Un'altra ragazza scomparsa

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Tutto bene. A parte la conclusione.
Perché se attacchi, sentendoti offeso per una cultura che dici di combattere, qualcosa stride.
Certo che offende, perchè se uno/una mi dice che dovrei sentirmi in colpa come tutti gli altri per qualcosa che mi è estraneo, per me se ne può andare tranquillamente affanculo
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che offende, perchè se uno/una mi dice che dovrei sentirmi in colpa come tutti gli altri per qualcosa che mi è estraneo, per me se ne può andare tranquillamente affanculo
Rinuncio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
sta di fatto che ha ragione
No. Non credo.
Ho un figlio ormai adulto che da adolescente si è molto isolato per non compartecipare della cultura dei coetanei.
Ed è un uomo, ormai, anche se per me un ragazzo, che ormai convive da anni con una ragazza simpaticissima, che sente di poter contare su di lui.
Ma entrambi ogni tanto manifestano un rapporto non equilibrato.
 

ivanl

Utente di lunga data
No. Non credo.
Ho un figlio ormai adulto che da adolescente si è molto isolato per non compartecipare della cultura dei coetanei.
Ed è un uomo, ormai, anche se per me un ragazzo, che ormai convive da anni con una ragazza simpaticissima, che sente di poter contare su di lui.
Ma entrambi ogni tanto manifestano un rapporto non equilibrato.
si, invece...ne discutevano in classe e quello che diceva era 'avete ragione, ma non dovete generalizzare'
 

Brunetta

Utente di lunga data
si, invece...ne discutevano in classe e quello che diceva era 'avete ragione, ma non dovete generalizzare'
Spero che abbia capito meglio di come hai riferito tu.


E oggi in tante scuole un minuto di rumore.
 

Spettrale

Utente di lunga data
Era ora.
Spero però.. che la protesta sia ad oltranza.
 

Angie17

Utente di lunga data
Certo che offende, perchè se uno/una mi dice che dovrei sentirmi in colpa come tutti gli altri per qualcosa che mi è estraneo, per me se ne può andare tranquillamente affanculo
La colpa è una cosa , (e quella è solo di Filippo che l'ha ammazzata, lasciamo perdere i proclami dei personaggi famosi che chiedono scusa che è aria fritta), la responsabilità è un'altra. Ogni uomo , (ma anche ogni donna), ha la responsabilità di combattere questa subcultura malata, con azioni e esempi precisi anche verso i figli, ogni volta che si tace davanti a qualche sopruso o battuta infame ci si prende la responsabilità di non favorire un cambiamento o di dare un segnale sbagliato.
Nessuno è estraneo dinanzi alla violenza, siamo tutti chiamati a combatterla in ogni sua forma, non capisco il perché di offendersi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La colpa è una cosa , (e quella è solo di Filippo che l'ha ammazzata, lasciamo perdere i proclami dei personaggi famosi che chiedono scusa che è aria fritta), la responsabilità è un'altra. Ogni uomo , (ma anche ogni donna), ha la responsabilità di combattere questa subcultura malata, con azioni e esempi precisi anche verso i figli, ogni volta che si tace davanti a qualche sopruso o battuta infame ci si prende la responsabilità di non favorire un cambiamento o di dare un segnale sbagliato.
Nessuno è estraneo dinanzi alla violenza, siamo tutti chiamati a combatterla in ogni sua forma, non capisco il perché di offendersi.
Qui di responsabilità ce ne prendiamo tante. Se dovessimo intervenire sempre… 🤦🏻‍♀️
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La colpa è una cosa , (e quella è solo di Filippo che l'ha ammazzata, lasciamo perdere i proclami dei personaggi famosi che chiedono scusa che è aria fritta), la responsabilità è un'altra. Ogni uomo , (ma anche ogni donna), ha la responsabilità di combattere questa subcultura malata, con azioni e esempi precisi anche verso i figli, ogni volta che si tace davanti a qualche sopruso o battuta infame ci si prende la responsabilità di non favorire un cambiamento o di dare un segnale sbagliato.
Nessuno è estraneo dinanzi alla violenza, siamo tutti chiamati a combatterla in ogni sua forma, non capisco il perché di offendersi.
Sottoscrivo parola per parola
 

