Scusate se piango o scusate se non sono adulto?

drusilla

Drama Queen
Interessante il grassetto!
Ma secondo te lo sanno davvero?

Io mi sto formando l'idea che nella "scelta" del partner spesso entrino in gioco dei modelli, dei "tipi" ideali, anche fisici, che fanno parte di una costruzione individuale, spesso poco consapevolizzata, di cui si cerca conferma anche esterna, più per confermare se stessi e la propria idea di "dover essere individuo e anche coppia" che per altro...o, come accennavi tu, per "dare risposta" alle aspettative che si sentono dalla famiglia di origine

E poi ci si trova, a volte di botto, a svegliarsi con un* quasi sconosciut*, sia se stessi che l'altro...

Come se "fare famiglia" risvegliasse questioni sopite...che magari prima si era belve del sesso, oppure anima delle feste...e poi scattasse qualche click che fa prevalere un ruolo, che appartiene al mondo degli immaginari, su tutti gli altri...

E si inizia a faticare nel riconoscere sia se stessi che l'altro.

Non so...ci sto ragionando non poco su questa cosa..anche rispetto al tempo...

Rispetto a dieci anni fa la mia percezione del tempo è molto cambiata...dieci anni fa tendevo a "cristallizzare" in un eterno presente, fermo...adesso sento il tempo che scorre, aspetto i cambiamenti e quasi mi preoccupo se non avvengono...dieci anni fa neanche ci pensavo consapevolmente ai cambiamenti.
O meglio, dichiaravo con la testa che ci sarebbero stati, ma nel sentire non li percepivo...non so se mi spiego...

Ho la sensazione che il tradimento sia cercare fuori, mettere fuori una inquietudine complessa da rappresentare dentro...come un percorso a rovescio...a volte penso sia inevitabile, il tradire intendo.

E non la metto come giustificazione al farlo o meno. Credo che semplicemente non si riesca a trovare altra strada. E si percorre quella. Sapendo benissimo che non va, che qualcosa stride (salvo anche qui trovare o davvero qualcuno che piace molto o raccontarsi la storia dell'ammore per cercare di trovare una qualche forma di pace..)
Reflessioni molto interessanti che condivido. Ma resta il fatto che la frase provocatoria di ermik sa di scuse, rigirare la frittata, etc. Ci vogliono le palle: ad ammettere che scegliamo noi il partner, che è più facile tradire che essere consapevoli, etc
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Reflessioni molto interessanti che condivido. Ma resta il fatto che la frase provocatoria di ermik sa di scuse, rigirare la frittata, etc. Ci vogliono le palle: ad ammettere che scegliamo noi il partner, che è più facile tradire che essere consapevoli, etc
Credo che servano entrambi gli aspetti...

Mi spiego.

Siamo una coppia, entrambi probabilmente abbiamo scelto basandoci su "tipi", condizionamenti, modelli, risposta ad aspettative interne ed esterne, molto probabilmente entrambi ci siamo fatti risucchiare più o meno da un qualche ruolo...e credo che questa sia una delle prime cose da ammettere.

In questa nuova relazione che sto vivendo, è stato uno dei primi assunti. E uno dei primi argomenti di confronto, il "tipo" immaginario, i condizionamenti, i modelli di riferimento. E, rispetto alle mie esperienze precedenti questo mi ha permesso sia di essere molto più centrata su me stessa, e quindi anzichè farmi risucchiare da ruoli iniziare ad intenderli come gioco di coppia, sia vivere il Noi come un prodotto e non come una somma.

Credo inoltre che, non rinnegare la coppia, riguardi anche ribadire comunque la scelta di quel partner. Fra le altre cose.

Anche tradendolo, paradossalmente, lo si conferma.
Se non si confermasse come partner, se lo si lasciasse prima di tradire per intenderci, non si tradirebbe ma semplicemente si sceglierebbe altro.

E da quel ribadire si può guardare sia se stessi, innanzitutto, sia il partner.

Se ci si dice la verità. Penso sia uno degli aspetti per cui raramente un traditore lascia il tradito e sembra quasi scendere dal pero quando il tradito lo manda a stendere...



