ma certo che la prendo pacificamente come mi pare. Ci mancherebbe pure
piu che tradurre hai piuttosto sentenziato vista l'assenza di qualsiasi condizionale nella frase
incluso le motivazioni della maestra della quale sai molto meno di me che ne so a mia volta pochissimo
Se vuoi sempre caricare di chissa che complessità di analisi qualsiasi cosa. Amen
Se c’è qualcosa che non mi piace, mi pare che dovrebbe essere stato notato, è lo scaricare responsabilità sui bambini e dare giudizi morali sui piccoli, che sono costituzionalmente egocentrici.
Egocentrismo non è egoismo ed è una cosa negativa negli adulti, ma non nei bambini. Egocentrismo infantile significa che percepiscono la realtà in modo limitato in base alla loro esperienza e alla capacità di interpretarla con strumenti cognitivi ancora in costruzione. Ricordiamo che il cervello completa la propria formazione verso i 20/22 anni.
Trovo particolarmente ridicolo che adulti, non tu in particolare, ma in generale quasi tutti quando parlano dei bambini (come la maestra, che sta proposta l’ha fatta alla classe, che pure dovrebbe sapere come funzionano i bambini) chiedano azioni altruistiche che gli adulti non compiono.
Tradizionalmente nella educazione cattolica venivano proposti i fioretti, ovvero piccole rinunce volontarie, allo scopo di educare al controllo di sé, che i bambini compievano con grande sforzo e sentendosi sulla via della santità (non c’è ironia) che, essendo volontarie, ognuno gestiva autonomamente, per cui si concretizzavano magari nel non mangiare una caramella in più. Questo era proporzionato a ciò che ogni piccolo si sentiva.
Adesso si riempiono i bambini di cose, al punto che siamo noi in difficoltà a sistemare giocattoli e vestiti. È inevitabile, perché viviamo in una società fortemente consumista e la pubblicità stessa è impositiva con i bambini. Avete mai guardato i cartoni animati con loro? Vengono educati all’invidia e al possesso: “collezionali tutti!”.
Poi, quando gira agli adulti, dovrebbero proprio i bambini ribellarsi e dimostrare capacità di rinuncia?
@Ulisse non ce l’ho con te. Ho evidenziato i significati per i bambini. È certo che non sono stata dubitativa. I bambini funzionano così. Il legame con i giocattoli è affettivo.
È una cosa nota che, con i cambiamenti della crescita, i bambini sentano il bisogno (e vengano anche indotti a desiderare) giocattoli e giochi nuovi, ma le parti di sé “piccole” restano e hanno bisogno di cura. Tutti i genitori hanno esperienza personale e dei figli che ci sono giocattoli, come dopo altri oggetti, con cui si resta legati affettivamente, bel oltre il valore d’uso. Tu ti sei comportato in modo corretto, perché non hai imposto l’eliminazione di quelle parti piccole che sono riemerse, tentando una cernita dei giocattoli. Meglio che buttarli di nascosto. Basta che cercate in rete qualsiasi giocattolo della vostra infanzia e scoprite un mondo di collezionisti adulti. Cosa collezionano quegli adulti? Le loro parti ...perdute.
Ma è davvero ridicolo che proprio qui, il regno dell’egoismo e della amoralità in nome di un egocentrismo fuori tempo che diventa egoismo, ci si aspetti dai bambini e ragazzini altruismo, raziocino, capacità di compiere scelte autonome e moderazione.
So benissimo che dire queste cose fa male, perché se c’è una cosa insopportabile per ogni persona è essere un genitore men che perfetto. Si può essere un genitore quasi perfetto o abbastanza buono, come hanno scritto studiosi autorevoli, accettando di poter sbagliare e accettando che i bambini sono bambini e non adulti piccoli.