Quando la relazione tossica è la famiglia.

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
credo che il problema che ha evidenziato Rebecca sia più pesante del semplice essere diverse in tutto
conosco una donna ormai over 60, sottomessa alla madre. Non ha potuto lavorare, ne avere un fidanzato, solo con i genitori. Ora che sono morti lei è una larva, ma nel senso materiale. Pesa 40 kg. e non sta bene, ha di tutto.
I medici a suo tempo avevano cercato di aiutarla e incoraggiarla a non lasciare il lavoro e di andare fuori casa a vivere. Lei non ne aveva il coraggio.
Una persona estremamente debole convinta di non poter reagire. un vero dramma dove nessuno ha potuto fare nulla perchè lei, l'interessata non voleva.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Brunetta, è chiarissimo quello che dici. Io infatti non ho mai usato la parola cattivi, perché la cattiveria per me è altra. Padri che violentano, madri che abbandonano. Ma non è questa una giustificazione per coprire un comportamento che comunque, fa male. A un figlio fa male. Noi abbiamo solo subìto. Ho cambiato 12 case tra cui un residence e una casa condivisa come gli universitari, io, mia madre e mio fratello in una stanza. C'erano tutte le difficoltà del caso ma sai cosa. Io, genitore, cerco di fare vedere a mio figlio che dal letame nascono i fiori. Che nonostante sia stressato/a e penso che la vita sia uno schifo, cerco di far vedere a mio figlio il bello delle cose, che sono oltre il materiale. A 17 anni mi è stato detto che serviva una mano e ho iniziato a lavorare e non mi sono mai lamentata. Crescendo ho capito che si, non si arrivava facile alla fine del mese, ma i due pacchetti di sigarette, le 5/6 Ceres al giorno e successivamente il gioco, non mancavano mai. E tu non hai idea delle volte che abbiamo parlato io e mio fratello e la risposta è sempre stata ho solo questo. No. C eravamo anche noi. A 20 anni da casa mi sono sganciata, è arrivato mio figlio. Ad oggi, lei non ha i soldi per una lastra per capire il grado della polmonite, ma sono sicura che fuma. Non ha i soldi per pagare la bolletta, ma sono sicura che beve. Allora tu figlia/o ti ritrovi tra il "cazzi suoi" e che faccio, gli faccio staccare la luce? E devi dire si. Ad entrambe le cose, e si fatica. Parecchio. Perché certo che vorresti aiutarli i genitori. Ma con gli anni capisci, spero ci arrivi anche mio fratello, che non puoi salvare chi non vuole essere salvato. O vai a fondo con loro, o prendi aria a galla. E sono stanca di farmi trascinare giù da sensi di colpa che non sono scaturiti da me.

Dovevo ampliare il quadro. E non per sfogo, ma perché le dinamiche sono ampie.
E la morale è sempre quella.
Non posso fare più nulla di più di quello che ho fatto. Devo finirla di chiedermi come sia possibile. Ci arriverò. Non è che me lo auguro o lo spero, me lo devo proprio.
I tuoi genitori, che definire immaturi è un eufemismo, ti hanno costretta a ribaltare i ruoli e ti hanno fatta diventare la loro madre. Non sei la loro madre e non li devi, né puoi educare. Se hanno dipendenze, anche costose, sono solo ulteriori sintomi del loro mal-funzionamento. Ma non è responsabilità tua. Non credere che la lastra sia necessaria in tempi brevi e perciò a pagamento.
Lascia a loro il giudizio sulla priorità delle spese e …le conseguenze.
 

Nicky

Utente di lunga data
E' quello che sto dicendo è lei che deve mettere i freni, se le famiglie si sfascino per i genitori vuol dire che i figli lo hanno permesso e ridimensionare il loop è fondamentale. Non è sano invece tagliare i ponti con la famiglia perchè se esistiamo è grazie a loro.
Dare la colpa al genitore è facile, più difficile ammettere di non essere ancora capaci a gestire il rapporto
Sicuramente, ma, in generale, nessuno può gestire un rapporto con un altro, perché, appunto, è una relazione e la gestiamo entrambi.
Quanto al tagliare i ponti con la famiglia, a volte è necessario. Non posso sapere se sia questo il caso o se basti un po' di fermezza, ma qualcosa per mettere un argine lo si deve fare.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Se esistiamo e’ grazie a loro? E questo, il fatto di avere un utero funzionate intendo, gli dà ogni diritto?
Se esistiamo e’ perché, in questo caso egoisticamente, hanno deciso di mettere al mondo della prole di cui non avevano voglia o forza di occuparsi.
Non ha nulla a che fare con l’amore.
Chi ti dice che non avevano voglia di occuparsi,non so a cosa ti stai riferendo.
Stai facendo una confusione assurda.