E allora la frase di ermik, anzichè essere una provocazione, si può trasformare in argomento, contenuto di discussione.
Non accusa o giustificazione di sè scaricando sull'altro, ma appiglio di un contenuto da mettere in mezzo e guardare dalle diverse prospettive.

Ovviamente lo si può fare se entrambi si è sulla stessa lunghezza d'onda. O ci si lavora consapevolmente insieme per arrivare a risuonare di nuovo sulla stessa lunghezza d'onda, ma sapendo che è cambiata e non poco rispetto all'inizio quando a guidare la scelta era un qualcosa che rappresentava il Sentire ma solo in parte e "sporcato" da condizionamenti ed affini...

Se invece la frase di ermilk è solo un modo per dire...beh, non ho scelta perchè tu...

Sì, sono d'accordo. Diventa un po' un rigirare la frittata. Sono sempre più convinta che anche rispetto a scelte che comprendono altri esterni a noi, stia ad ognuno decidere se e quanto lasciarsi condizionare. Quindi dire "ho tradito perchè lui/lei..." è un modo un po' infantile, il bambino emotivo, per non affrontare i propri bisogni e i propri desideri di individui e poi come coppia...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ipazia

Hai messo tanta carne al fuoco.
Io sono certa del fatto che la scelta del partner non sia consapevole e corrisponda a molti condizionamenti.
Sia a pressioni sociali, sia a modelli.
E penso anche che sia talmente forte il condizionamento dei modelli che non solo si sceglie l'altro, ma anche il modo di porsi.
Insomma per noi donne potremmo in tante dire che ci presentiamo Marilyn e invece siamo Norma?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Hai messo tanta carne al fuoco.
Io sono certa del fatto che la scelta del partner non sia consapevole e corrisponda a molti condizionamenti.
Sia a pressioni sociali, sia a modelli.
E penso anche che sia talmente forte il condizionamento dei modelli che non solo si sceglie l'altro, ma anche il modo di porsi.
Insomma per noi donne potremmo in tante dire che ci presentiamo Marilyn e invece siamo Norma?
per fare una sintesi, probabilmente il grassetto descrive bene!!

Io, per l'esperienza che sto facendo, e ho deciso, mi è andata di gran culo, ho incontrato una persona con una consapevolezza simile alla mia, e il percorso di coppia anzichè virare verso la Scavolini (quanto mi piace! :D) è virato verso un percorso di conoscenza prima di ognun per sè e poi del Noi, che entrambi vediamo come spazio prodotto, neutro, in cui mettere "informazioni" e apprendimenti su cui scambiare gli sguardi.

Ma dieci anni fa, o anche soltanto due anni fa, non ero mica in grado neanche di pensarla una roba del genere.

Forse dipende anche dall'età...

sicuramente questa esperienza di coppia alla soglia dei 40 è molto diversa da quella che avevo intrapreso a 27 anni.
Sono diversa io. Pur essendo ancora molto simile a me.
Lui anche percepisce questo leggero spostamento in sè

Il culo è che ce ne siamo accorti insieme. E per entrambi è sembrato un obiettivo appetibile. Molto più appetibile della Scavolini, che abbiamo già dato entrambi a riguardo...

Forse sono anche fasi della Vita...a 27 anni non mi percepivo ricca come mi percepisco ricca ora...e neanche mi sfiorava l'idea che i miei baratri potessero essere territori affascinanti da esplorare...anche insieme a qualcuno.

MA penso che tutto questo riguardi anche una scarsa educazione emotiva.
E anche una visione "addolcita", della coppia.

Una questione su cui sto ragionando è che il NOI, per come lo intendo ora è un prodotto.
Dove servono due Uno interi per fare un Uno.

Anni fa il NOI mi sembrava una somma. Tanto che la questione dell'essere ognuno Uno di per sè neanche me la ero posta in questi termini. Anzi ero piuttosto convinta che la completezza la si sarebbe trovata completandosi a vicenda.