Marjanna

Utente di lunga data
La psicologa Maria Rita Parsi ha fatto un commento su Filippo, facendo notare come la sua fosse una sorta di dipendenza affettiva, esaltata dall’emotività di quello che, in un certo senso, ha classificato come primo amore. Ha fatto una correlazione su quanto affermava Filippo in casa ai genitori, dicendo che non poteva vivere senza Giulia. In qualche modo lui era come un bambino dipendente da una madre, poichè è senza la madre che un bambino non può vivere, anche se uccidendo la madre un bambino non può vivere.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La psicologa Maria Rita Parsi ha fatto un commento su Filippo, facendo notare come la sua fosse una sorta di dipendenza affettiva, esaltata dall’emotività di quello che, in un certo senso, ha classificato come primo amore. Ha fatto una correlazione su quanto affermava Filippo in casa ai genitori, dicendo che non poteva vivere senza Giulia. In qualche modo lui era come un bambino dipendente da una madre, poichè è senza la madre che un bambino non può vivere, anche se uccidendo la madre un bambino non può vivere.
Se credeva in quello che diceva si doveva autoaccoppare, che era pure l'opzione migliore. In realtà ritengo più probabile che il pensiero distruttivo che ha mosso il tizio sia qualcosa tipo: "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro"
 
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jack-jackson

Utente di lunga data
La psicologa Maria Rita Parsi ha fatto un commento su Filippo, facendo notare come la sua fosse una sorta di dipendenza affettiva, esaltata dall’emotività di quello che, in un certo senso, ha classificato come primo amore. Ha fatto una correlazione su quanto affermava Filippo in casa ai genitori, dicendo che non poteva vivere senza Giulia. In qualche modo lui era come un bambino dipendente da una madre, poichè è senza la madre che un bambino non può vivere, anche se uccidendo la madre un bambino non può vivere.
Tra dipendenza affettiva e tendenze al suicidio ciò che è sconcertante è che per i genitori fosse tutto normale
 

Angie17

Utente di lunga data
Se credeva in quello che diceva si doveva autoaccoppare, che era pure l'opzione migliore. In realtà ritengo più probabile che il pensiero distruttivo che ha mosso il tizio sia qualcosa tipo: "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro"
C'è una oggettivazione della donna, vista solo come strumento per farti stare bene, non come persona con i suoi bisogni, spazi e sentimenti. È chiaro che non è amore, ma un disturbo che spesso è difficile intercettare per la falsa umiltà e remissività che mostra il soggetto. La povera Giulia si era resa conto che qualcosa non andava, gli aveva chiesto di rivolgersi ad uno psicologo e lo aveva aiutato a cercarne uno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Adesso questa vicenda, che ci ha colpito tanto perché i due erano spariti e in quanto “mistero“ la vicenda è stata seguita in diretta.
In realtà non è una vicenda diversa dalle tante che accadono ogni anno.
Giusto cercare di arginare* il fenomeno della violenza sulle donne, ma sappiamo bene che succede a tutte le età e livello culturale, sociale ed economico.
Quando leggiamo di un furto, non tutti ci sentiamo possibili vittime, se sentiamo di incidenti stradali, non pensiamo di essere le prossime vittime.
Ma quando parlano di donne uccise o picchiate, ogni donna, anche se non ha mai ricevuto neppure una spinta da un compagno alle elementari, si sente una potenziale vittima. E ogni uomo sente di doversi tirare fuori.
Perché?
Può essere per il clima culturale dei media e social.
Però molte abbiamo avuto la sensazione in qualche circostanza che un uomo avrebbe potuto…
Avrebbe potuto perché arrabbiato o avrebbe potuto perché noi, imprudentemente, ci eravamo messe in condizioni di vulnerabilità.

*le proposte di legge di educazione alla affettività sono insensate. Servono solo alle associazioni per finanziarsi.
Il rispetto lo si dà se lo si riceve e si vivono relazioni affettuose. Altrimenti bastano i 10 comandamenti.
 
