Suo figlio non mi accetta

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Brunetta

Utente di lunga data
Avete un idea strana di persona viziata.
In che senso ad un figlio non va lasciato il libero arbitrio, è un soldatino a cui dover far fare cose e basta? E' un giovane uomo non un idiota a cui dire senza appello che fare e come fare. Il genitore dovrebbe essere colui che lo guida con la propria autorevolezza, accettata dal figlio, non colui che obbliga perchè ha il potere.
Dove la vedi l’ autorevolezza o la guida in accettare il bisogno del ragazzino di dormire dal padre perché lo ha visto con la nuova compagna?
Io vedo solo la paura degli adulti di essere criticati.
Per carità tutti ci sentiamo annodare le budella se un figlio dimostra di soffrire. Figuriamoci se la responsabilità della sofferenza siamo noi. Ma non si risolve cedendo sempre.
 

iosolo

Utente di lunga data
Io credo che ci sia un grosso equivoco.
Soprattutto chi è figlio di divorziati, ma non solo, ha una visione ancora centrata sulle proprie sofferenze. Ma io contesto la cosa riferita da Cippi, in cui a un ragazzino viene consegnato il potere sui genitori. E questo potere non per chiedere di venire a vedere una partita o per guardare insieme una partita, ma sull’umore del momento.
Questo è un comportamento che è dettato dal senso di colpa dei genitori e che paradossalmente alimenta l’arbitrio del ragazzino.
Poi è noto che anche in situazioni normali sono i figli che decidono dove mangiare o la località delle vacanze ecc.
Così non si suscita nessuna scontentezza e ci si sente amati.
L'errore di fondo è parlare di un fatto reale sapendo che non è un fatto reale, e che il potere visto in mano al ragazzino è solo il potere che non è nelle mani di chi racconta.
Se vuoi lo facciamo.
 

white74

Utente di lunga data
Io credo che ci sia un grosso equivoco.
Soprattutto chi è figlio di divorziati, ma non solo, ha una visione ancora centrata sulle proprie sofferenze. Ma io contesto la cosa riferita da Cippi, in cui a un ragazzino viene consegnato il potere sui genitori. E questo potere non per chiedere di venire a vedere una partita o per guardare insieme una partita, ma sull’umore del momento.
Questo è un comportamento che è dettato dal senso di colpa dei genitori e che paradossalmente alimenta l’arbitrio del ragazzino.
Poi è noto che anche in situazioni normali sono i figli che decidono dove mangiare o la località delle vacanze ecc.
Così non si suscita nessuna scontentezza e ci si sente amati.
Continuate a paragonare cose con persone. Non esiste.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma il rapporto con il genitore è tutto come prima, deve rimanere quello di prima, mica si deve diventare genitori part-time, a schemi prestabiliti da un giudice sconosciuto che utilizzerà un metodo standardizzato per appianare le cose.
Le scelte sono sempre dei genitori anche nel momento in cui si decide in armonia di non avere schemi. Si sceglie valutando il momento, non per partito preso, e considerando solo esigenze reali e comprovati, ma per un semplice desiderio di un bambino/ragazzo.
Sono rapporti intimi, confidenziali, diversi da famiglia a famiglia e devono essere mantenuti per quelli che sono.
Allora scelgono i genitori. Siamo d’accordo.
 

ToyGirl

Utente di lunga data
Appunto: "essere famiglia".

Due che si separano, per definizione non sono più famiglia ma due adulti che non si sopportano più.
Certo, non si sopportano più sotto lo stesso tetto. Ma ciò non esclude che possano trovare nuovi equilibri vivendo separati.
Non è detto. Io ho visto anche molte separazioni difficili magari all'inizio ma che poi si riescono a gestire al meglio proprio per i figli.
Famiglia sarai sempre. Sarete sempre genitori insieme.
La penso come te.
Elio sarà sempre la mia famiglia, anche se un giorno dovessi avere una compagna con cui viviamo insieme.
 

cipolino

Utente di lunga data
Non è detto. Io ho visto anche molte separazioni difficili magari all'inizio ma che poi si riescono a gestire al meglio proprio per i figli.
Ho parlato di statistica, non di casi singoli: di casi singoli ce ne sono che esemplificano la qualunque.

