Se uno attribuisce alle parole libertà/fiducia un valore diverso da quello che attribuisco io, o non sto insieme a lui, oppure provo a vedere se parlando e ragionando si arriva a una visione affine.
Certamente non scelgo la via del controllo. Per me sarebbe come svilire me stessa.
Premesso poi che io non devo riconquistare la fiducia di nessuno, perchè sono la persona più affidabile che conosca

, credo che il dialogo aperto e sincero sia la via migliore per ricostruire un rapporto di fiducia.
Se si parla tanto e si condivide davvero, la fiducia viene da sé.
Non c'è fiducia se non si comunica, se ciascuno se ne sta arroccato sulle proprie posizioni, se si giudica l'altro e non gli si dà la possibilità di manifestare il proprio pensiero.
La libertà, per me, è il miglior presupposto della fiducia.
Sole, ti vorrei chiedere se hai riacquistato piena fiducia nei suoi confronti o se, invece, anche la fiducia è destinata a non essere più pienamente acquisita e ad essere quindi parziale, e se c'è voluto tanto tempo.
Ora come ora mi trovo nell'impossibilità di accordargliela, ce l'ho in minima parte nei suoi confronti, ma forse non è la cosa cui tengo di più
nell'immediato.
Non controllo niente di lui, ma non perchè voglio fidarmi ancora di lui. Il motivo è che mi sto completamente perdendo in me stessa, mi sto analizzando, sto cercando di capire cosa voglio da questo rapporto: se lo voglio salvare o far naufragare, perchè ancora non mi è chiaro...
Anche noi parliamo tanto, ma se in un primo periodo questo era per me essenziale per capire i fatti ora mi appare quasi superfluo, non fondamentale per la buona riuscita della cosa.
Anche per me la libertà è prioritaria, mai e poi mai vorrò un marito che si comporta bene solo per il timore di essere scoperto o perchè siamo sposati. Detesto le forzature di qualsiasi tipo per opportunismo, convenienza, paura. Alcuni comportamenti conformisti sono inevitabili nella vita quotidiana specie nel mondo del lavoro, ma nella vita privata non li tollero. So che molte coppie si comportano invece così, esibendo una vita che non risponde ai desideri intimi dei singoli.
Io non voglio far parte di questa nutrita schiera.
Sto quindi ragionando, ce n'è tanto di materiale...
Io non voglio neanche che mio marito, alla fine del suo cammino terreno, possa avere dei rimpianti perchè si è "forzato" a non mancarmi di rispetto (diciamo così, anche se non credo fino in fondo a questo concetto).
Ma allora, qual è l'alternativa? Lasciarci per riappropriarci della nostra libertà di cui avvertiamo l'esigenza di tanto in tanto?
Dare per scontato che la monogamia è una condizione innaturale per l'essere umano e arrivare a dei giusti compromessi per salvare una coppia che funzionava benissimo?
Sole, non so a quali conclusioni il vostro bel dialogo vi abbia portato, quali siano i pensieri di tuo marito al riguardo, mi riferisco a lui perchè è comunque lui ad aver preso quella deviazione a suo tempo.
Ti ringrazio se mi vorrai aiutare a fare un po' di luce dentro il mio animo.