Tempi che cambiano.

Nicky

Utente di lunga data
io da quel che vedo le aziende lavorano con gestionali che hanno una base stile anni 90, l’interfaccia rimane quella più o meno, poi l’adattibilità ai vari settori sono accrocchi di programmazione, qualsiasi modifica la fanno strapagare.
è abbastanza ovvio che "un altro sistema" potrebbe facilmente soppiantare questo, poichè di fatto si lavora su una base vecchia.
non do per scontato che il costo sarà accessibile a tutti. poi posso sbagliare. ma la variabile prezzo la considero.
Non saprei, ho notato che persino nelle famigerate pubbliche amministrazioni sono già stati sviluppati, ad esempio, sistemi che consentono di realizzare i bandi di gara e la selezione dei concorrenti con un apporto umano minimo.
Credo che le nostre varie impressioni siano anche influenzate dai settori in cui ognuno di noi lavora.
Poi non dubito che questa eventuale esuberanza di lavoratori possa essere riassorbita. Ma, visto che qui parlavamo di trentenni che devono fare progetti, anche di famiglia, e della loro scarsa propensione, credo che tutto influisca.
Poi, c'è pure una recrudescenza di guerre in ogni dove.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il futuro è una categoria dei vecchi.
E' chi percepisce vicina la morte che percepisce l'esistenza di un tempo chiamato futuro.

Quando sei giovane, ti senti potente. Immortale.
La tua categoria è il presente.
Tu sei, nella tua percezione di te, il protagonista e l'artefice della tua storia. Ad ogni costo.
I giovani, biologicamente, sono esseri prepotenti, desiderosi del proprio potere, impetuosi, incoscienti.
Hanno una valutazione del rischio correlata a questa percezione del mondo.
Onestamente ne vedo gran pochi di giovani :D quelli che incontro sono prudentissimi, attenti, stanno in fila, ubbidiscono.
Ogni tanto mi vien da dirgli "ma disubbidisci, per la miseria. Incazzati porca puttana. Manda tutto a fare in culo. Ribalta il tavolo. Fai quello che vuoi tu. Giusto sbagliato che sia. Prova. Osa. Rischia. Vivi. Fottitene dell'eredità e soprattutto di esserne contenitore".

Qui, nel nostro paese, i giovani sui 20 anni sono una minoranza.
E si muovono in dinamiche di minoranza.

Una delle dinamiche di minoranza è che per sopravvivere deve necessariamente adattarsi alla maggioranza.
Vivono in un paese di vecchi, governato da vecchi in una prospettiva da vecchi.
Siamo uno dei paesi più vecchi a livello mondiale.

Vivono in un paese che li considera come coloro i quali raccoglieranno l'eredità.
Che è una prospettiva completamente diversa dal vivere in paesi dove i giovani rappresentano l'incognita su cui investire.


Onestamente, io penso che noi vecchi dovremmo interrogarci su quanto e come gli stiamo tarpando le ali, piuttosto che volergli insegnare qualcosa.


Dire che "il futuro è una cosa da vecchi" è un’idea affascinante, ma non realistica.
Il futuro appartiene ai giovani, perché sono loro a doverlo costruire.
Non vivono solo nel presente: fanno progetti, si pongono domande, cercano strade nuove.
Se oggi sembrano più prudenti, non è perché sono deboli, ma perché vivono in un mondo difficile, dove ogni scelta pesa.
La voglia di cambiare c’è ancora, solo che prende forme diverse: meno rumorose, più impegnative, per la grande maggioranza di loro.
Adattarsi non vuol dire arrendersi, ma trovare spesso un modo per andare avanti.
Se sembrano minoranza, è perché vivono in un paese vecchio, che spesso non li ascolta, troppo preso da problemi tipici della vecchiaia.
Ma sono proprio loro a doversi inventare il mondo che verrà.
Il futuro appartiene a loro.

Ho scritto che è una categoria da vecchi.
Non ho scritto categoria a caso. :)

Oggi come oggi è dimostrato che il cervello di un giovane fino a circa i 20 anni ha un funzionamento tipico.
Non è un cervello di un adulto non ancora del tutto formato, non è immaturo.
Ha un suo funzionamento specifico e adattato a quella fase evolutiva della vita.