La statistica invece è inoppugnabile: la maggior parte dei divorziandi, litiga.

Famiglia sarai sempre. Sarete sempre genitori insieme.
No: famiglia non lo sei più, per definizione stessa di famiglia.

Sì: genitore ovviamente continuerai ad esserlo.
 

iosolo

Utente di lunga data
Dove la vedi l’ autorevolezza o la guida in accettare il bisogno del ragazzino di dormire dal padre perché lo ha visto con la nuova compagna?
Io vedo solo la paura degli adulti di essere criticati.
Per carità tutti ci sentiamo annodare le budella se un figlio dimostra di soffrire. Figuriamoci se la responsabilità della sofferenza siamo noi. Ma non si risolve cedendo sempre.
Ti ho già risposto in altri post.
Tu parli come se questo fatto è reale e anche le sue deduzioni, ma per me non lo è. Si danno significati all'agire del figlio dati da chi è coinvolto troppo profondamente nella storia da essere attendibile.
 

iosolo

Utente di lunga data
Allora scelgono i genitori. Siamo d’accordo.
Il padre infatti accetta che il figlio dorma da lui. C'è chi ci vede sensi di colpa e chi no.
Tu perchè ci vedi sensi di colpa, per il modo in cui ti hanno narrato la storia?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Quello che dice @white74 è forse vero dopo un bel po’ che gli animi dei grandi si sono sopiti. All’inizio, in una separazione e per mia esperienza, i genitori sono due emeriti cretini che stanno lì a farsi guerra. Ciò accade perché spesso chi viene lasciato non è proprio contento della fine del matrimonio o relazione.
Passati mediamente 4/5 anni diciamo che le cose si appianano e i due emeriti cretini si rendono conto che in fondo non è la fine del mondo un divorzio.
E in questi 4/5 anni, che vita di merda fanno i figli che non hanno chiesto di trovarsi in questa merda di 4/5 anni?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sarà un caso, ma nella mia piccola comunità i ragazzi con più problematiche relazionali e scolastiche sono figli di genitori separati. Pero‘ come dici tu spesso, i casi altrui non fanno statistica.
Anni fa ho fatto parte di un gruppo di lavoro che riguardava un territorio piuttosto ampio che indagava le correlazioni intuitiva rispetto alla difficoltà scolastiche, come abbandono o risultati insoddisfacenti o comportamenti disturbanti. Cose che generalmente vanno insieme.
Siamo tutti rimasti molto sorpresi di scoprire che le correlazioni intuitive non c’erano.
Non si trattava di problemi di livello sociale, né di famiglia unita o no, ma di stili educativi.
E l’ incoerenza non era riservata ai poveri e separati.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Anni fa ho fatto parte di un gruppo di lavoro che riguardava un territorio piuttosto ampio che indagava le correlazioni intuitiva rispetto alla difficoltà scolastiche, come abbandono o risultati insoddisfacenti o comportamenti disturbanti. Cose che generalmente vanno insieme.
Siamo tutti rimasti molto sorpresi di scoprire che le correlazioni intuitive non c’erano.
Non si trattava di problemi di livello sociale, né di famiglia unita o no, ma di stili educativi.
E l’ incoerenza non era riservata ai poveri e separati.
Ma pensa te!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se torniamo all'esempio però dobbiamo ricordarci che è una visione parziale e di parte la persona che ce l'ha raccontata.
Quindi l'idea sabotare la relazione è solo un idea di chi ha narrato la storia.

