Una lunga storia... sfogo e vostre opinioni

danny

Utente di lunga data
Infine, non è neanche vero che all'epoca dell'HIV non c'era possibilità di diffusione delle notizie: c'erano giornali, radio e televisioni. L'informazione viaggiava tranquillamente in tempo reale tanto quanto ora. Quella che mancava era l'informazione 2.0 autoprodotta dalla massa dell'umanità tramite i vari twitter, facebook, instagram e compagnia bella. E questa invece sì che è una differenza di poco conto, IMHO.
Ovvio che tra Hiv e Covid vi siano differenze, ma qui si sta parlando di gestione delle reazioni della popolazione a seguito della diffusione di un virus.
All'epoca ricordo benissimo che l'HIV era il virus dei gay. I giornali continuarono a trattarlo come un virus di nicchia a lungo.
Anche il primo defunto celebre, Rock Hudson, confermò la teoria. Nessun etero pensava di essere a rischio. E il preservativo non lo usava nessuno.
a998133528a101738a28e7b4030d762a.jpg
 

abebis

Utente di lunga data
Quindi, per esempio, il problema riguardo il 5g (il 4g invece niente?) non è se sia pericoloso o meno. Ma quanto.
E quanto l'uomo sarà in grado di reggere l'impatto.
Non solo "quanto", ma anche qual è il rapporto "beneficio/rischio": è fuori di discussione che le auto siano pericolose e non solo per gli incidenti però nessuno mette in discussione l'uso dell'auto perché il rapporto beneficio/rischio è troppo alto.

La stessa cosa per le onde elettromagnetiche: tutte fanno male, alcune più altre meno. Ma levate quelle più rischiose, non rinunceremo mai a quelle un po' rischiose perché nessuno è disposto a tornare ad un periodo in cui non esistevano telefoni mobili e internet.

La religione come complotto?
Non sono mai riuscita a vederla come complotto. Semmai la vedo come una misura contenitiva e un modo per parlare alla massa tenendola tranquilla. E' solo un modo come un altro per governare la massa.
Bah, io la vedo un po' al contrario: la religione nasce per dare una risposta alla paura della morte che l'uomo ha.
Si trasforma in un modo per governare la massa solo a posteriori, semplicemente come strategia di sussistenza: per non essere sopraffatta da altre ideologie o, semplicemente, estirpata dalla razionalità.

PS: ma stiamo divagando...:) che strano, eh? ;)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ovvio che tra Hiv e Covid vi siano differenze, ma qui si sta parlando di gestione delle reazioni della popolazione a seguito della diffusione di un virus.
All'epoca ricordo benissimo che l'HIV era il virus dei gay. I giornali continuarono a trattarlo come un virus di nicchia a lungo.
Anche il primo defunto celebre, Rock Hudson, confermò la teoria. Nessun etero pensava di essere a rischio. E il preservativo non lo usava nessuno.
View attachment 8918
Continui a fare paragoni davvero fuori luogo
Non la capisco la tua paranoia
Sabato sera nei ristoranti in centro facevano il doppio turno da quanto erano pieni
 

danny

Utente di lunga data
Continui a fare paragoni davvero fuori luogo
Non la capisco la tua paranoia
Sabato sera nei ristoranti in centro facevano il doppio turno da quanto erano pieni
Il fatto che la gente continui ugualmente a vivere come prima significa solo che non vi è stata sensibilizzazione adeguata in relazione al problema, non che non esista.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Il fatto che la gente continui ugualmente a vivere come prima significa solo che non vi è stata sensibilizzazione adeguata in relazione al problema, non che non esista.
Non che non esista ma che non si tratta di ebola
Stai facendo paragoni con l’aids
Forse meno paranoia farebbe vivere anche te più serenamente
 

