Un'altra ragazza scomparsa

danny

Utente di lunga data
Ieri non ho più risposto a Brunetta, perchè era già tardissimo. Avevo comunque pensato che il mio parere, anche solo come risposta nel forum, come si suol dire lasciava il tempo che trovava, dal momento che io non ho figli. E mi pareva importante, il parere di chi è genitore, poichè pensarla anche in via del tutto ipotetica, visti i pareri letti da genitori in passato, mi pareva fondamentale.
Aziende socio sanitarie che offrono servizio psicologico ce ne sono, se proprio vogliamo chiuderla.
Il tuo commento suona tanto come il blasonato "ma lo sai che muoiono i bambini in Africa?"
No.
Il concetto è che vi state concentrando su una che ha goduto, si fa per dire, dell'attenzione mediatica di chi guadagna a imbastire cronache come questa che sono gestito come uno spettacolo, ma non ci si rende conto mai nel reale di quante situazioni di disagio ci siano.
Perché non serve a niente discutere di un caso se non si cambia l'attenzione verso le persone che abbiamo accanto e se ci si limita ai giudizi, alle invettive di genere, a proclami sui social, alle bandiere di parte.
Io ti posso dire, per esperienza, che di situazioni molto difficili ce ne sono a iosa, e che le persone voltano la testa quando le vedono.
Il supporto lo trovi con le UONPIA, ma il personale fa veramente miracoli.
Gli investimenti sul territorio sono limitati, come per tutto ormai.
Nella realtà i problemi, anche psichiatrici, sono gestiti nella più totale solitudine e con grandi difficoltà.
E nessuno si rende veramente conto delle sofferenze degli altri che ha vicino.
Non esiste nemmeno più una comunità che possa sostenere le persone.
Detto tra noi, ci interessiamo di eventi che fanno spettacolo, ma non sappiamo un cazzo del vicino di casa.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Una cosa è una società multietnica, altra cosa è essere multiculturale. Questo dovrebbe significare una vera integrazione, conoscenza, di quelle nuove culture e coesistenza (che non necessariamente convivenza). Mi dispiace, ma a questo non ci siamo arrivati. E non so se ci arriveremo. Lascia stare il sistema americano, è da una vita che è un calderone di etnie. Ed è normalissimo vedere, in un ufficio pubblico, un impiegato, uomo o donna non importa (ulteriore passo avanti che noi non abbiamo fatto neanche tra italiani, quindi figurati il resto) di origine orientale o africana, che parla perfettamente l'inglese americano, magari con cognome altrettanto americano. È un dato di fatto. Noi siamo fermi ad addetti alla sicurezza senegalesi, muratori rumeni, colf ucraine. Ma se questi senegalesi, rumeni e ucraini fossero dietro lo sportello di una asl, o di un centro per l'impiego, o alle poste, sarebbe un dato di fatto?
Io non credo, per la maggior parte delle persone. Direbbero ancora "eccolo questi, che sono venuti a rubarci il lavoro".
tra qualche anno, quando avranno fatto il percorso di studi richiesto, certo che ci saranno, perchè non dovrebbero esserci? molti non sanno neanche la lingua, difficile far fare loro certi tipi di lavoro, non credi?
 

danny

Utente di lunga data
Una cosa è una società multietnica, altra cosa è essere multiculturale. Questo dovrebbe significare una vera integrazione, conoscenza, di quelle nuove culture e coesistenza (che non necessariamente convivenza). Mi dispiace, ma a questo non ci siamo arrivati. E non so se ci arriveremo. Lascia stare il sistema americano, è da una vita che è un calderone di etnie. Ed è normalissimo vedere, in un ufficio pubblico, un impiegato, uomo o donna non importa (ulteriore passo avanti che noi non abbiamo fatto neanche tra italiani, quindi figurati il resto) di origine orientale o africana, che parla perfettamente l'inglese americano, magari con cognome altrettanto americano. È un dato di fatto. Noi siamo fermi ad addetti alla sicurezza senegalesi, muratori rumeni, colf ucraine. Ma se questi senegalesi, rumeni e ucraini fossero dietro lo sportello di una asl, o di un centro per l'impiego, o alle poste, sarebbe un dato di fatto?
Io non credo, per la maggior parte delle persone. Direbbero ancora "eccolo questi, che sono venuti a rubarci il lavoro".
La società americano è una macedonia di culture ben distinte.
La nostra lo sta diventando, almeno nelle grandi città.
L'identità milanese per esempio non esiste più, esiste una massa di persone che hanno distinte identità delle regioni di provenienza e che in un certo modo provano a stare assieme, guardandosi con diffidenza se le differenze superano un certo limite.
Non che negli USA sia diverso. Se sei italoamericano non vieni più visto come un sorcio, qualche decennio è passato da allora, ma sei comunque assimilato a mafia e gentaglia simile.
A meno che tu non abbia miliardi. Se tu sei ricco perdi le caratteristiche d'origine.
 