Se non l'avesse raccontata in questo modo, avrei solo immaginato un figlio, che magari anche solo per comodità (vicinanza agli amici, alla scuola, al mare, alla biblioteca o altro) decide di dormire con il padre. Perchè non accontentarlo, perchè ha un impegno precedente, lo si dice e si trova un altro accordo, non mi sembra complicato.
Trovare un diverso accordo, non è far scegliere al ragazzino giorno per giorno.
Io ragiono in linea generale. Non mi faccio fuorviare dal giudizio su chi scrive.
 

danny

Utente di lunga data
Quello che dice @white74 è forse vero dopo un bel po’ che gli animi dei grandi si sono sopiti. All’inizio, in una separazione e per mia esperienza, i genitori sono due emeriti cretini che stanno lì a farsi guerra. Ciò accade perché spesso chi viene lasciato non è proprio contento della fine del matrimonio o relazione.
Passati mediamente 4/5 anni diciamo che le cose si appianano e i due emeriti cretini si rendono conto che in fondo non è la fine del mondo un divorzio.
Il problema di alcune coppie di separati è che:
1) entrano in conflitto con l'altro genitore e spesso scaricano le personali frustrazioni del fallimento della coppia sui figli accentuando i difetti dell'ex
2) dedicano parecchio tempo a sé stessi, alla ricerca di nuovi partner e spesso non si accorgono delle esigenze dei figli in quanto tendono a dare la priorità alle proprie
3) Non hanno gli strumenti per interpretare le richieste affettive "normalizzanti" dei figli (anzi, a volte ne sono infastiditi in quanto si sentono messi in discussione nelle scelte da adulti) né l'impatto che la separazione ha su di loro, anzi, in alcuni casi tendono a promuovere esclusivamente l'idea di avere fatto la scelta migliore
4) hanno meno risorse economiche e quindi tagliano sulle richieste dei figli
5) Hanno meno tempo a disposizione per loro dovendo gestire una casa da soli
6) Impongono le nuove relazioni ai figli, che devono entrare in contatto con i genitori attraverso il filtro di estranei in casa, che restano spesso presenti, non lasciandoli mai soli a coltivare il rapporto con i genitori.
7) Non concertano insieme l'educazione dei figli, ma impongono linee differenti

Per mio padre, mia madre mi viziava. Io vedevo miei padre il sabato pomeriggio, mia madre nell'ora di pranzo, pausa lavorativa.
La realtà è che loro mi avevano perso di vista, ma non se ne rendevano minimamente conto, pensando di fare sempre le scelte giuste.



Il risultato è che i genitori diventano più estranei e lontani, creando una relazione parentale in cui l'affettività è ridotta rispetto a quella di una coppia unita e presente. A tutto ciò si aggiunge l'enorme fastidio di dover gestire da adulti festività, nipoti, addirittura assistenza da anziani di persone che vivono distanti.
 
Ultima modifica:

Varlam

Utente di lunga data
Avete un idea strana di persona viziata.
In che senso ad un figlio non va lasciato il libero arbitrio, è un soldatino a cui dover far fare cose e basta? E' un giovane uomo non un idiota a cui dire senza appello che fare e come fare. Il genitore dovrebbe essere colui che lo guida con la propria autorevolezza, accettata dal figlio, non colui che obbliga perchè ha il potere.
Una cosa è cercare un accordo coinvolgendolo , se ha l età adeguata , un altro è lasciare la decisione giorno per giorno al suo variabile umore.
Questa settimana rimango con la mamma perché il papà non mi compra la Playstation.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quello che dice @white74 è forse vero dopo un bel po’ che gli animi dei grandi si sono sopiti. All’inizio, in una separazione e per mia esperienza, i genitori sono due emeriti cretini che stanno lì a farsi guerra. Ciò accade perché spesso chi viene lasciato non è proprio contento della fine del matrimonio o relazione.
Passati mediamente 4/5 anni diciamo che le cose si appianano e i due emeriti cretini si rendono conto che in fondo non è la fine del mondo un divorzio.
I cretini spiegano tutto.
Non sono sarcastica.
 

