Vittoria, rivincita, risarcimento e altre cazzate

Brunetta

Utente di lunga data
Onestamente fin dal primo istante sono stata certa che non sarebbe mai stato possibile un risarcimento adeguato.
Come avere la macchina e le ossa distrutte da uno zingaro ubriaco che guida senza assicurazione .
Niente e nessuno può alleviare nulla se non noi stessi.
Ma neanche se guida Tom Cruise e ti dà un risarcimento milionario è abbastanza.

Nel vecchio e bellissimo film La stangata, la truffa viene organizzata per vendetta.
Alla fine i protagonisti concordano che non è stata abbastanza, ma non è stata male.
Ma una macchinazione del genere con i rischi connessi funziona in una sceneggiatura, perché si svolge nell'arco di due ore, nella realtà l'impegno e la ruminazione creerebbero altro credito.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse bisogna accettare la realtà che il dolore è una bevanda che va bevuta tutta è il cui sapore non si dimentica.
 

trilobita

Utente di lunga data
Onestamente fin dal primo istante sono stata certa che non sarebbe mai stato possibile un risarcimento adeguato.
Come avere la macchina e le ossa distrutte da uno zingaro ubriaco che guida senza assicurazione .
Niente e nessuno può alleviare nulla se non noi stessi.
Bip..esempio errato.
Per quello esiste l'associazione vittime della strada,che risarcisce...
Un partner tradito che trasferisce a calci in culo sulla strada il fedifrago,un pochino allevia,dai...
 

mistral

Utente di lunga data
Bip..esempio errato.
Per quello esiste l'associazione vittime della strada,che risarcisce...
Un partner tradito che trasferisce a calci in culo sulla strada il fedifrago,un pochino allevia,dai...
Nell'esempio avevo in mente mio cugino 20 anni fa con una gamba distrutta da una zingara senza assicurazione con marito in carcere per spaccio .Lui carabiniere che per non rischiare di rimanere inabile al lavoro e quindi congedato ha pagato una marea di soldi di tasca sua per ritornare a camminare ,la moto buttata.
All'epoca l'associazione vittime della strada non esisteva.
Comunque hai detto bene,una vendetta può più che alleviare dare una sorta di soddisfazione che comunque rimane anni luce distante da un risarcimento che metta in pari le cose.Almeno a carattere emotivo non c'è risarcimento che tenga.
In quanto a prendere a calci in culo per strada il fedifrago ,nel mio,caso sarebbe stato il padre dei miei figli e loro hanno tutto il diritto di conservare la miglior immagine possibile del padre come io ho del mio.Non voglio privarli di questo per una vendetta da quattro soldi che non mi porte nessuna soddisfazione
 
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spleen

utente ?
Qualunque tipo di tradimento dà una sensazione di sconfitta totale perché ci si trova privati dei riferimenti abituali su cui si fondano le nostre sicurezze.
Anche la persona più affascinante e amabile, per fare solo cenno a un aspetto, ha parti di sé che non apprezza totalmente (cosa sana) e ha bisogno di chi la faccia sentire accettata e (cosa meravigliosamente commovente quando accade) apprezzata anche per quelle parti.
Un tradimento fa perdere questi riferimenti e ci fa sentire a terra. Come per un paese sconfitto c'è la necessità di un riscatto, ma se invece di un dopoguerra attivo che crea nuove ragioni di autostima si resta fissati al passato si penserà a una rivincita, impossibile, e a un risarcimento che non potranno mai esserci.
Restare legati al preguerra o all'idea vendicativa di sconfiggere chi ci ha tolto tutte le sicurezze, non farà mai uscire dal tradimento.
Ci sono due cose contro cui non possiamo competere, il tempo e le situazioni. La situazione di trovarsi a terra per colpa di chi amiamo è purtroppo una realtà da accettare. Ho riflettuto a lungo sul naufragio con la mia ex storica, da quando è arrivata la mia Lei (mia moglie) mi è stato sicuramente più facile, più agevole. Dopo pochissimo tempo quel senso di ansia, vaghi pensieri di vendetta, le recriminazioni erano scomparse, si erano spente, avevano lasciato il posto alla volontà di comprensione, non di lei o del suo comportamento, che tanto era inutile :D, quanto di me stesso e della mia pervicace volontà di portare avanti, all' epoca, un rapporto che doveva essere chiaro da subito, non sarebbe potuto durare molto. Troppe le differenze concettuali sull' idea delle nostre vite.
Ricordo una cosa però, distintamente, come il mio orgoglio ad un certo punto avesse preso il sopravvento, e mi avesse spinto lontano da lei, al distacco. Avevo una specie di volontà istintiva di riscatto, di riaffermare me stesso e quello che pensavo fosse il mio valore come persona. A ragion veduta penso sia stato provvidenziale.
Non ci fu niente di operoso in questo senso, solo una lenta presa di coscienza.