iosolo

Utente di lunga data
Io sono nato nelle case popolari, i miei vicini erano spacciatori, camorristi, persone violente, tossicodipendenti, anche assassini.
Anch'io. Vuoi dire che non hanno condizionato il tuo ambiente e i tuoi amici. Vuoi dire che non sono stati molti portati a fare la stessa strada?
Io si, tanti.
 

iosolo

Utente di lunga data
Con tutto il rispetto io penso di essere cresciuto in una famiglia, ma anche in una società che mi ha fornito tutti gli strumenti per avere la limpida consapevolezza che non si usa violenza e men che meno si ammazzano le persone, a prescindere da eventuali presunti torti subiti, per cui dovessi usare io violenza su qualcuno sarebbe sempre colpa mia.
Ok e questo basta a negare il fenomeno sociale?
Se tu non ti sei mai drogato perchè ti hanno insegnato che non si fa, devi negare che invece il fenomeno della droga giovanile è un problema?
 

Andromeda4

Utente di lunga data
tra qualche anno, quando avranno fatto il percorso di studi richiesto, certo che ci saranno, perchè non dovrebbero esserci? molti non sanno neanche la lingua, difficile far fare loro certi tipi di lavoro, non credi?
Ma non sto dicendo che non devono esserci. Se hai letto bene, mi limito a riferire quello che si vede in giro, senza giudizio né da una parte né dall'altra. "Perché non dovrebbero esserci?" lo chiedo anch'io. Sto solo rispondendo all'ottimismo di Danny che è convinto che viviamo in una società "multiculturale", che la società da lui descritta qui non esiste.
Certo che per me è normale che un oriundo rumeno, o albanese, o africano, lavori in un ufficio pubblico, se è bravo. Ma gli italiani non sono pronti a questo. Non tutti, certo (prima che si parta lancia in resta con esempi del contrario). Ma purtroppo è così. L'immagine dello "straniero", agli occhi dei più, non è di una persona integrata.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
La società americano è una macedonia di culture ben distinte.
La nostra lo sta diventando, almeno nelle grandi città.
L'identità milanese per esempio non esiste più, esiste una massa di persone che hanno distinte identità delle regioni di provenienza e che in un certo modo provano a stare assieme, guardandosi con diffidenza se le differenze superano un certo limite.
Non che negli USA sia diverso. Se sei italoamericano non vieni più visto come un sorcio, qualche decennio è passato da allora, ma sei comunque assimilato a mafia e gentaglia simile.
A meno che tu non abbia miliardi. Se tu sei ricco perdi le caratteristiche d'origine.
Ok. Però ammetterai che in tanti contesti, più evoluti, sono più avanti di noi.
Poi le sacche di disagio e malavita ci sono sempre e ovunque. Se Gotham city è New York, un motivo ci sarà...
 

iosolo

Utente di lunga data
Una cosa è una società multietnica, altra cosa è essere multiculturale. Questo dovrebbe significare una vera integrazione, conoscenza, di quelle nuove culture e coesistenza (che non necessariamente convivenza). Mi dispiace, ma a questo non ci siamo arrivati. E non so se ci arriveremo. Lascia stare il sistema americano, è da una vita che è un calderone di etnie. Ed è normalissimo vedere, in un ufficio pubblico, un impiegato, uomo o donna non importa (ulteriore passo avanti che noi non abbiamo fatto neanche tra italiani, quindi figurati il resto) di origine orientale o africana, che parla perfettamente l'inglese americano, magari con cognome altrettanto americano. È un dato di fatto. Noi siamo fermi ad addetti alla sicurezza senegalesi, muratori rumeni, colf ucraine. Ma se questi senegalesi, rumeni e ucraini fossero dietro lo sportello di una asl, o di un centro per l'impiego, o alle poste, sarebbe un dato di fatto?
Io non credo, per la maggior parte delle persone. Direbbero ancora "eccolo questi, che sono venuti a rubarci il lavoro".
Molte seconde generazioni sono perfettamente integrate.
Non ci siamo arrivati ma probabile ci arriveremo.
 