Vero che ci sono figli messi al mondo tanto per assolvere a un dovere sociale, ma mi auguro che la maggior parte siano stati voluti ed amati. Non tutti amano nello stesso modo quello è certo.
Da come parli se,bra che ad una certa il figlio debba mettere in un isituto il genitore tanto ormai il suo dovere di procreare è stato ampiamente assolto.

Ci sono figli e genitori che si amano , altri no. E della famiglia di Rebecca non sappiamo nulla se non il suo malessere che risale sin dalla prima infanzia.

Ciò che mi fa strano è come mai il figlio di Rebecca invece adora i nonni
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Sicuramente, ma, in generale, nessuno può gestire un rapporto con un altro, perché, appunto, è una relazione e la gestiamo entrambi.
Quanto al tagliare i ponti con la famiglia, a volte è necessario. Non posso sapere se sia questo il caso o se basti un po' di fermezza, ma qualcosa per mettere un argine lo si deve fare.
Io non riesco proprio a capire come si possa tagliare i ponti con i genitori, vale anche per genitori che non vogliono più vedere i figli.
Tanto odio e rancore ha dell'insano a prescindere, sopratutto quando lo attiva un genitore.

L'argine alcune volte , se si ha il compagno giusto al fianco, lo si costruisce con più determinazione.
 

Nicky

Utente di lunga data
Io non riesco proprio a capire come si possa tagliare i ponti con i genitori, vale anche per genitori che non vogliono più vedere i figli.
Tanto odio e rancore ha dell'insano a prescindere, sopratutto quando lo attiva un genitore.
Forse non ti è capitato di vedere situazioni in cui il genitore è violento o ha una grave dipendenza.
Non è odio, è necessità.
Sinceramente il fatto che i genitori di Rebecca le chiedano soldi, ricattandola moralmente se dice di no, è già una cosa, per me, molto al limite.
Certo, i figli hanno degli obblighi economici nei confronti dei genitori, perché lo prevede la legge, ma la legge non prevede che un genitore che ha una capacità di lavoro chieda i soldi ai figli.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Chi ti dice che non avevano voglia di occuparsi,non so a cosa ti stai riferendo.
Stai facendo una confusione assurda.

Vero che ci sono figli messi al mondo tanto per assolvere a un dovere sociale, ma mi auguro che la maggior parte siano stati voluti ed amati. Non tutti amano nello stesso modo quello è certo.
Da come parli se,bra che ad una certa il figlio debba mettere in un isituto il genitore tanto ormai il suo dovere di procreare è stato ampiamente assolto.

Ci sono figli e genitori che si amano , altri no. E della famiglia di Rebecca non sappiamo nulla se non il suo malessere che risale sin dalla prima infanzia.