Ed è stato uno dei più grossi errori che io abbia mai fatto. Che sono poi caduta in quel gioco di specchi allucinante di cui avevamo parlato ai tempi.
Gioco di specchi che ancora mi atterrisce...per la verità. Abbiamo pagato e caro...:unhappy:


Per metterla in sintesi, io credo che prima di poter scegliere qualcun altro, sia necessario aver scelto innanzitutto se stessi, luce e ombra, pienamente...e essere disponibili a seguirsi nei propri cambiamenti...

Non so bene il tempo che peso abbia....a 20 anni io non ero assolutamente in grado di scegliermi. Anzi...
Quando ho iniziato la mia convivenza me la ero raccontata, per certi versi...
Boh...forse è proprio questione che serve sbagliare...e riprovare per trovare un proprio modo

Mi rendo conto che questo cozza pesantemente con una struttura sociale che sostiene una unica unione per la Vita.

Anche se mi rendo conto che esistono coppie che serenamente riescono per davvero a stare in quella unica unione...

Non lo so...forse dipende proprio dagli individui e da cosa cercano...

Il volano è quanto si è disposti poi a non mentire. A se stessi però.

Che il tradire a volte è anche rimanere in una coppia disprezzandola. Pur senza agiti sessuali al seguito di quella sensazione.
 

patroclo

Utente di lunga data
Reflessioni molto interessanti che condivido. Ma resta il fatto che la frase provocatoria di ermik sa di scuse, rigirare la frittata, etc. Ci vogliono le palle: ad ammettere che scegliamo noi il partner, che è più facile tradire che essere consapevoli, etc
Anch'io condivido le riflessioni di Ipa ( non posso dare verdi perchè sembrerebbe che li dia solo a lei :cool: ) .
Ma solo in parte la tua frase ..... ormai è assodato che sbagliamo tutti ( almeno chi è qua) la scelta del partner perchè non capiamo/ci illudiamo/ecc. ecc.
Quando una coppia si forma penso che sia normale ( se si vogliono figli) pensare al futuro di lei come brava madre, ma oltre a essere un pensiero marginale ( almeno per me come maschietto) è stato appunto un pensiero scontato. Ho l'impressione che la visione femminile preponderante sia più o meno inconsapevolmente propiettata in questa direzione e quindi l'uomo va a assumere il ruolo primordiale di riproduttore/cacciatore/educatore..... ma l'uomo è stupido e non si evolve ( concetto altrettanto primordiale di spargimento del seme per proseguire la sopravvivenza del genere umano) e non sempre diventa quello che la donna vuole o quantomeno non ne capisce/accetta le trasformazioni

C'è anche da dire che il desiderio di paternità è molto diverso dalla maternità, sarebbe curioso capire percentualmente quante donne si sentirebbero menomate senza un figlio e per confronto quanti uomini.... ma anche questo non mi sembra un pensiero originale.

Ho visto spesso padri diventare un inutile ammenicolo per la propria partner e possiamo fare mille ipotesi sul motivo :
- ormai il suo lavoro l'ha fatto, che adesso pensi a portare a casa la pagnotta
- ormai ho capito che il senso della vita sono i figli...... e lasciamo perdere i danni dell'iperaffettività
- ecc. ecc.


Tutto ciò per dire che le cose cambiano e che la “scelta” iniziale va a cozzare con l'evoluzione, a questo punto a chi diamo la colpa ? Possiamo darla all'uomo che non capisce o alla donna che è cambiata, ai valori errati instillati da bambini, a parti della società che vuole i nuclei famigliari uniti indipendentemente da tutto, al fatto che alla fine gli istinti sono ancora forti …..


posso darti ragione che è più facile tradire che risolvere le cose ( ….è il mio caso anche se la maternità è stata un fattore molto relativo) ma ammetterai che prevedere l'evoluzione del tutto è spesso materia da indovini
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ipazia Emrik fermi

