assolutamente no, e sono d'accordo: infatti io mi sto perplimendo sull'atteggiamento che si tiene verso l'altr*, non verso la moglie, ché li mi pare si sia tutti abbastanza concordi. Mi sembra, come dice Ross, che all'altr* si conceda di andarsene tranquillo per la sua strada come se avesse fatto una cosa del tutto normale e condivisibile...
Ivan togli il condivisibile.
Faccio un esempio pratico tanto per capirci.
L'amante di mio marito è tutt'ora sposata con una persona che conosco e hanno figli.
Lei, dopo che era finita la loro storia, mi ha perseguitato per anni: telefonate, lettere anonime.
Ha continuato a contattare mio marito: messaggi, mail, ecc... che lui mi ha fatto vedere.
Io so dove abita, per avere il numero del cellulare del marito ci metto circa 10 secondi.
Non gli ho mai fatto sapere nulla, anche se un paio di volte la tentazione l'ho avuta.
E questo unicamente perchè io a me stessa devo rendere conto delle mie azioni, non di quelle degli altri.
Che non giustificano il male che IO eventualmente farei a terze persone che non mi hanno fatto nulla.
E quel dolore lo avrei sulla coscienza ogni giorno.
IO.
Ecco perchè da pagine parlo di etica personale: perchè se uno ha un'etica non ha bisogno che altri gli facciano la differenza tra giusto e sbagliato.
E se ha un'etica elastica, di quell'elastico delle mutande vecchie, che gli altri gli facciano questa differenza NON SERVE.
Perchè si guarderanno allo specchio e sorrideranno dopo aver fatto le peggio cose.
Così va la vita.