Non credo che la cosa più importante del nostro distacco fosse in fondo la perdita di riferimenti verso me stesso, fu invece la perdita assolutamente personale ed interiore di quella idea del -noi- che era forzata, sbagliata perchè surreale, solo mia in fondo. Perchè tu parli effettivamente di rapporti consolidati, io fino a quel punto non ero arrivato, vivevo ancora di illusioni.
 

trilobita

Utente di lunga data
Nell'esempio avevo in mente mio cugino 20 anni fa con una gamba distrutta da una zingara senza assicurazione con marito in carcere per spaccio .Lui carabiniere che per non rischiare di rimanere inabile al lavoro e quindi congedato ha pagato una marea di soldi di tasca sua per ritornare a camminare ,la moto buttata.
All'epoca l'associazione vittime della strada non esisteva.
Comunque hai detto bene,una vendetta può più che alleviare dare una sorta di soddisfazione che comunque rimane anni luce distante da un risarcimento che metta in pari le cose.Almeno a carattere emotivo non c'è risarcimento che tenga.
In quanto a prendere a calci in culo per strada il fedifrago ,nel mio,caso sarebbe stato il padre dei miei figli e loro hanno tutto il diritto di conservare la miglior immagine possibile del padre come io ho del mio.Non voglio privarli di questo per una vendetta da quattro soldi che non mi porte nessuna soddisfazione
Beh,si,il calcio in culo era metaforico,non sono per la violenza fisica,a prescindere..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ci sono due cose contro cui non possiamo competere, il tempo e le situazioni. La situazione di trovarsi a terra per colpa di chi amiamo è purtroppo una realtà da accettare. Ho riflettuto a lungo sul naufragio con la mia ex storica, da quando è arrivata la mia Lei (mia moglie) mi è stato sicuramente più facile, più agevole. Dopo pochissimo tempo quel senso di ansia, vaghi pensieri di vendetta, le recriminazioni erano scomparse, si erano spente, avevano lasciato il posto alla volontà di comprensione, non di lei o del suo comportamento, che tanto era inutile :D, quanto di me stesso e della mia pervicace volontà di portare avanti, all' epoca, un rapporto che doveva essere chiaro da subito, non sarebbe potuto durare molto. Troppe le differenze concettuali sull' idea delle nostre vite.
Ricordo una cosa però, distintamente, come il mio orgoglio ad un certo punto avesse preso il sopravvento, e mi avesse spinto lontano da lei, al distacco. Avevo una specie di volontà istintiva di riscatto, di riaffermare me stesso e quello che pensavo fosse il mio valore come persona. A ragion veduta penso sia stato provvidenziale.
Non ci fu niente di operoso in questo senso, solo una lenta presa di coscienza.

Non credo che la cosa più importante del nostro distacco fosse in fondo la perdita di riferimenti verso me stesso, fu invece la perdita assolutamente personale ed interiore di quella idea del -noi- che era forzata, sbagliata perchè surreale, solo mia in fondo. Perchè tu parli effettivamente di rapporti consolidati, io fino a quel punto non ero arrivato, vivevo ancora di illusioni.
Ma l'idea del noi è qualcosa da cui dipende anche l'immagine dei singoli che lo compongono.
In quel noi tu ti vedevi bello, forte, amabile? Per questo ne restavi ancorato?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il dolore non è una sconfitta, è parte della vita.
La ribellione al dolore o gli espedienti per evitare l'attaccamento per timore dell'abbandono non salvaguardano dal provare sofferenza.
È anche bello soffrire perché mette in contatto con il proprio profondo.
 

spleen

utente ?
Ma l'idea del noi è qualcosa da cui dipende anche l'immagine dei singoli che lo compongono.
In quel noi tu ti vedevi bello, forte, amabile? Per questo ne restavi ancorato?
Avevo una percezione errata di me stesso principalmente, non perchè mi sentissi eccessivamente valutato o svalutato, ma perchè sbagliavo proprio nel vedere il mio futuro e quello che era il mio rapporto.