Brunetta

Utente di lunga data
nesduno ha detto che si debbano assecondare in ogni cosa. Ho solo detto che ci può pure essere un accordo, ma se a figli e genitori va bene cambiarlo, per piacere, per necessità, per forza maggiore, si può fare senza che altri debbano decidere se va bene o meno.
Il paragone con la scuola non ha proprio senso di essere. La scuola è un dovere, il rapporto con i genitori una cosa più articolata.
Non credo che verrebbe riferita una richiesta episodica. Anche se chi racconta tende a considerare sempre assurdo ogni comportamento che non le va bene.
 

white74

Utente di lunga data
Il problema di alcune coppie di separati è che:
1) entrano in conflitto con l'altro genitore e spesso scaricano le personali frustrazioni del fallimento della coppia sui figli accentuando i difetti dell'ex
2) dedicano parecchio tempo a sé stessi, alla ricerca di nuovi partner e spesso non si accorgono delle esigenze dei figli in quanto tendono a dare la priorità alle proprie
3) Non hanno gli strumenti per interpretare le richieste affettive "normalizzanti" dei figli (anzi, a volte ne sono infastiditi in quanto si sentono messi in discussione nelle scelte da adulti) né l'impatto che la separazione ha su di loro, anzi, in alcuni casi tendono a promuovere esclusivamente l'idea di avere fatto la scelta migliore
4) hanno meno risorse economiche e quindi tagliano sulle richieste dei figli
5) Hanno meno tempo a disposizione per loro dovendo gestire una casa da soli
6) Impongono le nuove relazioni ai figli, che devono entrare in contatto con i genitori attraverso il filtro di estranei in casa, che restano spesso presenti, non lasciandoli mai soli a coltivare il rapporto con i genitori.
7) Non concertano insieme l'educazione dei figli, ma impongono linee differenti

Per mio padre, mia madre mi viziava. Io vedevo miei padre il sabato pomeriggio, mia madre nell'ora di pranzo, pausa lavorativa.
La realtà è che loro mi avevano perso di vista, ma non se ne rendevano minimamente conto, pensando di fare sempre le scelte giuste.



Il risultato è che i genitori diventano più estranei e lontani, creando una relazione parentale in cui l'affettività è ridotta rispetto a quella di una coppia unita e presente. A tutto ciò si aggiunge l'enorme fastidio di dover gestire da adulti festività, nipoti, addirittura assistenza da anziani di persone che vivono distanti.
Ottime riflessioni.
Rileggete i punti.
 

Nicky

Utente di lunga data
Quello che dice @white74 è forse vero dopo un bel po’ che gli animi dei grandi si sono sopiti. All’inizio, in una separazione e per mia esperienza, i genitori sono due emeriti cretini che stanno lì a farsi guerra. Ciò accade perché spesso chi viene lasciato non è proprio contento della fine del matrimonio o relazione.
Passati mediamente 4/5 anni diciamo che le cose si appianano e i due emeriti cretini si rendono conto che in fondo non è la fine del mondo un divorzio.
Anche se non sono cretini, sono persone che si trovano a gestire difficoltà emotive, relazionali e spesso economiche molto pesanti.
E' importante ricostruire una vita familiare che abbia ritmi cadenzati e poter dire al figlio come sarà strutturata la frequentazione con i genitori, perché il figlio si trova perso.
I genitori spesso hanno stili educativi diversi, che diventano ancora più divergenti da separati; quindi, ti trovi il figlio che vuole andare dal papà perché lo lascia in piedi a vedere la partita o che non ci vuole andare perché non gli fa vedere i cartoni a cena. Se, invece, sa che quello è il suo ritmo, che la settimana x sta con il padre, tutto è più semplice.
Che poi, per me sia meglio non divorziare, io sono d'accordo, ma rispetto anche chi fa scelte diverse.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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