Ciao a tutti.
Mi chiamo Roberto e scrivo qui perché leggendo la discussione di presentazione di Veronica65, mi sono sentito come se stessi leggendo la storia della persona che ha condiviso con me 20 anni di vita.
Stessi tratti, stesso percorso. Forse è solo una suggestione. Forse no. Ma provo a raccontare, con rispetto e sincerità, un pezzo della mia storia.
Dopo 18 anni di matrimonio, due figlie, tante cose costruite da zero (letteralmente: siamo partiti con 20 dollari in tasca), un giorno ho scoperto che mia moglie aveva una relazione parallela da quasi due anni (in totale 10 incontri).
Non era innamorata. Non cercava un’altra vita. Diceva solo di voler “leggerezza”. E quella leggerezza – dice – l’ha ripagava concedenosi. Non un grande sesso ma necessità di evadere...
C’erano segnali, certo. Vestiti nuovi, sorrisi troppo aperti, cellulare sempre in mano, distacco da casa e figlie (ho evitato di scrivere dell'interesse improviso per la palestra). Io li avevo visti, ma quando provavo a capire venivo zittito.
Quando l’ho scoperta (per caso, grazie a una frase della figlia più piccola), è crollata. Ha ammesso tutto. E ha detto: Voglio fare di tutto per avere un nuovo primo appuntamento con te.
Da lì, un percorso complesso. Io in terapia. Lei pure.
Lei oggi è un’altra persona: attenta, presente, affettuosa, sincera – almeno così sembra.
E io? Io sto ancora cercando di capire.
Non cerco vendetta. Non cerco vittimismo.
Cerco una risposta alla domanda che mi tormenta:
Come si fa a ricostruire, se il dolore è ancora lì? Se la fiducia non è tornata? Se ogni tanto ti chiedi: come ha potuto fare questo?
Scrivo qui perché forse in questo forum qualcun'altro ci è passato.

E forse ha trovato un senso, o almeno una direzione. Io non so ancora se sto ricostruendo o solo rimandando il crollo. Ma vorrei ascoltare altre opinioni di chi è riuscito a passare oltre un tradimento rimanendo con la stessa persona che ha tradito magari iniziando un nuovo rapporto.
Grazie se qualcuno vorrà rispondere.