Ed è caratterizzato esattamente dalle caratteristiche che ho elencato.

Avere come categoria il presente non significa non fare progetti, non sognare. Anzi.
Significa semplicemente approcciarsi in modo tipico: impetuoso, prepotente, egocentrico, con abilità di valutazione del rischio che gli adulti chiamano incoscienza ma che altro non è percezione del rischio. E il rischio lo si percepisce diversamente a seconda di come il nostro cervello percepisce il mondo.

Banalmente, credere nei sogni e nel potere della loro realizzazione.

Una vecchia come me traduce questo concetto con "darmi un obiettivo e perseguirlo passo dopo passo".

Ma io e un 20enne abbiamo due cervelli diversi e di conseguenza due modi diversi di poter concretizzare quel concetto.

Non sembrano una minoranza. Sono una minoranza. Dati alla mano.

Potranno concretamente inventarsi il mondo che verrà quando chi è aggrappato strenuamente alla sua poltrona farà ciò che è biologicamente chiamato a fare, ossia scrostarsi dalla poltrona e lasciare spazio, letteralmente.




“Hanno portato i giovani a non cercare altro che il lusso e l'ozio, sia fisico sia morale, li hanno resi molli e pigri, incapaci di resistere ai dolori e ai piaceri.”





Sembra Crepet...(un giovanissimo per intenderci) e invece....



Platone, “Repubblica, Libro VIII” :D

dopo tot mila anni di reiterazione della stessa descrizione...chissà se si riesce a farlo un piccolo saltino nelle categorie con cui vien descritto il mondo.
 

Nicky

Utente di lunga data
Potranno concretamente inventarsi il mondo che verrà quando chi è aggrappato strenuamente alla sua poltrona farà ciò che è biologicamente chiamato a fare, ossia scrostarsi dalla poltrona e lasciare spazio, letteralmente.
Immagino che i vecchi lo farebbero anche, ma con quali risorse?
Sinceramente, io inizio a trovare inutile la contrapposizione tra vecchi e giovani, perché in realtà hanno problemi strettamente connessi e legati gli uni agli altri.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Casso non sono mai stato giovane! Ciononostante, vecchia ci sarai tu!
Certo che sono vecchia!
E da quando ho 30 anni che è iniziato il mio decadimento cellulare.

Tic toc, tic toc...non ho mica tempo di farmi le seghe mentali a pensare a come restar giovane, mi piace il mio tempo e desidero goderne ogni singolo istante!
 

Marjanna

Utente di lunga data
Non saprei, ho notato che persino nelle famigerate pubbliche amministrazioni sono già stati sviluppati, ad esempio, sistemi che consentono di realizzare i bandi di gara e la selezione dei concorrenti con un apporto umano minimo.
Credo che le nostre varie impressioni siano anche influenzate dai settori in cui ognuno di noi lavora.
Poi non dubito che questa eventuale esuberanza di lavoratori possa essere riassorbita. Ma, visto che qui parlavamo di trentenni che devono fare progetti, anche di famiglia, e della loro scarsa propensione, credo che tutto influisca.
Poi, c'è pure una recrudescenza di guerre in ogni dove.
Io pensavo anche ai 20enni e poco più.
In rapporto con noi (50enni) ci sentono egualmente distanti. Giustamente eh.
Poi anche quando parliamo di giovani dipende da che finestra se ne parla (figli, amici di figli, lavoro, ect).
Quelli che conosco io sono persone distinte, per me. Vado con i piedi di piombo nel ricondurli in massa, per mio limite. Sono molto curiosa verso le nuove generazioni, poiché per me vecchiaccia rappresentano il nuovo sopra qualsiasi nuovo. Ovvero osservo (non ho tutte le fasi di conoscenza di un genitore, quello che arriva con la scuola, con il supporto di insegnanti) ma vedo diversità fra loro. In genere che sono educati è vero, ma non che non sono incazzati. Vedo spesso picchi emotivi che io non ho più. È da dire che si trovano a rapportarsi con adulti, se non vecchi. Una ragazza mi ha detto che in qualche modo è delusa (anche se non ha usato questo termine) dai 50enni, tipo che dovrebbero aver raggiunto una stabilità (di testa) anziché fare sfuriate. Ma anche io da giovane cercavo gli adulti saggi, e vedevo un popolo verso cui provavo più pena che rabbia. Ma non è che fosse qualcosa di principale, la pena. Volevo solo andarmene, mi pareva di perdere tempo vicino a persone che mi facevano percepire un livello di energia basso.
 

