Reminiscenze e nuvole parlanti

spleen

utente ?
Non avevo mai letto questo 3d finora, ho pochissimo tempo e mi era sfuggito. Oggi ho letto tutto.
Marietto, sei un grande, mi ritrovo in tantissime delle cose che hai scritto, anche perchè siamo quasi coetanei credo.
:up:
 

marietto

Heisenberg
secondo me invece lui l'aveva valutata giustamente e proprio per questo è deluso per aver ceduto
Direi che hai fatto centro...:)

Anche se un pò di quel che dice Farfalla c'era, nel senso che pur essendo atteso e anche logico un certo modo di reagire, un po', egoisticamente, crediamo sempre di contare un po' di più per alcune persone...
 

marietto

Heisenberg
Non avevo mai letto questo 3d finora, ho pochissimo tempo e mi era sfuggito. Oggi ho letto tutto.
Marietto, sei un grande, mi ritrovo in tantissime delle cose che hai scritto, anche perchè siamo quasi coetanei credo.
:up:
Grazie, Spleen, troppo gentile.:)

A giudicare dall'avatar, che peraltro ha un pizzetto, in quella foto, abbastanza simile a quello che sfoggio attualmente, direi che probabilmente siamo abbastanza vicini d'età ;)
 

marietto

Heisenberg
Ventesima parte

In questa puntata, solo "reminiscenze" e niente "nuvole parlanti"... Lo spettacolo disegnato dovrebbe tornare, con gli interessi, nella prossima puntata...



I primi giorni dopo la decisione di "riconciliarsi" sono un pò strani, a dire il vero.


Ci parliamo pochissimo, perché per entrambi, l'argomento "tradimento" é un tabù; nessuno osa toccarlo, ma nessuno vuole "ignorare l'elefante".


La prima cosa a riprendere, dopo alcuni giorni, è l'intimità. Lettie sembra più decisa e spregiudicata di quanto non fosse tra le lenzuola. E' una cosa che durerà per alcuni mesi, ed è come se volesse scacciare il fantasma di Jessica.


Poi cominciamo a parlare di quello che é successo. All'inizio mi chiede un sacco di dettagli, poi mi ferma perché non li vuole sapere, ma dopo qualche giorno torna a chiedere. Io, nel dubbio di fare o meno la cosa giusta, decido di rispondere a tutte le domande e di farlo sempre dicendo la verità. A volte, dopo alcuni passaggi, si rabbuia e non mi parla per giorni. Una volta mi capita anche di beccare un ceffone, e lo archivio come "meritato"...


Un altro grosso problema è il recupero della fiducia.


Nè io nè Lettie siamo mai stati grandi fans delle uscite serali senza consorte, specialmente dopo l'arrivo dei bimbi. Certo qualche serata fuori la facevamo con i rispettivi amici/amiche, ma molto raramente e sempre con attività estremamente tranquille (cena, birreria). Dopo i bimbi, una certa differenza tra me e lei esisteva a livello di cene tra colleghi, per natura delle attività e delle aziende (e tenendo conto dei periodi di maternità e di mancanza di lavoro) le mie avvenivano con frequenza di parecchio maggiore.


Nessuno dei due ha mai messo becco nei rispettivi impegni, ma ora per Lettie è diventato un problema grave. Nel primo anno le uscite con amici si riducono ad un paio, e devo rinunciare a ogni cena di lavoro, considerando che questo tipo di cene aveva avuto un ruolo nella vicenda extraconiugale. Su questo mi rassegno, e ogni volta che lei esprime disagio per una mia eventuale partecipazione, rinuncio,anche se faccio il possibile per fare in modo di non farlo mai pesare. Cerco di essere assolutamente trasparente sui rapporti con le colleghe e, lentamente, la tensione si allenta.



Adesso non mi chiede più dettagli o particolari, quella fase è superata, parliamo ancora spesso del tradimento,ne analizziamo i vari aspetti, prinicipalmente. L'emotività dei primi tempi non c'é più, anche se il fatto in sé porta ancora molta amarezza.


Intanto, Jessica si é fidanzata ufficialmente (non con il tipo che frequentava durante la nostra storia), dopo circa tre mesi da quando se n'è andata, nei primi mesi dell'anno successivo è sposata, incinta e vive a diversi chilometri di distanza, uscendo per sempre da questa storia.



Nei primi tempi Lettie mi offre anche giustificazioni e si assume responsabilità. Il gestire due bimbi e il lavoro, seppur part time, si era rivelato complicato, mi dice lei, e ciò l'ha portata a trascurarmi un po' e a darmi per scontato... Inizialmente, questa cosa mi piace , mi consente di sentirmi un pò meno in colpa, e mi fa comodo, ma poi, dopo qualche tempo, mi rendo conto che questa tesi così com'è è un po' troppo indulgente nei miei confronti , mentre sposta tutta la pressione su di lei.


Intanto, entrambi eravamo colpevoli di esserci trascurati a vicenda, ma solo io avevo combinato guai; inoltre, non c'era una decisione conscia di mettere l'altro in secondo piano, ma si stava semplicemente attraversando una fase difficile della nostra vita insieme e si cercava di ritrovare un equilibrio adeguato. In altre parole: la sua colpa, se c'era, era di non avere il libretto di istruzioni per superare rapidamente questa fase.


C'era anche qualcos'altro che mi disturbava di quella teoria: vero che in un primo tempo mi faceva sentire meno in colpa, ma a ben guardare mi dava l'impressione di sposare l'idea che in mancanza di una performance sempre al massimo fosse accettabile andare a cercare altrove... Aveva un che di ricattatorio, insomma, a mio parere.


Già dopo tre o quattro anni, il grosso sembra superato, ci parliamo molto, lo abbiamo sempre fatto e adesso lo facciamo anche di più, e non capita più di lasciare in sospeso questioni che ci danno fastidio, cerchiamo di tirare fuori tutto.


Della vicenda non si parla più, non spesso almeno, ma capita (oppure la vedo immagonirsi un po')
quando qualche film o spettacolo televisivo riporta vicende di infedeltà.


Sono ancora un po' sorvegliato speciale, ma pian piano le uscite con gli amici (che restano comunque abbastanza rare) vengono ripristinate e anche la presenza alle cene riprende.