La prima domanda traumatica che mi posi fu questa: Perchè non mi ami se io ti amo? Ed è essenzialmente una domanda stupida quando realizzi che il sistema automatico che vedi nei film non ha alcuna attinenza alla realtà.
La seconda fu: Perchè facevi all'amore con me se non mi amavi? Ed è pure questa una domanda stupida se realizzi che le due cose non sono così legate per tutte le persone.
Capisci dunque da dove partivo io a venti anni? Da un completo sistema di idealismo che è andato a infrangersi.
Dalle ceneri, dalle macerie nasce la consapevolezza più realistica di quello che ero e quello che ho imparato, posso in fondo solo ringraziare la mia ex, per avermi apeto gli occhi, fatto capire la realtà delle cose.
Da un'altra ragazza ho imparato ad esempio che un rapporto eccezzinale sulla carta, dove c' è amore, rispetto, affinità mentale può ugualmente infrangersi e non reggere la realtà dei fatti, specialmente se le aspirazioni sono diverse. Le cose possono non funzionare anche per equivoci, malintesi, per timore della fisicità, perchè si parlano semplicemente lingue affettive diverse.

Con mia moglie sono partito ad esempio da tutt'altro presupposto. La sequenza è durata anni ed è stata:
Attrazione fisica - Innamoramento - decisione di stare insieme - matrimonio - affetto - in un crescendo fino ad amore cieco ed incondizionato. L'amore è stata l' ultima delle conquiste, non la prima.
Poi ogni coppia, è ovvio, ha la sua storia.
 
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Diletta

Utente di lunga data
Ma ci mancherebbe che condanno, o assolto per converso (che uno non si dà senza l'altra)...sono troppo pigra per farlo :)

Ti ho scritto come ti ho letta da qui, chiedendo. Letta da qui la tua sembrava una provocazione e mi piace svelare le provocazioni...è uno di quegli svelamenti che portano a chiarezza, sia che la provocazione ci sia, sia che non ci sia. Il mio intento resta quello dell'intendersi

Quanto alla cattiveria come dicevo mi piace. Se la si sa sostenere senza cercare una motivazione giusta a giustificarla..mi piacciono i cattivi che non mettono la maschera del giusto per esserlo. Fare bene il male.

C'è ancora costruzione in quel modo secondo me. E dialogo:)

Ti ringrazio del chiarimento...posso chiedere perché tenerezza?

(La tenerezza è un'altra cosa che mi incuriosisce molto)

Perché avevo capito quella frase come riferita a lei stessa, alla sua storia e come fosse una consapevolezza, quasi un presagio di ciò che potrebbe accadere...ma probabilmente ho interpretato male non sapendo appunto i risvolti.
E comunque io provo da sempre una tenerezza infinita per coloro che si pentono per davvero e che quindi provano senso di colpa, sarà che io mi ci sono sentita per qualsiasi stupidaggine nel corso della vita e so come si sta.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Avevo una percezione errata di me stesso principalmente, non perchè mi sentissi eccessivamente valutato o svalutato, ma perchè sbagliavo proprio nel vedere il mio futuro e quello che era il mio rapporto.

La prima domanda traumatica che mi posi fu questa: Perchè non mi ami se io ti amo? Ed è essenzialmente una domanda stupida quando realizzi che il sistema automatico che vedi nei film non ha alcuna attinenza alla realtà.
La seconda fu: Perchè facevi all'amore con me se non mi amavi? Ed è pure questa una domanda stupida se realizzi che le due cose non sono così legate per tutte le persone.
Capisci dunque da dove partivo io a venti anni? Da un completo sistema di idealismo che è andato a infrangersi.
Dalle ceneri, dalle macerie nasce la consapevolezza più realistica di quello che ero e quello che ho imparato, posso in fondo solo ringraziare la mia ex, per avermi apeto gli occhi, fatto capire la realtà delle cose.
Da un'altra ragazza ho imparato ad esempio che un rapporto eccezzinale sulla carta, dove c' è amore, rispetto, affinità mentale può ugualmente infrangersi e non reggere la realtà dei fatti, specialmente se le aspirazioni sono diverse. Le cose possono non funzionare anche per equivoci, malintesi, per timore della fisicità, perchè si parlano semplicemente lingue affettive diverse.