Fermatevi ragazzi perché qui c'è troppa roba e si brucia tutto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Intanto penso che la conoscenza di sé non finisca mai, ed è questo il bello.
Però a vero che la personale conoscenza di sé dovrebbe essere sufficiente prima di prendersi un impegno importante.
Ed è grave che a volte (spesso? Sempre?) le aspettative esterne spingano a fare la scelta prima che si sia pronti.
Penso a un'amica di mia figlia che non si sapeva più come fermare perché era evidente il condizionamento che lei negava. Era buffo perché anche la sua famiglia reale era dello stesso parere, ma la sua famiglia interiorizzata no.
Non so se si capisce.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anch'io condivido le riflessioni di Ipa ( non posso dare verdi perchè sembrerebbe che li dia solo a lei :cool: ) .
Ma solo in parte la tua frase ..... ormai è assodato che sbagliamo tutti ( almeno chi è qua) la scelta del partner perchè non capiamo/ci illudiamo/ecc. ecc.
Quando una coppia si forma penso che sia normale ( se si vogliono figli) pensare al futuro di lei come brava madre, ma oltre a essere un pensiero marginale ( almeno per me come maschietto) è stato appunto un pensiero scontato. Ho l'impressione che la visione femminile preponderante sia più o meno inconsapevolmente propiettata in questa direzione e quindi l'uomo va a assumere il ruolo primordiale di riproduttore/cacciatore/educatore..... ma l'uomo è stupido e non si evolve ( concetto altrettanto primordiale di spargimento del seme per proseguire la sopravvivenza del genere umano) e non sempre diventa quello che la donna vuole o quantomeno non ne capisce/accetta le trasformazioni

C'è anche da dire che il desiderio di paternità è molto diverso dalla maternità, sarebbe curioso capire percentualmente quante donne si sentirebbero menomate senza un figlio e per confronto quanti uomini.... ma anche questo non mi sembra un pensiero originale.

Ho visto spesso padri diventare un inutile ammenicolo per la propria partner e possiamo fare mille ipotesi sul motivo :
- ormai il suo lavoro l'ha fatto, che adesso pensi a portare a casa la pagnotta
- ormai ho capito che il senso della vita sono i figli...... e lasciamo perdere i danni dell'iperaffettività
- ecc. ecc.


Tutto ciò per dire che le cose cambiano e che la “scelta” iniziale va a cozzare con l'evoluzione, a questo punto a chi diamo la colpa ? Possiamo darla all'uomo che non capisce o alla donna che è cambiata, ai valori errati instillati da bambini, a parti della società che vuole i nuclei famigliari uniti indipendentemente da tutto, al fatto che alla fine gli istinti sono ancora forti …..


posso darti ragione che è più facile tradire che risolvere le cose ( ….è il mio caso anche se la maternità è stata un fattore molto relativo) ma ammetterai che prevedere l'evoluzione del tutto è spesso materia da indovini
È chiaro che tu sei influenzato dalla tua vicenda e perché mai no?
Però credo che in generale, non nel tuo caso, questa cosa potrebbe anche essere ribaltata.
Voglio dire che ho letto recentemente un breve articolo di un uomo che descriveva quanto la paternità lo avesse cambiato.
È una esperienza viscerale e mentale quella di avere figli che porta a una reazione da "shock post traumatico " diversa a secondo dello stato di conoscenza di sé, quella di cui parla Ipazia, in cui accade.
 

patroclo

Utente di lunga data
È chiaro che tu sei influenzato dalla tua vicenda e perché mai no?
Però credo che in generale, non nel tuo caso, questa cosa potrebbe anche essere ribaltata.
Voglio dire che ho letto recentemente un breve articolo di un uomo che descriveva quanto la paternità lo avesse cambiato.
È una esperienza viscerale e mentale quella di avere figli che porta a una reazione da "shock post traumatico " diversa a secondo dello stato di conoscenza di sé, quella di cui parla Ipazia, in cui accade.
Certo che ne sono influenzato ( anche se appunto la madre dei miei figli non è così estrema) ma non posso fare a meno di riconoscere che questo fenomeno postmaternità, in forme più o meno accentuate, lo vedo costantemente in moltissime coppie.