hammer

Utente di lunga data
Ho scritto che è una categoria da vecchi.
Non ho scritto categoria a caso. :)

Oggi come oggi è dimostrato che il cervello di un giovane fino a circa i 20 anni ha un funzionamento tipico.
Non è un cervello di un adulto non ancora del tutto formato, non è immaturo.
Ha un suo funzionamento specifico e adattato a quella fase evolutiva della vita.

Ed è caratterizzato esattamente dalle caratteristiche che ho elencato.

Avere come categoria il presente non significa non fare progetti, non sognare. Anzi.
Significa semplicemente approcciarsi in modo tipico: impetuoso, prepotente, egocentrico, con abilità di valutazione del rischio che gli adulti chiamano incoscienza ma che altro non è percezione del rischio. E il rischio lo si percepisce diversamente a seconda di come il nostro cervello percepisce il mondo.

Banalmente, credere nei sogni e nel potere della loro realizzazione.

Una vecchia come me traduce questo concetto con "darmi un obiettivo e perseguirlo passo dopo passo".

Ma io e un 20enne abbiamo due cervelli diversi e di conseguenza due modi diversi di poter concretizzare quel concetto.

Non sembrano una minoranza. Sono una minoranza. Dati alla mano.

Potranno concretamente inventarsi il mondo che verrà quando chi è aggrappato strenuamente alla sua poltrona farà ciò che è biologicamente chiamato a fare, ossia scrostarsi dalla poltrona e lasciare spazio, letteralmente.




“Hanno portato i giovani a non cercare altro che il lusso e l'ozio, sia fisico sia morale, li hanno resi molli e pigri, incapaci di resistere ai dolori e ai piaceri.”





Sembra Crepet...(un giovanissimo per intenderci) e invece....



Platone, “Repubblica, Libro VIII” :D

dopo tot mila anni di reiterazione della stessa descrizione...chissà se si riesce a farlo un piccolo saltino nelle categorie con cui vien descritto il mondo.
Hai ragione. La differenza tra "categoria" e "cosa", è essenziale.
Non ho colto sfumature del tuo precedente intervento.
In effetti le etichette che usiamo spesso sono vecchie e non aiutano a capire un tubo.
I giovani non sono evidentemente "immaturi" o che altro, hanno solo un modo diverso di stare al mondo.
E noi dovremmo ricordarcelo in qualche modo visto che giovani lo siamo stati ed alcuni continuiamo ad esserlo
anche se in modo diverso.
Alla fine non serve a niente giudicare tutto da come lo viviamo noi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ho scritto che è una categoria da vecchi.
Non ho scritto categoria a caso. :)

Oggi come oggi è dimostrato che il cervello di un giovane fino a circa i 20 anni ha un funzionamento tipico.
Non è un cervello di un adulto non ancora del tutto formato, non è immaturo.
Ha un suo funzionamento specifico e adattato a quella fase evolutiva della vita.

Ed è caratterizzato esattamente dalle caratteristiche che ho elencato.

Avere come categoria il presente non significa non fare progetti, non sognare. Anzi.
Significa semplicemente approcciarsi in modo tipico: impetuoso, prepotente, egocentrico, con abilità di valutazione del rischio che gli adulti chiamano incoscienza ma che altro non è percezione del rischio. E il rischio lo si percepisce diversamente a seconda di come il nostro cervello percepisce il mondo.

Banalmente, credere nei sogni e nel potere della loro realizzazione.

Una vecchia come me traduce questo concetto con "darmi un obiettivo e perseguirlo passo dopo passo".

Ma io e un 20enne abbiamo due cervelli diversi e di conseguenza due modi diversi di poter concretizzare quel concetto.

Non sembrano una minoranza. Sono una minoranza. Dati alla mano.

