversa
Il tuo è il caso di una situazione che mostra lati positivi.
Come ho già detto, per ora.
Anche per mia cognata era così fino all'anno scorso.
Poi, ovviamente, voi siete una grande azienda e la velocità di cambiamento (in peggio) di fronte a importanti numeri è decisamente più lenta.
Dire che sarà così per tuti gli anni a venire, è illusorio.
Il benessere dei lavoratori, che io sappia, non è mai stato il principale interesse nella gestione di un'azienda.
Il fatto che tu stia bene frega decisamente poco agli azionisti, per dire. E' solo una conseguenza di altri vantaggi per l'azienda.
Sul fatto di potere in futuro lavorare collegandosi dove si vuole credo sarà sempre più complicato per questioni di sicurezza aziendale.
Le aziende dovranno necessariamente intervenire anche nel gestire il tipo di collegamento nelle abitazioni private.
E, credimi, imporranno la geolocalizzazione.
 
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Nocciola

Super Moderatore
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io invece per la tipologia di lavoro che faccio (carta, carta e ancora carta), non avrei mai potuto fare lo smart working, ma non lo avrei mai voluto
chiusa in casa? aiuto! io voglio uscire di casa, è proprio una cosa mentale, voglio avere degli orari, prepararmi, uscire, vedere persone
Infatti è molto diverso lo Smart durante il lock down dallo Smart fatto alcuni giorni la settimana
Risparmio economico evidente e quando finisci sei già a casa. Nella pausa puoi fare qualcosa.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Il tuo è il caso di una situazione che mostra lati positivi.
Come ho già detto, per ora.
Anche per mia cognata era così fino all'anno scorso.
Poi, ovviamente, voi siete una grande azienda e la velocità di cambiamento (in peggio) di fronte a importanti numeri è decisamente più lenta.
Dire che sarà così per tuti gli anni a venire, è illusorio.
Il benessere dei lavoratori, che io sappia, non è mai stato il principale interesse nella gestione di un'azienda.
Il fatto che tu stia bene frega decisamente poco agli azionisti, per dire. E' solo una conseguenza di altri vantaggi per l'azienda.
Ma l’azienda ci guadagna. Meno spese e il lavoro prosegue nello stesso modo. Il problema sono quelli che si approfittano dello Smart e che mettono a rischio questa opportunità per gli altri
 
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