Poi, per tornare ad un tuo altro post, mi è capitato di provare "sensi di colpa" perchè in confronti ad altri padri non mi sentivo così stravolto oltre tutta la gioia e l'amore per i miei due mostri..... sinceramente penso che alcuni uomini si rincoglioniscano perchè hanno delle mancanze da altre parti ......ma forse questo non si può dire
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Anch'io condivido le riflessioni di Ipa ( non posso dare verdi perchè sembrerebbe che li dia solo a lei :cool: ) .
Ma solo in parte la tua frase ..... ormai è assodato che sbagliamo tutti ( almeno chi è qua) la scelta del partner perchè non capiamo/ci illudiamo/ecc. ecc.
Quando una coppia si forma penso che sia normale ( se si vogliono figli) pensare al futuro di lei come brava madre, ma oltre a essere un pensiero marginale ( almeno per me come maschietto) è stato appunto un pensiero scontato. Ho l'impressione che la visione femminile preponderante sia più o meno inconsapevolmente propiettata in questa direzione e quindi l'uomo va a assumere il ruolo primordiale di riproduttore/cacciatore/educatore..... ma l'uomo è stupido e non si evolve ( concetto altrettanto primordiale di spargimento del seme per proseguire la sopravvivenza del genere umano) e non sempre diventa quello che la donna vuole o quantomeno non ne capisce/accetta le trasformazioni

C'è anche da dire che il desiderio di paternità è molto diverso dalla maternità, sarebbe curioso capire percentualmente quante donne si sentirebbero menomate senza un figlio e per confronto quanti uomini.... ma anche questo non mi sembra un pensiero originale.

Ho visto spesso padri diventare un inutile ammenicolo per la propria partner e possiamo fare mille ipotesi sul motivo :
- ormai il suo lavoro l'ha fatto, che adesso pensi a portare a casa la pagnotta
- ormai ho capito che il senso della vita sono i figli...... e lasciamo perdere i danni dell'iperaffettività
- ecc. ecc.


Tutto ciò per dire che le cose cambiano e che la “scelta” iniziale va a cozzare con l'evoluzione, a questo punto a chi diamo la colpa ? Possiamo darla all'uomo che non capisce o alla donna che è cambiata, ai valori errati instillati da bambini, a parti della società che vuole i nuclei famigliari uniti indipendentemente da tutto, al fatto che alla fine gli istinti sono ancora forti …..


posso darti ragione che è più facile tradire che risolvere le cose ( ….è il mio caso anche se la maternità è stata un fattore molto relativo) ma ammetterai che prevedere l'evoluzione del tutto è spesso materia da indovini
Ciao :)

sono d'accordo con te...l'evoluzione, in termini di previsione, è materia da indovini.

Ma il Vivere insieme le individuali evoluzioni io penso sia uno dei pilastri di una coppia.

Se il Noi è quello spazio neutro in cui si entra e ci si condivide insieme e reciprocamente, allora servono due IO che sappiano raccontare prima a se stessi e poi anche all'altro la propria storia, anche ed in particolare in itinere.

In modo da poter intrecciare i fili delle storie. Trovare comunanze, differenze, inconciliabilità, compromessi.
Stabilire di volta in volta il "ne vale la pena".

Senza dare per scontato questo processo. Però.

Quello che è successo a me, pur avendo presente questo principio, è che ho dato per scontato che la coppia in cui si stesse muovendo insieme ai due IO. Invece avevo lo sguardo puntato sull'epica del noi, e mi ero persa me. E lui si era perso sè.
Caduti uno nello specchio dell'altro.

Ovviamente, a posteriori mi dico che non ero pronta per quella storia, che ho sbagliato...ma non è vero. In realtà.

Ero pronta esattamente per quella storia e per quell'esperienza e per quegli errori.

Senza cui non sarei qui con parametri simili ma molto diversi ora.

E il racconto di me, a me stessa, innanzitutto è divenuto centrale.
Come è divenuto centrale il non dare scontata la presenza di un NOI.

Non cercare garanzie al noi.

Che non significa non metterci impegno. Anzi, l'esatto opposto. Significa non sedersi su un NOI smettendo di monitorare le evoluzioni quotidiane. I piccoli passi che spesso e volentieri fanno la differenza.

Considerare che solo "lavorando" insieme il NOI si nutre. E lo si nutre nutrendo ognuno se stesso.
Il NOI diventa un prodotto. Una tensione. Una direzione ed un orizzonte.