Potranno concretamente inventarsi il mondo che verrà quando chi è aggrappato strenuamente alla sua poltrona farà ciò che è biologicamente chiamato a fare, ossia scrostarsi dalla poltrona e lasciare spazio, letteralmente.




“Hanno portato i giovani a non cercare altro che il lusso e l'ozio, sia fisico sia morale, li hanno resi molli e pigri, incapaci di resistere ai dolori e ai piaceri.”





Sembra Crepet...(un giovanissimo per intenderci) e invece....



Platone, “Repubblica, Libro VIII” :D

dopo tot mila anni di reiterazione della stessa descrizione...chissà se si riesce a farlo un piccolo saltino nelle categorie con cui vien descritto il mondo.
Platone ai tempi in cui scrisse il neretto aveva neanche 50 anni, in un periodo in cui l'età media di chi sopravviveva all'infanzia e apparteneva a classi agiate era sui 60, il che vuol dire che era l'equivalente di un 70enne di oggi. Pertanto attendiamo ancora una ventina d'anni a darci dei vecchi.
 

danny

Utente di lunga data
Non saprei, ho notato che persino nelle famigerate pubbliche amministrazioni sono già stati sviluppati, ad esempio, sistemi che consentono di realizzare i bandi di gara e la selezione dei concorrenti con un apporto umano minimo.
Credo che le nostre varie impressioni siano anche influenzate dai settori in cui ognuno di noi lavora.
Poi non dubito che questa eventuale esuberanza di lavoratori possa essere riassorbita. Ma, visto che qui parlavamo di trentenni che devono fare progetti, anche di famiglia, e della loro scarsa propensione, credo che tutto influisca.
Poi, c'è pure una recrudescenza di guerre in ogni dove.
Anni fa il nostro riferimento come stile di vita per il futuro erano gli USA.
Attualmente in alcune grandi città statunitensi sono ampiamente tollerate e diffuse scene come questa. Gli standard e le aspettative cambiano nel tempo. Screenshot_2025-06-18-11-11-56-344_com.android.chrome-edit.jpgScreenshot_2025-06-18-11-11-56-344_com.android.chrome-edit.jpg
 

danny

Utente di lunga data
L'ultima non è relativa agli USA e non è una foto stock, ma mia...
 
Ultima modifica:

Andromeda4

Utente di lunga data
Platone ai tempi in cui scrisse il neretto aveva neanche 50 anni, in un periodo in cui l'età media di chi sopravviveva all'infanzia e apparteneva a classi agiate era sui 60, il che vuol dire che era l'equivalente di un 70enne di oggi. Pertanto attendiamo ancora una ventina d'anni a darci dei vecchi.
Però a sto punto mi viene in mente che Crepet abbia fatto una paraculata plagiando Platone.
 

danny

Utente di lunga data
Il problema della AI è che in Italia viene considerata in concorrenza col lavoro umano, non uno strumento a disposizione per migliorare il lavoro.
E come si è visto nell'esempio del mio piede, chatGpt è più attenta e scrupolosa di un medico disattento che si limita a risposte standard.
L'AI vincerà se le persone continueranno a lavorare mediocremente e in concorrenza con essa.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Ho letto questo articolo e l ho trovato interessante. Analizza come il senso di insoddisfazione della vita abbia abbassato l'età degli insoddisfatti. Forse è per questo che non ci si sposa più, non si figlia più, a 30 anni si ha paura di concretizzare qualcosa, come se fosse un punto di fine e non un punto di stabilizzazione. Voi cosa ne pensate?

È dai tempi di Socrate (probabilmente da ptoma ma non ne abbiamo traccia) che
Non è una critica sai.
Io credo che chi vuole figli scelga anche il compagno che ritiene più adatto a questo scopo.
Ora, se lei lo amasse senza ‘secondo fini’ (passami il termine) starebbe comunque con lui.
E invece lo ha lasciato perché delude le aspettative che lei aveva circa la vita che avrebbe voluto.
Sai Gaia' credo che non esista "amore senza secondi fini". Se stiamo bene amiamo noi stessi ed amiamo chi ci fa stare bene. Tutto il resto è patologico
 

danny

Utente di lunga data
E un'altra questione, un errore di approccio culturale comune, che prende ad esempio la mia esperienza, che è abbastanza banale oggi.