Ciò che mi fa strano è come mai il figlio di Rebecca invece adora i nonni
Essere nonni, mi dicono, ma ci ho anche ragionato, è diverso da essere genitori. Si attivano sentimenti diversi e si hanno responsabilità diverse. Da quel che ho capito vi è anche un rispecchiamento “puro”. Si vedono i propri geni e ci si sente gratificati, senza la fatica educativa. Per questo i bambini adorano i nonni che li adorano.
Solo per questo si dovrebbe creare un pochino di riconoscimento.
Il fatto che lo portino fuori a mangiare a spese della madre è sicuramente pesante economicamente (ma ho capito da McDonald, non in un ristorante di lusso) è comunque un regalo d’amore, di cui evidentemente il ragazzo ha bisogno.
Poi questa attenzione totale può creare anche un po’ di invidia/rivalità in chi da figlia, non solo non lo ha mai avuta, ma si trova pure a pagarla.
È noto ed evidente che gli eredi si scannino per l’eredità perché i soldi sono una forma simbolica di amore. Chi chiede ha bisogno di ricevere, chi dà vorrebbe avere avuto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse non ti è capitato di vedere situazioni in cui il genitore è violento o ha una grave dipendenza.
Non è odio, è necessità.
Sinceramente il fatto che i genitori di Rebecca le chiedano soldi, ricattandola moralmente se dice di no, è già una cosa, per me, molto al limite.
Certo, i figli hanno degli obblighi economici nei confronti dei genitori, perché lo prevede la legge, ma la legge non prevede che un genitore che ha una capacità di lavoro chieda i soldi ai figli.
Tu di fronte a situazioni che riguardano i sentimenti tendi a cercare una risposta legale.
Io non riesco proprio a capire come si possa tagliare i ponti con i genitori, vale anche per genitori che non vogliono più vedere i figli.
Tanto odio e rancore ha dell'insano a prescindere, sopratutto quando lo attiva un genitore.

L'argine alcune volte , se si ha il compagno giusto al fianco, lo si costruisce con più determinazione.
Tu privilegi i sentimenti.

Nessuna delle due ha torto o ragione (io penso un po’ e un po’) state solo esprimendo la vostra storia.
 

Nicky

Utente di lunga data
Tu di fronte a situazioni che riguardano i sentimenti tendi a cercare una risposta legale.
Ma no, figurati. Semplicemente, se anche la legge stabilisce che un figlio ha degli obblighi verso i genitori ma non illimitati, vuol dire che, anche per il pensiero collettivo, non c'è motivo di sentirsi in colpa per non pagare la bolletta di una persona che non lavora pur essendo giovane o che butta i soldi in scemenze.
Il problema di Rebecca è il senso di colpa che le instillano e, quindi, mi sembra che farla ragionare sul fatto che è un senso di colpa ingiustificato possa essere di aiuto.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
conosco una donna ormai over 60, sottomessa alla madre. Non ha potuto lavorare, ne avere un fidanzato, solo con i genitori. Ora che sono morti lei è una larva, ma nel senso materiale. Pesa 40 kg. e non sta bene, ha di tutto.
I medici a suo tempo avevano cercato di aiutarla e incoraggiarla a non lasciare il lavoro e di andare fuori casa a vivere. Lei non ne aveva il coraggio.
Una persona estremamente debole convinta di non poter reagire. un vero dramma dove nessuno ha potuto fare nulla perchè lei, l'interessata non voleva.
Darwin che direbbe?
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
I tuoi genitori, che definire immaturi è un eufemismo, ti hanno costretta a ribaltare i ruoli e ti hanno fatta diventare la loro madre. Non sei la loro madre e non li devi, né puoi educare. Se hanno dipendenze, anche costose, sono solo ulteriori sintomi del loro mal-funzionamento. Ma non è responsabilità tua. Non credere che la lastra sia necessaria in tempi brevi e perciò a pagamento.
Lascia a loro il giudizio sulla priorità delle spese e …le conseguenze.
Educare perché no? Tutti si educano. Anche con l'assenza. Io ho sempre considerato il silenzio punitivo una cosa aberrante, tranne quando lo usi con chi lo usa per primo con te.
 