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Marjanna

Utente di lunga data
Se credeva in quello che diceva si doveva autoaccoppare, che era pure l'opzione migliore. In realtà ritengo più probabile che il pensiero distruttivo che ha mosso il tizio sia qualcosa tipo: "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro"
La frase che hai scritto l’ho già letta più volte legata a femminicidi (termine che non cambia quello che è il rapporto con la legge, ma che è ormai in uso quando si parla della morte di una donna, in un rapporto di ambito affettivo) ma fatico a capirla. Potrei ripeterla a papera, ma non la capisco.
Come ho scritto in precedenza mi viene al massimo in mente un bambino molto piccolo, che prende un gioco, la mamma gli dice "restituisci il gioco a X", e lui quel gioco lo lancia. Non riesco neppure a immaginare che lo rompe per dirti.
Anche in ciò che chiamiamo folle, ci sono delle spiegazioni logiche, di un processo che vive una persona. Io sta frase "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro", mi ripeto, non la capisco.
O provi a spiegarmela in qualche modo o non so...
 

Brunetta

Utente di lunga data
La frase che hai scritto l’ho già letta più volte legata a femminicidi (termine che non cambia quello che è il rapporto con la legge, ma che è ormai in uso quando si parla della morte di una donna, in un rapporto di ambito affettivo) ma fatico a capirla. Potrei ripeterla a papera, ma non la capisco.
Come ho scritto in precedenza mi viene al massimo in mente un bambino molto piccolo, che prende un gioco, la mamma gli dice "restituisci il gioco a X", e lui quel gioco lo lancia. Non riesco neppure a immaginare che lo rompe per dirti.
Anche in ciò che chiamiamo folle, ci sono delle spiegazioni logiche, di un processo che vive una persona. Io sta frase "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro", mi ripeto, non la capisco.
O provi a spiegarmela in qualche modo o non so...
Io ho cercato in più occasioni di chiedere agli uomini una riflessione sulla loro visione della donna.
Io ho capito che loro provano una attrazione che noi donne non riusciamo a capire. È ovvio che il sesso ci attrae e ci dà piacere. Ma penso in un modo diverso.
Soprattutto in adolescenza il non vedere corrisposto il loro desiderio fa accumulare rabbia nei ragazzi. Come può essere frustrato ciò che per loro è un impulso naturale? Da lì le classificazioni, aperte o taciute, nei confronti delle coetanee. Devono rifiutarli per cattiveria o perché li trovano ripugnanti.
Una volta un utente scrisse che era consapevole che le donne non potevano capire come per loro il desiderio sessuale fosse una costante tutto il giorno, spontaneamente solo alla visione delle passanti.
Ma solo lui lo disse.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La frase che hai scritto l’ho già letta più volte legata a femminicidi (termine che non cambia quello che è il rapporto con la legge, ma che è ormai di uso sentire usare quando si parla della morte di una donna, in un rapporto di ambito affettivo) ma fatico a capirla. Potrei ripeterla a papera, ma non la capisco.
Come ho scritto in precedenza mi viene al massimo in mente un bambino molto piccolo, che prende un gioco, la mamma gli dice "restituisci il gioco a X", e lui quel gioco lo lancia. Non riesco neppure a immaginare che lo rompe per dirti.
Anche in ciò che chiamiamo folle, ci sono delle spiegazioni logiche, di un processo che vive una persona. Io sta frase "se non vuoi più essere di mia proprietà, allora farò in modo che tu non possa essere proprietà di nessun altro", mi ripeto, non la capisco.
O provi a spiegarmela in qualche modo o non so...
A me la spiegò negli anni 80 la prof di francese a proposito delle tragedie di Racine, tipo Phedra credo, in cui la dinamica era pressoché sempre la stessa: "mi ami? Bene. Non mi ami? Allora ti farò tutto il male possibile", devo recuperare gli appunti che ho ancora in cantina da qualche parte.
 

Brunetta

Utente di lunga data
A me la spiegò negli anni 80 la prof di francese a proposito delle tragedie di Racine, tipo Phedra credo, in cui la dinamica era pressoché sempre la stessa: "mi ami? Bene. Non mi ami? Allora ti farò tutto il male possibile", devo recuperare gli appunti che ho ancora in cantina da qualche parte.
Le tragedie, come tutte le opere d’arte, mettono in scena gli impulsi che gli esseri umani provano.
 
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