Non un raggiungimento.

E' un po' la differenza, nella mia percezione, fra il viaggiare andando per strada e vivendo gli imprevisti, le sorprese, le difficoltà, il Panorama e l'andare al Villaggio 5 stelle e starci due settimane avendo già deciso cosa si farà e cosa non si farà. E lamentandosi con la Direzione se il servizio ricevuto non corrisponde alle aspettative che si avevano prima della partenza.

Parte del panorama riguarda se stessi. L'esposizione di se stessi all'altro. E la curiosità di veder disconfermate, per certi versi, le attese sull'altro per godere della meraviglia della scoperta dell'altro. E godere anche della scoperta dell'altro di sè...accettazione e condivisione.

Ma se si manca a se stessi, se si "vittime" dei propri condizionamenti, del tribunale interiore, della famiglia interiore (bellissima!!. cit) tutto questo percorso che è infondo conoscenza e movimento decade...

E allora sì, l'evoluzione e il confronto si sposta su piani che riguardano previsioni e immaginari, attese e aspettative...e quando ci si basa su attese e aspettative è un po' come boicottarsi da soli....l'altro non potrà mai soddisfare noi.
L'altro è semmai un valore aggiunto. Alla soddisfazione di sè che ci si sa dare prima di tutto in autonomia...ad ogni livello


E buttandola un po' in vacca, ma anche no, questo è uno dei motivi per cui quando una coppia con difficoltà di relazione sessuale va da un sessuologo spesso e volentieri il consiglio che viene dato è partire dalla masturbazione. Ognuno di sè e poi insieme. :)
 
Ultima modifica:

Eratò

Utente di lunga data
.......per tornare al tema del forum......chiediamoci perchè alcuni uomini tradiscono :eek::D
Mi sembra un po' semplicicistico come concetto però...perchè ci sarebbero tanti "se" e tanti "ma" come sfondo...E si potrebbe anche ipotizzare che ad alcuni padri il ruolo ridotto ad asta che contribuisce solo al concepimento potrebbe anche stare comodo.E che gli piace recitarlo alla perfezione.Può essere?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che ne sono influenzato ( anche se appunto la madre dei miei figli non è così estrema) ma non posso fare a meno di riconoscere che questo fenomeno postmaternità, in forme più o meno accentuate, lo vedo costantemente in moltissime coppie.

Poi, per tornare ad un tuo altro post, mi è capitato di provare "sensi di colpa" perchè in confronti ad altri padri non mi sentivo così stravolto oltre tutta la gioia e l'amore per i miei due mostri..... sinceramente penso che alcuni uomini si rincoglioniscano perchè hanno delle mancanze da altre parti ......ma forse questo non si può dire
Però dipende anche dal modo di manifestare lo stravolgimento.
Non è neanche detto che i più stravolti siano quelli che si dimostrano tali.

Per me lo stravolgimento è, oltre alla gioia, l'amore ecc, sta nel senso di responsabilità. Del dover essere la persona che i figli si meritano di avere come genitore.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mi sembra un po' semplicicistico come concetto però...perchè ci sarebbero tanti "se" e tanti "ma" come sfondo...E si potrebbe anche ipotizzare che ad alcuni padri il ruolo ridotto ad asta che contribuisce solo al concepimento potrebbe anche stare comodo.E che gli piace recitarlo alla perfezione.Può essere?
Altroché!
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Intanto penso che la conoscenza di sé non finisca mai, ed è questo il bello.
Però a vero che la personale conoscenza di sé dovrebbe essere sufficiente prima di prendersi un impegno importante.
Ed è grave che a volte (spesso? Sempre?) le aspettative esterne spingano a fare la scelta prima che si sia pronti.
Penso a un'amica di mia figlia che non si sapeva più come fermare perché era evidente il condizionamento che lei negava. Era buffo perché anche la sua famiglia reale era dello stesso parere, ma la sua famiglia interiorizzata no.
Non so se si capisce.
Sì, è il bello...e io i sto formando l'idea che sia uno dei nutrienti fondanti il filo che crea il legame nel NOI.
(legame, non legaccio).