4 lastre, 1 ecografia, 2 PS, 2 medici per arrivare a un non risultato sono un esempio di inefficienza concreto ma...

Costituiscono un meraviglioso capitolo di spesa, ovvero creano mercato.

Ci troviamo quindi a promuovere la mediocrità in quanto generatrice di errori che devono essere riparati e comportano un aumento della spesa, un po' come certe auto complesse moderne dove non cambi nemmeno una lampadina ma l'intero faro
La nostra economia teme la AI proprio per questo. È strutturalmente votata alla mediocrita' come generatrice di PIL.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Certo che sono vecchia!
E da quando ho 30 anni che è iniziato il mio decadimento cellulare.

Tic toc, tic toc...non ho mica tempo di farmi le seghe mentali a pensare a come restar giovane, mi piace il mio tempo e desidero goderne ogni singolo istante!
vero. meno seghe mentali e più orazioni.

hai celebrato le novene a Nostra Signora del Pompino?
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
E un'altra questione, un errore di approccio culturale comune, che prende ad esempio la mia esperienza, che è abbastanza banale oggi.

4 lastre, 1 ecografia, 2 PS, 2 medici per arrivare a un non risultato sono un esempio di inefficienza concreto ma...

Costituiscono un meraviglioso capitolo di spesa, ovvero creano mercato.

Ci troviamo quindi a promuovere la mediocrità in quanto generatrice di errori che devono essere riparati e comportano un aumento della spesa, un po' come certe auto complesse moderne dove non cambi nemmeno una lampadina ma l'intero faro
La nostra economia teme la AI proprio per questo. È strutturalmente votata alla mediocrita' come generatrice di PIL.
insomma quanto manca all'amputazione?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Immagino che i vecchi lo farebbero anche, ma con quali risorse?
Sinceramente, io inizio a trovare inutile la contrapposizione tra vecchi e giovani, perché in realtà hanno problemi strettamente connessi e legati gli uni agli altri.
La contrapposizione è essenziale all'evoluzione.

Certo, se io dico "contrapposizione" e carico il termine di un significato morale discendente dalle categorie giusto/sbagliato e colloco questa declinazione nella necessità di tranquillità (intesa come routine che si ripete senza troppe interferenze) allora contrapposizione è una cosa brutta brutta.
Non casualmente è una parola che viene propriamente utilizzata in riferimento a questioni morali o legate alla morale.

MA.
Un individuo in crescita, ha la necessità vitale di porsi in una posizione sua propria e diversa da quella altrui.
Il compito evolutivo di un giovane, di qualunque specie, è discutere nei fatti il sistema in cui è immerso per poter decidere scientemente di appartenervi oppure no oppure crearne delle declinazioni oppure crearne uno alternativo (una delle funzioni del sogno è esattamente questa)

Compito di adulti che si possano definire tali è entrare in quella discussione, gestendone il conflitto in modo funzionale ad accompagnare gli apprendimenti dei giovani lasciando lo spazio - e quindi il tempo - perchè si individuino.

La differenziazione è fondamentale per poter giungere all'individuazione.
Senza individuazione ci si ritrova con eterni giovinastri che però hanno un funzionamento biologico da individui adulti.
Un bel problema, non pensi?

Il compito degli adulti, che investono concretamente nel futuro rappresentato dai giovani sarebbe quello di esser sparring partners per i giovani.
Creare spazi e tempi (le relazioni) in cui i giovani possano sperimentare in modo sempre meno protetto la loro identità.

Quindi, certo che sono connessi.
Ma in uno sbilanciamento del potere spaventoso.

E questo non è funzionale a nessuna delle due categorie fra l'altro.

Gli ultraottantenni sono già numericamente superiori ai 10enni.
Fa impressione. Non soltanto numericamente, ma per la potenza di fuoco così sbilanciata in un epoca in cui le trasformazioni viaggiano ad una velocità tale che il cervello non riesce a elaborarle. Pensa la velocità di un cervello di 30, 40 50 60 anni.
E pensa a chi ha in mano il potere di favorire o ostacolare le trasformazioni.
 
Top