danny

Utente di lunga data
Il problema è in pratica questo:
la diffusione di ogni virus segue una funzione che non è sempre crescente, ma ha un picco, dopo il quale vi è una diminuzione dei casi.
Questo perché a un certo punto il virus trova sulla strada sempre più persone che lo hanno contratto e prodotto anticorpi e pertanto non riesce più ad aggredire altri soggetti. E' la ragione per cui si fanno i vaccini.
Ed è la ragione per cui non ci ammaleremo mai in 60 milioni, ma probabilmente in meno della metà - in assenza di contenimento.
Si abbassa quel numerino che ormai dovrebbero conoscere tutti e che rappresenta la capacità di contagio di ogni virus, ovvero il R0, che per questo coronavirus è 2,2. Quando si arriva sotto l'1, il virus in pratica muore perché non trova più organismi ospiti, come è accaduto per la SARS.
La questione è raggiungere quel picco nella maniera più lenta possibile, e limitando i casi da gestire, perché nel caso contrario il sistema sanitario non sarà in grado di far fronte alle necessità di tutti.
Allo stato attuale si stanno approntando nuovi posti letto, predisponendo tende, studiando la possibilità di usare ospedali militari e di richiamare i medici in pensione perché quel picco non l'abbiamo ancora raggiunto, e perché quando sarà il momento dovremo avere risorse disponibili per tutti.
Allo stesso tempo si danno indicazione ai cittadini a comportamenti prudenti per non avere contemporaneamente troppi casi da gestire, perché altrimenti anche le nuove misure predisposte non saranno sufficienti.
Non siamo in Cina dove oltre ad avere costruito strutture per nuovi posti letto hanno anche obbligato la gente a stare a casa nelle aree colpite.
Il fatto che la gente faccia i cazzi suoi da noi come sempre non rincuora, perché aumenterà il numero di persone coinvolte e renderà più veloce il raggiungimento del picco, che interesserà anche molte più persone.
Questo significherà che molti pazienti che necessitano di cure per la sopravvivenza non potranno essere assistiti e che si sottrarranno risorse a tutte le altre patologie.
Ricordo a tutti che il 38enne di Codogno sarebbe morto se non fosse stato sottoposto a terapia intensiva.
Il tasso di letalità diffuso oggi non ha senso. Anche dire che sono morti solo pazienti anziani. Sono riscontri a strutture operative per tutti.
In Iran è morta una ragazza 27enne, sportiva anch'ella. Se non hai modo per curare adeguatamente il paziente, la letalità aumenta esponenzialmente.
Poi, come si dice, ognuno decide responsabilmente per sè stesso. Siamo adulti.
88265964_10156540318855633_406282414185250816_n.jpg
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Mi dispiace, ma stavolta non concordo praticamente con niente di quello che hai scritto.

Innanzi tutto, le modalità di trasmissione sono completamente diverse: per trasmettere l'HIV è necessario un contatto diretto tramite sangue o sperma con una persona infetta, cosa che fa sì che le occasioni di contagio siano estremamente limitate: non è come il coronavirus che basta che entri nella stessa stanza in cui ha soggiornato una persona infetta e te lo puoi prendere, anche se quella persona è uscita prima che tu entrassi e non l'hai mai vista. Oppure basta che fai un viaggio in treno o in aereo e da qualche parte non troppo lontano da te c'è seduta una persona infetta e te lo puoi prendere. Oppure... mille altri casi. Se ti sembra differenza di poco conto...

In secondo luogo, non è neanche vero che il preservativo ti ripara e bastadall'HIV, a meno di non escludere qualsiasi contatto epidermico (tipo sesso orale) ecc... Il preservativo, a patto che sia indossato subito e per qualsiasi tipo di rapporto, è un mezzo che riduce drasticamente le possibilità di contagio ma non le azzera. Poi ci sarebbero anche le altre vie di contagio tipo dal dentista, per trasfusione sanguigna, ecc., ma su queste possiamo dire che sono stati fatti passi enormi e ormai il contagio per quelle vie lì è quasi estinto.
Insomma, si può dire che con un minimo di attenzione (cosa che comunque assolutamente non tutti fanno!) l'HIV ora hai bassissime probabilità di prenderlo, il coronavirus puoi fare le attenzioni che vuoi ma te lo puoi tranquillamente prendere lo stesso. Se ti sembra una differenza di poco conto...

Oltre a ciò, c'è il decorso della malattia indotta dai virus in questione: nella maggior parte dei casi, il coronavirus ha un decorso spontaneo benigno, senza neanche nessun intervento. Se ti prendi l'HIV, senza medicinali sei destinato alla morte in tempi non troppo lunghi. Facendo le adeguate terapie (pesanti, costose e da portare avanti vita natural durante!) puoi vivere decentemente il resto della tua vita ma al prezzo di essere un appestato evitato da una gran parte di quelli che incontri e ai quali dici di essere sieropositivo. E di sicuro ti scordi una vita sessuale come immagineresti di averla. Se ti sembra una differenza di poco conto...