Con mia moglie sono partito ad esempio da tutt'altro presupposto. La sequenza è durata anni ed è stata:
Attrazione fisica - Innamoramento - decisione di stare insieme - matrimonio - affetto - in un crescendo fino ad amore cieco ed incondizionato. L'amore è stata l' ultima delle conquiste, non la prima.
Poi ogni coppia, è ovvio, ha la sua storia.
Essere amati è un tale miracolo che dovrebbe essere contraccambiato
 

Brunetta

Utente di lunga data
La mia esperienza mi porta a pensare che nulla può compensare un dolore provato. Allo stesso modo che un ergastolo o una pena di morte non fa resuscitare l'assassinato.
 

iosolo

Utente di lunga data
Qualunque tipo di tradimento dà una sensazione di sconfitta totale perché ci si trova privati dei riferimenti abituali su cui si fondano le nostre sicurezze.
Anche la persona più affascinante e amabile, per fare solo cenno a un aspetto, ha parti di sé che non apprezza totalmente (cosa sana) e ha bisogno di chi la faccia sentire accettata e (cosa meravigliosamente commovente quando accade) apprezzata anche per quelle parti.
Un tradimento fa perdere questi riferimenti e ci fa sentire a terra. Come per un paese sconfitto c'è la necessità di un riscatto, ma se invece di un dopoguerra attivo che crea nuove ragioni di autostima si resta fissati al passato si penserà a una rivincita, impossibile, e a un risarcimento che non potranno mai esserci.
Restare legati al preguerra o all'idea vendicativa di sconfiggere chi ci ha tolto tutte le sicurezze, non farà mai uscire dal tradimento.
Ci sto lavorando proprio in questo momento su questa mia necessità di rivalsa. E' un nodo importante che ancora non sono riuscita a sciogliere con me stessa. Non sono felice, perchè lui non merita vicino a sè una donna felice, perchè lui deve essere ripagato con la stessa moneta: paura di perdermi, paura di perdere le sue certezze, mancanza di affetto e perchè no, dolore. Scritto nero su bianco, ha ancora meno senso, di quando lo realizzi dentro di te! Impedirmi di essere felice perchè lui non lo sia?!

Il risarcimento non ci potrà essere. Sia che io resti con lui, sia che io me ne vada. Quel dolore che ho provato non avrà mai "giustizia", perchè puoi odiare quello che ha fatto ma non quei sentimenti che lo hanno portato a tradirti. Per quello non c'è rivalsa, nè vendetta che tenga, per quello c'è solo la tua consapevolezza, era un dolore inevitabile.

Mi sento sconfitta ma non considero lui un vincintore. Abbiamo perso tutti e due.
Due sconfitti che giocavano nella stessa squadra, solo che è lui che ha commesso l'autogol che ha portato a perdere la partita, che ha portato a distruggere la relazione.
Una relazione a due. La stessa squadra.

Ho letto alcuni giorni fa una riflessione che mi ha fatto pensare:
Il traditore consegna l’altro al nuovo, uccidendolo simbolicamente alla vecchia identità, - e lo uccide perché ha già ucciso se stesso essendosi egli stesso consegnato al nuovo - e l’altro, il tradito, il consegnato, che accetta la nuova consegna, l’accoglie e, in ciò facendo, riconosce come necessaria l’uccisione che il traditore gli ha procurato. Il traditore ci costringe a fare i conti con noi stessi, a buttar giù i nostri pregiudizi, ci lascia nudi e morti, e possiamo rinascere di nuovo ricercando, reinterrogandoci su cosa è l’amore, sul punto a cui siamo giunti. Egli ci restituisce alla nostra povertà, ci spoglia di tutto anche del nostro amore di noi stessi. E’ capacità e disponibilità del tradito a farsi fecondare da vicenda così dolorosa. E il "buono" è nuova conoscenza che in lui si dispiega e che lo catapulta in una nuova dimensione relazionale in cui le parole amore e tradimento saranno accolte con un nuovo significato. Quando il tradito salta in questo nuovo mondo s’accorge che ha tradito se stesso, le sue vecchie convinzioni. (Ada Cortese, www.geagea.com).