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Ginevra65

Moderatrice del cazzo
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Forse non ti è capitato di vedere situazioni in cui il genitore è violento o ha una grave dipendenza.
Non è odio, è necessità.
Sinceramente il fatto che i genitori di Rebecca le chiedano soldi, ricattandola moralmente se dice di no, è già una cosa, per me, molto al limite.
Certo, i figli hanno degli obblighi economici nei confronti dei genitori, perché lo prevede la legge, ma la legge non prevede che un genitore che ha una capacità di lavoro chieda i soldi ai figli.
difatti in quei casi l'aiuto piò essere solo attivando un supporto sociale. Se chiedono soldi la risposta è, non li ho non riesco neanche io a tirare avanti.
Non ho letto tutto quello che ha scritto Rebecca. Non so se ha approfondito la motivazione
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma no, figurati. Semplicemente, se anche la legge stabilisce che un figlio ha degli obblighi verso i genitori ma non illimitati, vuol dire che, anche per il pensiero collettivo, non c'è motivo di sentirsi in colpa per non pagare la bolletta di una persona che non lavora pur essendo giovane o che butta i soldi in scemenze.
Il problema di Rebecca è il senso di colpa che le instillano e, quindi, mi sembra che farla ragionare sul fatto che è un senso di colpa ingiustificato possa essere di aiuto.
Appunto. Era necessario presentare il limite legale.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Forse non ti è capitato di vedere situazioni in cui il genitore è violento o ha una grave dipendenza.
Non è odio, è necessità.
Sinceramente il fatto che i genitori di Rebecca le chiedano soldi, ricattandola moralmente se dice di no, è già una cosa, per me, molto al limite.
Certo, i figli hanno degli obblighi economici nei confronti dei genitori, perché lo prevede la legge, ma la legge non prevede che un genitore che ha una capacità di lavoro chieda i soldi ai figli.
I figli hanno degli obblighi economici nei confronti dei genitori proporzionalmente alla loro capacità produttiva.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Essere nonni, mi dicono, ma ci ho anche ragionato, è diverso da essere genitori. Si attivano sentimenti diversi e si hanno responsabilità diverse. Da quel che ho capito vi è anche un rispecchiamento “puro”. Si vedono i propri geni e ci si sente gratificati, senza la fatica educativa. Per questo i bambini adorano i nonni che li adorano.
Solo per questo si dovrebbe creare un pochino di riconoscimento.
Il fatto che lo portino fuori a mangiare a spese della madre è sicuramente pesante economicamente (ma ho capito da McDonald, non in un ristorante di lusso) è comunque un regalo d’amore, di cui evidentemente il ragazzo ha bisogno.
Poi questa attenzione totale può creare anche un po’ di invidia/rivalità in chi da figlia, non solo non lo ha mai avuta, ma si trova pure a pagarla.
È noto ed evidente che gli eredi si scannino per l’eredità perché i soldi sono una forma simbolica di amore. Chi chiede ha bisogno di ricevere, chi dà vorrebbe avere avuto.
ho avuto un'amica che pagava le ferie all'ex marito e al figlio per farli stare insieme, lui era senza soldi e lei sosteneva che il figlio aveva bisogno della presenza del padre
 

Rebecca89

Sentire libera
@Ginevra65 se io dessi la colpa ai miei genitori, mi lamenterei. Come loro. Lamentarmi non fa per me. Io non gli dò colpe, riconosco l assenza nel ruolo. E più che una colpa oggi, magari la pensavo così a 15 anni, da adulta è maturata in me la consapevolezza che questi sono e non li cambio certo io. Ci provavo prima, ora solidifico che voglio solo mi lascino in pace. Io l ho detto che la gestione è definitivamente in mano a me, lo ammetto. Lo so. A me non viene facile parlare delle cose mie pensa, sai perché e quando lo faccio? Perché è nel momento che lo faccio, dopo tempo, analisi, ricerca di soluzioni, che ci ritrovo il mio modo di iniziare a capire di doverci lavorare sopra. E se arrivo a questo di punto, è definitivamente arrivato il momento. So che devo farlo io.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Tu di fronte a situazioni che riguardano i sentimenti tendi a cercare una risposta legale.

Tu privilegi i sentimenti.

Nessuna delle due ha torto o ragione (io penso un po’ e un po’) state solo esprimendo la vostra storia.
in realtà io dovrei aver preso le distanze visto che mia mamma, da quanod avevo 8/10 anni, aveva sempre l'esaurimento ed io dovevo restare a casa i pomeriggi per farle compagnia, meno mle che mia nonna d'estate veniva tutti i giorni per farmi scendere a giocare
 

Brunetta

Utente di lunga data
difatti in quei casi l'aiuto piò essere solo attivando un supporto sociale. Se chiedono soldi la risposta è, non li ho non riesco neanche io a tirare avanti.
Non ho letto tutto quello che ha scritto Rebecca. Non so se ha approfondito la motivazione
I genitori di Rebecca non sono in grado di gestire loro stessi e le spese. Spendono per sigarette e gioco d’azzardo. Quando sono in difficoltà, chiedono ai figli.
 
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