danny

Utente di lunga data
Anch'io. Vuoi dire che non hanno condizionato il tuo ambiente e i tuoi amici. Vuoi dire che non sono stati molti portati a fare la stessa strada?
Io si, tanti.
Hanno influito non sulle mie scelte, ma sulle mie possibilità.
Ho dovuto cambiare quartiere per trovare amici.
Non ho radici nel mio.
Ma la stessa cosa ha fatto mia figlia.
Fortunato è chi nasce e cresce in un ambito in cui si riconosce e che riesce ad amare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
No, non sono vane.
Non pretendevo di fare la predica qui sul forum.
Anzi, per dire completamente la mia opinione, c'è molto più senso logico e sentimento di umanità sincera, al di là delle differenti opinioni, qui che in quelle trasmissioni.
Dove la finzione (scenica) fa aggio sulla ragionevolezza per interesse, economico e di nutrimento dell'ego.


Mi permetto di fare una distinzione, in questo fatto di sangue scoperto a rate, tra ricerca di motivazione nell'atteggiamento sociologico (discriminante nei confronti delle donne) che è fenomeno di massa e sofferenza psichica, che è tipica dell'individuo.
Sono due cose molto diverse, e il dibattito pubblico (in tutte le sedi mediatiche) si è incentrato sul primo.

Immagino che presto i fatti accertati di questa tristissima vicenda faranno compiere ai più un arretramento sul disagio psichico.

Sull'atteggiamento sociologico pure si è cercato il sensazionalismo, confondendo il patriarcato con il maschilismo, che pure sono molto diversi tra loro.

Se non erro, proprio tu hai citato una opinione (attraverso un link) di uno scrittore o studioso che spiegava come il patriarcato, paradossalmente, avrebbe protetto quella ragazza.
In un ambiente patriarcale, un sistema familiare che faccia capo alla figura di un padre di famiglia più anziano e che è caratterizzato da regole rigide, improntato ad un insieme di valori ordinati e semplici, una giovanetta non sarebbe uscita ed esposta ad un'aggressione. In un sistema mafioso (specie vecchio stile) le aggressioni alle donne si pagavano con la vita.

Il maschilismo, invece, è un sistema sociale nel quale si considera inferiore il genere femminile ed è antichissimo, probabilmente affonda le radici nella preistoria ed ha attraversato l'evo antico, il medioevo, l'evo moderno e l'inizio dell'evo contemporaneo.

Mediaticamente si è puntato sul maschilismo (scambiato ignorantemente per patriarcato) mentre sembra essere un caso di grave malessere psichico (con venature di paranoia, probabilmente) di un individuo.