Mentre passano gli anni le cose, nell'organizzazione quotidiana, ritornano lentamente alla situazione precedente.


Un giorno, ad un evento sociale, Lettie sta chiacchierando con un'amica comune, quando una mia collega molto carina, vestita in modo sexy e appariscente, si avvicina a noi, mi saluta e mi abbraccia calorosamente, forse anche un filo troppo calorosamente, e si ferma a chiacchierare un po'. Con la coda dell'occhio vedo la nostra amica comune guardare me e la collega sgranando gli occhi, e poi dire qualcosa a Lettie.


Quando saluto la collega, sto già pensando alla scenata che mi aspetta non appena saremo soli, io e Lettie. Invece lei è serena e tranquilla, mi prende bonariamente in giro sulla collega (della quale comunque le avevo già parlato), con quella sottotraccia di orgoglio che aveva sempre,pre- tradimento, quando qualcuna le faceva apprezzamenti su di me, e non ci fa neanche una piega. La guardo negli occhi e non vedo traccia di retropensieri; più tardi, quando le chiedo cosa le abbia detto la nostra amica, lei me lo riferisce: "Ma chi è quella sventolona? Ma non sei preoccupata?" - "No" le ha risposto Lettie, ed è quasi rimasta sorpresa, rendendosi conto che era proprio così.


Fu quella volta, a quasi sette anni dal giorno del "disastro", che cominciai a pensare che magari ce l'avevamo fatta davvero.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
In questa puntata, solo "reminiscenze" e niente "nuvole parlanti"... Lo spettacolo disegnato dovrebbe tornare, con gli interessi, nella prossima puntata...



I primi giorni dopo la decisione di "riconciliarsi" sono un pò strani, a dire il vero.


Ci parliamo pochissimo, perché per entrambi, l'argomento "tradimento" é un tabù; nessuno osa toccarlo, ma nessuno vuole "ignorare l'elefante".


La prima cosa a riprendere, dopo alcuni giorni, è l'intimità. Lettie sembra più decisa e spregiudicata di quanto non fosse tra le lenzuola. E' una cosa che durerà per alcuni mesi, ed è come se volesse scacciare il fantasma di Jessica.


Poi cominciamo a parlare di quello che é successo. All'inizio mi chiede un sacco di dettagli, poi mi ferma perché non li vuole sapere, ma dopo qualche giorno torna a chiedere. Io, nel dubbio di fare o meno la cosa giusta, decido di rispondere a tutte le domande e di farlo sempre dicendo la verità. A volte, dopo alcuni passaggi, si rabbuia e non mi parla per giorni. Una volta mi capita anche di beccare un ceffone, e lo archivio come "meritato"...


Un altro grosso problema è il recupero della fiducia.


Nè io nè Lettie siamo mai stati grandi fans delle uscite serali senza consorte, specialmente dopo l'arrivo dei bimbi. Certo qualche serata fuori la facevamo con i rispettivi amici/amiche, ma molto raramente e sempre con attività estremamente tranquille (cena, birreria). Dopo i bimbi, una certa differenza tra me e lei esisteva a livello di cene tra colleghi, per natura delle attività e delle aziende (e tenendo conto dei periodi di maternità e di mancanza di lavoro) le mie avvenivano con frequenza di parecchio maggiore.


Nessuno dei due ha mai messo becco nei rispettivi impegni, ma ora per Lettie è diventato un problema grave. Nel primo anno le uscite con amici si riducono ad un paio, e devo rinunciare a ogni cena di lavoro, considerando che questo tipo di cene aveva avuto un ruolo nella vicenda extraconiugale. Su questo mi rassegno, e ogni volta che lei esprime disagio per una mia eventuale partecipazione, rinuncio,anche se faccio il possibile per fare in modo di non farlo mai pesare. Cerco di essere assolutamente trasparente sui rapporti con le colleghe e, lentamente, la tensione si allenta.



Adesso non mi chiede più dettagli o particolari, quella fase è superata, parliamo ancora spesso del tradimento,ne analizziamo i vari aspetti, prinicipalmente. L'emotività dei primi tempi non c'é più, anche se il fatto in sé porta ancora molta amarezza.


Intanto, Jessica si é fidanzata ufficialmente (non con il tipo che frequentava durante la nostra storia), dopo circa tre mesi da quando se n'è andata, nei primi mesi dell'anno successivo è sposata, incinta e vive a diversi chilometri di distanza, uscendo per sempre da questa storia.



Nei primi tempi Lettie mi offre anche giustificazioni e si assume responsabilità. Il gestire due bimbi e il lavoro, seppur part time, si era rivelato complicato, mi dice lei, e ciò l'ha portata a trascurarmi un po' e a darmi per scontato... Inizialmente, questa cosa mi piace , mi consente di sentirmi un pò meno in colpa, e mi fa comodo, ma poi, dopo qualche tempo, mi rendo conto che questa tesi così com'è è un po' troppo indulgente nei miei confronti , mentre sposta tutta la pressione su di lei.


Intanto, entrambi eravamo colpevoli di esserci trascurati a vicenda, ma solo io avevo combinato guai; inoltre, non c'era una decisione conscia di mettere l'altro in secondo piano, ma si stava semplicemente attraversando una fase difficile della nostra vita insieme e si cercava di ritrovare un equilibrio adeguato. In altre parole: la sua colpa, se c'era, era di non avere il libretto di istruzioni per superare rapidamente questa fase.


C'era anche qualcos'altro che mi disturbava di quella teoria: vero che in un primo tempo mi faceva sentire meno in colpa, ma a ben guardare mi dava l'impressione di sposare l'idea che in mancanza di una performance sempre al massimo fosse accettabile andare a cercare altrove... Aveva un che di ricattatorio, insomma, a mio parere.


Già dopo tre o quattro anni, il grosso sembra superato, ci parliamo molto, lo abbiamo sempre fatto e adesso lo facciamo anche di più, e non capita più di lasciare in sospeso questioni che ci danno fastidio, cerchiamo di tirare fuori tutto.


Della vicenda non si parla più, non spesso almeno, ma capita (oppure la vedo immagonirsi un po')
quando qualche film o spettacolo televisivo riporta vicende di infedeltà.


Sono ancora un po' sorvegliato speciale, ma pian piano le uscite con gli amici (che restano comunque abbastanza rare) vengono ripristinate e anche la presenza alle cene riprende.


