Non è questione, a mio parere, di gravità del tradimento.
E' questione che se l'obiettivo è mettersi al muro...beh.
Significa che l'obiettivo di quella coppia è il potere e non la coppia.
I torti non si cancellano. Ognuno ha i suoi.
Il far valere le ragioni io penso non sia una dimensione di coppia (e quindi di alleanza) ma di guerriglia e appropriazione del potere.
Ognuno ha le sue ragioni e i suoi torti.
E quelli di uno non spostano di un mm quelli dell'altro.
Io penso che la coppia dovrebbe essere la dimensione della comprensione. Non della giustificazione.
Del cum-prendere.
Prendere insieme. Torto e ragione.
Che non è neanche assumersi quelli dell'altro.
Ma è condivisione dei torti e delle ragioni di ognuno nello spazio comune relazionale.
Se esiste.
Se non si riesce a farlo, dubito che la questione sia il tradimento.
Ma il fatto che la coppia non ha una dimensione (sostanza) di coppia.
Ne avrà la forma.
Ma la forma non è sostanza. Anche se la sostanza è forma.
Io parlo sempre di me.
Se io ragionassi nei termini che ho descritto, riterrei di avere un problema.
Un mio problema.
Se tu non lo ritieni un problema per te, beh, il problema non esiste. Per te.
Ed è questa la discrimine.
Ognuno parla per sè.
E ognuno sceglie per sè.
Per quanto riguarda uomo donna...mah.
Io una ragionata la farei invece. Non è questione di obiettività.
Ma se un uomo avesse comportamenti tanto aggressivi e vessatori, almeno un avvertimento da parte di altre donne al fare attenzione si sarebbe letto.
L'aggressività di lei, invece...pare semplicemente un modo.
Se un uomo mi trattasse come lei tratta lui...non avrei il minimo problema a definirlo violento verbalmente e aggressivo.
Allo stesso modo non ho problema a definire lei, secondo i racconti di lui ovviamente, violenta e aggressiva.
SE fosse una conoscente, consiglierei uno psyco.
E al lui di turno anche.
Le dinamiche di vessazione sono disfunzionali.