Infine, non è neanche vero che all'epoca dell'HIV non c'era possibilità di diffusione delle notizie: c'erano giornali, radio e televisioni. L'informazione viaggiava tranquillamente in tempo reale tanto quanto ora. Quella che mancava era l'informazione 2.0 autoprodotta dalla massa dell'umanità tramite i vari twitter, facebook, instagram e compagnia bella. E questa invece sì che è una differenza di poco conto, IMHO.
Uhm...mi sa che non ci siamo capiti...io sono d'accordo con tutte queste tute precisazioni.

Quel che stavo scrivendo prima in sintesi è: l'hiv è in controllo, questo nuovo coronavirus no.
E l'hiv è in controllo perchè lo si conosce e questo no.
per l'hiv il protocollo terapico è conosciuto, sperimentato e sicuro, per questo virus no.

Mi spiego?

Quanto al decorso...vabbè. Stiamo a vedere.
Nelle mie conoscenze ci sono coppie in cui uno è sieropositivo e l'altro no e non hanno il minimo problema. Anzi.
O meglio, hanno gli stessi problemi delle altre coppie.

Per lavoro sono stata parecchio a contatto con l'hiv nei tempi in cui era un tema caldo, come lo sono stata per tutta un'altra serie di patologie che oggi come oggi sono in controllo. Penso all'epatite C e alla vecchia terapia con interferone, che era pesantissima, e le ultime terapie che negativizzano e senza gli effetti collaterali di un tempo.
Anche qui....tutto dipende dalla percezione e dalla conoscenza.

Di mio, conoscendo l'hiv non ne ho paura.
Nè ne avevo ai tempi. Anche se l'attenzione era alta.
Sapevo che ausilii indossare quando entravo in contatto con sieropositivi e conclamati e chiusa la questione.
E non c'era il numero improvviso di malati che otturavano gli ospedali, i reparti infettivi (che hanno tutta una serie di tecnologie che non permettono per esempio il ricircolo dell'aria in altri reparti) non rischiavano di essere intasati e gli operatori sanitari non avevano ancora sperimentato i tagli e le riduzioni degli utimi anni.

Di questo nuovo virus, non conoscendo esattamente come funziona, ho invece paura.
Primo perchè, come hai ben sottolineato, per prendersi l'hiv un minimo di impegno bisognava mettercelo mentre ora no.
Basta respirare fondamentalmente.
E non ho paura direttamente per me. A quel che si dice (ma del paziente 1 ancora intubato non si parla tantissimo) non sono una categoria a rischio.
Mio padre è immuno depresso e potrei semplicemente portarglielo a casa. E non mi piacerebbe salutarla nella consapevolezza di avergli portato in casa qualcosa che l'ha stroncato.
E non solo lui. Ovviamente lui mi colpisce e parecchio perchè è mio padre.
In questo caso temo l'essere vettore e mi colpisce la responsabilità di questo.

Detto questo, se salta il sistema sanitario, che sta reggendo ma faticosamente e con dubbi rispetto a possibili evoluzioni pure io che non sono categoria a rischio divento a rischio.
Senza terapia (che è sperimentale) e senza sistema sanitario sono nella merda pure io.
Dove non c'è sistema sanitario la letalità aumenta e di parecchio.
E noi si è abituati a pensare ad un sistema che tiene botta nell'ordinario.

Ma.
Ho potuto osservare da vicino negli ultimi 20 anni l'evoluzione dei servizi, ed è peggiorata.
quindi non so bene come si possa reggere un impatto più alto di quello osservato fino ad ora. Tenendo conto che l'impatto attuale è minimo rispetto a un ro di 1:2.