Mentre passano gli anni le cose, nell'organizzazione quotidiana, ritornano lentamente alla situazione precedente.


Un giorno, ad un evento sociale, Lettie sta chiacchierando con un'amica comune, quando una mia collega molto carina, vestita in modo sexy e appariscente, si avvicina a noi, mi saluta e mi abbraccia calorosamente, forse anche un filo troppo calorosamente, e si ferma a chiacchierare un po'. Con la coda dell'occhio vedo la nostra amica comune guardare me e la collega sgranando gli occhi, e poi dire qualcosa a Lettie.


Quando saluto la collega, sto già pensando alla scenata che mi aspetta non appena saremo soli, io e Lettie. Invece lei è serena e tranquilla, mi prende bonariamente in giro sulla collega (della quale comunque le avevo già parlato), con quella sottotraccia di orgoglio che aveva sempre,pre- tradimento, quando qualcuna le faceva apprezzamenti su di me, e non ci fa neanche una piega. La guardo negli occhi e non vedo traccia di retropensieri; più tardi, quando le chiedo cosa le abbia detto la nostra amica, lei me lo riferisce: "Ma chi è quella sventolona? Ma non sei preoccupata?" - "No" le ha risposto Lettie, ed è quasi rimasta sorpresa, rendendosi conto che era proprio così.


Fu quella volta, a quasi sette anni dal giorno del "disastro", che cominciai a pensare che magari ce l'avevamo fatta davvero.
7 anni di ricostruzione, è un tempo che comprendo benissimo. :)
 

oro.blu

Never enough
In questa puntata, solo "reminiscenze" e niente "nuvole parlanti"... Lo spettacolo disegnato dovrebbe tornare, con gli interessi, nella prossima puntata...



I primi giorni dopo la decisione di "riconciliarsi" sono un pò strani, a dire il vero.


Ci parliamo pochissimo, perché per entrambi, l'argomento "tradimento" é un tabù; nessuno osa toccarlo, ma nessuno vuole "ignorare l'elefante".


La prima cosa a riprendere, dopo alcuni giorni, è l'intimità. Lettie sembra più decisa e spregiudicata di quanto non fosse tra le lenzuola. E' una cosa che durerà per alcuni mesi, ed è come se volesse scacciare il fantasma di Jessica.


Poi cominciamo a parlare di quello che é successo. All'inizio mi chiede un sacco di dettagli, poi mi ferma perché non li vuole sapere, ma dopo qualche giorno torna a chiedere. Io, nel dubbio di fare o meno la cosa giusta, decido di rispondere a tutte le domande e di farlo sempre dicendo la verità. A volte, dopo alcuni passaggi, si rabbuia e non mi parla per giorni. Una volta mi capita anche di beccare un ceffone, e lo archivio come "meritato"...


Un altro grosso problema è il recupero della fiducia.


Nè io nè Lettie siamo mai stati grandi fans delle uscite serali senza consorte, specialmente dopo l'arrivo dei bimbi. Certo qualche serata fuori la facevamo con i rispettivi amici/amiche, ma molto raramente e sempre con attività estremamente tranquille (cena, birreria). Dopo i bimbi, una certa differenza tra me e lei esisteva a livello di cene tra colleghi, per natura delle attività e delle aziende (e tenendo conto dei periodi di maternità e di mancanza di lavoro) le mie avvenivano con frequenza di parecchio maggiore.


Nessuno dei due ha mai messo becco nei rispettivi impegni, ma ora per Lettie è diventato un problema grave. Nel primo anno le uscite con amici si riducono ad un paio, e devo rinunciare a ogni cena di lavoro, considerando che questo tipo di cene aveva avuto un ruolo nella vicenda extraconiugale. Su questo mi rassegno, e ogni volta che lei esprime disagio per una mia eventuale partecipazione, rinuncio,anche se faccio il possibile per fare in modo di non farlo mai pesare. Cerco di essere assolutamente trasparente sui rapporti con le colleghe e, lentamente, la tensione si allenta.



Adesso non mi chiede più dettagli o particolari, quella fase è superata, parliamo ancora spesso del tradimento,ne analizziamo i vari aspetti, prinicipalmente. L'emotività dei primi tempi non c'é più, anche se il fatto in sé porta ancora molta amarezza.


Intanto, Jessica si é fidanzata ufficialmente (non con il tipo che frequentava durante la nostra storia), dopo circa tre mesi da quando se n'è andata, nei primi mesi dell'anno successivo è sposata, incinta e vive a diversi chilometri di distanza, uscendo per sempre da questa storia.



Nei primi tempi Lettie mi offre anche giustificazioni e si assume responsabilità. Il gestire due bimbi e il lavoro, seppur part time, si era rivelato complicato, mi dice lei, e ciò l'ha portata a trascurarmi un po' e a darmi per scontato... Inizialmente, questa cosa mi piace , mi consente di sentirmi un pò meno in colpa, e mi fa comodo, ma poi, dopo qualche tempo, mi rendo conto che questa tesi così com'è è un po' troppo indulgente nei miei confronti , mentre sposta tutta la pressione su di lei.


Intanto, entrambi eravamo colpevoli di esserci trascurati a vicenda, ma solo io avevo combinato guai; inoltre, non c'era una decisione conscia di mettere l'altro in secondo piano, ma si stava semplicemente attraversando una fase difficile della nostra vita insieme e si cercava di ritrovare un equilibrio adeguato. In altre parole: la sua colpa, se c'era, era di non avere il libretto di istruzioni per superare rapidamente questa fase.


C'era anche qualcos'altro che mi disturbava di quella teoria: vero che in un primo tempo mi faceva sentire meno in colpa, ma a ben guardare mi dava l'impressione di sposare l'idea che in mancanza di una performance sempre al massimo fosse accettabile andare a cercare altrove... Aveva un che di ricattatorio, insomma, a mio parere.


Già dopo tre o quattro anni, il grosso sembra superato, ci parliamo molto, lo abbiamo sempre fatto e adesso lo facciamo anche di più, e non capita più di lasciare in sospeso questioni che ci danno fastidio, cerchiamo di tirare fuori tutto.


Della vicenda non si parla più, non spesso almeno, ma capita (oppure la vedo immagonirsi un po')
quando qualche film o spettacolo televisivo riporta vicende di infedeltà.