Si capisce benissimo...la famiglia interiore è un delirio...e più quella di origine era destabilizzante, più quella interiore da delirio....

Che anche se razionalmente si sa, si conosce, si vede, poi resta da connettere il Sapere al Sentire...e non è scontato...

Quando i Fare sono connessi al Sapere e al Sentire è un discorso...quando i Fare sono connessi, separatamente al Sapere e al Sentire...è un delirio.
Gli agiti, per esempio, derivano esattamente dalla connessione del Fare al Sentire non connesso con il Sapere...

Insomma, siamo esseri proprio buffi...e complessi...affascinanti esattamente per questo....a voler sottomettersi al fascino....e penso che si questa una delle sottomissioni più importanti con cui fare Pace.

E fra le più complesse da realizzare...:)
 

Eratò

Utente di lunga data
Che poi la moglie può anche essersi trasformata in una specie di Alien post-maternità ,il ruolo del marito non dovrebbe essere quello di aiutarla a ridimensionare magari parlando e trovando dei canali di comunicazione,aiutando magari nel educazione del bimbo,prendendo anche in mano la situazione?E cos' è allora?Smette di essere un uomo per la sua donna e piano piano comincia a mettersi i panni del omuncolo succube della moglie in casa per toglierseli e portare quelli del maschione voglioso con le palle fuori casa in cerca di affetto e desiderio di riempire "quel vuoto"?Eh no...e li in cui "quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco"...Ho scritto "entrano" ,non "escono" ne "scappano"...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che poi la moglie può anche essersi trasformata in una specie di Alien post-maternità ,il ruolo del marito non dovrebbe essere quello di aiutarla a ridimensionare magari parlando e trovando dei canali di comunicazione,aiutando magari nel educazione del bimbo,prendendo anche in mano la situazione?E cos' è allora?Smette di essere un uomo per la sua donna e piano piano comincia a mettersi i panni del omuncolo succube della moglie in casa per toglierseli e portare quelli del maschione voglioso con le palle fuori casa in cerca di affetto e desiderio di riempire "quel vuoto"?Eh no...e li in cui "quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco"...Ho scritto "entrano" ,non "escono" ne "scappano"...
Non credo che sia tanto raro. Anche senza fare il galletto in giro credo che ci siano tanti che non si assumono il ruolo.
 

patroclo

Utente di lunga data
Ciao :)

sono d'accordo con te...l'evoluzione, in termini di previsione, è materia da indovini.

Ma il Vivere insieme le individuali evoluzioni io penso sia uno dei pilastri di una coppia.

Se il Noi è quello spazio neutro in cui si entra e ci si condivide insieme e reciprocamente, allora servono due IO che sappiano raccontare prima a se stessi e poi anche all'altro la propria storia, anche ed in particolare in itinere.

In modo da poter intrecciare i fili delle storie. Trovare comunanze, differenze, inconciliabilità, compromessi.
Stabilire di volta in volta il "ne vale la pena".

Senza dare per scontato questo processo. Però.

Quello che è successo a me, pur avendo presente questo principio, è che ho dato per scontato che la coppia in cui si stesse muovendo insieme ai due IO. Invece avevo lo sguardo puntato sull'epica del noi, e mi ero persa me. E lui si era perso sè.
Caduti uno nello specchio dell'altro.

Ovviamente, a posteriori mi dico che non ero pronta per quella storia, che ho sbagliato...ma non è vero. In realtà.

Ero pronta esattamente per quella storia e per quell'esperienza e per quegli errori.

Senza cui non sarei qui con parametri simili ma molto diversi ora.

E il racconto di me, a me stessa, innanzitutto è divenuto centrale.
Come è divenuto centrale il non dare scontata la presenza di un NOI.

Non cercare garanzie al noi.

Che non significa non metterci impegno. Anzi, l'esatto opposto. Significa non sedersi su un NOI smettendo di monitorare le evoluzioni quotidiane. I piccoli passi che spesso e volentieri fanno la differenza.

Considerare che solo "lavorando" insieme il NOI si nutre. E lo si nutre nutrendo ognuno se stesso.
Il NOI diventa un prodotto. Una tensione. Una direzione ed un orizzonte.