Non concordo sull'ultimo passaggio, della diffusione delle informazioni.
20 anni, quando ho iniziato a lavorare costruire informazione e mezzi di diffusione dell'informazione era una lavorata.
Se allora avessimo avuto per esempio facebook, instagram, la velocità di wa...minchia, che pacchia sarebbe stata!!!
Mi ricordo che già utilizzare le mail per comunicare a livello istituzionale era un casino. E buona parte dei funzionari chiedeva di parlare.
Altro che video conference e lavoro a distanza.
Ho collaborato in alcuni progetti europei...rispetto ad oggi era la preistoria.
 

danny

Utente di lunga data
A me la maestra delle elementari aveva insegnato a non confrontare mele con pere, pur essendo entrambi frutti...
Ma le leggete le risposte o rispondete a cazzo?
Ripeto:
Ovvio che tra Hiv e Covid vi siano differenze, ma qui si sta parlando di gestione delle reazioni della popolazione a seguito della diffusione di un virus.
Poi, oh, arrangiatevi...
Una cugina di mia moglie è morta di AIDS quando era agli inizi ed era per tutti il virus dei gay.
Come tutti gli etero, aveva continuato a vivere come prima.
Fate un po' voi.
 

danny

Utente di lunga data
Uhm...mi sa che non ci siamo capiti...io sono d'accordo con tutte queste tute precisazioni.

Quel che stavo scrivendo prima in sintesi è: l'hiv è in controllo, questo nuovo coronavirus no.
E l'hiv è in controllo perchè lo si conosce e questo no.
per l'hiv il protocollo terapico è conosciuto, sperimentato e sicuro, per questo virus no.

Mi spiego?

Quanto al decorso...vabbè. Stiamo a vedere.
Nelle mie conoscenze ci sono coppie in cui uno è sieropositivo e l'altro no e non hanno il minimo problema. Anzi.
O meglio, hanno gli stessi problemi delle altre coppie.

Per lavoro sono stata parecchio a contatto con l'hiv nei tempi in cui era un tema caldo, come lo sono stata per tutta un'altra serie di patologie che oggi come oggi sono in controllo. Penso all'epatite C e alla vecchia terapia con interferone, che era pesantissima, e le ultime terapie che negativizzano e senza gli effetti collaterali di un tempo.
Anche qui....tutto dipende dalla percezione e dalla conoscenza.

Di mio, conoscendo l'hiv non ne ho paura.
Nè ne avevo ai tempi. Anche se l'attenzione era alta.
Sapevo che ausilii indossare quando entravo in contatto con sieropositivi e conclamati e chiusa la questione.
E non c'era il numero improvviso di malati che otturavano gli ospedali, i reparti infettivi (che hanno tutta una serie di tecnologie che non permettono per esempio il ricircolo dell'aria in altri reparti) non rischiavano di essere intasati e gli operatori sanitari non avevano ancora sperimentato i tagli e le riduzioni degli utimi anni.

Di questo nuovo virus, non conoscendo esattamente come funziona, ho invece paura.
Primo perchè, come hai ben sottolineato, per prendersi l'hiv un minimo di impegno bisognava mettercelo mentre ora no.
Basta respirare fondamentalmente.
E non ho paura direttamente per me. A quel che si dice (ma del paziente 1 ancora intubato non si parla tantissimo) non sono una categoria a rischio.
Mio padre è immuno depresso e potrei semplicemente portarglielo a casa. E non mi piacerebbe salutarla nella consapevolezza di avergli portato in casa qualcosa che l'ha stroncato.
E non solo lui. Ovviamente lui mi colpisce e parecchio perchè è mio padre.
In questo caso temo l'essere vettore e mi colpisce la responsabilità di questo.

Detto questo, se salta il sistema sanitario, che sta reggendo ma faticosamente e con dubbi rispetto a possibili evoluzioni pure io che non sono categoria a rischio divento a rischio.
Senza terapia (che è sperimentale) e senza sistema sanitario sono nella merda pure io.
Dove non c'è sistema sanitario la letalità aumenta e di parecchio.
E noi si è abituati a pensare ad un sistema che tiene botta nell'ordinario.

Ma.
Ho potuto osservare da vicino negli ultimi 20 anni l'evoluzione dei servizi, ed è peggiorata.
quindi non so bene come si possa reggere un impatto più alto di quello osservato fino ad ora. Tenendo conto che l'impatto attuale è minimo rispetto a un ro di 1:2.