Evento gravissimo ma inidoneo a far partire una crociata.
Poi, la storia è piena di errori o menzogne colossali che hanno dato origine a grandi cambiamenti.
Mediaticamente dicono cazzate assurde anche su una partita di calcio.
Lèggevo molti anni fa, ai primi tempi del Grande Fratello, che per fare trasmissioni di quel tipo (poi fu anche una battuta in un film credo questo https://it.wikipedia.org/wiki/Volevo_solo_dormirle_addosso ) ci vogliono fior di laureati.
Questi fior di laureati strutturano la trasmissione in base al pubblico. Ad esempio la maggior parte delle trasmissioni televisive del mattino e del pomeriggio sono rivolte a pensionati (per capire basta guardare le pubblicità) e i pensionati in Italia sono generalmente a bassa scolarità e con difficoltà di comprensione di messaggi critici complessi. Costituiscono anche un bacino elettorale importante perché sono gli unici che vanno a votare, anche con il bastone. Quindi creare allarme e far pensare a una emergenza per le nipoti è l’ideale per chiedere law and order.
Questi messaggi sono diversi sui social, da fb che ha utenti meno giovani degli altri, ma mediamente più acculturati, a Instagram che non veicola solo giovinette discinte, ma anche attivisti di vario livello.
In generale io odio gli allarmismi, ma comunque la comunicazione di un fatto del genere potrebbe sdoganare l’attenzione per il disagio psichico. Sarebbe un effetto collaterale positivo di una vicenda tragica.
Più persone hanno citato la tragedia di Vermicino per il primo evento televisivo in diretta finito in tragedia. Però era stata la realtà a essere tragica, non la sua ripresa televisiva che era stata determinata dalla illusione di un lieto fine in tempi brevi. In proposito consiglio a tutti, per una riflessione sulla speculazione mediatica, il film https://it.wikipedia.org/wiki/L'asso_nella_manica
Ma dopo Vermicino è stata istituita la Protezione Civile che poi è diventata una istituzione importante ancora più dopo l’abolizione del servizio militare.
Bisognerebbe che l’opinione pubblica facesse pressione per un servizio psichiatrico di base.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Una cosa è una società multietnica, altra cosa è essere multiculturale. Questo dovrebbe significare una vera integrazione, conoscenza, di quelle nuove culture e coesistenza (che non necessariamente convivenza). Mi dispiace, ma a questo non ci siamo arrivati. E non so se ci arriveremo. Lascia stare il sistema americano, è da una vita che è un calderone di etnie. Ed è normalissimo vedere, in un ufficio pubblico, un impiegato, uomo o donna non importa (ulteriore passo avanti che noi non abbiamo fatto neanche tra italiani, quindi figurati il resto) di origine orientale o africana, che parla perfettamente l'inglese americano, magari con cognome altrettanto americano. È un dato di fatto. Noi siamo fermi ad addetti alla sicurezza senegalesi, muratori rumeni, colf ucraine. Ma se questi senegalesi, rumeni e ucraini fossero dietro lo sportello di una asl, o di un centro per l'impiego, o alle poste, sarebbe un dato di fatto?
Io non credo, per la maggior parte delle persone. Direbbero ancora "eccolo questi, che sono venuti a rubarci il lavoro".
Dici lascia stare il sistema americano, ma il riferimento che fai, ad esempio verso una persona di colore, a me suona tanto da immaginario tipo "I Robinson", dove si vedeva una famiglia afro-americana che comunque mostrava in alcuni frangenti dei richiami culturali all’origine africana, a costumi tipici o canti, e dove i genitori erano un medico e un avvocato, che ci veniva mostrato men che meno che come una donna sottomessa, come vuole la religione musulmana.
Comunque l'integrazione passa per generazioni, non è che puoi accorciare i tempi. Persone di origine non italiana si stanno inserendo anche in altri contesti.
 

danny

Utente di lunga data
Molte seconde generazioni sono perfettamente integrate.
Non ci siamo arrivati ma probabile ci arriveremo.
Sssssssss.....no.
Dipende.
Ma è un discorso molto lungo,
La cultura identitaria della famiglia, del luogo di origine, resta, influisce molto.
A meno, appunto, come ho detto, che non venga rifiutata.
Se la rifiuti cancelli il legame, ma diventi apolide.
E' molto pesante da affrontare.
 

iosolo

Utente di lunga data
Hanno influito non sulle mie scelte, ma sulle mie possibilità.
Ho dovuto cambiare quartiere per trovare amici.
Non ho radici nel mio.
Ma la stessa cosa ha fatto mia figlia.
Fortunato è chi nasce e cresce in un ambito in cui si riconosce e che riesce ad amare.
C'è chi non riesce e si trova ingabbiato in quella normalità.
Il contesto secondo me influisce.
La scuola e l'istruzione fanno la differenza.
 

danny

Utente di lunga data
C'è chi non riesce e si trova ingabbiato in quella normalità.
Il contesto secondo me influisce.
La scuola e l'istruzione fanno la differenza.
La persona.
E' la persona a determinare il cambiamento.
Mi dispiace dirlo, ma ho avuto percorsi uguali ad altri.
In classe ho avuto compagni poi finiti in carcere.
Il mio migliore amico alle medie mi ha rubato in casa.
E tante altre situazioni di disagio anche per mia figlia.
Non mi sono mai sentito parte di queste cose.
 