Non un raggiungimento.

E' un po' la differenza, nella mia percezione, fra il viaggiare andando per strada e vivendo gli imprevisti, le sorprese, le difficoltà, il Panorama e l'andare al Villaggio 5 stelle e starci due settimane avendo già deciso cosa si farà e cosa non si farà. E lamentandosi con la Direzione se il servizio ricevuto non corrisponde alle aspettative che si avevano prima della partenza.

Parte del panorama riguarda se stessi. L'esposizione di se stessi all'altro. E la curiosità di veder disconfermate, per certi versi, le attese sull'altro per godere della meraviglia della scoperta dell'altro. E godere anche della scoperta dell'altro di sè...accettazione e condivisione.

Ma se si manca a se stessi, se si "vittime" dei propri condizionamenti, del tribunale interiore, della famiglia interiore (bellissima!!. cit) tutto questo percorso che è infondo conoscenza e movimento decade...

E allora sì, l'evoluzione e il confronto si sposta su piani che riguardano previsioni e immaginari, attese e aspettative...e quando ci si basa su attese e aspettative è un po' come boicottarsi da soli....l'altro non potrà mai soddisfare noi.
L'altro è semmai un valore aggiunto. Alla soddisfazione di sè che ci si sa dare prima di tutto in autonomia...ad ogni livello


E buttandola un po' in vacca, ma anche no, questo è uno dei motivi per cui quando una coppia con difficoltà di relazione sessuale va da un sessuologo spesso e volentieri il consiglio che viene dato è partire dalla masturbazione. Ognuno di sè e poi insieme. :)
...mi piace sempre che mi spieghi quello che ho vissuto anch'io, nel senso che riesci a esplicitare ed argomentare cose che per incapacità/pigrizia/sintesi finisco per semplificare eccessivamente

Mi sembra un po' semplicicistico come concetto però...perchè ci sarebbero tanti "se" e tanti "ma" come sfondo...E si potrebbe anche ipotizzare che ad alcuni padri il ruolo ridotto ad asta che contribuisce solo al concepimento potrebbe anche stare comodo.E che gli piace recitarlo alla perfezione.Può essere?
scritto così lo era.... però poi ho argomentato. Ammetto che era in forma di battuta ma per me l'umorismo non ha basi solide se non ci sono riferimenti reali

Però dipende anche dal modo di manifestare lo stravolgimento.
Non è neanche detto che i più stravolti siano quelli che si dimostrano tali.

Per me lo stravolgimento è, oltre alla gioia, l'amore ecc, sta nel senso di responsabilità. Del dover essere la persona che i figli si meritano di avere come genitore.
ma certo, anche quello......io ce l'ho con i padri e le madri che dimenticano se stessi per i figli, ma perchè nel 99% dei casi avviene per problemi propri irrisolti. Per il "mistero" della maternità, che in quanto maschio mi è in parte incomprensibile, lascio alle donne il beneficio del dubbio

in effetti te l'hanno messa su un piatto d'argento
......già :sonar:
 

Eratò

Utente di lunga data
Che poi scusate ma a me la scusa "l'ho tradita perchè faceva troppo la mamma " mi fa venir l'orticaria.Senza entrare troppo nelle dinamiche di ogni coppia ma ne ho sentite delle belle...E ci son quelli del "ti trascuri perchè fai troppo la mamma" e poi se gli si lascia il neonato per andare in palestra(=curarsi),per andare dal estetista o dal parrucchiere(=curarsi),per andare a prendere un caffè con l'amica(=svagarsi) o addiritura per chiacchierare al telefono 10 minuti(=svagarsi) cominciano una lagna dalla mattina alla sera "son finito a far la babysitter /che palle/mi sento castrato"....Per cui il problema non è più che lei si trascura ma che non dedica il suo tempo al 100% a lui.A volte mi chiedo : ma la famiglia non si fa in 2?Oppure il concetto è "chi viene prima di tutti?".2 adulti fanno un figlio ma a volte si finisce con 1 adulto e 2 bimbi....E non mi si dica che è raro.
 
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