Andare avanti, riuscire a vedere oltre, morire e rinascere a nuovo. Il tradimento è qualcosa di atroce per chi lo subisce, ma è una delle poche esperienze che ci riporta con i piedi ben saldi al suolo, che ci fa scendere dal piedistallo, che ci riporta dritti a noi stessi. All’improvviso avvertiamo quell’impossibilità di essere amati incondizionatamente, di essere unici e insostituibili, ci ritroviamo nudi davanti a noi stessi.

Io odio essere vittima, ma ancora di più odio essere carnefice.

Ed ora che sono nuovamente nuda davanti a me stessa, voglio scegliere bene la persona di cui mi voglio vestire. Il tradimento mi ha messo davanti ad un bivio importante che è quello dove si trovano due parti di me che mi appartengono, la mia parte narcisista che chiede rivalsa ma che è estremamente fragile e può di nuovo essere distrutta e la mia parte più autentica che cerca di mettersi in discussione, attraverso anche la sofferenza e la riflessione, provando a vedere oltre i miei limiti, che mi permette di accettarli e perchè no anche di superarli.
 

spleen

utente ?
Essere amati è un tale miracolo che dovrebbe essere contraccambiato
Non è automatico purtroppo, lo sai bene.

Avevo incontrato una persona anafettiva, abilissima a mascherarsi inoltre. Potrei raccontarti cose che ha combinato a me, e per le quali talvolta un amico carissimo mi chiedeva se ero impazzito a tollerarle. Oppure potrei raccontarti di quello che combinò ad altri e soprattutto a se stessa, quando risultò ormai chiaro a tutti che il tipo con cui era finita e che trattava come uno straccio, era peggio di lei e la riempiva di corna fino ad avere (lui) un figlio mai riconosciuto da un'altra ragazza....
Adesso è sfatta, come persona, e un brivido mi percorre la schiena al solo pensiero della vita di merda che avrei fatto con lei. :D
Però riconosco che come nave scuola, a suo tempo mi fece comprendere, nel male che provai, molto sulla realtà vera dei rapporti, uccidendo in qualche modo una parte della mia innocenza. Nel mio caso dovrei ringraziarla, dovrei forse ringraziare tutte quelle che mi hanno avvicinato alla realtà ed allontanato dalla fantasia peudoromantica che mi ero formato come idea surreale dell' amore.
Capisco bene che la sofferenza non puo essere ripagata, specialmente come nel tuo caso di un rapporto lungo e consolidato, ma davvero penso che non tutti i mali (e parlo per me) siano venuti per nuocere.
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Qualunque tipo di tradimento dà una sensazione di sconfitta totale perché ci si trova privati dei riferimenti abituali su cui si fondano le nostre sicurezze.
Anche la persona più affascinante e amabile, per fare solo cenno a un aspetto, ha parti di sé che non apprezza totalmente (cosa sana) e ha bisogno di chi la faccia sentire accettata e (cosa meravigliosamente commovente quando accade) apprezzata anche per quelle parti.
Un tradimento fa perdere questi riferimenti e ci fa sentire a terra. Come per un paese sconfitto c'è la necessità di un riscatto, ma se invece di un dopoguerra attivo che crea nuove ragioni di autostima si resta fissati al passato si penserà a una rivincita, impossibile, e a un risarcimento che non potranno mai esserci.
Restare legati al preguerra o all'idea vendicativa di sconfiggere chi ci ha tolto tutte le sicurezze, non farà mai uscire dal tradimento.
Appunto chiudere la porta alle spalle e guardare avanti :)
 

spleen

utente ?
Ah, se solo fosse legale... quanti anni di arti marziali avrei messo a frutto... :)
E' assurdo pensarlo. Se ci ricami sopra rendi solo più profondo ed efficiente il male che ti fanno.
L' unica cura è superare, andare oltre, non dimenticare, che non è nè giusto nè possibile, passare oltre.
 
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