Sono ancora un po' sorvegliato speciale, ma pian piano le uscite con gli amici (che restano comunque abbastanza rare) vengono ripristinate e anche la presenza alle cene riprende.


Mentre passano gli anni le cose, nell'organizzazione quotidiana, ritornano lentamente alla situazione precedente.


Un giorno, ad un evento sociale, Lettie sta chiacchierando con un'amica comune, quando una mia collega molto carina, vestita in modo sexy e appariscente, si avvicina a noi, mi saluta e mi abbraccia calorosamente, forse anche un filo troppo calorosamente, e si ferma a chiacchierare un po'. Con la coda dell'occhio vedo la nostra amica comune guardare me e la collega sgranando gli occhi, e poi dire qualcosa a Lettie.


Quando saluto la collega, sto già pensando alla scenata che mi aspetta non appena saremo soli, io e Lettie. Invece lei è serena e tranquilla, mi prende bonariamente in giro sulla collega (della quale comunque le avevo già parlato), con quella sottotraccia di orgoglio che aveva sempre,pre- tradimento, quando qualcuna le faceva apprezzamenti su di me, e non ci fa neanche una piega. La guardo negli occhi e non vedo traccia di retropensieri; più tardi, quando le chiedo cosa le abbia detto la nostra amica, lei me lo riferisce: "Ma chi è quella sventolona? Ma non sei preoccupata?" - "No" le ha risposto Lettie, ed è quasi rimasta sorpresa, rendendosi conto che era proprio così.


Fu quella volta, a quasi sette anni dal giorno del "disastro", che cominciai a pensare che magari ce l'avevamo fatta davvero.

...e vissero felici e contenti??? :eek:
 

marietto

Heisenberg
Ventunesima (e probabilmente, presumibilmente, penultima) parte

Avere figli era una cosa alla quale avevo sempre dato grande importanza e che volevo con convinzione, fin da ragazzino. So che questo tipo di considerazioni, in giovane età, è probabilmente molto più comune tra le ragazze che tra i ragazzi, ma per me era sempre stato così. Probabilmente la mia storia famigliare contribuiva a farmi sentire questa cosa come una necessità irrinunciabile, e faceva anche si che fossi convinto che non avrei "lasciato solo" un figlio, ma avrei fatto in modo che fossero almeno in due.

Questo era ben chiaro a Lettie, che non aveva problemi in merito al numero. La cosa che la terrorizzava era quella di superare l'età ideale (per le eventuali complicazioni che potevano derivarne). Quindi, per tagliare la testa al toro, era sua intenzione fare in modo che l'eventuale prole fosse a gestazione entro i 30 anni.
Considerando che decidemmo di passare almeno un paio d'anni di matrimonio "liberi", ne conseguì che fu necessario darsi da fare parecchio negli anni successivi, volendo accontentare entrambi.
Il primo ad arrivare fu un maschietto (per questo racconto, useremo il nome "Bill", si tratta di una bonaria presa in giro, visto che è stato recentemente paragonato "per iscritto" ad un disegnatore che porta questo nome). dopo circa tre anni, appena nei limiti per il "decreto Lettie sulla gravidanza", arrivò anche la femminuccia, che chiameremo "Beba", dal soprannome usato in casa quando era piccola, preso dalla sua prima versione del proprio nome.
Caratterialmente, è difficile immaginarsi due persone più lontane l'una dall'altra. Non si direbbe nemmeno che possano essere parenti, figuriamoci fratelli.
La Beba (le donne hanno sempre l'articolo qui da noi, ricordate?) è un leader naturale. Fin dall'asilo è il "capo" di qualsiasi tipo di gruppo faccia parte. Bill è sempre stato il ragazzino silenzioso che se ne sta in disparte, e non dice mai niente se non specificatamente interrogato.
Il riassunto della giornata che richiedeva sua madre sembrava sempre un terzo grado nella caserma dei Carabinieri, con Lettie nei panni del Maresciallo.
Fin da quando erano piccoli, io e Lettie siamo "scivolati" con naturalezza nei ruoli che ci erano più congeniali, anche se magari non proprio "classici".
Lettie, poco "giocherellona" e dal carattere "no nonsense", è sempre stata il genitore più severo, ma anche più bravo a gestire le emergenze, mentre io ho preso il ruolo del genitore più "indulgente" e "di compagnia"(diciamo che in "poliziotto buono, poliziotto cattivo" io sarei "poliziotto buono"), anche se, tendenzialmente, un po' apprensivo (anche adesso che sono patentati, quello che fatica a dormire fino a che non sono in casa sono io).
Metterli a letto è stato praticamente sempre compito mio, con annessa "favola della buonanotte" inventata e improvvisata, che recepiva le variazioni e gli avvenimenti richiesti via via dagli ascoltatori. Diventati un po più grandini siamo passati a leggere "a puntate" i libri di "Harry Potter".
Con il tempo qualche influenza sui gusti musicali (di Bill), letterari (della Beba), cinematografici e televisivi (di entrambi) ho finito per averla, fin da quando erano ragazzini guardiamo un sacco di cose insieme, e quando essere "nerd" é diventato "in" grazie a "Big Bang Theory" ho potuto rivendicare a pieno titolo i miei trascorsi in tal senso.
In una puntata Leonard incontra una appassionata/artista di fumetti e il loro incontro si basa sul fatto che si stanno contendendo un fumetto raro. Si tratta di un numero di "Next Men" di John Byrne, pubblicato negli USA dalla Dark Horse nei primi anni 90; in quell'occasione ho potuto mostrare ai miei ragazzi una copia originale della medesima edizione(americana) vista in BBT.
Come avevo accennato, da ragazzino avevo fatto qualche timido tentativo di realizzare fumetti, e Lettie faceva la disegnatrice di mestiere, quindi un pò di talento artistico era presente da parte di entrambi.
Bill ha ereditato il talento di tutti e due e lo ha moltiplicato.
Ancora oggi nel soggiorno di casa ci sono opere sue, incorniciate, realizzate quando aveva 9 o 10 anni. E, ovviamente si é appassionato alle nuvole parlanti, iniziando dai fumetti della Disney e da una vera e propria adorazione per Carl Barks. Ancora bimbo era in grado di realizzare storie a fumetti che, da un punto di vista grafico, sembravano davvero opera del grande Carl. Ovviamente se ci si soffermava a leggere le storie, le ingenuità nelle trame e nei dialoghi rivelavano la vera età dell'autore.
Da li in poi Bill ha potuto accedere alla vasta collezione del padre, facendosi una discreta conoscenza del settore e mostrando una particolare predilezione per i super eroi Marvel, in particolare Spiderman e Daredevil (specie nella versione di Miller).
I risultati scolastici e accademici di entrambi i ragazzi, dalle elementari fino alle attuali facoltà universitarie, sono sempre stati notevoli, con Bill che si è sempre basato su una grande capacità di assorbire le spiegazioni in classe, mentre la Beba aveva bisogno di applicarsi di più sui libri e di non sedersi sugli allori. Per entrambi una predisposizione per le materie umanistiche e le lingue, con Bill che aggiungeva questo grande talento artistico, che ha determinato l'indirizzo della sua carriera scolastica.