Non concordo sull'ultimo passaggio, della diffusione delle informazioni.
20 anni, quando ho iniziato a lavorare costruire informazione e mezzi di diffusione dell'informazione era una lavorata.
Se allora avessimo avuto per esempio facebook, instagram, la velocità di wa...minchia, che pacchia sarebbe stata!!!
Mi ricordo che già utilizzare le mail per comunicare a livello istituzionale era un casino. E buona parte dei funzionari chiedeva di parlare.
Altro che video conference e lavoro a distanza.
Ho collaborato in alcuni progetti europei...rispetto ad oggi era la preistoria.
Perfetto.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non che non esista ma che non si tratta di ebola
Stai facendo paragoni con l’aids
Forse meno paranoia farebbe vivere anche te più serenamente
guarda che l'hiv è meno pericoloso, ora come ora.
In termini di contagio, di diffusione, di intasamento del sistema sanitario.
Senza contare che le terapie per l'hiv sono evolute e parecchio negli ultimi 20 anni.
Oggi come oggi, avere l'hiv non significa essere in una situazione emergenziale.
Anzi.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ma le leggete le risposte o rispondete a cazzo?
Ripeto:
Ovvio che tra Hiv e Covid vi siano differenze, ma qui si sta parlando di gestione delle reazioni della popolazione a seguito della diffusione di un virus.
Poi, oh, arrangiatevi...
Una cugina di mia moglie è morta di AIDS quando era agli inizi ed era per tutti il virus dei gay.
Come tutti gli etero, aveva continuato a vivere come prima.
Fate un po' voi.
Ma ti rendi conto di quanto sei in allarme ?
Non è che siamo tutti deficienti semplicemente perdonami se ho più paura dell’AIDS che di questo virus
Quindi, mi lavo le mani evito di tossire e starnutire in faccia alla gente
Ma se vengo a lavorare in un palazzo di 8 piani con 400 persone dove non posso aprire le finestre, a sto punto vado anche al ristorante a cena da amici e dove non mi è impedito di andare
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
guarda che l'hiv è meno pericoloso, ora come ora.
In termini di contagio, di diffusione, di intasamento del sistema sanitario.
Senza contare che le terapie per l'hiv sono evolute e parecchio negli ultimi 20 anni.
Oggi come oggi, avere l'hiv non significa essere in una situazione emergenziale.
Anzi.
La pericolosità era in caso di contagio
Direi che comunque la vita te la limita un pochino di più.
 

danny

Utente di lunga data
guarda che l'hiv è meno pericoloso, ora come ora.
In termini di contagio, di diffusione, di intasamento del sistema sanitario.
Senza contare che le terapie per l'hiv sono evolute e parecchio negli ultimi 20 anni.
Oggi come oggi, avere l'hiv non significa essere in una situazione emergenziale.
Anzi.
Esattamente.
Da epidemia degli anni '80 con picco di 18.000 contagi ora è declassata a endemia con 4000 nuovi casi.
In sintesi, non è più un'emergenza, ma una malattia normalmente presente sul territorio con un numero di nuovi casi annuali stabili.
Quindi assolutamente gestibili.
Se non si comprende la differenza tra emergenza sanitaria e malattia endemica, però, difficile portare avanti altri ragionamenti che possano far comprendere l'importanza della prevenzione in questo momento.
 

danny

Utente di lunga data
Ma ti rendi conto di quanto sei in allarme ?
Non è che siamo tutti deficienti semplicemente perdonami se ho più paura dell’AIDS che di questo virus
Quindi, mi lavo le mani evito di tossire e starnutire in faccia alla gente
Ma se vengo a lavorare in un palazzo di 8 piani con 400 persone dove non posso aprire le finestre, a sto punto vado anche al ristorante a cena da amici e dove non mi è impedito di andare
Credo di essere in allarme il giusto.
Non sapendo nulla di quanto sta accadendo e osservando le reazioni in Cina e Sud Corea, oltre alle conseguenze in Iran, uso il principio di precauzione pensando al peggior scenario possibile, indi facendo scelte che possano evitarlo.
Non vorrei arrivare a trovarmi nella scenario di Wuhan, con un picco a giugno, per dire.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La pericolosità era in caso di contagio
Direi che comunque la vita te la limita un pochino di più.
Ai tempi, quando la modalità di contagio non era chiara, ci si cagava sotto mica male.
Ed è sempre risalente ai tempi la pericolosità in caso di contagio.
Le terapie attuali per contrastare e contenere il virus dell'hiv sono evolute in modo incredibile.
Avere l'hiv oggi, con un minimo di attenzione in più è relativamente facile.
E non compromette una buona qualità della vita.
O limitazioni di sorta.