iosolo

Utente di lunga data
Sssssssss.....no.
Dipende.
Ma è un discorso molto lungo,
La cultura identitaria della famiglia, del luogo di origine, resta, influisce molto.
A meno, appunto, come ho detto, che non venga rifiutata.
Se la rifiuti cancelli il legame, ma diventi apolide.
E' molto pesante da affrontare.
Dipende anche dal luogo di origine, ovviamente una cultura chiusa come quella cinese o di un estremismo musulmano faranno più fatica ma troveranno secondo me un equilibrio, che non è per forza rinuncia alle origini ma ad un inevitabile mutamento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tutto giusto, ma bisognerebbe comunque mettere in fila le priorità... e come ragioniamo? Se parliamo di danni economici il territorio messo com'è che ad ogni temporale c'è un'alluvione va sicuramente al primo posto, tanto più che per ogni euro speso in prevenzione (ad esempio casse d'espansione per i fiumi) fa risparmiare decine (centinaia? migliaia?) di euro in danni da alluvione. Oppure ragioniamo in termini di vite umane che hanno valore incommensurabile? In un'alluvione per fortuna le vittime sono sporadiche, quindi dove allochiamo le risorse? cos'è più prioritario? di "femminicidi" ad oggi nel 2023 ne risultano 39 (anche 1 è troppo, ovviamente, comunque fonte https://femminicidioitalia.info/lista/recente ) mentre ad esempio di morti sul lavoro 657 (ma anche qui secondo me anche 1 è troppo, o no?), 3 al giorno, il che vuol dire che andare a stasera probabilmente 3 persone moriranno mentre si fanno il mazzo per mangiare, cosa facciamo? un po' e un po'?
Questa roba qui si chiama politica!
Se i cittadini si fanno imbesuire (https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=imbesuito ) da una propaganda becera che fa vedere le priorità in modo distorto, non è colpa nostra personalmente.
Però la sanità pubblica dovrebbe essere una priorità per tutti. Ma la contro informazione sul Covid è stata utilizzata per non mettere in sicurezza le dotazioni mediche.
 

iosolo

Utente di lunga data
La persona.
E' la persona a determinare il cambiamento.
Mi dispiace dirlo, ma ho avuto percorsi uguali ad altri.
In classe ho avuto compagni poi finiti in carcere.
Il mio migliore amico alle medie mi ha rubato in casa.
E tante altre situazioni di disagio anche per mia figlia.
Non mi sono mai sentito parte di queste cose.
Quindi ti senti migliore degli altri, non solo più fortunato?
Sai questo è un appunto che mi fanno sempre. Credere nella fortuna più che nel merito.
Io penso sempre che nella mia vita sono stata fortunata, ma bastava un attimo, per cambiare tutte le carte in tavola.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se guardiamo ai numeri questa cosa è molto più preoccupante.
Perché non se ne parla?
I minori sono sotto i 18 che i più se ne vanno volontariamente. Comunque non è questione di allarme o preoccupazione, è questione di potenziare le forse dell’ordine. Cosa che mi vede concorde perfino con @perplesso 😂. Che è informato e può spiegare le criticità di organico, sedi e addestramento.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Ma non sto dicendo che non devono esserci. Se hai letto bene, mi limito a riferire quello che si vede in giro, senza giudizio né da una parte né dall'altra. "Perché non dovrebbero esserci?" lo chiedo anch'io. Sto solo rispondendo all'ottimismo di Danny che è convinto che viviamo in una società "multiculturale", che la società da lui descritta qui non esiste.
Certo che per me è normale che un oriundo rumeno, o albanese, o africano, lavori in un ufficio pubblico, se è bravo. Ma gli italiani non sono pronti a questo. Non tutti, certo (prima che si parta lancia in resta con esempi del contrario). Ma purtroppo è così. L'immagine dello "straniero", agli occhi dei più, non è di una persona integrata.
per lavorare in un ufficio pubblico, da me vogliono la laurea, quando ci saranno stranieri che saranno in italia da abbastanza tempo per essere laureati, dubito che qualcuno dica che rubano lavori
ovvio che se arriva un ragazzo dall'estero che non ha competenze e magari neanche sa la lingua, due domande se lo mettono in un ufficio pubblico me le faccio
 

Brunetta

Utente di lunga data
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