Il papà era molto emozionato ed orgoglioso del fatto che, al momento di scegliere l'Università da frequentare, la scelta è caduta sull'Accademia di Belle Arti e per il corso di Fumetto e illustrazione... E anche soddisfatto quando ha scoperto che la lista delle trenta opere a fumetti da leggere assolutamente, fornita dal docente, comprendeva, in gran parte, cose che già erano nella biblioteca di casa...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che bello!
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Avere figli era una cosa alla quale avevo sempre dato grande importanza e che volevo con convinzione, fin da ragazzino. So che questo tipo di considerazioni, in giovane età, è probabilmente molto più comune tra le ragazze che tra i ragazzi, ma per me era sempre stato così. Probabilmente la mia storia famigliare contribuiva a farmi sentire questa cosa come una necessità irrinunciabile, e faceva anche si che fossi convinto che non avrei "lasciato solo" un figlio, ma avrei fatto in modo che fossero almeno in due.

Questo era ben chiaro a Lettie, che non aveva problemi in merito al numero. La cosa che la terrorizzava era quella di superare l'età ideale (per le eventuali complicazioni che potevano derivarne). Quindi, per tagliare la testa al toro, era sua intenzione fare in modo che l'eventuale prole fosse a gestazione entro i 30 anni.
Considerando che decidemmo di passare almeno un paio d'anni di matrimonio "liberi", ne conseguì che fu necessario darsi da fare parecchio negli anni successivi, volendo accontentare entrambi.
Il primo ad arrivare fu un maschietto (per questo racconto, useremo il nome "Bill", si tratta di una bonaria presa in giro, visto che è stato recentemente paragonato "per iscritto" ad un disegnatore che porta questo nome). dopo circa tre anni, appena nei limiti per il "decreto Lettie sulla gravidanza", arrivò anche la femminuccia, che chiameremo "Beba", dal soprannome usato in casa quando era piccola, preso dalla sua prima versione del proprio nome.
Caratterialmente, è difficile immaginarsi due persone più lontane l'una dall'altra. Non si direbbe nemmeno che possano essere parenti, figuriamoci fratelli.
La Beba (le donne hanno sempre l'articolo qui da noi, ricordate?) è un leader naturale. Fin dall'asilo è il "capo" di qualsiasi tipo di gruppo faccia parte. Bill è sempre stato il ragazzino silenzioso che se ne sta in disparte, e non dice mai niente se non specificatamente interrogato.
Il riassunto della giornata che richiedeva sua madre sembrava sempre un terzo grado nella caserma dei Carabinieri, con Lettie nei panni del Maresciallo.
Fin da quando erano piccoli, io e Lettie siamo "scivolati" con naturalezza nei ruoli che ci erano più congeniali, anche se magari non proprio "classici".
Lettie, poco "giocherellona" e dal carattere "no nonsense", è sempre stata il genitore più severo, ma anche più bravo a gestire le emergenze, mentre io ho preso il ruolo del genitore più "indulgente" e "di compagnia"(diciamo che in "poliziotto buono, poliziotto cattivo" io sarei "poliziotto buono"), anche se, tendenzialmente, un po' apprensivo (anche adesso che sono patentati, quello che fatica a dormire fino a che non sono in casa sono io).
Metterli a letto è stato praticamente sempre compito mio, con annessa "favola della buonanotte" inventata e improvvisata, che recepiva le variazioni e gli avvenimenti richiesti via via dagli ascoltatori. Diventati un po più grandini siamo passati a leggere "a puntate" i libri di "Harry Potter".
Con il tempo qualche influenza sui gusti musicali (di Bill), letterari (della Beba), cinematografici e televisivi (di entrambi) ho finito per averla, fin da quando erano ragazzini guardiamo un sacco di cose insieme, e quando essere "nerd" é diventato "in" grazie a "Big Bang Theory" ho potuto rivendicare a pieno titolo i miei trascorsi in tal senso.
In una puntata Leonard incontra una appassionata/artista di fumetti e il loro incontro si basa sul fatto che si stanno contendendo un fumetto raro. Si tratta di un numero di "Next Men" di John Byrne, pubblicato negli USA dalla Dark Horse nei primi anni 90; in quell'occasione ho potuto mostrare ai miei ragazzi una copia originale della medesima edizione(americana) vista in BBT.
Come avevo accennato, da ragazzino avevo fatto qualche timido tentativo di realizzare fumetti, e Lettie faceva la disegnatrice di mestiere, quindi un pò di talento artistico era presente da parte di entrambi.
Bill ha ereditato il talento di tutti e due e lo ha moltiplicato.
Ancora oggi nel soggiorno di casa ci sono opere sue, incorniciate, realizzate quando aveva 9 o 10 anni. E, ovviamente si é appassionato alle nuvole parlanti, iniziando dai fumetti della Disney e da una vera e propria adorazione per Carl Barks. Ancora bimbo era in grado di realizzare storie a fumetti che, da un punto di vista grafico, sembravano davvero opera del grande Carl. Ovviamente se ci si soffermava a leggere le storie, le ingenuità nelle trame e nei dialoghi rivelavano la vera età dell'autore.
Da li in poi Bill ha potuto accedere alla vasta collezione del padre, facendosi una discreta conoscenza del settore e mostrando una particolare predilezione per i super eroi Marvel, in particolare Spiderman e Daredevil (specie nella versione di Miller).
I risultati scolastici e accademici di entrambi i ragazzi, dalle elementari fino alle attuali facoltà universitarie, sono sempre stati notevoli, con Bill che si è sempre basato su una grande capacità di assorbire le spiegazioni in classe, mentre la Beba aveva bisogno di applicarsi di più sui libri e di non sedersi sugli allori. Per entrambi una predisposizione per le materie umanistiche e le lingue, con Bill che aggiungeva questo grande talento artistico, che ha determinato l'indirizzo della sua carriera scolastica.