Servono attenzioni, ma ne servono in presenza di una qualunque patologia con cui si deve imparare a convivere.
Pensa all'epatite C, per esempio.
Oppure al diabete. Oppure all'immunodepressione.

Dell'hiv resta nell'immaginario collettivo un retaggio di paura.
Che non è connesso alla realtà dell'arte delle terapie e dei protocolli di cura.

Quindi si ha paura senza che ci sia davvero da averne paura. Paura intesa come necessità di tenere distanza.

L'hiv è stata una operazione complessa. che ha segnato anche perchè ha messo in discussione tutta una serie di stereotipi riguardo la sessualità e l'educazione all'uso del proprio corpo.
Oltre a richiedere un passagigo non indifferente: ossia il passaggio da una delega della cura al sistema sanitario al passaggio alla presa di responsabilità individuale nella cura del proprio corpo.
E' stato ben più di un virus, a livello culturale.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Esattamente.
Da epidemia degli anni '80 con picco di 18.000 contagi ora è declassata a endemia con 4000 nuovi casi.
In sintesi, non è più un'emergenza, ma una malattia normalmente presente sul territorio con un numero di nuovi casi annuali stabili.
Quindi assolutamente gestibili.
Se non si comprende la differenza tra emergenza sanitaria e malattia endemica, però, difficile portare avanti altri ragionamenti che possano far comprendere l'importanza della prevenzione in questo momento.
Esatto.
E allo stesso modo se non si inquadra il sistema sanitario come era allora e come è oggi.
Noi usciamo da 20 anni di privatizzazione dei servizi e di limitazione dell'accesso ai servizi sanitari.
Oltre che da tagli non indifferenti nel personale sanitario.

E siamo in un'epoca in cui la mobilità è pandemica.
20 anni fa, era piuttosto diverso il modo in cui le persone si incontravano e le distanze che coprivano per farlo.
 

danny

Utente di lunga data
Oltre a richiedere un passagigo non indifferente: ossia il passaggio da una delega della cura al sistema sanitario al passaggio alla presa di responsabilità individuale nella cura del proprio corpo.
E' stato ben più di un virus, a livello culturale.
Assolutamente sì!
Un pensiero che ha influenzato anche l'approccio al sistema sanitario, mi sa.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non solo "quanto", ma anche qual è il rapporto "beneficio/rischio": è fuori di discussione che le auto siano pericolose e non solo per gli incidenti però nessuno mette in discussione l'uso dell'auto perché il rapporto beneficio/rischio è troppo alto.

La stessa cosa per le onde elettromagnetiche: tutte fanno male, alcune più altre meno. Ma levate quelle più rischiose, non rinunceremo mai a quelle un po' rischiose perché nessuno è disposto a tornare ad un periodo in cui non esistevano telefoni mobili e internet.



Bah, io la vedo un po' al contrario: la religione nasce per dare una risposta alla paura della morte che l'uomo ha.
Si trasforma in un modo per governare la massa solo a posteriori, semplicemente come strategia di sussistenza: per non essere sopraffatta da altre ideologie o, semplicemente, estirpata dalla razionalità.

PS: ma stiamo divagando...:) che strano, eh? ;)
Esatto.
Calcolo.
Riportavo l'esempio del livello di inquinamento sopra la Cina non casualmente.
Questo periodo ha provato tutta una serie di ipotesi. Ossia che riducendo il movimento di merci e persone si ha una sensibile riduzione delle emissioni.
Nel calolo dei rischi/benefici dubito che però si arriverà resto ad una riduzione stabile della movimentazione.
Mi speigo?

A livello economico, la riduzione sta avendo un impatto che politicamente, finanziariamente non è sostenibile.
Tutto qui. Spaventosamente semplice.

Anche quello che dici rispetto alla religione.
Sono facce della stessa medaglia.

Un po' come sadismo e masochismo.
Già uscire da una visione dicotomica di bene/male, sarebbe un grande passo avanti e permetterebbe di ampliare il quadro di osservazione. Oltre che favorire la comunicazione fra le persone.
Già ragionare win-win invece che win-lose sarebbe un passo avanti incalcolabile.
 
Top