Il papà era molto emozionato ed orgoglioso del fatto che, al momento di scegliere l'Università da frequentare, la scelta è caduta sull'Accademia di Belle Arti e per il corso di Fumetto e illustrazione... E anche soddisfatto quando ha scoperto che la lista delle trenta opere a fumetti da leggere assolutamente, fornita dal docente, comprendeva, in gran parte, cose che già erano nella biblioteca di casa...
Splendido :)
 

oro.blu

Never enough
Grande!
 

marietto

Heisenberg
Finale

La salute di mia madre era sempre stata un problema fin dall'epoca della mia pubertà. Dopo la seconda operazione al cuore, peraltro molto meno riuscita della prima, eravamo finiti in una routine che la vedeva entare ed uscire dall'Ospedale con una certa regolarità.

Dopo uno dei tanti episodi la Dottoressa che seguiva il suo ricovero, e che ormai la conosceva bene, mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che molto probabilmente era iniziato il percorso che portava verso la fine, quindi sarebbe stato bene prepararsi psicologicamente all'arrivo del peggio. Qualche settimana dopo, una caduta e la rottura del femore diedero inizio all'ultimo calvario, che durò circa un anno.


Vista l'età media, credo che alla maggior parte degli utenti del forum sia tristemente familiare il destreggiarsi tra ospedali, badanti, assistenze domiciliari e quant'altro... E' un'esperienza psicologicamente massacrante, che ti lascia stremato come se avessi appena tentato la scalata dell'Everest, specialmente se sei l'unico figlio a fronteggiarla.


Alla fine, tuttavia, credo che la cosa più difficile da affrontare sia stata, a cose concluse, entrare nel suo appartamento per svuotarlo e raccogliere le varie cose, passare attraverso foto, documenti, quaderni, pezzi del suo, ma anche del mio, passato; mia mamma era una di quelle persone che conservano tutto, trovai persino la maggior parte dei lavoretti che avevo portato a casa da scuola all'asilo e alla elementari per la festa della mamma...


In tutto questo, è stato enorme il conforto che ho trovato nella collaborazione e nel sostegno di Lettie, oltre che, semplicemente, tra le sue braccia.


Anche la soddisfazione per i valori umani espressi ed i successi accademico/scolastici ottenuti dai miei ragazzi sono stati un bel sostegno in questi momenti difficili.


E qui giunge il momento di chiudere la nostra storia.


A questo punto cominceremmo ad uscire dalla "storia", e quindi dalle reminiscenze, ed entreremmo nella cronaca, e un diario non è nei miei progetti.


Alcune persone che hanno fatto parte di questa storia, come mia mamma, non ci sono più, ma tutte hanno lasciato il loro segno, sia quelle che sono state effettivamente citate in alcuni passaggi, sia quelle che, in questa versione "contratta" delle vicende, non sono entrate nella narrazione.


Vissero tutti felici e contenti?


Beh... Questa è una storia vera quindi quanto sopra è un evento abbastanza raro.


Diciamo che io e Lettie siamo ancora insieme e contenti di esserlo...


Ma le sfide non sono finite e le battaglie non sono state tutte vinte.


Circa 20 mesi fa, come all'inizio della nostra storia, il mondo è cambiato... E non in meglio.


Un nuovo, impervio, sentiero si è aperto, e ho dovuto iniziare una nuova battaglia, forse più difficile delle altre. E' una di quelle faccende che ti portano a ripensare a persone e cose che hanno fatto parte della tua vita, da cui probabilmente nasce la "necessità" di raccontarsi che mi ha spinto a scrivere questa storia.


Ma c'è ancora Lettie a sostenermi ed aiutarmi, ed ogni giorno che passa sono sempre più grato alle forze che l'hanno portata accanto a me e ce l'hanno tenuta, nonostante tutto...

E le nuvole parlanti?


Ma certo!


Ogni buona storia va conclusa con una nota lieta...


I fumetti sono sempre stati una mia grande passione. Tra le cose che amo sono certamente la più "antica" (da quando ero un bimbetto, quindi questo" amore" si sta avvicinando al mezzo secolo di vita). Questa passione è stata passata alla generazione successiva che ne vorrebbe fare una professione.


Recentemente, in questo senso, è stato fatto il primo passo. Dopo tanti concorsi vinti e una miriade di "lavoretti" minori, a Lucca Comics 2015 Bill, il mio ragazzo, ha fatto il suo esordio da professionista. Certo, in una edizione autoprodotta da altri artisti (già affermati) ma si tratta pur sempre del primo lavoro retribuito e con tanto di nome in copertina...

E quindi, alla fine, le nuvole parlanti potrebbero finire per essere una parte ancora più "importante" della storia di questa famiglia...
 

spleen

utente ?
Raramente ho trovato racconti della propria vita scritti con tanta delicatezza e sensibilità.
Le pagine della vostra riconciliazione sono commoventi ed esemplificative.

In bocca al lupo Marietto. :)
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
La salute di mia madre era sempre stata un problema fin dall'epoca della mia pubertà. Dopo la seconda operazione al cuore, peraltro molto meno riuscita della prima, eravamo finiti in una routine che la vedeva entare ed uscire dall'Ospedale con una certa regolarità.

Dopo uno dei tanti episodi la Dottoressa che seguiva il suo ricovero, e che ormai la conosceva bene, mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che molto probabilmente era iniziato il percorso che portava verso la fine, quindi sarebbe stato bene prepararsi psicologicamente all'arrivo del peggio. Qualche settimana dopo, una caduta e la rottura del femore diedero inizio all'ultimo calvario, che durò circa un anno.


Vista l'età media, credo che alla maggior parte degli utenti del forum sia tristemente familiare il destreggiarsi tra ospedali, badanti, assistenze domiciliari e quant'altro... E' un'esperienza psicologicamente massacrante, che ti lascia stremato come se avessi appena tentato la scalata dell'Everest, specialmente se sei l'unico figlio a fronteggiarla.


Alla fine, tuttavia, credo che la cosa più difficile da affrontare sia stata, a cose concluse, entrare nel suo appartamento per svuotarlo e raccogliere le varie cose, passare attraverso foto, documenti, quaderni, pezzi del suo, ma anche del mio, passato; mia mamma era una di quelle persone che conservano tutto, trovai persino la maggior parte dei lavoretti che avevo portato a casa da scuola all'asilo e alla elementari per la festa della mamma...


In tutto questo, è stato enorme il conforto che ho trovato nella collaborazione e nel sostegno di Lettie, oltre che, semplicemente, tra le sue braccia.


Anche la soddisfazione per i valori umani espressi ed i successi accademico/scolastici ottenuti dai miei ragazzi sono stati un bel sostegno in questi momenti difficili.


E qui giunge il momento di chiudere la nostra storia.


A questo punto cominceremmo ad uscire dalla "storia", e quindi dalle reminiscenze, ed entreremmo nella cronaca, e un diario non è nei miei progetti.


Alcune persone che hanno fatto parte di questa storia, come mia mamma, non ci sono più, ma tutte hanno lasciato il loro segno, sia quelle che sono state effettivamente citate in alcuni passaggi, sia quelle che, in questa versione "contratta" delle vicende, non sono entrate nella narrazione.


Vissero tutti felici e contenti?


Beh... Questa è una storia vera quindi quanto sopra è un evento abbastanza raro.


Diciamo che io e Lettie siamo ancora insieme e contenti di esserlo...


Ma le sfide non sono finite e le battaglie non sono state tutte vinte.


Circa 20 mesi fa, come all'inizio della nostra storia, il mondo è cambiato... E non in meglio.


Un nuovo, impervio, sentiero si è aperto, e ho dovuto iniziare una nuova battaglia, forse più difficile delle altre. E' una di quelle faccende che ti portano a ripensare a persone e cose che hanno fatto parte della tua vita, da cui probabilmente nasce la "necessità" di raccontarsi che mi ha spinto a scrivere questa storia.


Ma c'è ancora Lettie a sostenermi ed aiutarmi, ed ogni giorno che passa sono sempre più grato alle forze che l'hanno portata accanto a me e ce l'hanno tenuta, nonostante tutto...

E le nuvole parlanti?


Ma certo!


Ogni buona storia va conclusa con una nota lieta...


I fumetti sono sempre stati una mia grande passione. Tra le cose che amo sono certamente la più "antica" (da quando ero un bimbetto, quindi questo" amore" si sta avvicinando al mezzo secolo di vita). Questa passione è stata passata alla generazione successiva che ne vorrebbe fare una professione.


Recentemente, in questo senso, è stato fatto il primo passo. Dopo tanti concorsi vinti e una miriade di "lavoretti" minori, a Lucca Comics 2015 Bill, il mio ragazzo, ha fatto il suo esordio da professionista. Certo, in una edizione autoprodotta da altri artisti (già affermati) ma si tratta pur sempre del primo lavoro retribuito e con tanto di nome in copertina...

E quindi, alla fine, le nuvole parlanti potrebbero finire per essere una parte ancora più "importante" della storia di questa famiglia...
un finale che è la ciliegina sulla torta 💕
per quanto il sentiero sia impervio son certa che saprai percorrerlo con la consapevolezza che puoi vincere. ✌
 

oro.blu

Never enough
La salute di mia madre era sempre stata un problema fin dall'epoca della mia pubertà. Dopo la seconda operazione al cuore, peraltro molto meno riuscita della prima, eravamo finiti in una routine che la vedeva entare ed uscire dall'Ospedale con una certa regolarità.

Dopo uno dei tanti episodi la Dottoressa che seguiva il suo ricovero, e che ormai la conosceva bene, mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che molto probabilmente era iniziato il percorso che portava verso la fine, quindi sarebbe stato bene prepararsi psicologicamente all'arrivo del peggio. Qualche settimana dopo, una caduta e la rottura del femore diedero inizio all'ultimo calvario, che durò circa un anno.


Vista l'età media, credo che alla maggior parte degli utenti del forum sia tristemente familiare il destreggiarsi tra ospedali, badanti, assistenze domiciliari e quant'altro... E' un'esperienza psicologicamente massacrante, che ti lascia stremato come se avessi appena tentato la scalata dell'Everest, specialmente se sei l'unico figlio a fronteggiarla.


Alla fine, tuttavia, credo che la cosa più difficile da affrontare sia stata, a cose concluse, entrare nel suo appartamento per svuotarlo e raccogliere le varie cose, passare attraverso foto, documenti, quaderni, pezzi del suo, ma anche del mio, passato; mia mamma era una di quelle persone che conservano tutto, trovai persino la maggior parte dei lavoretti che avevo portato a casa da scuola all'asilo e alla elementari per la festa della mamma...


In tutto questo, è stato enorme il conforto che ho trovato nella collaborazione e nel sostegno di Lettie, oltre che, semplicemente, tra le sue braccia.


Anche la soddisfazione per i valori umani espressi ed i successi accademico/scolastici ottenuti dai miei ragazzi sono stati un bel sostegno in questi momenti difficili.


E qui giunge il momento di chiudere la nostra storia.


A questo punto cominceremmo ad uscire dalla "storia", e quindi dalle reminiscenze, ed entreremmo nella cronaca, e un diario non è nei miei progetti.


Alcune persone che hanno fatto parte di questa storia, come mia mamma, non ci sono più, ma tutte hanno lasciato il loro segno, sia quelle che sono state effettivamente citate in alcuni passaggi, sia quelle che, in questa versione "contratta" delle vicende, non sono entrate nella narrazione.


Vissero tutti felici e contenti?


Beh... Questa è una storia vera quindi quanto sopra è un evento abbastanza raro.


Diciamo che io e Lettie siamo ancora insieme e contenti di esserlo...


Ma le sfide non sono finite e le battaglie non sono state tutte vinte.


Circa 20 mesi fa, come all'inizio della nostra storia, il mondo è cambiato... E non in meglio.


Un nuovo, impervio, sentiero si è aperto, e ho dovuto iniziare una nuova battaglia, forse più difficile delle altre. E' una di quelle faccende che ti portano a ripensare a persone e cose che hanno fatto parte della tua vita, da cui probabilmente nasce la "necessità" di raccontarsi che mi ha spinto a scrivere questa storia.


Ma c'è ancora Lettie a sostenermi ed aiutarmi, ed ogni giorno che passa sono sempre più grato alle forze che l'hanno portata accanto a me e ce l'hanno tenuta, nonostante tutto...

E le nuvole parlanti?


Ma certo!


Ogni buona storia va conclusa con una nota lieta...


I fumetti sono sempre stati una mia grande passione. Tra le cose che amo sono certamente la più "antica" (da quando ero un bimbetto, quindi questo" amore" si sta avvicinando al mezzo secolo di vita). Questa passione è stata passata alla generazione successiva che ne vorrebbe fare una professione.


Recentemente, in questo senso, è stato fatto il primo passo. Dopo tanti concorsi vinti e una miriade di "lavoretti" minori, a Lucca Comics 2015 Bill, il mio ragazzo, ha fatto il suo esordio da professionista. Certo, in una edizione autoprodotta da altri artisti (già affermati) ma si tratta pur sempre del primo lavoro retribuito e con tanto di nome in copertina...

E quindi, alla fine, le nuvole parlanti potrebbero finire per essere una parte ancora più "importante" della storia di questa famiglia...

e qui scatta la mia INVIDIA buona :eek:.... Come è bello sentire delle persone che hanno raggiunto un certo grado di serenità consapevole.
 

JON

Utente di lunga data
La salute di mia madre era sempre stata un problema fin dall'epoca della mia pubertà. Dopo la seconda operazione al cuore, peraltro molto meno riuscita della prima, eravamo finiti in una routine che la vedeva entare ed uscire dall'Ospedale con una certa regolarità.

Dopo uno dei tanti episodi la Dottoressa che seguiva il suo ricovero, e che ormai la conosceva bene, mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che molto probabilmente era iniziato il percorso che portava verso la fine, quindi sarebbe stato bene prepararsi psicologicamente all'arrivo del peggio. Qualche settimana dopo, una caduta e la rottura del femore diedero inizio all'ultimo calvario, che durò circa un anno.


Vista l'età media, credo che alla maggior parte degli utenti del forum sia tristemente familiare il destreggiarsi tra ospedali, badanti, assistenze domiciliari e quant'altro... E' un'esperienza psicologicamente massacrante, che ti lascia stremato come se avessi appena tentato la scalata dell'Everest, specialmente se sei l'unico figlio a fronteggiarla.


Alla fine, tuttavia, credo che la cosa più difficile da affrontare sia stata, a cose concluse, entrare nel suo appartamento per svuotarlo e raccogliere le varie cose, passare attraverso foto, documenti, quaderni, pezzi del suo, ma anche del mio, passato; mia mamma era una di quelle persone che conservano tutto, trovai persino la maggior parte dei lavoretti che avevo portato a casa da scuola all'asilo e alla elementari per la festa della mamma...


In tutto questo, è stato enorme il conforto che ho trovato nella collaborazione e nel sostegno di Lettie, oltre che, semplicemente, tra le sue braccia.


Anche la soddisfazione per i valori umani espressi ed i successi accademico/scolastici ottenuti dai miei ragazzi sono stati un bel sostegno in questi momenti difficili.


E qui giunge il momento di chiudere la nostra storia.


A questo punto cominceremmo ad uscire dalla "storia", e quindi dalle reminiscenze, ed entreremmo nella cronaca, e un diario non è nei miei progetti.


Alcune persone che hanno fatto parte di questa storia, come mia mamma, non ci sono più, ma tutte hanno lasciato il loro segno, sia quelle che sono state effettivamente citate in alcuni passaggi, sia quelle che, in questa versione "contratta" delle vicende, non sono entrate nella narrazione.


Vissero tutti felici e contenti?


Beh... Questa è una storia vera quindi quanto sopra è un evento abbastanza raro.


Diciamo che io e Lettie siamo ancora insieme e contenti di esserlo...


Ma le sfide non sono finite e le battaglie non sono state tutte vinte.


Circa 20 mesi fa, come all'inizio della nostra storia, il mondo è cambiato... E non in meglio.


Un nuovo, impervio, sentiero si è aperto, e ho dovuto iniziare una nuova battaglia, forse più difficile delle altre. E' una di quelle faccende che ti portano a ripensare a persone e cose che hanno fatto parte della tua vita, da cui probabilmente nasce la "necessità" di raccontarsi che mi ha spinto a scrivere questa storia.


Ma c'è ancora Lettie a sostenermi ed aiutarmi, ed ogni giorno che passa sono sempre più grato alle forze che l'hanno portata accanto a me e ce l'hanno tenuta, nonostante tutto...

E le nuvole parlanti?


Ma certo!


Ogni buona storia va conclusa con una nota lieta...


I fumetti sono sempre stati una mia grande passione. Tra le cose che amo sono certamente la più "antica" (da quando ero un bimbetto, quindi questo" amore" si sta avvicinando al mezzo secolo di vita). Questa passione è stata passata alla generazione successiva che ne vorrebbe fare una professione.


Recentemente, in questo senso, è stato fatto il primo passo. Dopo tanti concorsi vinti e una miriade di "lavoretti" minori, a Lucca Comics 2015 Bill, il mio ragazzo, ha fatto il suo esordio da professionista. Certo, in una edizione autoprodotta da altri artisti (già affermati) ma si tratta pur sempre del primo lavoro retribuito e con tanto di nome in copertina...

E quindi, alla fine, le nuvole parlanti potrebbero finire per essere una parte ancora più "importante" della storia di questa famiglia...
In bocca al lupo per tutto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che bella vita!
 

marietto

Heisenberg

marietto

Heisenberg
un finale che è la ciliegina sulla torta 💕
per quanto il sentiero sia impervio son certa che saprai percorrerlo con la consapevolezza che puoi vincere. ✌
Grazie, ci provo tutti i giorni; certi giorni riesce bene, altri un pò meno, ma l'importante è provarci sempre ;)
 
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